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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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Beaten to Death - Dødsfest
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( 2483 letture )
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E dalla fredda Norvegia giunge questa interessante proposta in salsa grind, i Beaten to Death. Secondo album per i nordici, secondo assalto sonoro per noi, dopo la prova di Xes And Strokes. In poco più di una ventina di minuti, i nostri confezionano un disco brutale, incisivo e malinconico. Sì, avete letto bene, malinconico. Suona stranissimo se ci si riferisce ad un album riconducibile al grind, ma la particolarità di Dødsfest è proprio quella di introdurre un suono chitarristico efferato, sanguinoso, ma anche melodico e vagamente inquieto. Partenze diaboliche si mescolano perfettamente a stacchi e momenti dove le sei corde tendono dapprima ad esaltarsi, per poi rinverdire la dose di aggressività di una batteria mai doma e del distortissimo basso, senza contare la prova davvero infernale del cantato, un vomito irrefrenabile di malvagità reso onda sonora.
La registrazione è casereccia, si sente, ma non se ne tiene conto durante l'ascolto, e la furia del combo si scatena alla perfezione. Vulpes, Vulpes, Mustela Lutreola, Praedium è emblematica di cosa si è cominciato ad ascoltare, nonché uno dei più riusciti episodi dove drammaticità, grinta e cattiveria si fondono alla perfezione. È sugli scudi anche la successiva The Egg Thrower, isterica e massacrante, come anche Krepsekamp, altra prova di malvagità dei norvegesi. In True Norwegian Internet Metal Warrior si ritorna sulla falsariga di inizio album con rinnovata energia, per poi essere assaliti dalla titletrack e da Erig Og Skrik, due devastanti esplosioni concentrate in poco più di due minuti. Døv, Døvere, Død torna su lidi malinconici, spezzati improvvisamente dalla rabbia riversata dai Beaten to Death a metà canzone. Nessuna tregua con Obliteration of Nekromantheon, seguita dai cori di Nazi Slippers, altra prova irosa foriera di svariati headbanging. Si giunge così al trittico finale, laddove velocità massacranti si stemperano in rallentamenti esasperanti ed oscuri. La breve durata del disco fa sì che si debba ascoltarlo tutto d'un fiato per assimilarlo al meglio, senza il rischio di cali di attenzione, lasciando perfettamente intatta la bolgia di violenza e acciaio scaturita dai nostri norvegesi. Una menzione particolare va alla simpaticissima copertina, vera e propria celebrazione dissacrante ed ironica della nera mietitrice.
Insomma, l'uscita dei Beaten to Death è personale ed originale e, per quanto non rappresenti una pietra miliare per le band a venire, riesce a dare freschezza ad una proposta altrimenti difficile da variare; la scarica di potenza e cattiveria invocata dal gruppo è densa, compatta e godibile, e può porre le basi per dischi davvero emblematici ed importanti. I Beaten to Death si confermano quindi una band da seguire con attenzione; non resta che celebrare assieme a loro la malefica ''festa della morte''.
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5
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Ascoltato qualche giorno fa. Buon album, melodico e distruttivo al contempo, nonostante il voto non positivo del precedente. |
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4
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Buon disco, merita un posto tra i migliori del 2013, giusto il voto. |
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3
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In Dov, Dovere, Dod i riff mi sembrano quelli dei La Quiete *_* Paiono interessanti. |
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2
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Non sembra niente male. Ho ascoltato un paio di song e spaccano. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Vulpes Vulpes, Mustela Lutreola, Praedium 2. The Egg Thrower 3. Krepsekamp 4. True Norwegian Internet Metal Warrior 5. Dødsfest! 6. Erik Og Skrik 7. Død, Døvere, Død 8. Obliteration Of Nekromantheon 9. Nazi Slippers 10. The Flesh Prince With Swell Hair 11. Aspen Hellweek 12. Vinni Butterfly
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Line Up
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Anders Bakke (Voce) Martin Rygge (Chitarra, Cori) Tommy Hjelm (Chitarra, Cori) Mika Martinussen (Basso) Christian "Bartender" Svendsen (Batteria)
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