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AMON SETHIS - Tra Francia ed Egitto, tra storie e musica
25/04/2025 (401 letture)
Un viaggio nelle cocenti terre d’Egitto, prive però del sole luminoso che ci si aspetterebbe tra le sabbie e le dune governate dagli antichi faraoni: questo è Part III: Dawn of an Apocalyptic World, il quarto album dei francesi Amon Sethis, uscito lo scorso 21 febbraio 2025. Per conoscere meglio il disco e la band d’Oltralpe, abbiamo avuto il piacere di intervistare il cantante e mastermind Julien Tournoud, autore del concept e di tutti i testi di un album che si posiziona tra Egitto, Francia e anche un po’ d’Italia, come scoprirete nelle righe più avanti. Buona lettura!

McCallon: Buongiorno Julien, benvenuto su Metallized! Come stai? Sono contento di poter parlare con te del vostro nuovo album, Dawn of an Apocalyptic World. Dato che è la prima volta che vi ospitiamo sulle nostre pagine virtuali, ti andrebbe di presentare la band?

Julien Tournoud: Io sto bene, e anche la band. Grazie per l’apprezzamento, ci fa piacere! Siamo i francesi Amon Sethis e… scriviamo dei concept album a tema egizio. Musicalmente, ci definirei come un [gruppo] power metal con influenze [medio-] orientali. Pensiamo che persone che ascoltino Myrath, Symphony X, Dream Theater o DGM ameranno la nostra musica. Esistiamo dal 2007, e abbiamo appena pubblicato – è uscito il 21 febbraio 2025 - Part III: Dawn of an Apocalyptic World, il quarto disco del gruppo.

McCallon: Come dici tu, siete una “band francese a tema egizio”; non sono molte le band che incentrano su questo tema la loro intera carriera – mi vengono in mente i Nile, ad esempio, ma suonano un metal completamente diverso da voi – quindi vi volevo chiedere: ci sono gruppi o artisti che fungono da fonte d’ispirazione per voi?

Julien: Esatto. Non ci sono tante band che parlano spesso di Antico Egitto, se escludiamo Nile, Septic Flesh o gli Anubis Gate, e anche questo contribuisce all’originalità della nostra proposta. Tornando alla tua domanda, ci sono band che mi hanno ispirato… non tanto per il tema egizio, quando per l’uso di un concept attorno a cui “scolpire” la propria musica. Penso ai Rhapsody of Fire, ai Blind Guardian, che con i loro concept album e con le storie da loro create mi hanno dato un punto di riferimento.
Ebbene, sono stato anche ispirato da altre cose, come i fumetti - Thorgal [serie ideata da J. Van Hamme e G. Rosinski nel 1980, ndr] e Sur les terres d'Horus [ideata da I. Dethan nel 2001, ndr] – ma anche serie TV, film e libri come Game of Thrones, Il Signore degli Anelli… tutto questo contribuisce a dare vita alle storie degli Amon Sethis.

McCallon: È bello per me sentirti citare band italiane come DGM e Rhapsody. Quando si tratta di mescolare queste influenze e di ricreare le tematiche e i testi originali, come lavorate? Qualcuno di voi ha studiato Egittologia, o vi appoggiate a degli studiosi esterni?

Julien: Io ho una laurea in Storia antica. Sono tutte tematiche che mi hanno appassionato da sempre, vedi. Poi certo, ho fatto delle ulteriori ricerche per migliorare la mia conoscenza e per “avere in mano” la materia: per ogni cosa che scrivo cerco di documentarmi il più possibile, in modo da ricostruire un mondo credibile. Alla fine, invento delle storie che mi consentano di muovermi liberamente nello spazio che ho ricreato, e questo mi aiuta molto!

McCallon: Come i The Tea Party o i Myrath, vi appoggiate a strumenti tradizionali dell’area geografica e culturale che esplorate con le vostre canzoni. Come si traduce questo processo in fase di registrazione?

Julien: Grazie alle orchestrazioni curate da Benjamin Naire ed Eliott Tordo [tastieristi, ndr], riusciamo a ricostruire e includere strumenti tradizionali via computer, inserendoli sin da subito nel processo di registrazione dell’album. Il risultato ci piace, e penso che farlo diventare quasi un tratto distintivo sia molto importante per band con la nostra proposta! Per quanto riguarda gli strumenti, te ne posso citare alcuni: l’oud [antico parente del liuto, di origine medio-orientale, ndr], il flauto egiziano, ma anche l’erhu [strumento a corda d’origine asiatica, ndr] e la darabouka [strumento musicale a percussione d’origine araba, ndr].

McCallon: Parlando di Benjamin Naire… questo è il vostro primo disco che lo vede coinvolto nella vostra line-up; che impatto ha avuto, sul vostro sound, il suo ingresso in formazione?

Julien: Benjamin Naire è un fantastico tastierista. Ha tante grandi idee. Grazie alla sua qualità, spingeremo gli Amon Sethis ad un livello superiore e fare questo passo è davvero importante per noi. Sul prossimo disco, si occuperà fin da subito di tutte le orchestrazioni, come dicevamo poco fa.

McCallon: Dawn of an Apocalyptic World è il vostro quarto album; guardandovi indietro, com’è cambiato il vostro modo di fare musica, nel corso del tempo?

Julien: Allora… Abbiamo il nostro stile, certo, ma qualcosa è cambiato a partire dal precedente Part 0 - Nitocris, the Queen with Golden Hair, uscito nel dicembre 2020. Per meglio sviluppare la componente epica e “cinematografica” della nostra musica, da quel momento abbiamo lavorato maggiormente sulle orchestrazioni complessive, con l’idea di immergere l’ascoltatore in un viaggio musicale che lo conduca alle terre degli antichi faraoni egizi, grazie alle nostre storie!

McCallon: Parlando nello specifico di questo nuovo album, possiamo letteralmente “giudicare dalla copertina” e intuire come Dawn of an Apocalyptic World sia un disco più oscuro rispetto ai toni aurei di Nitocris. Com’è nata l’idea di esplorare le aree più cupe del vostro sound?

Julien: Hai perfettamente ragione: il disco è innegabilmente più “buio” del precedente. Siamo partiti subito con l’intenzione di creare un’atmosfera cupa e opprimente; ho scritto del materiale più oscuro per riflettere un periodo più buio della mia vita. Il brutto periodo che ho attraversato personalmente si è trasformato nelle atmosfere cupe del disco. Oggi sto molto meglio e probabilmente scriverò in futuro qualcosa di più luminoso! [ride] In ogni caso, per rimanere al servizio della storia, la nostra Part IV rimarrà sulla falsariga di queste storie maledette, perché cambiare il tono a questo punto della narrazione non avrebbe alcun senso. Chissà, aspettiamo di vedere cosa succederà con la Part V! [ride]

McCallon: Sono contento allora di sentirti così. Questo è anche il vostro primo disco con Season of Mist; l’essere scritturati da un’importante etichetta specializzata nel metal ha cambiato in qualche modo il vostro modo di lavorare, visto che finora siete stati una band indipendente?

Julien: Guarda, ci dai l’occasione di ringraziare Season of Mist: lavorare con loro è stato un vero piacere. Al momento speriamo che l’essere stati coinvolti da un’etichetta di questa rilevanza posa influire sullo status degli Amon Sethis, facendoci conoscere a più fan possibili. Vedremo.

McCallon: Abbiamo quasi finito! Pensi che ci sia una canzone del nuovo album che possa ben rappresentare il vostro sound attuale?

Julien: Penso che il singolo At the Threshold of Doom rappresenti gli Amon Sethis oggi. In questa canzone puoi trovare il lato più misterioso della nostra musica, l’afflato epico, il ritornello orecchiabile e la costruzione progressiva del pezzo, avvolta dalle influenze della musica orientale. La traccia riassume un po’ tutto l’universo musicale degli Amon Sethis. Peraltro, il video che è stato realizzato per il brano è eccezionale! [disponibile qui, ndr]

McCallon: Ultima domanda! Ora che Dawn of an Apocalyptic World è stato dato alle stampe, avete già in piano di pubblicare del nuovo materiale nel prossimo futuro o per il momento vi concentrerete sulle attività dal vivo?

Julien: Vogliamo promuovere dal vivo il più possibile il nuovo album, perché ci crediamo molto, e saremo impegnati con il nostro Apocalyptic Tour 2025. Chiaramente, però, vogliamo sempre lavorare a nuove idee, e lo faremo non appena sarà possibile. Pensa che abbiamo già due canzoni praticamente pronte per quello che sarà Part IV! Abbiamo così tante idee… non ci possiamo fermare!

McCallon: In attesa di ascoltarle, grazie davvero per la tua disponibilità! Vuoi dire qualcosa ai nostri lettori?

Julien: Grazie a te, Simone, e a Metallized! Amiamo l’Italia e abbiamo suonato diverse volte nel vostro Belpaese; speriamo di tornare presto a presentarvi il nostro nuovo disco! Vi chiediamo di non farci mancare il vostro supporto, ascoltando la nostra musica e comprando i nostri CD o le nostre magliette su Bandcamp o [sul sito di] Season of Mist. Prendetevi cura di voi!



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Tra Francia ed Egitto, tra storie e musica
 
 
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