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GOTTHARD - Un anno senza Steve, ma la vita deve andare avanti
04/10/2011 (3853 letture)
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Quello che è accaduto un anno fa purtroppo lo sappiamo tutti. Una vita spezzata, ed una band come i Gotthard alle prese col classico dilemma: fermarsi o continuare. Gli Svizzeri hanno scelto la seconda via, ed in occasione dell'uscita di un live registrato nel corso di una delle ultime esibizioni con Steve Lee, tocca a Marc Lynn spiegarci i motivi di questa scelta.
Francesco: Ciao Marc, è un piacere sentirti. Immagino che siate stanchi di sentirlo, ma visto quello che è successo le interviste devono almeno toccare l'argomento, non se ne può fare a meno, anche se posso suporre che voi preferireste tenere tutto in un ambito più privato. Io vorrei -se non ti spiace- che tu mi descrivessi l'atmosfera che c'era nella band immediatamente dopo il fatto, e l'equilibrio che siete riusciti a raggiungere oggi.
Marc: Si, posso parlarti dell'ultimo anno. Quando sono rientrato dall'America ovviamente è stato un momento di forte shock per tutti. Non si sapeva nè cosa dire, nè cosa fare, tutto era surreale. Dopo tutte queste emozioni e dopo tutte le interviste, etc, ci siamo presi un po' di tempo per discutere tra noi dei nostri sentimenti e di cosa fare. In un primo momento c'è stato anche chi ha detto: "Questa è stata la storia dei Gotthard, ma ora è finita. Un amico che era stato con noi per vent'anni se ne era andato, e per noi è era molto difficile immaginarci senza, ma dopo il primo shock ognuno ha parlato un po' con l'altro in maniera più profonda, più privata. Ci siamo presi 24 ore per andare su in montagna a parlarci, ognuno ha spiegato cosa erano stati questi ultimi venti anni dal proprio punto di vista, ed abbiamo realizzato che siamo musicisti, vogliamo fare musica, che vogliamo farlo insieme perchè siamo amici, siamo un team molto forte specialmente sul palco, e non si può buttare via tutto. Abbiamo deciso di andare avanti, ma come? Abbiamo cominciato a cercare un cantante, e sono arrivate circa 400 candidature. Lavorando sui demo che ci sono pervenuti abbiamo vissuto molti sbalzi del morale, perchè continuavamo a pensare alla voce di Steve, e tutto ci ricordava il passato. Alla fine, di questi 400 ne sono rimasti circa 30 cui abbiamo mandato un demo di tre pezzi sul quale cantare per fare ulteriore selezione. Abbiamo cominciato a incontrare fisicamente le persone, ci siamo visti dei lunedì pomeriggio, abbiamo chiaccherato un po', siamo andati in sala prova, poi abbiamo jammato un po', ci siamo conosciuti, abbiamo mangiato insieme per parlare ancora e per conoscersi di più. Poi il martedì abbiamo registrato due pezzi vecchi in studio e dopo siamo andati a cena, poi il giorno dopo abbiamo mandato il candidato a casa. Tramite queste prove (per ogni candidato -NdA) abbiamo poi deciso se valeva la pena di invitare la persona per un periodo più lungo, cioè per due settimane, e lavorare in maniera intensiva su nuovi pezzi che dovevano quadrare con la voce...
Francesco: Scusa, ma pezzi pronti da prima o composti appositamente?
Marc: Pezzi nuovi, anche per valutare la creatività delle persone, cosa molto importante, perchè se hai bei pezzi, ma le linee vocali rimangono sempre molto semplici, non vale la pensa insistere. Tramite questi test abbiamo valutato impegno, idee, se è una persona gentile o se è un cafone, eh eh eh, . In questo momento stiamo valutando uno degli ultimi, abbiamo già un nostro preferito, ma vogliamo sentire proprio tutti per decidere bene. Non sarebbe bello prendere uno e poi dire: "perchè non abbiamo preso l'altro?".
Francesco: Avevo letto da qualche parte che ne erano rimasti in lizza solo due.
Marc: No, no. Non sentiamo più gente fuori lista, ma non ne sono rimasti due. E' molto difficile, ogni tanto dici: "Questo è perfetto", e poi senti qualcun altro migliore o ti viene in mente uno sentito due mesi prima, perchè perdiamo due o tre settimane per ogni cantante, ma abbiamo deciso di prenderci questo tempo, perchè la scelta è difficile, e dal lavoro in particolare di un paio di cantanti la band ha intravisto la possibilità del futuro, di andare avanti, e la cosa ci ha un po' risollevato il morale.
Francesco: Io credo che la qualità più importante per il nuovo cantante dovrà essere il carattere, perchè si troverà sempre a dover fare i conti con qualcuno che dice: "però era meglio chi c'era prima".
Marc: Si, questo è il punto più importante anche per noi, specialmente non vogliamo un cantante che canti con un gruppo, nè un gruppo che suoni con un cantante, noi vogliamo ripartire con un nuovo team. E' finito un libro, ora dobbiamo aprirne uno nuovo, vogliamo qualcuno che possa vivere e fare dischi con noi per, non so... i prossimi 10/15 anni. Non vogliamo un sostituto di Steve, perchè non è possibile, vogliamo uno con un proprio carattere e con la propria voce, che sia diverso, ma che sappia cantare i vecchi pezzi col suo stile. E come hai detto tu, un personaggio che sia sulla nostra stessa lunghezza d'onda. Solo cantare non è abbastanza.
Francesco: Certo, senza fare gruppo non andreste da nessuna parte.
Marc: Giusto, questa è la base di tutto. E' molto difficile decidere, ma è anche bello quando ti prendi due settimane per conoscere qualcuno. Certi erano troppo vicino a Steve, uno lo abbiamo escluso perchè sia lo sguardo che il modo di cantare erano troppo simili al suo, e questo non va.
Francesco: Questa è un'altra delle domande che volevo farti. Chi arriva deve comunque distinguersi da chi c'era prima, se no verrebbe sempre considerato un clone, un'imitazione, un tentativo di rimettere Steve sotto mentite spoglie.
Marc: Si, giusto, il libro di Steve si deve chiudere, con un nuovo cantante col suo carattere e col suo modo di cantare i vecchi pezzi, senza dimenticare Steve, che vivrà sempre in questo gruppo, che porteremo sempre nel cuore e nella musica, ma col suo stile, se no sarebbe solo una copia economica, e questo non andrebbe bene. Sarà difficilissimo per chi entrerà, dei fans staranno col pollice su, altri col pollice giù, più o meno come succede con Bon Scott ancora oggi, sarà quello il difficile. Quando abbiamo deciso di andare avanti eravamo coscienti del fatto che potevamo anche non avere successo, perchè Steve era un personaggio particolare, e non puoi buttare via così venti anni, ma non abbiamo altra scelta e speriamo che i fans lo accettino.
Francesco: Dovrete prepararvi alle critiche di molti che diranno che era meglio fermarsi.
Marc: Si, hai ancora ragione, ma il punto è questo: noi siamo amcici e vogliamo fare musica insieme, non ha senso fare magari un nuovo gruppo con un nuovo nome per poi vedere tutti i giornalisti mettere tra parentesi "Ex Gotthard". Così abbiamo detto: Gotthard è il nostro bambino, ed anche parlando con i genitori e gli amici di Steve, questi ci hanno incoraggiato ad andare avanti, perchè lui avrebbe voluto vedere i Gotthard vivere ed andare avanti. Lui era il cantante, se l'incidente avesse riguardato me (incrociamo le dita), o qualcun altro saremmo andati avanti lo stesso
Francesco: Si, il problema e che di solito la gente si identifica col cantante. Abbiamo parlato prima di Scott, ancora oggi arrivano commenti che ricordano ancora lui e non accettano Brian.
Marc: Si, ma ci sono anche tanti giovani che nemmeno sanno chi era Bon Scott.
Francesco: Un'altra domanda forse seccante...
Marc: Non preoccuparti, ti rispondo su tutto, se no te lo dico.
Francesco: No, dico seccante in generale. Mi riferisco al fatto che quando qualcuno muore, immediatamente le vendite dei dischi precedenti schizzano alle stelle, e la cosa è accaduta anche a voi. Io la trovo una cosa tristissima ed anche un po' morbosa.
Marc: Si, lo è, ma purtroppo è sempre così, che tu sia un pittore o un cantane succede proprio questo. La gente si vuole ricordare di te, ma è raro che ti supportino in vita comprando i dischi.
Francesco: Si, ecco, e quelli che prima non li compravano proprio?
marc: Non so... forse è la voglia di partecipare, ma è anche un po' morbosa. L'onore di un musicista si dovrebbe misurare dalla gente che viene ai concerti e da quanta gente trova belli i suoi dischi. Quanti hanno comprato i nostri dischi solo durante l'ultimo anno non hanno capito la grandezza di Steve. Da un lato è triste, dall'altro ti fa capire di aver lascito un segno, e la gente se ne accorge, magari nel momento sbagliato, ma se ne accorge. Poi tanti ascoltano solo la radio, e poi si accorgono di non avere nemmeno un disco di un certo gruppo e vanno a comprarlo quando accadono queste cose. Come tu dici è triste, sarebbe stato meglio supportare l'artista in vita.
Francesco: A me danno un fastidio enorme quelle persone che prima non sapevano nemmeno chi fossero i Gotthard in questo caso, e poi si spacciano per grandissimi fans, con tutti i dischi comprati postumi.
Marc: E bè... è sempre così. Magari facciamo un concerto a Locarno, ed il giorno dopo a Lugano qualcuno ti chiede "ma quando suonate da queste parti?". Devi conviverci... si, hai ragione, non bello, ma è così. E' anche che ci sono veramente tanti musicisti in giro, e non puoi seguire ognuno.
Francesco: E' il rovescio della medaglia del mondo della comunicazione moderno. Ci sono addirittura troppe informazioni a disposizione, e non è possibile gestirle tutte; ma andiamo all'album. Lo sto ascoltando da una settimana circa, ed a parte il disco in sè stesso, quello che mi è arrivato prepotente è stato il divertimento, la gioia di suonare. la qualità migliore per un album dal vivo.
Marc: Lo penso anch'io. Abbiamo registrato parecchio materiale durante l'ultimo tour, perchè volevamo fare uscire un live per avere più spazio per pensare ad un album acustico dopo tanti anni dall'ultimo. Volevamo un po' staccare dalla routine disco/tour, ed un anno fa abbiamo finito questo album proprio prima che io e Steve partissimo per le vacanze, con l'idea di farlo uscire in primavera. Poi è successo l'incidente, ed abbiamo deciso di non fare uscire un live con dentro tanta vita, non era il momento. Poi in primavera abbiamo deciso di farlo uscire il giorno del primo anniversario della morte di Steve, per ricordare lui, la sua vita, la sua vita con noi. La serata registrata è molto speciale per due, anzi tre motivi: per prima cosa abbiamo suonato in casa, cosa bella, ma difficile, perchè suoni davanti ai tuoi amici, e vuoi fare un grande show, mostrare a che livello sei giunto, ma anche far vedere che non sei un cafone, senza che il giorno dopo tu vada al ristorante e incontrando un amico ti possa dire: "Cacchio, avete fatte le superstar ieri, eh?". Era un ambiente molto speciale, con la presenza anche degli Harleysti (perchè a noi piace molto girare in moto e siamo tutti affascinati dalle Harley) e quando siamo saliti sul palco dopo un grande acquazzone che ci ha fatto rischiare lo spostamento dell'evento, la gente ci ha dato un benvenuto caldissimo, e abbiamo capito che la serata sarebbe stata magica. La piazza era pienissima e bendisposta, e non c'è proprio stato il problema di rischiare di essere cafoni, questa registrazione era il top. Posso aggiungere qualcosa sul DVD, che è ancora in fase di stampa, nel quale abbiamo voluto dare qualcosa di speciale ai fans. Ci sono quattro pezzi registrati nella piazza dove 10 anni fa suonammo per il cambio del millennio, registrati il 31 dicembre intorno alla mezzanotte, e ci siamo organizzati per far coincidere il solo di batteria con i fuochi d'artificio a mezzanotte. Ti dico... c'erano -2 gradi... freddissimo...
Francesco: -2 gradi? non so nemmeno cosa voglia dire. Io sto in Sicilia, fino all'altro ieri sera alle 19 stavo nuotando allegramente, ieri c'è stata pioggia per la prima volta da Maggio, fa un caldo cane anche ora e anzi, sai che ti dico? Quando finiamo vado subito al mare.
Marc: Cacchio, se tu fossi un amico intimo adesso ti direi che sei un gran bel bastardo (risate generali - NdA)... Comunque... la gente aveva freddo, ma era un bel modo per chiudere un cerchio, un modo speciale per ricordarsi di 10 anni fa. Poi abbiamo The Train, un pezzo che Steve e Leo registrarono circa due anni fa, in previsione del disco acustico che doveva uscire. E' inquietante, perchè se senti le parole cantate lì da Steve ti fai due conti rispetto a ciò che è successo. E' un testo profondo sulla vita e su quello che può capitarti. Poi abbiamo messo interviste molto intime, in cui parliamo di ciò che è successo, del passato e del futuro.
Francesco: Io vorrei lasciarci con una domanda particolare, vorrei che tu mi ricordarssi Steve con un'immagine, la prima che ti viene in mente di lui.
Marc: Steve era una bravissima persona ed un grande amico, con dei principi. Credeva nell'amicizia e nella fiducia, credeva nel lavoro per il gruppo ed era un gentleman di prima classe. Gli piacevano molte cose strane, come i bonsai...
Francesco: ... e la mineralogia....
Marc: Si, esatto, anche quella. Gli piaceva l'idea di modellare un piccolo albero nel modo in cui volevi, era una cosa speciale e ci si era appassionato tanto. Se dovessi ricordalo con una immagine di un dipinto lo ricorderei come un quadro pieno di colori, tantissimi colori, ma non disposti a caso, tantissimi colori molto ordinati, come era lui.
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