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Tormenter - Phantom Time
( 2019 letture )
Tornano a farsi vivi, dopo oltre due anni, i Tormenter, già recensiti in occasione dell’uscita del precedente Pulse of Terror. Il gruppo di La Puente (CA) si muove in un settore molto inflazionato, ma sempre in grado di suscitare interesse, godendo dei favori di una larghissima fetta degli appassionati di musica metal: il thrash old school. Dopo aver svolto la consueta gavetta fatta di una autoproduzione (Assault from Beyond the Grave del 2009) e della condivisione del palco con band del calibro di Destruction, Obituary, D.R.I, Krisiun, Hypocrisy, Forbidden, Heathen, Exodus e molti altri, i cinque giungono dapprima alla pubblicazione dell’album prima richiamato, al quale fanno ora seguito con l’EP Phantom Time.

Fatta questa premessa, appare chiaro che questo nuovo lavoro non solo non può, ma addirittura non vuole introdurre il benché minimo elemento di novità. Quello che irrompe dalle casse dello stereo è thrashaccio aggressivo, violento, senza mezzi termini e con la classica voce sgraziata che tanto bene si sposa con questi suoni. Registrazione cruda, ma niente affatto malvagia rispetto a quanto proposto, un artwork piacevole e, per alcuni versi, addirittura ricercato ed un look del gruppo più o meno in linea con quello in voga al tempo in cui il genere si impose. Da segnalare assolutamente due importanti cambi di line up, con un nuovo bassista e, soprattutto, un nuovo cantante come Carlos Rodelo al posto di Charlie Blitz; questi i “numeri” del loro come back. Tutto sembra quadrare, ma la musica? I ragazzi pestano duro e con grande foga, mostrando attitudine e qualche riff indovinato, ma per capire se è opportuno segnare un disco simile sulla lista della spesa, bisogna avere ben chiaro quali siano le proprie priorità. Passato l’entusiasmo del primo ascolto, ritornando sulle cinque tracce più una (poi vedremo qual’è) di questo EP, non si può fare a meno di notare come un nome alternativo per il gruppo potrebbe essere Slayetor, oppure Kreayer, tanto i pezzi proposti sembrano presi di peso dalla discografia di Slayer e/o Kreator. Le uniche eccezioni a questa regola sono rappresentate dal pezzo strumentale d’apertura e da quello di chiusura, offerto come bonus track. Se The Continuance sembra uno scarto dei Megadeth di fine anni 80, l’altro pezzo segnalato è direttamente una cover senza infamia e senza lode di Motorbreath dei Metallica, con ciò dimostrando come l’originalità non sia il punto di forza del gruppo. In mezzo, altri quattro brani che sicuramente sono in grado di divertire e di far scapocciare a dovere, specialmente Manifest Supremacy e Parasital Exposure, con i tipici riff rasoianti e le altrettanto tipiche ritmiche martellanti che non sembrano stancare mai gli aficionados, ma ancora senza introdurre nessun elemento che indichi una personalità propria, nemmeno a pagarlo a parte. Proprio per i summenzionati motivi, appare molto indovinata la forma EP scelta per questa realizzazione, in modo che il tutto suoni comunque fresco e non abbia il tempo di annoiare.

È da ricercare in quest’ultima considerazione la chiave di lettura per stabilire se Phantom Time ed i Tormenter possono o meno fare al caso vostro. Se ciò che cercate è solo thrash violento e senza compromessi nel nome degli anni 80, senza curarvi di come e quanto tutto questo possa apparire datato e, soprattutto, debitore verso modelli sviluppati e portati al successo da gruppi di ben altro nome, allora potete aggiungere l’EP alla vostra lista degli acquisti per Natale. Ciò in quanto Phantom Time “spacca” e, se rientrate in questa categoria di ascoltatori, sono certo che concederete al lavoro una valutazione superiore a quella assegnata dallo scrivente. Se invece siete tra quelli che non possono sopportare a prescindere l’idea di ascoltare i cloni dei cloni delle band modello già richiamate nel precedente paragrafo, continuerete ad ascoltare quelle ed assegnerete al gruppo, al contrario, una valutazione inferiore a quella che appare in fondo allo scritto. Che apparteniate all’una od all’altra tipologia, Phantom Time è un lavoro onesto, che non cerca affatto di spacciarsi per quello che non è. Thrash senza mezze misure, senza raffinatezze e senza mediazioni. Non saranno probabilmente mai tra i big del settore, ma i Tormenter sanno fare il loro lavoro e, tutto sommato, è già tanto. Inoltre, chi in relazione alla propria musica dichiara: “Heavier than your mother...Catchier than her herpes”, non può che stare simpatico.



VOTO RECENSORE
72
VOTO LETTORI
72 su 1 voti [ VOTA]
Hermann 60
Mercoledì 3 Agosto 2016, 16.25.54
4
Migliorati col cambio di vocalist per il resto ha già detto tutto ''Raven''. Recensione e voto appoggiati in pieno.72
Raven
Venerdì 13 Dicembre 2013, 22.09.23
3
La Puente è in effetti in po' ad Ovest di Cagliari.
jek
Venerdì 13 Dicembre 2013, 20.58.34
2
Seniti sul tubo, non male, disco descritto alla perfezione nella recensione. Non credo che investirò denaro per l'acquisto ma non male. @Lambru sti sardi picchiano anche se dai nomi e dalle foto non mi sembrano molto nostrani
LAMBRUSCORE
Venerdì 13 Dicembre 2013, 10.34.56
1
La Puente, provincia di Cagliari?? Buono, proverò ad ascoltarli...
INFORMAZIONI
2013
EBM Records
Thrash
Tracklist
1. The Continuance
2. Manifest Supremacy
3. Parasital Exposure
4. Command Control
5. Re-encryption
6. Motorbreath (Bonus Track)
Line Up
Carlos Rodelo (Voce)
Jahir Funes (Chitarre, Cori)
Rodrigo Rodriguez (Chitarre, Cori)
Joey Cazarez (Basso, Cori)
Thomas Bonilla (Batteria)
 
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