|
07/02/25
LITTLE TIL AND THE GANGBUSTERS
CIRCOLO MAGNOLIA, VIA CIRCONVALLAZIONE IDROSCALO 41 SEGRATE (MI)
|
|
DEICIDE + SVART CROWN + SAWTHIS - Padova/Roma, 11-12/12/2014
17/12/2014 (2785 letture)
|
IN THE MINDS OF EVIL 2014 TOUR - WORK IN PROGRESS, ALBIGNASEGO (PD), 11/12/2014 Se mi chiedessero per quale motivo mi ostino ad andare a vedere le band dal vivo, credo che risponderei “per l'effetto sorpresa”. Per quanto un disco possa essere ben composto e registrato, ha il limite (per alcuni in pregio) che suonerà sempre ed immancabilmente identico -a meno che non si rompa il lettore!- mentre dal vivo la riproposizione degli stessi brani si arricchisce di una serie di variabili (presenza scenica, suoni, forma della band) in grado di rendere ogni evento diverso dall'altro e l'esperienza di un'esibizione dal vivo ogni volta unica. Non solo, per andare ad un concerto bisogna compiere un tragitto, evitare ritardi, qualche piccolo imprevisto si può sempre celare dietro l'angolo, pronto a mettere pepe sugli avvenimenti. Un incontro inaspettato, cambiamenti dell'ultimo minuto, situazioni sempre nuove. Nulla che la ripetizione (neanche quella di un video sul tubo) possa dare. La ripetizione al massimo produce sfregamento. Nemmeno il concerto dei Deicide può sfuggire a questa realtà, quindi ecco che giovedì mi avvio al Work In Progress di Albignasego, nel padovano, per vedere i colossi americani, supportati da Svart Crown, Sawthis e The Bleeding, ma le circostanze non mi consentono di arrivare al locale dall'inizio dei concerti. Riesco ad accedere alla sala concerti che ormai i Sawthis stanno salutando il pubblico, ma rimangono ancora i due nomi principali da vedere...
SVART CROWN Con una puntualità a dir poco esemplare, alle 21:30 gli Svart Crown salgono sul palco, pronti a colpire con le proprie rasoiate black/death il pubblico presente. Nonostante siano l'ultimo nome in scaletta prima degli headliner, la sala del locale non conta ancora molti presenti, ma le file a ridosso della transenna sono comunque occupate. Si parte con Apocalyptic Triumph, unica estratta dal debutto Ages Of Decay, e da subito emerge come il quartetto di Nizza sia ben compatto sul palco e sia riuscito ad integrare Kévin Paradis alle pelli con estrema facilità. JB Le Bail tende ad enfatizzare la propria musica nel proporla dal vivo, ha una vocalità ruvida e brutale e riesce a riproporre l'aura malata presente su disco con gli inserti schizofrenici , supportato al microfono dal chitarrista Vagus Nox, chiamato a sostituire Clément Flandrois. I suoni sono ottimamente bilanciati e si riempiono di armoniche, acquistando un corpo che su disco non è presente; la sezione ritmica è una mazzata in piena faccia, con il basso di Ludovic Veyssière che riversa frequenze sepolcrali e i fusti che riempiono il riffing delle asce, eretiche martellate lasciate in eredità dall'ottimo Nicolas Muller. I brani che più impattano sono quelli estratti dal recente Profane, che in sede live si rivelano ancor più taglienti e malsani che su disco. La presenza scenica del quartetto riesce inoltre ad enfatizzarne ulteriormente la potenza, con Veyssière che prende letteralmente a pugni il proprio strumento nei passaggi più solenni e Le Bail che vomita parole di disprezzo sull'audience. I volumi sono quasi al limite del fastidio e le dissonanze create dalle sei corde si infiltrano nei presenti, facendo annidare nella carne il disagio degli Svart Crown, parassita in corruzione, come il feto malato che ritorna nelle liriche dell'ultima fatica dei francesi. A concludere una prestazione tritaossa la doppietta letale Ascetic Purification/Revelation: Down Here Stillborn, separate dal solo grido Down Here Undead, che scatenano ancora una volta la band ed il pubblico, in un rituale aberrante e venefico. Al momento dei saluti i presenti sono ancora frastornati per la violenza sonora inflitta dagli Svart Crown ed un dubbio serpeggia qua e là: riusciranno davvero i Deicide a fare di meglio? Sarà molto dura eguagliare l'ondata di pece appena colata sul pubblico.
SETLIST SVART CROWN: 1. Apocalyptic Triumph 2. Into a Demential Sea 3. Profane 4. In Utero: a Place of Hatred and Threat 5. Nahash the Temptator 6. An Eternal Descent 7. Ascetic Purification 8. Revelation: Down Here Stillborn
DEICIDE Quando tocca al four-piece dalla Florida, capitanato dal controverso Glen Benton, prendere il testimone degli Svart Crown, la curiosità è alle stelle: la sala del Work In Progress si è ormai riempita e in molti si aspettano una memorabile lezione di death metal. Tuttavia si nota presto come qualcosa non vada per il verso giusto: la voce del corpulento Glen è inizialmente assente ed i volumi sono nel complesso inferiori (in termini di meri decibel) rispetto a quelli dei predecessori, In The Minds of Evil non è la mazzata che ci si attendeva, seppure venga eseguita senza sbavature. Dopo aver messo in piedi un teatrino in cui Benton comincia a schernire il fonico con fare spazientito (“Lo facciamo tutte le cazzo di sere!), che inizialmente strappa qualche risata al pubblico, salvo poi cominciare ad annoiare, finalmente gli inconvenienti vengono risolti ed i fastidiosi rientri del microfono spariscono, ma il limite nel volume azzopperà il vocalist per tutto il resto della performance, senza consentire alla voce di risaltare in primo piano. La formazione dei Deicide è ben rodata e sciorina i brani senza difficoltà, ripescando tanto dal recente In The Minds Of Evil quanto da Deicide, ma ben presto si nota come i quattro sembrino più intenti ad eseguire il proprio compitino che a divertirsi o a proporre i brani con convinzione, tra tutti il frontman ed Owen, che nella sua immobilità si limita ad annuire sporadicamente durante l'esecuzione. Tra un pezzo e l'altro vengono spese quattro parole in croce di ringraziamento, più per una mera formalità che per vera riconoscenza nei confronti dei fan accorsi ad assistere lo spettacolo e, dopo qualche brano, questa situazione comincia a creare una sorta di distacco tra la band ed il pubblico che, nonostante vengano proposti molti classici (Once Upon the Cross, Serpents of the Light, Dead by Dawn, When Satan Rules His World), non sente quella partecipazione che è tipica dei concerti. Certo, Quirion ed Asheim (quest'ultimo davvero sugli scudi, in grado di dare un tocco miracoloso di dinamismo ai brani) fanno eccezione alla staticità di fondo nell'esibizione, ma il mestiere e la professionalità in questo caso non bastano a compensare la mancanza di carisma, qualità che un leader dovrebbe sapere dimostrare più in queste occasioni che con dichiarazioni controverse. Quando viene annunciata Homage For Satan, unica estratta da The Stench of Redemption, prima di un saluto veloce al pubblico padovano, si scatena un'ultima volta il pogo e la band pare mettercela tutta per rendere il brano al meglio, lasciando ancora sperare in una svolta finale per questo show. Ma la speranza di poter vedere la band rientrare per eseguire un encore è vana, lo spettacolo è finito ed il bilancio è presto tratto. I Deicide saranno pure un nome storico, ma visti in queste circostanze appaiono come delle statue decadenti di idoli, che qualche giovane e rampante iconoclasta potrebbe essere pronto ad abbattere da un momento all'altro. Viene naturale tracciare un paragone con il recente show veneto dei Cannibal Corpse, certo non campioni di dinamicità sul palco, ma band di tutt'altra pasta in sede live, che ha saputo far urlare un locale intero al grido del proprio cavallo di battaglia. Ma il bello dei live è anche questo effetto sorpresa, no?
SETLIST DEICIDE: 1. In the Minds of Evil 2. Thou Begone 3. Godkill 4. When Satan Rules His World 5. Serpents of the Light 6. They Are the Children of the Underworld 7. Conviction 8. Dead but Dreaming 9. Trifixion 10. Scars of the Crucifix 11. Once Upon the Cross 12. Beyond Salvation 13. End the Wrath of God 14. Sacrificial Suicide 15. Dead by Dawn 16. Homage for Satan
IN THE MINDS OF EVIL 2014 TOUR - TRAFFIC CLUB, ROMA, 12/12/2014 La data romana del tour si apre con i modern thrasher abruzzesi SawThis che, forti di un’intensissima attività live di durata quasi ventennale (perché, sebbene con monicker diversi, sono on stage dal lontano 1997), molto spesso nel ruolo di opener di grandi gruppi di fama internazionale, dimostrano anche sul palco del Traffic tutta la loro “live attitude”. Catalizzano l’attenzione del pubblico che ancora un po’ pigro gironzola nel locale ordinando birra o acquistando cd e lo coinvolgono con brani di grande immediatezza e freschezza ma soprattutto con un’esibizione straripante d’energia nella quale nulla viene lasciato al caso ma è anzi affidato ad un’esperienza che pur restando solida non rischia mai di diventare artificiosa, prevedibile e priva di mordente. Un ottimo live, che certamente va ad esaltare le qualità tecniche ed interpretative della band. La serata prosegue con un cambio d’atmosfera direi quasi radicale: salgono sul palco gli Svart Crown, band francese dedita ad un death dalle cupe tinte black intenso, profondo, mesmerico. La loro performance è ovviamente meno dinamica, ma l’energia che trasmettono è molto più intensa, feroce e tesa, in un miracoloso equilibrio sull’abisso. Non se ne esce, si viene sottratti a se stessi, irretiti. Sicuramente ero lì per loro, ma non mi sarei aspettata di vederli oscurare l’esibizione dei Deicide. La stragrande maggioranza del numeroso pubblico è invece qui per loro, i Deicide. Il pogo inizia da subito, sfrenato, ondeggia senza mai placarsi in perfetta simbiosi con la musica. Una musica che si mostra capace di erigere e mantenere fino alla fine del concerto un muro sonoro massiccio, brutale, poderoso sul quale va ad infrangersi il moshpit, in un movimento che sembra quasi simulare il fragore delle onde che si abbattono contro lo scafo di una nave. Una musica, infine, che è la storia del death americano e che fa perno sul carisma ancora intatto del singer Glen Benton (anche perché il resto della band non è più quella originaria, ad esclusione di Steve Asheim alla batteria), per traghettarsi nel futuribile. Un live che ha fatto senza dubbio affidamento sulla grande esperienza del gruppo ma che ad onor del vero non si può certo tacciare di mancanza di generosità. Una conferma, se ve ne fosse bisogno, della professionalità del quartetto deicida.
Introduzione e report della data di Padova a cura di Giovanni Perin “GioMasteR” , report della data di Roma e tutte le foto a cura di Floriana Ausili “RosaVelata”
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6
|
Anche a Trezzo c'era all'inizio, poi è sparito mi pare, si vede che l'ha cacciato per terra ahahaha |
|
|
|
|
|
|
5
|
si tratta proprio di un leggio, ma ad onor del vero durante tutto il concerto il nostro caro zio Glen non lo ha praticamente mai guardato (almeno nella data di roma), non saprei spiegarne la funzione, quindi. credo ci fosse indicata solo la scaletta, che se fosse stata scritta sul solito foglio attaccato al pavimento del palco non avrebbe potuto essere letta da Glen per via della panza prominente. comunque il leggio con il logo dei Deicide non era male, peccato non averlo trovato in vendita al banco del merchandising |
|
|
|
|
|
|
4
|
ma scusate, ma quello che vedo è un leggio? Cioè, un leggio per leggere i testi? Cioè, un leggio per i testi per il buon vecchio Glen? Cioè, nonno Glen ha bisogno di un leggio? E' un leggio quello che vedo io e vedete anche voi, o è un difetto della foto??? |
|
|
|
|
|
|
3
|
Io purtroppo ho dovuto scegliere tra loro e gli Aborted data la vicinanza delle date...La scelta e' ricaduta sui belga e non mi sono pentito anzi...grande concerto il loro...I deicide negli anni 90 erano tra i miei preferiti e i primi 3 ancora li metto su perche sono dei capistipite...Pero ad esser sincero dal vivo non mi hannp mai entusiasmato....Pero certo fosse stato piu in la sicuramente sarei andato....e anche x gli Svart Crow... |
|
|
|
|
|
|
2
|
Ho visto dei loro video recenti per vedere se mi prendevano un po come quando ero patito di "Deicide" o "Legion", ma non c'è nulla da fare, non riesco proprio più a digerirli..... |
|
|
|
|
|
|
1
|
Eh i deicide sono questi, c'è poco da fare. I pezzi vecchi coinvolgono perché sono ottimi, nei nuovi potrebbero metterci più del loro in effetti. Comunque sì, asheim è il fuoriclasse e si vede. |
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|
|