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Hypocrisy - Abducted
( 7191 letture )
THE GATHERING
Dalle memorie del tenente colonnello Charles I. Halt

Tutta la faccenda, per quanto mi riguarda, cominciò quella notte di dicembre del 1980. Era la notte del Boxing Day, come la chiamano qua nel Regno Unito, la notte del 26 dicembre. Un soldato della base aerea statunitense di Woodbridge, nel Suffolk, mentre faceva una ronda di servizio, vide una luce rossa particolarmente forte provenire dalla foresta di Rendlesham. Pensando alla caduta di un qualche aereo, il soldato si mise in contatto con la torre di controllo della base, che rispose asserendo l'assenza di alcun volo sia da Woodbridge che dalla vicina base di Bentwaters. Così, le autorità della base decisero di inviare in pattuglia tre uomini per accertare i fatti: il sergente James Penniston e gli avieri John Borroughs ed Edward Cabansag. Ciò che raccontarono, aveva dell'inverosimile. "… [dal rapporto del sergente Penniston] penetrammo nella foresta di Rendlesham. […] Udimmo degli strani rumori, forti versi di animali, come se le bestie fossero in preda al panico. In lontananza, vedevamo la fonte luminosa descrittaci dal soldato. Ci avvicinammo. Oltrepassammo la foresta e ci ritrovammo in una piatta radura […] e vedemmo quella forte luce, sprigionata da un oggetto indistinto. La luce era di un colore indistinto, tra il giallo e il blu, che in basso proiettava un forte fascio di colore blu, sormontata in alto da un'intermittenza di colore rosso. I miei compagni rimasero indietro e solo io mi avvicinai. L'oggetto metallico, di forma piramidale e poggiava su un treppiede. Mi avvicinai sempre di più e tesi la mano per toccare l'oggetto, ma, prima che le dita allungate, tremanti di paura ed eccitazione, potessero avvertire il freddo contatto con il metallo, quello si alzò di circa un metro e partì, muovendosi in orizzontale verso la foresta con una pazza traiettoria. […] Cercammo di riprendere contatto con l'oggetto, ma prima che potessimo raggiungerlo, quello decollò verticalmente e sparì quasi istantaneamente dalla nostra vista". Il giorno seguente, una pattuglia scoprì tre tracce sul terreno nel luogo dove il sergente Penniston e i suoi compagni avevano trovato quell'oggetto misterioso. Furono fatti dei calchi delle tracce riscontrate e delle misurazioni di radioattività, che indicarono una presenza di radiazioni superiori alla norma.
Quando lessi il rapporto la prima volta, devo ammettere di esserne rimasto sconcertato. Non ero il solo: la stessa polizia concluse che le luci, provenienti, a loro parere, dal faro di Orford Ness, erano dovute a uno strano gioco di colori tra la luce del faro e la nebbia della foresta. Ed ero scettico pure quella sera, due giorni dopo gli eventi descritti dal sergente Penniston, quando ricevetti la chiamata del capo della polizia militare della base. Così, deciso ad accertare l'origine del fenomeno, radunai una dozzina di uomini e presi personalmente il comando della squadra. Ben presto, giungemmo ai margini della foresta. Le comunicazioni radio erano disturbate da delle interferenze non rilevabili. Eravamo, dunque, soli e incapaci di comunicare con la base in caso di necessità. Gli uomini sarebbero voluti tornare indietro, ma diedi l'ordine di avanzare. Giungemmo nella radura descritta dal sergente Penniston. Non vi era assolutamente niente. Un soldato mi chiamò preoccupato e visibilmente terrorizzato. Mi mostrò il contatore Geiger e i livelli di radioattività da esso misurati: i medesimi della notte del 26 dicembre. Fu allora che lo vidi. Dapprima non era che una forte luminosità, poi essa si rese più chiara e si tradusse in un oggetto a forma di ellisse di colore rosso, ma con il centro più scuro. L'oggetto fluttuava in mezzo agli alberi a circa tre-quattro metri dal suolo. Si dirigeva verso est. Lo seguimmo mentre si allontanava e fummo guidati a una barriera di filo spinato che segnava il confine con il campo di un agricoltore locale. L'oggetto continuò nella sua traiettoria e si fermò in mezzo al campo. Sembrava fatto di acciaio fuso. I versi degli animali si fecero sempre più forti e terrorizzati e ruppero quel silenzio irreale. Un lampo di flash al sodio e, con nostro stupore, l'oggetto si divise in cinque diverse piccole parti bianche e luminose che si alzarono verso il cielo. Solo io avanzai verso il confine della proprietà dell'agricoltore. Tre di questi oggetti luminosi volavano verso il cielo seguendo traiettorie oblique, producendo a intermittenza luci rosse, verdi e blu. Contattai la difesa aerea per sapere se riuscivano a localizzare con il radar quegli strani velivoli, ma la risposta fu negativa.
Tenete ben presente che alla fine non ebbi una vera e propria visione di un qualche orrore. Nonostante le cose sbalorditive che ho visto e udito, e sebbene esse abbiano prodotto su di me un'impressione assai viva, non sono in grado di provare neppure adesso l'esattezza della mia deduzione. Le stesse foto e i filmati dell'osservazione apparvero sfocati e non poterono essere utilizzati per analizzare il fenomeno. Forse, non vi è alcuna verità in ciò che ho visto. D'altra parte, la vita non è che una rete arbitraria e artificiale d'illusioni. E infatti, essendo straordinariamente insensato voler abbattere con un forcone da stalla un miraggio che non è mai esistito, ritengo che a ognuno di noi convenga scegliere le fantasie che più gli aggradano e crogiolarvisi innocentemente.


ABDUCTED
Un'atmosfera paranormale, una personalità psicotica, un approccio melodico risultano evidenti in Abducted, successore di The Fourth Dimension, magnum opus degli Hypocrisy. Successore di The Fourth Dimension, dicevo, eppure così distante da far apparire i due anni che separano le uscite quasi incomprensibili ai più, nonostante rimangano sostanziali punti di contatto. Il primo presentava suoni molto secchi e taglienti, tipici di quel death metal primevo e aborigeno degli anni '80, orientato sulla violenza e sull'aggressività delle chitarre e della voce. Invece, in Abducted, la situazione si capovolge completamente: i pezzi cominciano a rallentare, la voce abbandona il growl in favore di uno scream dissonante e acidulo, creando così un pattern terribilmente evocativo. Inoltre, la suddetta atmosfera paranormale, intrisa di apocalittica decadenza e confusionaria psicosi, paventa una distorta e perversa visione della musica, evidente fin dalla copertina, scrigno significante di tale contorta indole. Il punto di contatto, invece, rimangono i testi e le tematiche affrontate, prettamente concentrate su eventi paranormali e narrativa di fantascienza. L'abbandono di Masse Broberg e l'avvicendamento di Peter Tägtgren prima della registrazione di The Fourth Dimension, aveva portato nuova linfa ai testi del gruppo, fino a quel momento radicati nell'esoterismo (Osculum Obscenum è un chiaro riferimento al rituale saluto che la strega adotta quando incontra il Diavolo nel corso dei sabba) e nello stereotipato anti-cristianesimo tipico della cultura del nord Europa, e ora si rinnova con una vitalità ai limiti dell'onnipotenza. Ma il più grande cambiamento è dato dalla resa sonora complessiva. Non è difficile immaginare i fan di album come Penetralia o del già citato Osculum Obscenum interdetti dopo un primo ascolto. È completamente assente, ripeto, l'assalto violento degli strumenti e il gruppo si concentra di più sulla creazione di una melodia predominante, assistita da un semplice e rigoroso pattern di batteria e da scontrose e distorte linee di basso, striscianti come serpenti alle spalle della chitarra a imbastire un minaccioso tono.

La prima traccia, The Gathering, è un sample del Halt Tape che, secondo quanto riportato, è stato registrato durante l'incidente della foresta di Rendlesham avvenuto nel dicembre del 1980 nel Suffolk, in Inghilterra. L'intro serve per catapultarci, emotivamente e concettualmente, nella bellezza di Roswell 47. La canzone è uno degli inni del gruppo, incalzante e melodico. La chitarra Peter Tägtgren imbastisce una melodia allucinante e ipnotica, quasi intermittente come una luce che si accende e si spegne sulla possente linea ritmica imbastita dal basso di Mikael Hedlund e sulla rigorosa batteria di Lars Szöke. L'acido scream di Tägtgren risulta in un intreccio perfetto con l'alienante melodia. Come si comprende dal titolo, la canzone fa riferimento all'incidente di Roswell, evento verificatosi nell'omonima cittadina del Nuovo Messico l'8 luglio del 1947. Il contatto con lo straniero è visto come allegoria e metafora di un cambiamento, di un luminoso futuro per l'umanità e tutto ciò in contrasto con l'egoismo e la presunzione del sistema, reo di aver occultato le prove e la conoscenza per scopi e fini propri.

The experiment will make sure they won't last;
Are there still some alive ones?

The incident was shut down because National Security was in jeopardy.

… Shipping back pieces to hanger
To slowly put it together,
To find new weapon, technology
And the answer how to live forever.

L'esperimento ci renderà sicuri che non sopravvivranno;
ce ne sono alcuni ancora vivi?

L'incidente fu passato sotto silenzio perché la sicurezza nazionale era in pericolo.

… Hanno trasportato i pezzi in un hangar
per rimontarli uno dopo l'altro, lentamente,
per trovare una nuova arma, una nuova tecnologia
e la risposta alla domanda: "Come possiamo vivere per sempre?"


La successiva Killing Art mostra una decisa accelerata, riprendendo le radici death metal del gruppo. The Arrival of the Demons, Pt. II è uno dei capolavori dell'album. La canzone è il sequel dell'omonima, evocativa e terrificante The Arrival of the Demons, chiusura di The Fourth Dimension, di cui riprende anche il testo. La canzone, a differenza della traccia precedente, è lenta ed evocativa, con una stupenda progressione melodica e un cantato pulito nel chorus. L'arrivo dello straniero si risolve, ora, in un'evocazione demoniaca con un misto di esaltazione e orrore, degna della folle e disforica lucidità del miglior Lovecraft. Buried è un episodio che, ben più di Killing Art, segna una ripresa di quell'estetica thrash che ha contraddistinto l'incipitario genere del gruppo. Il pezzo, infatti, si avvicina molto agli Slayer di Reign in Blood. Nel dettaglio, è possibile paragonarla a Piece by Piece, con la quale condivide, superficialmente, un sadico piacere gusto dell'orrido e della tortura, ma intrinsecamente denuncia, a differenza della canzone composta da Kerry King, la crudeltà della società in cui l'uomo alienato e scacciato da essa si trova a vivere. Abducted, la title-track, è un altro episodio contraddistinto da una forte carica violenta e veloce. Lars Szöke abbandona i pattern più semplici e rigorosi delle prime tracce in favore di un veloce e possente blast beat, mentre la chitarra e il basso si abbandonano a riff taglienti e abrasivi. Il vero capolavoro dell'album è, in ogni caso, la traccia seguente, Paradox. La traccia si apre con un ostinato Si minore ordito dalla chitarra di Peter Tägtgren che ricorda molto da vicino Black Winter Day degli Amorphis. La melodia principale è seguita da un claustrofobico riff farraginoso, fangoso e quasi claudicante, sul quale in maniera confusa, fredda e distante si dipana la febbrile paura della voce di Tägtgren. Sulla progressione armonica in ottave della chitarra dal Re al La, dal Fa# al Sol, accompagnata da una ritmica molto "chitarristica" del basso di Hedlund, si scioglie il finale sentimento di alienazione e terrore:

The voices I hear, are trying to control me.
Need to clear my mind or never survive.
Suicide - the only solution;
Blood is too bold for their retribution.

… Slashing my arms to let the blood free,
Soon to get away from the pain.
I have lost all of my beliefs to a world of hypocrisy,
Not afraid to die - just an empty soul in cosmos.

… The voices I hear, are trying to kill me…

Le voci che sento, provano a controllarmi.
Devo liberare la mia mente o non sopravvivrò.
Il suicidio è l'unica soluzione;
il sangue è troppo vivido per il loro pagamento.

… Squarcio le mie braccia, sì che il sangue possa scorrere libero,
presto me ne andrò dal dolore.
Ho perduto tutte le mie credenze in un mondo d'ipocrisia;
non ho paura di morire - sono solo una vuota anima nel cosmo.

… Le voci che sento, provano a uccidermi…


Quegli stessi demoni, divinità distanti e antiche, evocati a supporto di un sentimento di liberazione, di conoscenza e onnipotenza, ora si risolvono in voci distanti e crudeli. Il paradosso, da cui il titolo della canzone, vivifica nel significante di alienazione totale dell'uomo nei confronti della società e di quelle droghe o paradisi artificiali e lunari nelle quali si ricerca la via di fuga dalle preoccupazioni e dalle problematiche politiche, sociali e comportamentali. Il suicidio è l'unica via di salvezza, in nome di una libertà perduta e di quella sanità mentale necessaria all'uomo per comprendere quella stessa libertà e se stesso. Point of No Return ci trascina, nuovamente, agli albori della band, ma il pezzo non sembra convincere appieno. When the Candle Fades, invece, è meno graffiante e più evocativa ed è, forse, l'emblema più forte del cambiamento attuato dalla band. Nondimeno, il pezzo si trascina lento e non riesce ad accendere alcun interesse nell'ascoltatore che sembra smarrirsi nelle ritmiche rallentate e strascicate della chitarra. Nemmeno un breve intermezzo elettrico ravviva un pezzo che è, sicuramente, un passo indietro rispetto alle tracce precedenti. A risollevarci l'animo ci pensa subito la seguente Carved Up, potente e graffiante, pur melodica e brillante, con delle leggere influenze della scala bizantina, prima di una parte centrale nella quale si alza un gigantesco muro sonoro, nel quale la voce di Tägtgren troneggia possente. Reflections è un breve interludio strumentale, uno spaccato epico e sinfonico che definisce un forte sentimento di triste malinconia e rassegnazione, sostenuto dall'uso dei cori e degli archi. L'interludio è d'apertura per un trittico finale, che abbandona completamente i territori estremi del metal, per esplorare e sconfinare in un rock acido e sognante, un po' sulla linea dei Pink Floyd. Segue la stupenda Slippin' Away. La chitarra acustica tesse un dolce arpeggio molto flebile ed etereo, sul quale la voce del cantante si riversa come un'eco lontano, proveniente da un mondo distante. La canzone non è una ballad nel senso del termine, quanto più un affresco acustico e psichedelico, tratteggiato con rara maestria, assolutamente stupendo in tutti i suoi cinque minuti di lunghezza. La traccia conclusiva, Drained, si schiude con un leggero e melodico assolo acustico di chitarra su di un arpeggio sostenuto da un coro semplice e lontano. Il gusto di natura psichedelica e di pinkfloydiana memoria, si rivela fin dall'entrata della voce di Tägtgren. Siamo ormai ben distanti dai terreni del death metal, anche dalle sue influenze più melodiche.
Gli Hypocrisy hanno ordito le trame di un canto, di un inno alla più completa alienazione del soggetto umano e, quella stessa alienazione, li distanzia da qualsiasi etichetta di genere e musica, permette loro di sondare l'animo umano con quelle melodie che ritengono più consone a rivelarne i sentimenti e le pieghe più intime e oscure.

Abducted è il capolavoro del gruppo svedese, il loro magnum opus. Esso è vivo, è una vera e reale opera di carne e sangue, un'indagine approfondita di ogni sentimento che alimenta l'alienazione dell'individuo dalla società, dalla politica e, infine, pure da se stesso. Niente, in questa release, è lasciato al caso, niente è dato per scontato e ogni singola nota, ogni singolo suono e ogni singola parola non sono che l'incastro perfetto nella narrazione di tali sentimenti, capaci di vivificare così intensamente nella nostra mente da spaventarci e creare una sospensione dalla realtà in cui viviamo.



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
88.81 su 27 voti [ VOTA]
Mic
Mercoledì 26 Gennaio 2022, 10.39.06
23
Condivido l'entusiasmo per il disco, che ho scoperto di recente. Bella la recensione ma mi associo a Metal Heart qui sotto. Anche Carved Up non ha un testo dal significato molto profondo. Anzi abbastanza abominevole. Viene estratto un bimbo da una appena uccisa e gli viene schiacciata la testa con martello. Insomma dai...
Philosopher3185
Venerdì 16 Aprile 2021, 15.30.12
22
Davvero un capolavoro.Un album coraggioso,vario e tecnico ma senza annoiare,cosa non da tutti.
MetalHeart
Martedì 11 Febbraio 2020, 16.55.32
21
"Gave up this body For another realm My body gets warm as I fill you with my cum Squeeze the cold, pale body as I fuck it": noto come Buried "intrinsecamente denuncia... la crudeltà della società in cui l'uomo alienato e scacciato da essa si trova a vivere" sì... Ma perché diamine dovete trovare ovunque appigli per le vostre masturbazioni pseudo-filosofiche?
Aceshigh
Lunedì 1 Aprile 2019, 10.21.50
20
Grandissimo album in cui convivono il passato e il futuro di questa band. Senza ombra di dubbio uno dei vertici della loro discografia, se non il vertice assoluto. Mitica Roswell 47, forse il loro pezzo più famoso, ma non da meno la title-track (più vecchio stile) o la conclusiva e pinkfloydiana Drained. Voto 88
ObscureSolstice
Lunedì 5 Novembre 2018, 11.02.57
19
Bravo silvio, vai con gli Hypocrisy, impara l'arte e mettila da parte. Basta con sto cazzo di prog. Loro difficilmente hanno mai fallito. Il death metal é la musica del popolo
Silvio Berlusconi
Lunedì 5 Novembre 2018, 10.33.02
18
Lavoro molto particolare,dotato di un ottimo groove per quasi tutta la sua durata per poi divagare in un finale piuttosto psichedelico nelle due traccie finali,una sorpresa senz'altro inaspettata ma comunque molto gradita!
Holy Diver
Sabato 8 Aprile 2017, 12.46.49
17
il loro migliore, . voto 90
Morlock
Sabato 8 Aprile 2017, 12.39.17
16
Che disco.......secondo me l'apice della loro produzione!!!!
matthew hamnett
Sabato 23 Luglio 2016, 22.43.10
15
Concordo con chi lo ritiene il loro migliore nonché un disco da 90 e oltre. Lo spirito della loro influenza primaria (carcass) aleggia benbene ma non è affatto un problema. Carriera notevole quella degli hypocrisy.
Andrea
Venerdì 11 Marzo 2016, 17.12.58
14
Minchia che album questo.
Philosopher3185
Mercoledì 25 Novembre 2015, 18.11.53
13
Gran bell'album di Death metal melodico,con qualche spruzzata sul black
Galilee
Lunedì 3 Febbraio 2014, 11.35.50
12
Grande band, soprattutto dal vivo, ma su disco non l'ho mai apprezzata più di tanto. L'unico lkavoro che mi ha veramente lasciato qualcosa è fourth dimension. Questo non è male, ma ho sempre fatto fatica ad ascoltarlo tutto. 80
Electric Warrior
Domenica 2 Febbraio 2014, 11.47.28
11
Gruppone e discone!
Hm is the law
Domenica 2 Febbraio 2014, 10.12.38
10
Visti dal vivo anni fa in una serata indimenticabilie, suonarono fino alle due di notte all'Alpheus di Roma. Sul disco nulla da dire se non ineccepibile!
Ad Astra
Sabato 1 Febbraio 2014, 17.39.25
9
un album che risulta impossibile commentare e/o descrivere...unico... francesco onestamente credo sia una delle recensioni piu sentite abbia mai letto...chapeu!..
Metal Maniac
Sabato 1 Febbraio 2014, 15.34.13
8
beh finalmente ecco qui tra noi il capolavoro degli hypocrisy. bellissima l'alternanza fra brani tirati e brani più di atmosfera. tracce preferite la 3, con quel terribile growl che fa da contraltare allo scream, la 5, la 7, senza scordarsi dell'anima acustica della bellissima slippin' away e della conclusiva drained. ma tutte le tracce sono davvero di livello assoluto, anche se concordo anch'io nell'individuare nella 9 il punto più debole dell'album. infine un appunto sulla copertina, che come dissi già qualche tempo fa è orribile, sulla stessa scia di quella di burn my eyes dei machine head. anzi, forse solo un pelino meglio perché sembra esserne l'evoluzione "un po' fatta meglio" di quella davvero terra terra dei machine head. voto al disco: confermo il 90 nel modo più assoluto.
enry
Sabato 1 Febbraio 2014, 14.39.35
7
Un capolavoro, di quelli veri e non presunti tali...90 pieno anche per me.
gianmarco
Sabato 1 Febbraio 2014, 14.29.21
6
grande , anche the final chapter segue la linea di abducted
lux chaos
Sabato 1 Febbraio 2014, 13.24.35
5
Anche per il sottoscritto, ripeto concetti già espressi, è il loro capolavoro assoluto, la mitica Roswell 47 la prima loro canzone sentita. Eccezionale 90/100
doomale
Sabato 1 Febbraio 2014, 12.59.32
4
D'accordo con i tre commenti sotto...anche per me e` il loro capolavoro al pari del precedente....oltretutto sempre come fourth dimension e' un album molto vario che non ti annoia mai...per puro caso l,ho riascoltato proprio in settimana!....cmq degli Hipocrisy apprezzo sia queste fasi piu sperimentali...sia quelle piu death dei primi due...ma e' qui che ovviamente danno il meglio. Anche la copertina dice tutto!
Flag Of Hate
Sabato 1 Febbraio 2014, 12.35.03
3
"Abducted è il capolavoro del gruppo svedese, il loro magnum opus." Quto e non aggiungo altro. 94/100
uatu
Sabato 1 Febbraio 2014, 12.21.31
2
Primo disco acquistato degli Hypocrisy e, che dire, capolavoro assoluto. Per me se la gioca con il precedente The Fourth Dimension come miglior album del gruppo. Voto 95.
Cynic
Sabato 1 Febbraio 2014, 11.36.24
1
Hypocrisy - Abducted = PIETRA MILIARE del Melodic Death Voto: 100/100. Uno dei pochi dischi che prende il massimo dei voti. MUST HAVE
INFORMAZIONI
1996
Nuclear Blast Records
Melodic Death
Tracklist
1. The Gathering
2. Roswell 47
3. Killing Art
4. The Arrival of the Demons, Pt. II
5. Buried
6. Abducted
7. Paradox
8. Point of No Return
9. When the Candle Fades
10. Carved Up
11. Reflections
12. Slippin' Away
13. Drained
Line Up
Peter Tägtgren (Voce, Chitarra, Tastiere)
Mikael Hedlund (Basso)
Lars Szöke (Batteria)
 
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