Non è la prima volta che la rubrica Donne Rocciose si occupa del nostro PIM (Prodotto Interno Metal). In precedenza erano infatti state Morgana e Cristina Scabbia a finire sulle nostre pagine, peraltro con un ottimo riscontro di letture. Per il rientro tra i confini patri, la scelta è caduta su una donna che rocciosa lo è senz’altro, almeno musicalmente: Cadaveria.
FACES OF MUSIC Nata nella esoterica Torino il 31 maggio 1972 sotto il segno dei Gemelli ascendente Scorpione, Raffaella Rivarolo sfrutta un vantaggio che molti di quelli che nella vita manifestano inclinazioni artistiche hanno avuto: parenti dai buoni gusti musicali. In questo caso, in particolare una sorella maggiore che possiede LP di artisti che rispondono a nomi quali The Police, Eagles, Pink Floyd, The Alan Parsons Project e vari altri. A tutto questo, integra le influenze classiche e letterarie di provenienza paterna. Quando il suo gusto comincia a diventare più personale, è la radio a giocare un ruolo importante, consentendole di registrare pezzi di Nina Hagen -adesso anche compagna di serie, per così dire- del Bowie di Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, dei Sigue Sigue Sputnik, ma anche di cantanti e gruppi più o meno mainstream nella considerazione generale, ma importanti, come Donatella Rettore, Krisma, Blondie e la Bertè. La passione per la musica, si sa, chiama prepotentemente i concerti, ed anche questi risultano essere molto formativi per una bambina che non ha ancora raggiunto la doppia cifra alla voce “età”. L’assistere ai live di gente come Cattaneo, Camerini e dei Rockets completa un quadro al quale manca solo il primo contatto con le tematiche horror che la caratterizzeranno in futuro. A ciò provvedono nel 1978 le locandine del documentario Faces of Death che il destino le piazza in bella mostra nel cinema sotto casa. Il sentiero è tracciato.
C’È DEL MARCIUME IN PIEMONTE A questo punto nella vita di Raffaella manca solo l’irruzione completa del metal. A questa incombenza, nonostante l’heavy sia già tra i suoi ascolti tramite alcuni dischi delle band principali, provvede ancora una volta la radio, che le sottopone Elimination degli Overkill. Viene risucchiata nel mondo del thrash. Come spesso accade, sono anche e soprattutto gli incontri a creare dei bivi importanti nelle nostre vite. In questo caso, è quello con Flegias, che poi sfocerà anche in una lunga relazione, a risultare importante anche dal punto di vista musicale. Attorno al 1990 Torino vive ancora l’esplosione dell’HC/Punk (di Torino ci occuperemo nella prossima puntata della serie qui linkata) e la ragazza che si avvia a diventare Cadaveria frequenta i concerti al centro occupato “El Paso” di band quali Nerorgasmo (nella recensione si cita proprio il locale), Negazione e passa i pomeriggi ascoltando i dischi più roventi del momento. Venom, Celtic Frost e Mercyful Fate non possono quindi mancare. E la musica in proprio? Arriva anche quella. Le serate trascorse in cantina a cantare per i Marciume, la sua prima band, le fanno scoprire che il growl è decisamente nelle sue corde.
UNA CADAVERIA ALL’OPERA... Abbiamo detto che spesso sono (anche) gli incontri a determinare il nostro destino e quello della nostra con Flegias ha avuto la sua parte. Nel 1991, mentre i due assistono ad un concerto, incontrano gli Opera IX, i quali stavano cercando un cantante. Nonostante sia un batterista, il buon Flegias ottiene il posto, mentre Raffaella prepara ed esegue con e per loro le cover di Zombie Ritual dei Death e di In League with Satan dei Venom, portate in sede live in occasione di un concerto come band d’apertura per i Sadist. In seguito il batterista degli Opera IX viene allontanato e Flegias passa dietro le pelli. È qui che Raffaella Rivarolo diventa la nuova cantante del gruppo e lascia spazio in campo artistico a Cadaveria. Con gli Opera IX, Cadaveria ottiene un responso che supera i confini nazionali e, attraverso un 7" (The Triumph of Death) e tre album, la porta ad esibirsi in Francia, in Belgio, in Messico ed in vari altri paesi, talvolta da headliner, talaltra a supporto di band non certo di secondo piano, con Enslaved, Marduk, Absu, Sadistik Execution, Impaled Nazarene a far parte del lotto. In questo periodo comincia anche ad occuparsi di PR per il gruppo e di grafica. Si badi bene che, come abbiamo segnalato in vari articoli (ad esempio Lost in the Void # 1 o, più nel dettaglio, in Storia dell’Informazione Metal # 1 e # 2), internet non c’era ancora o, per meglio dire, era un fenomeno ancora di nicchia. Di conseguenza, svolgere questi lavori era affare completamente diverso rispetto ad oggi, come la lettura degli articoli prima linkati, specialmente il secondo, può ricordarvi. Niente interi book promozionali in forma digitale a girare ovunque, quindi, niente contatti immediati con qualsiasi angolo del globo terracqueo, niente press-kit ad effetto fatti giungere a migliaia di contatti in tempo reale; niente di niente se non la musica. Il vantaggio, però, è che esistendo solo ed esclusivamente quella, non c’è altro su cui concentrarsi e chi ha delle doti viene immancabilmente fuori. Cadaveria comincia quindi a farsi una fama prima della diffusione delle sue immagini presso il grande pubblico, cominciata in sostanza dal 1993 con la retrocopertina del 7" prima citato e con una VHS (sì, c’erano ancora i nastri) contenente dei videoclip degli Opera IX firmati da Flegias.
... E ALL’OPERA CON I CADAVERIA Già naturalmente attratta da certe tematiche, la militanza negli Opera IX non fa che accrescere il suo interesse verso il mondo dell’oscuro. Comincia a studiare occultismo e stregoneria, miti e leggende pagane con particolare riferimento a quelle celtiche, ed a viaggiare verso luoghi come Stonehenge Hill, ad interessarsi di immaginario gotico e romanzi e, in particolare, di quelli incentrati sul vampirismo. Immancabili Poe e Lovecraft. Ovviamente, la sua cultura musicale si allarga, utilizzando anche le possibilità offerte dall’attività come musicista (ma non solo) in termini di concerti in Italia ed all’estero e promo che le capitano in mano. Nel 2001, però, la decisione di lasciare gli Opera IX. Come quasi sempre accade, non c’è mai una sola motivazione per spiegare un gesto del genere, tuttavia, al di là delle tante che si sono dette in proposito, dietro questa mossa si celano da un lato la voglia di esplorare territori musicali più aderenti alla sua maturazione artistica e personale e, dall’altro, la decisione del gruppo di provare un nuovo batterista senza avvertirla. Quello che per alcune poteva risolversi in uno stop a tempo indefinito, diventa invece un’immediata ripartenza con la band che porta il suo nome e con i DyNAbyte, una specie di “partecipata” dei CADAVERIA, se così si può dire. Da qui in poi tanta strada percorsa con la sua band principale e come persona, l’esplorazione più costante del cantato in pulito e tanti concerti all’estero, come ad esempio in Francia, Germania, Inghilterra, Russia, Svizzera, Belgio, Messico, Ecuador e Brasile. Le ultime notizie che la riguardano, come i più attenti di voi avranno letto tra le nostre news, parlano della nostra al lavoro su uno split con i Necrodeath, come riportatovi qui e qui. Cadaveria, inoltre, vanta numerose collaborazioni o partecipazioni, quali quelle con i Mortuary Drape per l’album All the Witches Dance (1994); con i Theatres Des Vampires (2011) nel brano Le Grand Guignol; con i Riul Doamnei di A Christmas Carol e con i Mechanical God Creation.
BIKE THE MUSIC Laureata al DAMS con indirizzo cinema con tesi di laurea basata su una critica a Lost Highways (Strade Perdute) di David Lynch e appassionata di Cronenberg, Polanski e dello stesso Lynch, Cadaveria è anche apprezzata video-maker, come dimostrano la regia ed il montaggio di Death Vision, di Strangled Idols e di Carnival of Doom. Questa sua attività l’ha portata a spaziare anche fuori dal mondo delle musica. Tra le sue varie esperienze, infatti, ha seguito in camper il giro del mondo in bicicletta nel 2014 e alcune gare estreme come la Transiberiana della Russia nel 2015 corsa da Paola Gianotti, atleta italiana guinness woman (chi di voi segue la trasmissione di Radio 2 Caterpillar, ne ricorderà la recente pedalata fino ad Oslo per l’iniziativa Bike the Nobel), realizzando alcuni documentari in merito. Dal punto di vista letterario, si è occupata di buona parte dei testi dei DyNAbyte e di tutti quelli dei Cadaveria, con speciali e ricorrenti riferimenti al tema della morte. Ciò anche a causa di alcuni lutti che l’hanno colpita in età adolescenziale. Non mancano comunque numerose citazioni di carattere letterario -appunto- cinematografico e fantastico, con spunti che spaziano da Warhol a D’Annunzio, da Cronenberg a Baudelaire, da Pasolini a Neruda, tanto per fare qualche nome, con la scrittura vissuta spesso come terapia. Inoltre, seppur per un periodo limitato, è stata anche pittrice, mettendo assieme una produzione di circa una ventina di tele di riferimento astrattista. Il quadro che viene fuori da questo scritto, alla fine, è quello di una Raffaella Rivarolo/Cadaveria personaggio deciso, lucido, appassionato, dinamico, capace di darsi obiettivi e di raggiungerli, utilizzando allo scopo sia un piglio autenticamente manageriale e professionale, che un anelito artistico totale, di tipo d’annunziano. Ma, come sempre, sono probabilmente le parole dell’interessata a descrivere in breve e con la maggiore efficacia possibile l’essenza di questa Donna Rocciosa, la quale oggi è:
Una sognatrice libera, parzialmente misantropa, odiosamente perfezionista. Cadaveria
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