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Almah - Unfold
( 3119 letture )
Ritorno in gran stile per gli Almah, band nata come side project di Edu Falaschi, ex singer degli Angra. Che il buon Edu cominciasse a soffrire la convivenza nella band metal più famosa del Brasile era chiaro da anni, incapace di far rendere in fase live brani come Carry On o Angel’s Cry e conteso tra un pubblico che lo amava o lo denigrava. Con molta umiltà e coraggio, alla fine del 2011 comunica la sua decisione di lasciare gli Angra per dedicarsi a progetti musicali più adatti al suo stile di voce. La libertà di esprimersi con ogni energia al suo ormai progetto principale e una formazione che può contare su autentici mostri dietro agli strumenti danno vita ad Unfold, che si rivela probabilmente il miglior prodotto tirato fuori finora dalla band. Il disco dimostra per tutti i dodici brani una freschezza compositiva ed una varietà che ancora mancava alla produzione Almah, nonostante anche i precedenti lavori fossero decisamente sopra la media. La band vira decisamente sul power e sull’heavy piuttosto che sul prog di cui erano conditi Fragile Equality e Motion, aggiungendo al tutto tonnellate di melodia e tecnica sopraffina.

In My Sleep apre Unfold nel migliore dei modi: riff dal sapore thrash potenti e trascinanti, ritmi serrati e Falaschi completamente a suo agio su tonalità adatte alla sua voce. Il brano, grazie a dei suoni ed una produzione praticamente perfetta, si dimostra fin da subito uno degli highlight del disco; Marcelo Moreira dietro le pelli è un’autentica macchina da guerra come se ne sentono poche, vario senza mai essere prolisso e con una precisione e pulizia di esecuzione disarmante. Più pacata e con sapore vago di Angra la successiva Beware the Stroke, ma è in brani come The Hostage o Cannibals in Suits che emerge la vera anima degli Almah (scusate il pessimo gioco di parole!), con riffing e ritmiche thrashy che ricordano un po’ i Pantera ed il cantato di Falaschi che pur esaltando sempre la melodia si muove su tonalità più basse e roche, sporcando la sua voce molto più che in passato e, soprattutto, molto più di quello che eravamo abituati ad ascoltare negli Angra. C’è spazio anche per parentesi molto più commerciali, come Wings of Revolution, che vira prepotentemente verso un pop metal, o Raise the Sun, anch’essa in equilibrio tra gothic, metal e rock più radiofonico e commerciale, uscendone a testa alta, ma che lascerà sicuramente il metallaro più intransigente decisamente perplesso. Believer è il brano più di impatto, semplice nella struttura e con melodie e ritornello efficace, caratterizzato da una parte solista con i due axe man Marcelo Barbosa e Gustavo Di Padua protagonisti di assoli ultratecnici e velocissimi, che faranno felici gli appassionati dello shred. Atmosfere totalmente differenti per la drammatica e teatrale I Do mentre in You Gotta Stand troviamo un riffing ed atmosfere più spensierate che strizzano l’occhio addirittura ai primi Extreme e con l’ennesima prova stratosferica di Moreira e Dafras alla sezione ritmica e dei sopra citati chitarristi. Treasures of the Gods è una suite di quasi dieci minuti che condensa tutto il potenziale della band; interessante la parte centrale tribale e vagamente progressiva, oltre i vari stacchi ed i cambi di tempo, in cui ognuno dei singoli componenti si esprime al massimo. In chiusura troviamo Farewell, che insieme a Warm Wind rappresentano le ballad del disco, riuscite e piacevoli, soprattutto la prima, triste e malinconica con un pianoforte ed un cantato in cui Falaschi riesce ad esprimersi in modo molto sentito.

Davvero difficile trovare punti deboli in questo disco, ogni aspetto è stato curato nei minimi dettagli, produzione e mixaggio sono praticamente perfetti, il livello tecnico di tutti i componenti è altissimo e Falaschi si esprime al meglio, confermandosi un ottimo cantante, senza più l’ingrato compito di non far rimpiangere un André Matos che sappiamo tutti essere unico, soprattutto nei primi due lavori degli Angra. Le composizioni sono varie, ogni canzone possiede un proprio carattere e non ci sono cali di tensione e skip song. Unfold entra di diritto tra le migliori uscite in ambito power del 2013 e ci conferma una band in ottimo stato di salute. Consigliatissimo a tutti gli amanti della buona musica.



VOTO RECENSORE
88
VOTO LETTORI
71.08 su 12 voti [ VOTA]
Radamanthis
Domenica 2 Febbraio 2014, 11.24.36
7
Dopo essersi staccato di dosso il fatto di essere il cantante degli Angra e quindi dover cantare in un determinato modo e su certe tonalità Falaschi ora è più libero di adattare le sue canzoni alla sua voce e non viceversa e questo non può che ottimizzare il risultato. Ho ascoltato il disco sul tubo (c'è tra l'altro un file con il disco completo, utilissimo direi anche per eventualmente valutare l'acquisto del disco...ecco le cose belle della tecnologia e della musica online) e devo dire che al di là del voto (88 lo reputo veramente un pò troppo alto ma non tanto per il valore del disco ma x l'annosa questione voti che continuo a sottolineare ovvero il paragone nello stesso genere di un album con un'altro anche nella stessa band ma recensite da redattori differenti...) il disco è veramente valido, certamente non piatto ma molto vario dove ogni brano ha un qualcosa per essere ricordato. La voce di Edu a me non piace proprio ma certamente su questo disco finalmente Falaschi si esprime su buoni livelli ed il perchè è, a mio parere, la motivazione che ho dato in apertura di post. Treasures of the Gods è una grandissima traccia a mio avviso, degna di stare in un disco degli Angra nuovo corso, My sleep un open track di facile assimilazione ed easy listening che si piazza subito in testa e fa intuire ciò che la band proporrà: thrash mascherato dal prog power con un batterista che è un martello e i due chitarristi abili a non ripetersi mai e non stancare mai sia nei riff thrash che nei solos melodici. Falaschi (al di là che non mi piace molto il suo timbro) fa un egregio lavoro e si trova a suo agio al massimo! Complimenti Almah, non credevo di dire ciò...Voto 80 bello pieno! ps: bravo Mauro, bella recensione come sempre!
lux chaos
Domenica 2 Febbraio 2014, 0.11.17
6
@My Refuge: concordo assolutamente, e il tuo parere è validissimo ed inattacabile quanto il nostro. Anzi, ti dirò, quando qualcuno esprime un parere entusiastico su un disco che io ho giudicato 'na mezza sola, il primo a mettersi in discussione sono io, quindi sicuramente riascolterò sul tubo il full album con ancora più attenzione per capire se il mio giudizio è definitivo o meno
Mauro Paietta "My Refuge"
Sabato 1 Febbraio 2014, 19.35.36
5
Che dire ragazzi, ci sono cose oggettive ed altre soggettive... la tecnica, la qualità di mix e produzione e la professionalità di questo disco è altissima, non si discute, per quel che riguarda la bellezza dei brani come sempre de gustibus. Nessuno possiede la verità assoluta, dico solo che nel mio anno di recensore e dopo aver recensito 50 dischi questo degli Almah è probabilmente quello che mi è piaciuto di più insieme ai Civil War, ma il vostro parere è validissimo ed inattaccabile. Falaschi nelle canzoni convince, anche se purtroppo le sue performance attuali dal vivo lasciano molto a desiderare
Luca"Diablo"
Sabato 1 Febbraio 2014, 16.16.06
4
Avrei tanto voluto esordire con questa frase: "disco al di sotto delle aspettative" ma ormai Falaschi ha sparato le sue ultime cartucce quando militava ancora negli Angra ed era lecito attendersi un album sulla falsariga di quelli antecedenti a "motion".
xXx
Sabato 1 Febbraio 2014, 15.39.52
3
spiazzato anche io dalla valutazione di my refuge. permetto ke nn sono un amante di falaschi e ke le sue prove sui dischi angra nn mi fecero impazzire, nn mi snono piaciuti i primi 2 almah e qs nn fa cambiare la mia opinione su di lui. suff minima, anzi, anche sotto. voto 55
lux chaos
Sabato 1 Febbraio 2014, 15.31.27
2
Cavolo, questo voto mi ha spiazzato, concordo con HeroOfSand, disco da sufficienza risicata per i miei gusti!
HeroOfSand_14
Sabato 1 Febbraio 2014, 15.14.37
1
Purtroppo non sono per niente d'accordo, caro Refuge. Da amante alla follia degli Angra, anche dell'era Falaschi, ho apprezzato i primi 2 degli Almah, conditi da atmosfere esotiche e ottime melodie, anche se spesso tendenti al pop. Motion mi ha spiazzato per la noia nel sentire cantato in growl nell'80% delle canzoni e l'ho subito cestinato. Quando ho ascoltato questo nuovo album, sono rimasto più che altro deluso. Uno, dalla voce di Edu che, diciamocelo, ormai non ne ha proprio più, le note che almeno provava a raggiungere nei primi tempi della band sono irragiungibili. Due, dalla piattezza delle canzoni. Melodie che ho trovato banali, non mi sembrano proprio adatte a raggiungere voti cosi alti. Il lavoro strumentale è ottimo, d'altronde sono tutti randi musicisti (anche pur senza Andreoli questa volta) ma ciò per me non è bastato. Ho letto altre recensioni positive, ma fosse per me darei un 65, 88 mi sembra solo per capolavori del genere, io (contro il giudizio di molti) lo darei a Aqua (splendido), a Fireworks, a Rebirth (Temple Of Shadows merita ancora di più), non a lavori come questo. Solo la mia opinione poi eh, solo che trovo sia esagerato anche pensando in modo oggettivo. PS: ultima cosa: io definirei Edu come tutto fuorchè umile (perlomeno negli ultimi anni); nel 2010 iniziava ad avere problemi alla voce, ha fatto il tour di Aqua in condizioni precarie a dire poco, poi ha cantato nel 2011 se non sbaglio a Rock in Rio in modo OSCENO (guardare su you tube per credere) perchè la voce ormai se n'era andata e per un pò sono andati avanti cosi. Poi ha dichiarato di prendersi una pausa con gli Angra per riposare la voce e curare le corde vocali, e si è messo a creare Motion, con tanto di tour, cantando come detto moltissime traccie in growl!! Fino poi a capire che era stato poco coerente e abbandonare la band..mi dispiace perchè ho apprezzato la sua "era" ma non si è comportato bene con gli Angra, doveva andarsene prima o curarsi, quello che ha fatto non è stato intelligente.. (scusa per il tono, è solo che non sapevo dirlo in altro modo )
INFORMAZIONI
2013
Scarlet Records
Power
Tracklist
1. In My Sleep
2. Beware the Stroke
3. The Hostage
4. Warm Wind
5. Raise the Sun
6. Cannibals in Suits
7. Wings of Revolution
8. Believer
9. I Do
10. You Gotta Stand
11. Treasure of the Gods
12. Farewell
Line Up
Edu Falaschi (Voce)
Marcelo Barbosa (Chitarra)
Gustavo Di Padua (Chitarra)
Raphael Dafras (Basso)
Marcelo Moreira (Batteria)
 
RECENSIONI
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