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13/12/19
GWAR + VOIVOD + CHILDRAIN
ROCK PLANET - PINARELLA DI CERVIA (RA)
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Pretty Wild - Pretty Wild
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( 2110 letture )
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Fondati a Malmoe, Svezia nel 2006, i Pretty Wild fanno parte di quella immensa, infinita, new wave del metallo nordico che sta sfornando, da oltre un decennio, capolavori e album davvero esaltanti che hanno ri-tracciato le coordinate nel genere. Il loro debutto del 2008, All The Way, è schizzato direttamente al numero uno delle chart del paese natio, portandoli in giro per il mondo a toureggiare: oggi esce il secondo capitolo eponimo qui presente. Allora a scanso di qualsiasi equivoco meglio esser limpidi sin da subito, se cercate originalità a tutti i costi, abbandonate sin da ora questa recensione, perché non troverete le formule per nuovi melting pot sonori e musicali, se invece amate il class, l’hard e le melodie connesse, sintonizzatevi su questi ragazzi svedesi in bilico su una trave d’acciaio intenti a preparare nuove bordate squassanti. Sound luminoso, soluzioni massicce, line-up compatta che mi ricorda un po’ i Gotthard d’inizio corso come attitudine. La band suona magnificamente, le song sono come un compendio dei trascorsi eighties con realtà che in quegli anni sono assurte a campioni di vendite e di immagine. E allora tra queste 14 tracce mettono il capino Firehouse, Steelheart, Winger, Danger Danger, Def Leppard, quasi inevitabile come fattore. Ma non chiamateli cloni, perché non lo sono nella maniera più assoluta, sia chiaro. I Pretty Wild sono una ottima band con tutti i numeri al loro posto, un cantante sagace e potente, chitarre roboanti, coralità da libidine, sezione ritmica pallavolistica, insomma attendetevi un cd davvero consistente e di valore.
Sin dalla opener Are You Ready? le polveri diventano falò e deflagrano in un chorus spettacolare a metà tra Firehouse e Winger, dettato con professionalità e soluzioni melodiche in crescendo che denotano doti non indifferenti; per suonare class di livello servono zebedei fumiganti. E questi scandinavi selvaggi hanno classe e testosterone musicale siderali. Su Get It On batteria, basso e la voce stratosferica di Ivan Ivve Höglund bussano all’empireo, solo-guitar scoppiettante con tanto di talk-box, Troubled Water serrata e intricata nelle partiture diviene ariosa nel chorus tanto da ricordarmi i misconosciuti, quanto bravissimi, Shark Island, mentre All I Want si esplicita in guisa di ballad acustica ma con scatti atletici di razza pura. Staring At The Sun si dirige come un truck americano, spedito, massiccio a spazzare la strada da ogni ingombro, High Enough è un lentone con tanto di celli e iniezioni di melodie supreme che la fa lievitare sino alla volta celeste, mentre la sei corde sfoga frustrazione in parti strappate e prorompenti trovando l’acme in un solismo alchemico da applausi e Ivan Ivve Höglund sfodera una performance vocale strabiliante. Wildheart ostenta sonorità vanhaleniane con un basso divoratore, cori sublimi e un chorus d’acciaio che spacca, la seguente Vampire appare tosta, adempiendo a soluzioni quasi da AOR e da big rock a stelle e strisce, ma mantenendo un’anima inflessibilmente granitica con soluzioni armoniche ragguardevoli, mentre Blow The Night Away ha un andamento che sa di già sentito, basato su un 4/4 senza fronzoli, reso fiammeggiante dallo stile di questi ragazzi lungocriniti. Keyboard in evidenza su Come Out Tonight, una versione attuale di act come Loverboy, Reo Speedwagon, Black and Blue e Foreigner con un pizzico di Kansas, una perfetta song AOR che potrebbe attirare il mercato americano per l’immediata riuscita e la pregevolezza della proposta, così come la seguente Hold On che strizza l’occhio ai leggendari Journey sprigionando una track memorizzabile e soppiantata da un solo di chitarra spettacolare. L’omonima Pretty Wild chiude il lavoro con un pezzo davvero originale corroborato da un andamento altalenante, sferragliate chitarristiche e coralità di grande suggestione, piomba il tutto l’ennesima saetta in fase di solo-guitar, mentre il singer dimostra, ancora una volta, il suo ottimo imprinting su questi solchi.
Un disco arrivato in sordina ma che scompagina per l’eterogeneità di generi racchiusi e per la perizia con cui è stato suonato. Le qualità di questa line-up sono davvero molto elevate, vocalità degne di grandi nomi, soluzioni melodiche cristalline, chitarre a tonnellate e di qualità finissima, song azzeccate e coinvolgenti, una band di cui sentiremo parlare molto presto per sostanza e pedigree. La Scandinavia ha partorito l’ennesima realtà a tinte fortissime, ma quanti gruppi hanno ancora da tirar fuori dai propri aurei serbatoi?
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5
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Ottimo album,davvero figo,mi ricorda molto gli anni 80' del'HR melodico ma tosto,il voto ci sta tutto! |
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4
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ottimo album!!! non capisco xo il voto lettori: 59??? ora mi chiedo...ma ascoltate la musica proposta prima di votare oppure votate giusto per far vedere che sapete digitare numeri sul pc?????? scusate lo sfogo...ma questo album di 59 non ha proprio niente...!!!!! voto 90!!!! |
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3
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Molto interessante, ci sto buttando un ascolto adesso. Bravi, certo nulla di nuovo, ma sembra un lavoro fatto bene. |
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1
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Disco della maturità dopo l'acerbo debutto. Tra l'AOR dei Foreigner e il rock patinato di Firehouse e Def leppard (anni 80). Voto 85 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Are You Ready? 2. Get It On 3. Troubled Water 4. All I Want 5. Alive 6. Staring At The Sun 7. High Enough 8. Ready To Go 9. Wildheart 10. Vampire 11. Blow The Night Away 12. Come Out Tonight 13. Hold On 14. Pretty Wild
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Line Up
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Ivan Ivve Höglund (Voce) Axl Ludwig (Chitarre) Kim Chevelle (Basso) Johnny Benson (Batteria)
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RECENSIONI |
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