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05/12/24
EMBRACE OF SOULS + DERDIAN + BERIEDIR
DRUSO, VIA ANTONIO LOCATELLI 17 - RANICA (BG)
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Benvenuta chiarezza! Persino gli In Flames hanno voluto salutare il risultato raggiunto da quest'ottavo lavoro in studio tributando il suo titolo al ritorno della musa che ormai in tanti avevano dato per dispersa. E per ritrovarla ci sono voluti non uno, ma bensi' due passi indietro: fate ciao con una manina ai nefasti tempi di Reroute to Remain e soprattutto Soundtrack to your Escape, e con l'altra mettete il dischetto nel lettore fiduciosi. Questa volta gli In Flames sono tornati per non deludere ancora. E lo hanno fatto alla grande, con un disco che reputo il migliore della loro produzione dai tempi di Colony. Questo non significa che ciò che ci accingiamo ad ascoltare è un mero ritorno alle sonorità che li hanno resi famosi, ma un recupero di energie ed idee che un po' tutti, me compreso, credevamo perse per sempre. Dei lavori più recenti sono stati mantenuti i suoni perfetti, la produzione pesante e moderna e i cori di voce pulita. Sì, proprio loro. Ora aspettate un attimo prima di trasalire, è d'obbligo dire che in questa occasione i ritornelli ultramelodici sono nettamente diminuiti e soprattutto usati con intelligenza, non rappresentano più il motivo attorno al quale girano le canzoni, bensi' sono funzionali ad esse e si incastrano quasi sempre alla perfezione nello strabiliante impianto sonoro imbastito dai 5 svedesi. E non aspettiamo altro che sviscerare questo calderone ribollente di metallo tonante vero? Bene, cominciamo allora. La partenza è affidata a Take This Life, una vera e propria killer song che vi farà balzare dalla sedia per lo stupore di riavere indietro un gruppo cosi' aggressivo. Le detonazioni batteristiche a cui siamo sottoposti fin da subito non lasciano scampo, e quando l'indiavolato Anders Fridén intona il primo ritornello dicendo "take this life, I'm right here.." siamo tutti a testa bassa e cuore in mano come lo sciagurato omino in copertina. Ad essere onesti il proseguo poteva essere migliore però. Leeches e Reflect the Storm sono le due canzoni qualitativamente meno soddisfacenti del cd: riaffiorano le ritmiche alla Korn del disco precedente e i ritornelli puliti e melodici che sembrano appiccicati per forza. Non lasciatevi scoraggiare, il meglio deve ancora arrivare. E si presenta sottoforma di Dead End, pezzo a dir poco spettacolare: dopo il martellante incipit è una voce femminile, quella della brava Lisa Miskovsky (chi si ricorda Driving one of your Cars?) che ci introduce alla strofa pesante e ritmata, seguita da un grandissimo ritornello che, come direbbe Enzo Salvi (perdonatemi, non ce la facevo a non citarlo) non è coinvolgente, deppiù! Da segnalare è il primo, azzeccatissimo assolo melodico del disco. Assoli, vi rendete conto? sono tornati pure loro! E pure le armonizzazioni chitarristiche! E tutto questo a discapito dell'onnipresente elettronica del disco precedente. A tratti può non sembrar vero, lo so. Ma basta fantasticare, perchè improvvisamente arriva Scream. Una canzone bastarda e cattiva che vi sorpasserà da destra e vi mostrerà il dito medio, in un perfetto incrocio tra il death metal svedese e il nu-metal-core d'oltreoceano. Una canzone che serve di lezione a tutte le new-sensation del metallo a stelle e striscie per ribadire che i maestri sono ancora in cattedra. E ce n'è di strada da fare, per raggiungerli... Dopo tanto metallo rovente, è giunto il momento di tirare il freno a mano. Fridén può smetterla per qualche minuto di urlare come un ossesso, e Stromblad può soffiarsi via il fumo dai polpastrelli. Svensson può sostituire le pelli sfondate della sua batteria, perchè bisogna suonare la titletrack. Come Clarity è l'unica ballad del disco, una canzone tanto semplice quanto emozionante, che gioca tutto sull'esplosione emotiva data dal fragore delle chitarre nel ritornello, che si contrappone ad una strofa acustica e delicata. Superlativo il cantato di Fridén, che ci convince a ridare agli In Flames il cuore che precedentemente ci eravamo strappati dal petto e che stavamo per riprenderci...va bene, tanto più che un cuore, ci serviranno dei timpani nuovi, perchè il proseguo del disco è sempilcemente deflagrante (e noi lo stiamo ovviamente ascoltando col volume al massimo, VERO?). Crawl Through Knives comincia con un bel riff robusto e giunge ad un ritornello pulito, lasciando sparsa per il cammino qualche scheggia di elettronica. Attenti a non prendere la scossa, perchè la mazzata che arriva con Vacuum può essere letale. Un'indiavolato pezzo pienamente immerso nel Thrash-Death svedese che lascia qualche prigioniero giusto all'altezza del chorus melodico. Questo è il numero che più mi ha riportato alla mente i vecchi In Flames, e il bell'assolo che si mette in evidenza ne è la conferma. Pacing Death's Trail è invece una canzone che richiama da molto vicino il lavoro dei Children of Bodom dell'ultimo Are You Dead Yet. Un pezzo bello tirato che fa della sua struttura stop n' go e dell'alternanza tra parti lente e pesanti ed altre più veloci e melodiche la sua carta vincente. Versus Terminus ci conduce alla conclusione dell'album (notare l'assonanza) come apertura di un trittico finale veramente da paura: insieme ad Our Infinite Struggle e a Vanishing Light costituisce dieci minuti che possono riassumere tutto quello che sono i nuovissimi In Flames. Ritmiche serrate, chitarre taglienti, break melodici, ritornelli travolgenti, voci urlate, voci pulite, fugaci assoli e chi più ne ha più ne metta. In particolare Vanishing Light -che contende a Dead End la palma di miglior pezzo del lotto- ricorda molto la celebre Pinball Map (da Clayman), con un riff in apertura veloce e melodico, e la sua dialettica tra accelerazioni e rallentamenti conditi da uno squisito assolo. La giusta conclusione di questo straordinario album è affidata a Your Bedtime Story is Scaring Everyone (titolo semplicemente fantastico), un breve pezzo atmosferico, dominato da un malinconico pianoforte disturbato da una trasmissione radio che si manifesta come rumore inintelleggibile. E' il messaggio nascosto del gruppo svedese che dice "grazie per averci donato i vostri cuori ed i vostri timpani sfondati, ma ve li restituiamo volentieri come segno della fiducia che ci avete concesso ancora una volta". E cosi', senza fiato, senza sangue, senza timpani ma con tanta, tanta soddisfazione nell'animo posso affermare che dagli In Flames veramente non potevo aspettarmi di più.
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VOTO LETTORI
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75.68 su 175 voti [
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Questo album è l\'ultimo chiodo che chiude la bara degli In Flames.RIP |
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Rispolverato stamattina. Album abbastanza godibile; lo preferisco ai due precedenti, ma non al successivo A Sense of Purpose, per me il migliore post-Clayman (ma allo stesso tempo inferiore a qualsiasi cosa pre-Clayman). Molto belle l’opener, la title-track e altri 3/4 pezzi nella seconda metà, che però si alternano ad altri che scivolano via senza lasciar granché. Voto 75 |
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Personalmente è l'ultimo disco degli In Flames che riesco a sentire. Quando usciì A Sense Of Purpose rimasi delusissimo, e smisi di seguirli. Come Clarity però oltre a una bella produzione, ha delle belle chicche, Take This Life, Crawl Trough Knives, Scream, Pacing Death's Trail, Our Infinite Struggle.. 80. |
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Sulla scia dei due precedenti, con un occhio al passato, nel bene e nel male. |
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Quando uscì fu una grandissima delusione x me fan irriducibile dai tempi di Whoracle e neppure col tempo sono riuscita ad apprezzarlo. Molto incisive le strofe a parer mio ma i ritornelli spesso spezzano il ritmo come sarà anche nel successivo (mio gusto). Invece il tour di questo album nella Unholy Alliance II fu veramente un grande spettacolo pur mancando Jesper. Anders grande frontman, ero nelle prime file dalla parte di Björn, bellissimo ricordo 😃 |
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L'ultimo degli IF che mi piaccia. Poi, per me, si perdono. |
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Gran disco poche storie, imparagonabile ai primi ai album ma non per questo necessariamente meno bello.
Leeches mostruosa, over and over |
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Praticamente il miglior disco degli In Flames.
Praticamente uno dei migliori dischi di metal moderno, e per moderno intendiamo tutte quelle sonorità dal 2000 in poi.
Rabbioso, melodico, potente e pulito.
Ritornelli emozionanti e ritmiche assassine.
Di meglio non si poteva fare.
Chi non è d'accordo praticamente non capisce un cazzo.
Ne di musica, ne di metal... Ne di fregna.
"It's in my hands the sky is so bright, it's burning..." |
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L'ho riascoltato dopo un decennio... ed ho ricordato perché dopo questo disco avevo abbandonato definitivamente gli In Flames. |
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Soggettivamente parlando, Come Clarity lo ritengo uno dei migliori album degli In Flames, alla pari solo con The Jester Race anche se è un lavoro TOTALMENTE diverso. Per esempio, differentemente dagli altri album qui trovo una maggiore componente progressiva che rende il disco molto più sperimentale rispetto a qualsiasi altro loro lavoro. Ogni singola traccia è talmente ben caratterizzata da rendere ogni canzone unica. In questo disco si può trovare realmente di tutto e non solo il Melodic Death Metal che ha sempre contraddistinto questa band. Un album con delle "sfacciettature" sonore che rendono completo e soprattutto UNICO il prodotto finale. Questo lo si nota per esempio ascoltando le due canzoni che maggiormente sono in contrasto all'interno dell'album: Take This Life e Come Clarity. Nella prima una cannonata in faccia a sangue freddo mentre nella seconda un'atmosfera talmente surreale da rendere il pezzo sublime, il tutto all'interno dello stesso disco. Immenso CAPOLAVORO. Voto 92 |
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questo disco è strano: i pezzi sono quasi tutti abbastanza anonimi secondo me, però Take this life in effetti non riesco a scollarmela dalla testa, un capolavoro di canzone che mi impedisce di bocciare in toto questo disco, e mi fa pensare: Può un disco salvarsi con un pezzo solo? |
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Secondo me questo è un ottimo album, il loro migliore dopo il 2000. |
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@Flag: no no. L'ultitma frase è perfetta per il sottoscritto, ma la modificherei come segue: "E cosi', senza fiato, senza sangue, senza timpani ma con tanta, tanta tristezza nell'animo posso affermare che dagli In Flames veramente non potevo aspettarmi di peggio." Scherzi a parte, di questo album salvo solo Take this Life, che (per motivi che mi sono ancora oscuri) trovo una canzone più che buona. Sul resto è meglio che non mi esprima, perchè basterebbe una sola parola: "banalità". Sembra un disco composto con un copia-incolla della stessa canzone, e in alcuni momenti la voce di Friden è insopportabile. 48/100 e, per l'amor del Cielo, correggete le informazioni in alto a destra: classificare questo come Death è un insulto alla memoria di Schuldiner (R.I.P.) |
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Tanto vale fare copia-incolla del commento che ho lasciato sotto "A Sense Of Purpose"... con l'aggiunta che l'ultima frase della recensione è quasi toccante nella sua pateticità. |
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Me l'hanno regalato ma ad essere onesto l'ho ascoltato poco, mai andato matto per gli In Flames...visto il voto gli darò un ascolto più approfondito. Il dvd allegato è una presa per il culo o sbaglio? |
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A me Come Clarity piace....sarà, anzi, E' diverso dal passato (Colony e Clayman sono i miei preferiti a pari merito, entrambi per motivi diversi) ma lo trovo godibile. |
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Album inspiegamilmente altalenante. quasi a farlo a posta , la prima metà dell'album (le prime 7 tracce) sono quello che i nuovi in Flames (perchè ormai è così che bisogna chiamarli) dovevano essere anche nel 2011 ma che non sono più da dopo quest' album: sfuriate melodeath e vagamente "core", con qualche tocco moderno ed una sezione rtmica in grande sfoggio. Completamente diverse le rimanenti 6 tracce: anonime e fini a se stesse, delle skip tracks in pratica.Bisognerebbe dare un voto molto positivo alla prima parte dell'album ed un voto opposto alla seconda |
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È stato il mio primo degli In Flames, ho poco da dire: fantastico. In particolar modo Come Clarity, Take This Life, Reflect The Storm, Crawl Through Knives e Scream che reputo davvero le migliori. Da ricordare il finalone con Your Bedtime Story Is Scaring Everyone, davvero epica. |
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A partire da quest'album ho notato un costante peggioramento: canzoni tutte simili (e fin troppe), mancanza di idee, scream sempre più debole e autosvendita del gruppo verso lidi totalmente commerciali, percorso iniziato da Reroute to Remain, che considero ancora il peggiore, ma credevo che avrebbero evoluto meglio il sound del già buono Soundtrack... Delusione |
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Ho amato gli In Flames con questo album, non so cosa mi ha preso di più, ma è la bomba della loro discografia, d'appunto esplode. Anche se ammetto che Reroute To Remain mi è sembrato quasi alla pari, senza un reroute tu remain non sarebbe esistito un Come Clarity, nella discografia degli IF nulla è trascurabile è tutto è un continuo mutarsi e crescere, e permetto di dire, che qualche inciampo in alcune canzoni è consentito, dato il coraggio di questi ragazzi ad uscire le palle come nessuno prima, complimenti al recensore, sincerità, questo hai detto. |
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grande admiron, sei il migliore! |
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Un album assai commerciale!!!pero gli In Flames non si discutono.Sono una delle poche band decenti rimaste in giro!!! |
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take this life merita da sola i soldi dell'album |
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Beh...mi spiace far il bastian contrario ma questo album non mi piace. Non mi piace la ricerca sonora dei pezzi, smaccatamente incisivi al primo ascolto e superficiali, ma di quella superficialità studiata e meschina che mi fa incazzare. Questi non sono gli In Flames, sono una brutta copia della band che ricordo io, quella in grado di prenderti per le palle e sbatterti a terra con due riff e 3 urlacci. Venderà una quantità enorme di copie, ma a me non piace. Ascoltatevi i Novembre... |
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Ho iniziato ad ascoltare gli IN FLAMES da Soundtrack to your Escape, che devo dire non mi dispiaceva affatto. Questo nuova fatica la trovo veramente valida, dalla prima all'ultima song. Per quanto riguarda Reflect the Storm, concordo con quello che ha scritto SIMONE. |
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E' un disco ruffiano, meglio dirlo subito. Ciò nonostante, non è il caso di bocciarlo. Ben prodotto, ottimamente suonato, alcuni pezzi degni di nota, con buone melodie. Gli In Flames che vorrei io sono morti e sepolti dopo "Colony". Questo qui è un altro gruppo, che non fa più capolavori, ma buoni dischi sì. |
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Sull'influenza degli In Flames (e dei Dark Tranquillity) sul metal americano di oggi è proprio difficile dissentire; sul fatto che quest'ultimo fatto sia un bene (considerando cosa gira nelle charts americane degli ultimi tempi) si potrebbe tranquillamente opinare; ma per me chi copia ha sempre torto, e chi copia, in questo caso, sono gli americani. |
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Come sempre, la verità sta nel mezzo. Da Clayman in poi gli In Flames sono un altro gruppo, tutto qui. Si sono sputtanati da un punto di vista death, ma hanno ispirato centinaia di gruppi con una nuova forma di hardcore metal melodico. Non sempre il buttarsi sul commerciale è una cosa negativa... hanno aperto la strada al metal in molte classifiche statunitensi. Molti gruppi si possono solo sognare una carriera longeva come la loro. |
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ma stai scherzando? dopo clayman si sono evoluti in meglio |
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...fa semplicemente cagare, gli In Flames sono morti con Clayman! |
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Grazie Renaz! Il voto è altino perchè il disco per me è stato una vera e propria sorpresa e continuo ancora ad ascoltarlo con estrema goduria... |
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Forse (ma solo forse) il voto è altino, cmq complimenti per la rece, mi garba assai. |
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a proposito: reroute to remain e' fantastico |
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reflect the storm e' personalmente la mia preferita assieme a crawl through knives. cmq album fantastico dalla prima all'ultima canzone. mi sa che e' anche il mio preferito degli in flames anche meglio di lunar strain e colony |
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Personalmente sono daccordo sul fatto che sia il miglior album dai tempi di Colony, ma non mi sento di mettere sullo stesso piano "Soundtrack to..." e "Reroute to remain" (reputando quest' ultimo molto molto valido). Cmq se Reflect the storm è "la canzone meno valida dell' album", beh, vuol dire che posso regalare la mia collezione di dischi al primo che passa, perchè il Metal non fa per me!! Dove la trovo un' altra canzone con tanta carica "aggressiva"? Boh! Resta in ogni caso un gran lavoro da parte degli In Flames, candidati a rimanere a lungo (spero) tra i Maestri del genere! Let Metal Reign |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Take This Life 02. Leeches 03. Reflect The Storm 04. Dead End 05. Scream 06. Come Clarity 07. Vacuum 08. Pacing Death´s Trail 09. Crawl Through Knives 10. Versus Terminus 11. Our Infinite Struggle 12. Vanishing Light 13. Your Bedtime Story Is Scaring Everyone
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Line Up
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Anders Fridén - vocals Jesper Stromblad - gruitar Bjorn Gelotte - guitar Peter Iwers - bass Daniel Svensson - drums
Guest Musicians
Örjan Örnkloo – keyboards and programming
Uppsala Poker HC Crew – additional vocals on "Scream"
Lisa Miskovsky – additional vocals on "Dead End"
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