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22/09/23
ESCUELA GRIND
FREAKOUT CLUB VIA EMILIO ZAGO, 7C - BOLOGNA
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Satan`s Host - Virgin Sails
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( 2114 letture )
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Gli storici americani Satan’s Host propongono uno degli ibridi più bizzarri che la scena metallica possa offrirci: nati come heavy metal band nel remoto 1977 e debuttanti soltanto nel 1986 con Metal from Hell, questi musicisti di Denver hanno optato per il black/death nella parte centrale di carriera e svoltato quindi per l’atipica miscellanea di power e black metal nella fase che tuttora stanno attraversando, e che porta sulle nostre scrivanie Virgin Sails. Si tratta dell’ottavo full length per l’act del Colorado, che tuttavia si era sciolto nel 1988 e riformato nel 1994, pubblicando il secondo studio album, Archidoxes of Evil, soltanto nel 2000. Una storia, dunque, controversa e contorta, un saliscendi non troppo lineare che porta in dote una band comunque degna di rispetto, peraltro fondata da Harry Conklin, già voce dei Jag Panzer tra 1981 e 1985 (e poi nuovamente dal 1994 al 2001).
Dal power i nostri attingono linee vocali molto epiche ed evocative, mentre del black ripropongono i riff malati, i blastbeat ed altre oscure atmosfere; forse è proprio la voce, estremamente solenne, cadenzata e celebrativa -Cor Malifecus - Heart of Evil, Island of the Giant Ants, la titletrack ne sono un esempio- a far perdere un po’ di immediatezza al platter, che dunque necessita di parecchi ascolti per essere assimilato e mostrare la buona qualità musicale messa a disposizione degli ascoltatori. La band sceglie di avanzare attraverso mezzi tempi rocciosi e caratterizzati uno ad uno da diversi bei riff sinistri. Le accelerazioni sono veramente poche e sparute, ma per contro ci si imbatte in valide melodie di chitarra, anche in fase solista. Il drumming è preciso e roccioso, al passo con i tempi, mentre la voce si prodiga anche in qualche acuto. Un pezzo come l’opener Cor Malifecus - Heart of Evil sintetizza appieno l’intero stile del full length, annettendo riff macabri, vocals epiche e robusti blastbeat, questi ultimi impattanti anche nella successiva Island of the Giant Ants; la sei corde di Patrick Evil traccia assoli fulgidi e brillanti, esibendo un tocco piacevole, generalmente heavy-oriented anche nel riffing, incattivendosi in isolate porzioni di canzone (In Dichotomy si ha una chiara dimostrazione di quanto affermato) grazie anche all’utilizzo dei blastbeat.
Il disco pecca un po’ dal punto di vista del minutaggio (quasi un’ora di ascolto è qualcosa di eccessivamente pretenzioso), con certe tracce troppo prolisse a far insorgere un piccolo rischio di noia. Questo non aiuta di certo l’impatto dell’opera che, come detto, risente anche di linee vocali ridondanti e affatto catchy; per fortuna la band dispensa anche qualche brano più diretto e movimentato (Of Beast and Men, Reanimated Anomalies) per ravvivare il tutto, sfruttando a sprazzi qualche piccolo passaggio vocale growl (la stessa Reanimated Anomalies, Infinite Impossibilities). Nel complesso è la buona stratificazione dei brani a rappresentare il fulcro portante dell’opera, la quale gode sicuramente di un gran lavoro di songwriting e di un’esecuzione tecnica ineccepibile.
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3
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Un grande album, il voto è decisamente troppo basso e non rende giustizia. |
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Vista la fiducia che ripongo nel recensore non perdo neanche tempo ad ascoltarli. |
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Vista la fiducia che ripongo nel recensore non perdo neanche tempo ad ascoltarli. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Cor Malifecus - Heart of Evil 2. Island of the Giant Ants 3. Dichotomy 4. Of Beast and Men 5. Akoman 6. Reanimated Anomalies 7. Infinite Impossibilities 8. Vaporous of the Blood 9. Taromati 10. Virgin Sails
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Line Up
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Leviathan Thisiren (Voce) Patrick Evil (Chitarra) Margar (Basso) Evil Little Hobbit (Batteria)
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RECENSIONI |
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