
Visto che oggi ho magnato sushi e ho appena visto Kung Fu Panda mi sembra il momento buono per intripparsi con l'estremo oriente e questa band viene proprio dal paese del sol levante. Anzi no, vengono dalla Finlandia,più precisamente da Tampere, e prendono spunto dal death svedese, quindi verrebbe da chiedersi: come mai sono fissati con il giappone?
Boh.
Però i nostri sono ingengosi perchè uniscono un genere di stampo scandinavo come il melodic death, o se proprio volete rompere le balle extreme power và, con elementi folkloristici della musica etnica giapponese, un'idea che sebbene sia stata adottata da alcuni non è mai stata messa in pratica a questo livello quantitativo. Quindi funziona sia perchè è originale, sia perchè forse la potenza del metal contrasta meravigliosamente con la calma della musica orientale, ma forse anche perchè i nostri tutto sommato sono bravini, ma non allarghiamoci.
I testi parlano di samurai e del Bushido, con citazioni rigurdanti l'era Sengoku ma tante altre cose attinenti ai samurai, come l'onore, la via della spada e annessi e connessi. L'obiettivo del gruppo quindi è quello di unire i loro testi evocativi con l'epicità della loro musica, composta dalla carica aggressiva del metal, l'epicità dei cori e l'atmosfera della musica orientale, il tutto combinato insieme dovrebbe permettere all'ascoltatore di raggiungere la pace interiore.
A rendere ancora più effettivo il loro intrippamento verso il Giappone ci pensa la loro presenza scenica, dato che sfoggiano abiti tradizionali dei samurai e un face painting che ricorda le maschere tipiche della tradizioni giapponesi, per lo più demoni, anzi solo quelli. Onestamente però è un'idea divertente presentarsi con un nuovo assetto invece del solito corpse paint con armature che fa ogni gruppo black metal, con il rischio di prendersi troppo sul serio.
Anche se sono attivi dal 2006 arrivano a pubblicare il debutto nel 2010, con il full lenght "Thousand Swords", attraverso il quale il gruppo può dare un assaggio completo delle proprie capacità, dopo un intro tipicamente orientale sfodera tutto il suo repertorio, fatto da sfuriate death, elementi folk, cori epici, sezioni strumentali strepitose e uno scream sputacchione, specialmente nella suite finale "Blade in the snow" che chiude l'album nel migliore dei modi, e non poteva essere altrimenti, visto che in caso di qualunque minimo errore avrebbero dovuto fare Harakiri.
La musica dei Whispered ha lo stesso impatto di un lottatore di sumo, sommato a quello di bisteccone Galeazzi, sommato a quello di Platinette, sommato a quello di un pianoforte a coda sopra il quale è caduta la Merkel, e non ho il coraggio di spingermi oltre, ma penso possa bastare. Nonostante tutto riescono a perfezionarlo ulteriormente con il secondo lavoro "Shogunate Macabre" migliorando anche la produzione, le composizioni diventano ancora più complesse, aumentano i miscugli tra le parti tirate con quelle melodiche, gli assoli diventano ancora più funambolici e lo scream sputacchione viene sostituito da uno scream molto simile a quello di Shagrath dei Dimmu Borgir. Il risultato è come ascoltare un gruppo alla Wintersun con i riff armonici dei Children of Bodom che incontra la colonna sonora dei film cappa e spada o degli Hack n' Slash come Onimusha. "Shogunate Macabre" sguinzaglia un sacco di tracce notevoli e incendiarie come "Jikininki" o "Hold the Sword" cavalcate epiche e sinfoniche come "Upon My Honor" o "Unrestrained" ma anche canzoni più atmosferiche come "Lady of the Snow". L'alternanza ritmica assassina - travolgente e pausetta misticismo - guardiamo il paesaggio al tramonto funziona e permettono all'ascoltatore di non annoiarsi, in modo da trovare sempre sorprese nuove, in alcuni casi anche con derive jazz. L'apice qualitativo però viene considerato il terzo album della band di Tampere, Metsutan: Songs from the Void, le composizioni si fanno ancora più articolate, le stratificazioni ancora più cabbondanti ed i miscugli ancora più omogenei, creando un mare di sbrodolamento almeno quanto quelllo sulla cover del cd. Anche qui si trova veramente di tutto, da canzoni tipicamente death con ritmiche serrate e sfuriate violente così come parti più orientaleggianti ed etniche come "Sakura Omen", anche se la miglior canzone rimane la fenomenale "Bloodred Shores of Enoshima", un mappazzone non indifferente dove i nostri ci ficcano dentro più roba possibile, dalle sfuriate death alle parti sinfoniche che vanno a nozze le atmosfere folk, il tutto in un tripudio di cori monumentali che sottolineano l'assoluta epicità della canzone.
Insomma se vi piacciono i gruppi melodic death scandinavi degli anni '90 questo gruppo vi piacerà un sacco, se invece non potete sopportare Children of Bodom, Dark Tranquillity e compagnia bella vi piaceranno comunque, perchè ogni canzone potrebbe fare da colonna sonora ideale per un film cappa e spada basato sul giappone feudale, e questo non aggiunge che un ulteriore tassello al già esteso ed intramontabile mondo del metallo.
Sayònara

https://youtu.be/qPIPy8sqvHU
https://youtu.be/qNq6XHLtlok
https://youtu.be/eCFdcMUJ4N8
https://youtu.be/AuDKqaqdhH8
https://youtu.be/JcwpJo4fMQk
https://youtu.be/0Bg-1zM1x-c
https://youtu.be/Au2SWMYelRY
https://youtu.be/Zx7fLKvUAtQ