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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Blue Oyster Cult - Agents of Fortune
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Quante volte si sente parlare, in musica, di album della svolta? Indubbiamente è un’espressione estremamente utilizzata, che può naturalmente avere una duplice valenza: può difatti indicare una svolta in senso positivo, evidenziando decisivi progressi di un artista, oppure può segnalare una svolta stilistica sintomo dell’inizio del declino. Vi sono però anche casi in cui una band, pur rinunciando a parte degli elementi che l’avevano resa celebre e le avevano permesso di scrivere pagine stupende di storia della musica, riesce comunque a reinventarsi con sufficiente abilità da guadagnare ulteriori fan alla propria causa. Per quanto riguarda gli americani Blue Öyster Cult, fautori di un hard rock particolare che anni dopo sarebbe stato indicato con la definizione proto-metal, l’album della svolta è indubbiamente Agents of Fortune, del 1976: si tratta del quarto lavoro partorito dalle fervide menti di Eric Bloom e soci e, rispetto ai primi tre, che si erano fatti conoscere per le loro atmosfere psichedeliche, spaziali e discretamente cupe, è complessivamente assai più leggero -soprattutto dal punto di vista musicale- pur non rinunciando in alcuni casi alle tematiche tipiche della band.
Il mutamento di prospettiva è palese già dalla prima traccia, la breve This Ain’t the Summer of Love: si tratta infatti di un pezzo che, a dispetto di un riff discretamente pesante, vede poi un coro centrale allegro in stile The Rolling Stones. Non si tratta di un brutto pezzo, ma indubbiamente è spiazzante rispetto ad esempio ad una Career of Evil, contenuta nel capolavoro Secret Treaties. True Confessions in ogni caso è decisamente migliore e coniuga in modo efficace melodie e linee vocali, armonizzando le capacità dei cinque polistrumentisti della band per dar vita ad un piacevolissimo brano di hard rock melodico, che ha il suo coronamento nel finale strumentale. Ma True Confessions, per quanto valida e piacevole, è inevitabilmente condannata ad essere oscurata dalla terza traccia, uno dei capolavori della band e, possiamo affermarlo senza timore, una delle più belle canzoni hard rock di ogni epoca. (Dont’ Fear) The Reaper rasenta indubbiamente la perfezione, dal riff portante ai brevi sfoghi solisti lasciati sullo sfondo, dalla batteria distante alle delicate e bellissime linee vocali, dal testo poetico all’inaspettato e meraviglioso assolo di metà canzone. Se ci sono brani, nella storia della nostra musica preferita, per cui effettivamente usare la parola capolavoro non è solo corretto, ma addirittura doveroso, indubbiamente (Dont’ Fear) The Reaper fa parte di questi e sono convinto che lo ammettano anche i fan più irriducibili dei primi album della band. E.T.I. (Extra Terrestrial Intelligence) ci riporta alle tematiche fantascientifiche dei primi lavori, frutto dell’influenza dello scrittore/produttore Sandy Pearlman, che non a caso originò il nome stesso della band ed è anche autore del brano oggetto di analisi: al pari di This Ain’t the Summer of Love, E.T.I. (Extra Terrestrial Intelligence) è divisa fra riff pesante e ritornello più melodico, ma amalgama il tutto in maniera significativamente migliore, grazie ad un superbo lavoro collettivo da parte di tutti i musicisti. Insomma, se non si fosse capito la prima traccia dell’album è molto probabilmente anche la peggiore! The Revenge of Vera Gemini, che beneficia della guest voice di Patti Smith, all’epoca compagna di Allen Lanier, è un altro pezzo eccellente che basa la sua forza tanto sulla sezione ritmica quanto sulla tastiera proprio di Lanier, con un’altra accattivante fusione di stili e sonorità, forse il maggior punto di forza dei Blue Öyster Cult. La seconda metà dell’album è aperta dal bell’attacco combinato piano/chitarra di Sinfull Love, che si caratterizza poi non solo per le rapide pennate sulle sei corde di Donald “Buck Dharma” Roeser, ma anche e soprattutto per i particolari cori quasi in stile Queen. Un altro pezzo riuscito! Possiamo dire decisamente di sì! Viceversa Tattoo Vampire, per quanto divertente ed incalzante, non fa gridare al miracolo; Morning Final si fa ricordare sicuramente più per la bella musica di sottofondo, in particolare per la sempre brillante tastiera di Allen Lanier, che per le linee vocali, nuovamente caratterizzate dalla ricerca della melodia; ci stiamo avvicinando a piccoli passi verso la fine di Agents of Fortune e, dopo la piacevole Tenderloin, troviamo la splendida Debbie Denise, una ballad basata sulla chitarra acustica e, ancora una volta, sulle tastiere. Si tratta di un’eccellente conclusione per un ottimo album.
A questo punto, le domande cui tutti vogliamo dare una risposta sono le seguenti: questo album della svolta, come lo abbiamo definito in apertura di recensione, ha effettivamente segnato un confine fra diverse fasi della carriera della band? E’ accostabile ai capolavori prodotti dalla band in precedenza? Infine, quale delle due fasi prevale sull’altra per qualità complessiva? Andiamo con ordine: per quanto riguarda il primo quesito, la risposta è indubbiamente affermativa. L’oscurità di Secret Treaties e Tyranny and Mutation ha lasciato il posto ad un hard rock più melodico e leggero, per quanto non manchino i momenti schizofrenici e psichedelici caratterizzanti i primi lavori di Bloom e compagni. Venendo alla seconda domanda, Agents of Fortune è e rimane un grandissimo album, lungi dall’essere una mera ombra del passato; è sicuramente inferiore a Secret Treaties, verosimilmente il migliore album del gruppo, e forse anche a Tyranny and Mutation, ma le sue qualità sono indiscutibili. Infine, entrambe le incarnazioni dello stile del Culto dell’Ostrica Blu hanno prodotto album di eccellente fattura –dopo Agents of Fortune ad esempio verrà Spectres- e dire con assoluta certezza quale delle due prevalga sull’altra è difficile. Per una volta, abbandonando il rigore da critici musicali, concludiamo dicendo che entrambe sono valide, quindi giriamo a voi un’altra, semplice domanda: voi quale preferite?
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Continua la mia personale scoperta di questa band strepitosa e anche questo album fa centro molto bello diverso dagli altri ma sempre ottimo 85 è il voto giusto |
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Buon album hard rock,ma dei blue oyster cult c'e' rimasto ben poco..le atmosfere malate,cupe ed esistenzialiste sono quasi del tutto assenti.. |
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Spinto dalla notizia della prossima pubblicazione di un nuovo album (non ci credevo più), sono andato a rispolverare questo classico. A dire il vero non è uno dei miei preferiti dei BOC, l'ho sempre trovato un album "normale" (e inferiore al Secret Treaties). Se non fosse che... beh ci sono due pezzi che la media la alzano, e di parecchio. La stratosferica E.T.I. e - ovviamente - (Don't Fear) The Reaper, insieme ad Astronomy forse il pezzo simbolo di un'intera carriera. Una canzone che ha veramente qualcosa di speciale. Nel complesso 83. More cowbell !!! |
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Quindi in sostanza i Ghost oltre a non essere granché hanno pure scopiazzato i Blue Oyster Cult, se prima li si criticava un po' così alla cazzo adesso lo si può fare con cognizione di causa Scherzi a parte questi sono tra le radici del metal, se qualcuno li prende come riferimento, li cita e lì fa conoscere non può che fare bene. |
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Io paragonavo la proposta musicale. Anche per me il Culto è superiore!!!! |
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Incredibile la capacità dei b.o.c. di unire melodie immediate e molto belle a riff heavy. I b.o.c. hanno attraversato ehm ... varie fasi compositive nella loro carriera. Nel loro songwriting ci sono da sempre elementi hard psych, hard rock, heavy metal, hard pop, che li hanno resi sempre rivonoscibili al primo ascolto, diciamo che è il loro trademark. Non entro nel merito di altre discussioni in quanto li subentra il proprio gusto musicale e i paragoni qualche volta sono inopportuni. I b.o.c. erano (sono) una grandissima band .... (imho) |
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I B.O.C. sono superiori anche dal punto di vista tecnico ed erano un vero gruppo in cui tutti erano compositori e all'occorrenza cantanti. Ma l'accostamento con i Ghost è assolutamente pertinente. Soprattutto con il successivo Spectres il paragone è centratissimo |
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Ora con tutto il rispetto..ma i Blue oyster cult li ritengo superiori. Va bene che i paragoni, non sempre hanno senso..però la penso così. |
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@Steeleminded: per carità i gusti non si discutono e ci mancherebbe non ti devi scusare di niente.
Mi riferivo a quelli che criticano i Ghost solo perché hanno successo e senza dare una spiegazione logica a parte "che sono raccomandati, non sono metal ecc." |
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Io ci ho pensato ascoltando Joan Crawford... |
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Ai hai ragione metal shock, anch'io ho pensato al paragone con le dovute proporzioni... comunque per me rimangono scarsi i Ghost. Gusti, perdonami. |
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Chi oggi critica i Ghost buttandogli merda addosso senza un perché serio, dovrebbe dare un'ascolto a questo disco, come ad altri dei B.O.C., e rendersi conto di come la band di Forge sia una specie di B.O.C. 2.0. Basta ascoltare la mitica e stupenda (Don't fear) The Ripper per sentire molte somiglianze. Chi si ricorda del mitico sketch More cowbell del Saturday night show?????? |
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Altra grande hard rock band dei seventies.questo uno dei loro album migliori! |
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Per favore recensite "On Your Feet or On Your Knees" uno dei 5 migliori live della storia del rock: trovo assolutamente perfetta l'interpretazione dei vari pezzi (tutti bellissimi) e il mai piu' eguagliato mix di psichedelia/oscurità/potenza scintillante. Ascoltato dozzine di volte dagli anni 70 e fatto ascoltare ad appassionati di Blues, Country, Classica, Pop, e tutti lo hanno trovato meraviglioso chiedendomi alla fine: " Ma chi sono questi blue cosi e perchè in Italia non si sono mai sentiti?" Boh alla malattia delle orecchie di piombo scampano in pochi. Up the irons! |
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Se mi viene concesso l'azzardo parlerei quasi hard-pop. Però Don't fear the reaper non si discute, un autentico evergreen 80 |
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Guardate,l' Album non è che sia male,anzi,ogni canzone è studiata alla perfezione e crea atmosfere forti e visionarie,a me piace,non fraintendetemi,solo che essendo un affezionato dei permettetemi VERI Blue Oyster Cult,mi viene da pensare che sia stato un cambio di rotta un po forzato...Molte band col cambio di rotta si sono completamente 'perse',cio non è accaduto ai BOC poichè questi pure se suonasserio Jazz se la caverebbero,grandi sempre,unici,anche se piango un po se ripenso ai loro vecchi capolavori |
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Al primo ascolto, ho detto troppo soft... ma ora li sto ripassando con attenzione e devo dire che ho fatto bene a dare una seconda chance... (Hard) Rock di gran classe. |
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i primi tre sono certamente di un tono decisamente più hard,cio non toglie che sia un ottimo album. se devo scegliere io preferisco i primi tre |
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Disco più" easy" dei predecessori? vero... ....ma assolutamente un grande disco e di grande portata storica....l'ho adorato e lo adoro tutt'oggi forse all'inizio l'amavo per l'effetto placebo di quell'immenso capolavoro che è (Don't Fear...)The Reaper ma poi ha iniziato a piacermi in ogni canzone privo totalmente di filler com'è.....certo....non è Tyranny And Mutation o Secret Treaties che sono inarrivabili....ma nei suddetti dischi è anche vero che non c'è una (Don't Fear) The Reaper.... Comunque grande disco il resto sono chiacchiere e questioni di lana caprina. |
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Daje co ste recensioni cmq, bisogna parlare del fantastico e sinistro debutto, del sempre valido Spectres, della resurrezione parziale con Cultosaurus erectus e totale con Fire of Unknow origin! |
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visto che ormai sono un signore di mezza eta' .... non mi piaceva questo disco , col tempo lo rivalutato .... un grande disco .... da un grande gruppo ... |
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Anche io la penso come Cynic! |
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@ Delirious Nomad & Osvaldo mi dispiace ma non la penso come voi. TUTTE le canzoni di Agents of Fortune sono BELLISSIME. Voto: 91/100 CAPOLAVORO!!!!!!!!!!!!!! |
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8
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X chi come me ha amato i dischi precedenti all'inizio non può non storcere un pochino il naso... Questione di tempo e si impara ad amare anche agent of fortune, anche se più leggerino ed con un paio di filler. Le migliori don' t fear (manco a dirlo) ed ETI. Le peggiori le prime due... |
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7
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Un altro discone in una discografia eccellente. Grandiosi BoC! |
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canzoni brutte NESSUNA, la più bella TUTTE, anche Spectres è un capolavoro. Fate anche vostri questi album, da avere assolutamente 1980 Cultösaurus Erectus - 1981 Fire of Unknown Origin - 1988 Imaginos ! |
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5
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Ho sempre apprezzato i Blue Oyster Cult e questo album è un disco alla Blue Oyster Cult: bellissimo. |
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(Don't Fear) The Reaper. E.T.I bello bello tutto bello pure la rece .) |
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Questo è uno dei gruppi molto lodati che io non ho amato. Ma si possono definire hard-rock, da quel che ho sentito a me sembrano più rock e meno hard? |
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senza offesa al recensore per me 85 è poco come voto (ma è pur sempre un voto altissimo) per me merita un bel 91/100 CAPOLAVORO |
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Complimenti per la bella recensione! Il disco mi piace parecchio, è il primo che ho ascoltato dei BOC e, per quanto non sia magari ai livelli eccelsi di qualche loro altro album, è davvero solido, specialmente nella parte centrale. (Don't Fear) the Reaper, come giustamente sottolineato, è un capolavoro |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. This Ain’t the Summer of Love 2. True Confessions 3. (Don't Fear) The Reaper 4. E.T.I. (Extra Terrestrial Intelligence) 5. The Revenge of Vera Gemini 6. Sinful Love 7. Tattoo Vampire 8. Morning Final 9. Tenderloin 10. Debbie Denise
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Line Up
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Eric Bloom (Voce nelle tracce 1, 4, 7 e 9, Chitarra, Percussioni) Allen Lanier (Voce nella traccia 2, Chitarra, Tastiere, Basso) Donald “Buck Dharma” Roeser (Voce nella traccia 3, Chitarra, Sintetizzatore, Percussioni) Albert Bouchard (Voce nelle tracce 5, 6 e 10, Armonica, Chitarra acustica, Batteria, Percussioni) Joe Bouchard (Voce nella traccia 8, Basso, Piano)
Musicisti Ospiti Patti Smith (Voce nella traccia 5) Randy Brecker (Corni) Michael Brecker (Corni) David Lucas (Cori, Tastiere, Percussioni)
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RECENSIONI |
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