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My Refuge - Living in Anger
( 2302 letture )
Provengono dalla provincia di Varese i My Refuge e sono il gruppo del nostro redattore Mauro Paietta. Formati nel 2010 e giunti subito alla prima registrazione con l’EP 3407 Picture of an August Night, i nostri conoscono poi il più classico dei momenti di stop forzato conseguente a profondi cambi di line up. Tornati nuovamente con una formazione stabile al lavoro, ecco che nel luglio 2013 realizzano il qui presente promo Living in Anger, anticipo dell’album di debutto vero e proprio, atteso a breve. Il genere proposto può identificarsi in un robusto power metal con evidenti derivazioni thrash e latenti influenze prog. Quello che colpisce da subito è l’estrema professionalità con cui tutto il promo è stato realizzato: a partire dalla qualità della registrazione e del mixaggio, praticamente indistinguibili da una release ufficiale, fino all’artwork e alla ottima prova strumentale della band. Ottimi auspici per quello che sarà il debutto ufficiale, senza dubbio.

Scorrendo il libretto, si nota subito come le quattro tracce siano tutte opera del chitarrista Mauro Paietta, il quale firma in solitario anche i testi di due canzoni. Questa centralità compositiva si riflette poi anche nel peso specifico che le chitarre rivestono all’interno dei brani: piuttosto evidente infatti che sia il lavoro di Paietta e Dettore il fulcro attorno a cui ruota tutta la band ed il punto di forza dell’intero lavoro. In effetti, i due dimostrano di sapersi destreggiare bene in questo ruolo difficile, compiendo un vero e proprio lavoro complementare, che impreziosisce i brani di continui arabeschi e di un dialogo fittissimo, che rende piuttosto frizzanti anche le parti ritmiche, incentrate su riff abbastanza potenti per l’ambito power, ma continuamente arricchite di melodie e parti solistiche. Chi si aspetta un power metal solare e divertente, dovrà probabilmente abituarsi all’idea di avere a che fare con un lavoro maggiormente orientato su atmosfere dure e anche se non propriamente oscure, sicuramente poco propense alla spensieratezza; d’altra parte con un titolo come Living in Anger, difficilmente ci si potevano aspettare cori allegri e vivaci da cantare tutti assieme al pub. Non che manchino melodie cantabili e cori epici, ma si potrebbe dire che il lavoro, anche da un punto di vista delle liriche, sia improntato maggiormente al realismo e alla ricerca di un riscatto della propria condizione personale di fronte alla decadenza dei tempi e delle relazioni umane. La componente thrash del lavoro in questo senso si fa sentire molto, contribuendo ad irrobustire le trame chitarristiche, come anche le sezioni della batteria, che ricorrono raramente al classico “elicottero” del power metal, preferendo tempi più cadenzati e ragionati, potenti e veloci quando serve, evitando così il rischio di creare un sottofondo continuo e monotono. Le influenze di mostri sacri come Iron Maiden, Gamma Ray ed Helloween, piuttosto che Malmsteen nei solos, sono abbastanza evidenti, ma il tutto viene inserito in un contesto se vogliamo più moderno, nel quale anche il basso di Chimenti ha modo di mettersi in luce. Nel complesso, il brano più classicamente identificabile è proprio l’opener A Storm Is Coming, nella quale tanto le melodie quanto il lavoro chitarristico si regge perfettamente in equilibrio tra metal classico e riff thrash, con un refrain tipicamente heavy e lunghe sezioni soliste anche in sweep picking a smorzare l’impatto delle ritmiche. Ancora più pronunciata la melodia nella seguente The Cage (Oh Demon in my Eyes), che apre con riff che più Maiden non si può, per poi poggiarsi a ritmiche più serrate e dure, pronte ad esaltare il refrain epico attorno a cui ruota tutta la canzone; anche in questo caso molto interessante il lavoro di rifinitura delle chitarre. Tocca alla titletrack il compito di creare una qualche rottura col modello classico sentito finora, grazie a sonorità iniziali caratterizzate da un synth che rimanda di botto alle sperimentazioni “spaziali” di Somewhere in Time e alle scelte del cantato da parte di Moz. Si tratta sicuramente del brano compositivamente più ricercato, anche se va detto che alla lunga sembra un po’ macchinoso e manca di colpire il bersaglio, se non nella straripante sezione solista, probabilmente la migliore sentita finora. Chiude la bella versione acustica di Empty Room, nella quale le tentazioni prog si fanno strada, grazie a scelte melodiche che potrebbero ricordare i Crimson Glory, con Moz che per una volta rinuncia al classico trademark heavy per cercare un’interpretazione più libera e sentita e meno votata all’acuto.

Nel complesso, Living in Anger mostra diverse intuizioni interessanti che attendono di essere sviluppate nell’ambito di un full length. La cura con cui l’intero EP è realizzato fa ben sperare per il proseguo dell’ascolto. A voler guardare il pelo nell’uovo, forse il livello dei piatti della batteria e del ride in particolare risulta appena troppo alto nel mixaggio finale, ma siamo veramente al dettaglio. Musicalmente parlando il gruppo cerca di coniugare in maniera consapevole le evidenti influenze classiche in particolare in fase solistica con ritmiche più serrate e poderose, mutuate dal thrash più che dal power vero e proprio, ma in questo senso il lavoro risulta ancora troppo ancorato ai modelli di riferimento. Non c’è riff o sezione solistica che non contenga un rimando o una evidente ispirazione e se questo nel breve volgere dei diciotto minuti tutto sommato scorre via senza destare troppi problemi, di fronte ad una durata superiore, potrebbe costituire un serio limite. Lo stesso dicasi dell’interpretazione di Moz, assolutamente ottima da un punto di vista tecnico, ma scarsamente personale e fin troppo ancorata a stilemi che mal si adattano alla ricerca di un tocco più moderno dato dalla musica e alla lunga un po’ ripetitiva e statica, nonostante le potenzialità. Si intuisce insomma che la personalità del gruppo comincia a mostrarsi, ma ancora vincolata dal rispetto per le proprie influenze e per ciò che costituisce l’amore primordiale dei musicisti e del compositore. Parliamo ovviamente di un EP che anticipa un album di debutto, quindi questi rilievi vanno considerati nel contesto, ma da una band formata da tre anni è lecito attendersi ancora qualcosa in più, che speriamo arrivi con l’album di debutto. Per il momento, non resta che cogliere ancora l’estrema qualità del lavoro, difficilmente riscontrabile in una autoproduzione, la quale spinge anche a optare per una valutazione positiva, considerando anche i buoni auspici che queste quattro tracce ci mostrano.



VOTO RECENSORE
66
VOTO LETTORI
95.53 su 13 voti [ VOTA]
Daniele 68
Martedì 15 Aprile 2014, 22.49.38
5
@ Rada. Interessante la proposta di questi ragazzi!!! Buonissime idee che svilupperanno meglio in futuro. The cage molto bella
Radamanthis
Sabato 22 Febbraio 2014, 12.32.39
4
21.02.2014 MyRefuge@Escape to Paradise in Somma L. (Va): concerto stupendo, band che dal vivo rende in maniera identica al disco, prestazione dei singoli di gruppo eccelsa. Moz canta come su disco, potenza vocale, espressività, tecnica, Mauro e Simox impeccabili in ogni singola nota, Totò e Rioh a creare un muro sonoro infallibile. Scaletta che va a prendere tutti i brani da questo EP, con una Empty room non in versione acustica (forse sarebbe da prendere in considerazione l'idea di farla acustica ai prossimi show per poter risaltare ancor di più le doti vocali di Moz e il lavoro solista di Mauro), un nuovo brano che finirà nel prossimo disco e due cover eseguite alla perfezione: The hellion/Electric eye dei JP e infine Long live rock n' roll dei Rainbow a chiudere lo show. Che dire di più? Solo complimenti a una band rivelazione che spero riesca a cogliere il successo che merita! ps: la chicca sarebbe stata l'esecuzione di uno dei vecchi cavalli di battaglia di Mauro ai tempi degli Zadar, magari una Winterland (la sua I want out...) ma vabbè, glielo consiglierò di persona per il prossimo live! Long live My Refuge!!!! \m/
Radamanthis
Lunedì 6 Gennaio 2014, 16.44.37
3
Prima che il disco dei My Refuge dell'amico Mauro esca dalla home page di Metallized volevo nuovamente complimentarmi per l'ottimo lavoro che è stato svolto su questo Living in anger. I dischi a firma Paietta (Rain of tears e Cold winter dawn del 1998 conm gli Zadar e Picture of an august night del 2010 con i My Refuge) girano di continuo nel mio lettore e meritano il massimo risalto ed il massimo successo, cosa che auguro di cuore per il nuovo anno e per l'avvenire sia al mio amico che alla sua grande band! Rock on My Refuge, complimenti ancora!
Radamanthis
Giovedì 19 Dicembre 2013, 11.16.42
2
Conosco il caro amico Mauro dai tempi della scuola quando ancora tredicenni passavamo le mattinate scolastiche tra Metal Shock, Metal Hammer, lettori MC, cuffie e heavy metal...si iniziavano a conoscere i gruppi power per la maggiore e da li nacque un'amicizia duratura che ancora oggi si regge su solide fondamenta, le fondamenta dell'heavy metal! Difficile per me commentare obiettivamente questo Ep perchè proveniente proprio da un mio caro amico. Soffermandosi sulle sezioni strumentali non si può non apprezzare il perfetto mix che viene dal power più di derivazione Gamma Ray (piuttosto che Helloween) che sfocia in un thrash alla Iced Earth ma, come dice Lizard, con solos Malmsteeniani di barocca memoria e spruzzate di Iron Maiden qua e là. Perfetto il binomio Paietta / Dettore (insieme mi sembra dai tempi dei White Witch) che formano una coppia d'asce perfettamente amalgamata. Precisi Chimenti e Freeari nelle sezioni ritmiche che riescono a creare quel famoso tappeto musicale su cui cucire riff e solos a valanga! E che voce Moz...non condivido la mancanza di personalità citata da Lizard, se per mancanza di personalità intende il sentire un simil Hansi Kürsch che riesce a toccare con gli acuti delle vette alla Dickinson beh...che io abbia tale mancanza di personalità!!! Dopo aver parlato della line up vorrei soffermarmi sulle tracce, la top song The cage che insieme a Winterland (tratta da Cold winter dawn del 1999 degli Zadar) è il miglior brano mai scritto da Mauro a mio avviso, la brillante, vivace, potente e figlia di Kai Hansen A Storm Is Coming che poco ha a che vedere con la seppur bella traccia contenuta nell'Ep precedente 3407 - Picture Of An August Night: rivisitata e rivalorizzata in tutto; la title track traccia di derivazione Schaffer (a parte l'intro e la prima strofa) e lultima, stupenda Emty room, più poesia che canzone...che vede un Moz autore di un’interpretazione che richiama Hansi Kürsch e i Blind Guardian di The bard's song...magica a dir poco! Ep stupendamente prodotto (nulla da invidiare a produzioni ufficiali), mixato alla perfezione ed in cui tutto si sente distintamente alla perfezione galvanizzando il risultato complessivo finale. Di ottimo auspicio per il debut album che aspetto con ansia di ascoltare in anteprima! Voto 85, netto, preciso!
waste of air
Mercoledì 18 Dicembre 2013, 13.30.44
1
Il buon Mauro gentilmente me l'ha passato, lo metto sempre su con piacere; mi gusta, anche se non è il mio genere.
INFORMAZIONI
2013
Autoprodotto
Power
Tracklist
1. A Storm Is Coming
2. The Cage (Oh Demon in my Eyes)
3. Living in Anger
4. Empty Room (Acoustic Version)
Line Up
Moz (Voce)
Mauro Paietta (Chitarra)
Simone Dettore (Chitarra)
Salvatore Chimenti (Basso)
Valerio Ferrari (Batteria)

Musicista Ospite
Dario Marzinotto (Basso su tracce 1 e 2)
 
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Quattro chiacchiere con Mauro Paietta sul suo nuovo disco e sul mondo musicale
 
 
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