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Pink Floyd - A Momentary Lapse of Reason
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La vita è un violento vortice di emozioni che, nel bene e nel male, si insediano nel nostro animo caricandolo ogni giorno che passa di qualcosa in più. Ogni individuo dispone di una propria tempra, ognuno di noi è portato a sopportare diversamente, ma una cosa è certa: arriva sempre un momento in cui la nostra anima si sovraccarica e tutto crolla inevitabilmente, facendoci cadere addosso il peso di aver fatto troppo e di non essere riusciti a controllare ciò che avevamo. Quello che non uccide, fortifica, diceva F. Nietzsche, e se non rimaniamo totalmente schiacciati da ciò che ci è franato sulle spalle, è solo una questione di tempo prima di tornare a svolgere la vita di tutti i giorni.
Questo è quello che accade ai Pink Floyd dopo l'abbandono di Roger Waters nel 1985, che nelle fasi finali della registrazione di The Wall aveva relegato il tastierista Richard Wright al ruolo di semplice turnista, estromettendolo a tutti gli effetti dal gruppo. Successivamente aveva preso il totale comando della band, producendo un album come The Final Cut, che aveva ben poco del sound tipico della band e poteva serenamente essere visto come un suo prodotto solista. Dopo l'abbandono e la situazione già compromessa, arriva una lunghissima e intensa battaglia legale sull'uso del nome del gruppo: i superstiti David Gilmour e Nick Mason, riescono alla fine ad ottenere i diritti per continuare a produrre musica sotto il leggendario monicker. Ciò che rimane è un tessuto stracciato, logorato dalle fatiche di due decenni intensi e ricchi di emozioni, dagli abbandoni, dalle droghe e da un successo sempre crescente e quasi impossibile da gestire per dei normali essere umani. A Momentary Lapse of Reason è effettivamente tutto quello di cui la band ha bisogno. Questo disco è un momento di pausa per ordinare nuovamente le idee, un disco in cui le redini del gruppo vengono prese da un Gilmour finalmente libero di potersi esprimere, sia nel ruolo di cantante che di chitarrista, libero dalla presenza pressante ed egocentrica di Waters. Tutti i brani di questo album vengono da lui composti insieme ad alcuni arrangiatori esterni. Anche la produzione è nelle mani del chitarrista, con l'aiuto di Bob Ezrin, nome noto per aver prodotto nelle medesime condizioni anche The Wall con i Pink Floyd.
Il disco si apre con una strumentale Signs Of Life che subito ci introduce in un ambiente ricco di suoni naturali, che ci fanno percepire nello sviluppo del pezzo una sorta di incertezza e di inquietudine interiore, che poi viene spazzata via da una chitarra pulita ed eterea. Il tema del volo, inteso come liberazione di se stessi e ricerca del senso della propria vita, è al centro di Learning to Fly, una delle canzoni più riuscite dell'intero album, in cui la voce di Gilmour accompagnata da un uso magnifico dei cori e dei controcanti, trova spazio nel ritmo trascinante costruito da Mason. Con The Dogs of War l'aria leggera e introspettiva del disco diventa pesante e tempestosa fin dai primi secondi. Il tema della guerra si affaccia nuovamente nei testi dei Pink Floyd: la canzone è una critica a tutti gli uomini che non capiscono che il mondo che stanno distruggendo è lo stesso per tutti e quindi alla fine non ci sarà nessun vincitore, ma soltanto vinti.
Puoi bussare a qualunque porta ma ovunque vai sai già che sono stati lì prima di te. E così i vincitori possono anche perdere e le cose venire distrutte ma qualunque cosa cambi, sai già che i cani resteranno.
Un mondo, è un campo di battaglia. Un mondo, lo faremo a pezzi?
One Slip si discosta da tutto quello che abbiamo sentito, con dei ritmi molto più veloci e influenzati dall'uso dei sintetizzatori tipici degli anni '80, un po' troppo semplificati per quello che ci si aspetta dai Pink Floyd. Fortunatamente ci pensa On the Turning Away a rimettere tutto in ordine, creando qualcosa che ci scava nell'anima in una riflessione profonda: è così facile voltare le spalle e allontanarsi da chi soffre? Il sentimento che viene trasmesso durante tutta la ballad è di trovarsi di fronte a qualcosa di enorme e che ci ammutolisce, un continuo crescendo di emozioni, che culmina in quello che probabilmente è l'assolo di Gilmour più bello di tutto il disco. I tempi rallentano con Yet Another Movie, riportandoci ai lunghi spazi e a quella lentezza riflessiva a cui il gruppo ci ha abituato. La successiva Round and Around è un brevissimo strumentale che costituisce l'atto finale della canzone precedente. A New Machine Pt.1, Terminal Frost e A New Machine Pt.2 scorrono lisce una dietro l'altra, come fossero un'unica canzone: qui è dato ampio spazio alla musica e sono relativamente poche le parole, fredde e ciniche sul sentimento che si prova quando ci si rassegna nella totale solitudine dei propri pensieri.
Ti senti mai stanco di aspettare? Ti sei mai sentito stanco di restare qui dentro? Non preoccuparti, nessuno vive all'infinito.
Questi versi, tratti da A New Machine Pt.1, ci fanno rendere conto quanto sia terribile rimanere sospesi, senza avere la possibilità di trovare una soluzione e di quanto sia amara l'unica consapevolezza che ci rimane: quella che nessuno vive per sempre. Chiude il disco Sorrow che ci trasmette una sensazione di dolore completa, essendo una traccia elaborata e dominata da una chitarra violenta e distorta. Questo è il momento in cui si percepisce tutto il senso del disco, il dolore che si prova quando si è schiavi delle proprie catene mentali, dei ragionamenti complessi, che al momento di spiccare il volo, ci bloccano lasciandoci definitivamente a terra, immersi nel dolore di aver perso qualcosa che sappiamo non tornerà.
Questo disco non avrà di certo le atmosfere di The Dark Side of the Moon e neanche le trame complesse di The Wall, ma sicuramente riesce a trasmettere una sensazione di distacco positiva rispetto a ciò che vi è stato prima d'esso. Il cambio di sonorità rispetto ai dischi precedenti si sente e non è affatto sgradevole. Quello che i superstiti della tempesta ci vogliono far sentire è che il gruppo sta cambiando rotta, con un Gilmour al timone del vascello e che in questo breve lasso di tempo hanno bisogno di fare chiarezza, con un disco che trasuda un senso di incredibile spontaneità. Nonostante la perdita di un compositore eccentrico come Waters, soprattutto dopo aver sentito un disco come The Final Cut, si prova una strana sensazione di libertà ritrovata in A Momentary Lapse of Reason. La cosa più piacevole è che ci si accorge del cambiamento stilistico dei Pink Floyd, senza però avere l'impressione che l'anima sia cambiata. L'anima è solamente evoluta e questo disco ce lo dimostra.
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VOTO LETTORI
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Per me il libero e stupendo capolavoro del mio gruppo preferito . |
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Io do 90 a questo album. Per me il migliore dei Pink Floyd, mi piacciono parecchio le sonorità anni 80\'. Solitamente ascolto metal, ma questo album mi piace molto, ha un qualcosa che mi cattura.
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IL Migliore per distacco, è Wish You Were Here.. |
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È il peggiore e 84 è anche troppo... |
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84 nemmeno se lo ascolto ubriaco, fate i bravi!! 99 ed è poco. |
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Learning to fly,On the turning away e Sorrow i brani migliori,il resto sufficiente. Sicuramente non uno dei migliori dei PF ma un 75 se lo merita. |
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Riascoltato ieri e per me è un buon disco nulla più anzi mi sembra un disco solista di Gilmour a cui assegno un 70 eee.... nulla più. |
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100 è fin roppo per The Wall e 98 è troppo anche per Dark Side. Questo è da 7, 5 |
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A me questo album è piaciuto parecchio, tanto da cercarmi LP prima stampa, mi è piaciuto soprattutto il concetto dell\' album e quelle sonorità tipiche anni 80 mi fanno impazzire e ora mi riportano a quei tempi, certo non tutti i pezzi sono bellissimi ma ci sono delle vere perle, per me leggere 84-74 è un\'offesa a tutto il lavoro che ci fu dietro a partire dalla foto di copertina, per me la più bella dei pilk oltre che fantastica, che richiese tra i 10 e 15 giorni per l installazione (all\'epoca niente effetti speciali) il mio voto è un 90 magari un po\' coinvolto emotivamente (ma la musica è anche questo) a dispetto di tutti quelli che penseranno che non capisco una mazza, come secondo me 100 è troppo per the Wall che addirittura supera dark side..... |
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Un buon disco di Gilmour con stralci di sonorità Floydiane... e quanto si sente la mancanza di Waters!!! Fossero stati uniti come tanti e tanti anni fa sarebbe stato altro disco altra musica... La musica dei Pink Floyd. |
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A me piace molto, anche se The D.B. lo reputo ancor più bello e più completo (ho letto che qualcuno preferisce questo, pura questione di gusti personali). Una piccola osservazione sul commento lasciato LMA: devo dire che quello che hai scritto è quello che ho pensato la prima che ho ascoltato The Final Cut; un album che mi piace ma ho sempre avuto come una sensazione di qualcosa di "frenato" a livello musicale a vantaggio (quasi sproporzionato) dei testi... È se non erro è una critica che (più o meno) fece D. G a R. W. Con i dischi successi a The Final Cut sembra quasi che D. G. abbia sfogato il suo bisogno di senso musicale melodico interiore... e il nostro udito, animo e cuore ringrazia. |
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Se bello coincide con commerciale di sicuro! Io gli preferisco The Finale Cut. Dare 84 a questo album è quantomeno esagerato, forse andrebbe bene a The Wall. |
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Questo e il successore sono davvero molto belli, migliori di The Final Cut dove si sente troppo l'ego di Waters |
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Si sa già tutto di come sia nato questo album dopo la rottura della band.
Dico solo che questo album è < minore della somma delle sue parti,
proprio all'opposto di The Wall.
Con l'aggiunta che in questo album le sonorità tecniche sono qui molto basse, totalemente rinato nella versione remastered 2019 presente nel cofanetto "THE LATER YEARS"
Molto belli alcuni brani come On The Turning Away ma è con la splendida SORROW che si vede che possono ancora spiccare il volo.
Voto Personale: 77
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The Final Cut e qui finiscono i Pink Floyd,ovviamente è un mio pensiero e per molti non sarà la verità ma il dopo (comunque valido) mi è sempre sembrato altro,poi ciascuno la pensa come vuole.ciao |
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un disco senza compromessi....o si ama o si odia . Pubblicato anch ' esso sotto il nome Pink Floyd subito dopo The Final Cut ( scritto - diretto - interpretato da Waters ) e dopo aver vinto la lunga causa legale nei confronti di Waters per l ' utilizzo dei diritti del nome e' da considerarsi la risposta musicale e compositiva di Gilmour verso il suo " amico / nemico " storico . Per renderlo possibile e dare un segno tangibile non si e' badato a spese con una partecipazione di session man di primissimo livello il tutto coadiuvato da una produzione enorme e minuziosa che porto' il successivo tour mondiale promozionale che insieme a PULSE ( 1994 ) ad essere considerati sicuramente i piu' maestosi della band . O si ama o si odia....Certo i culturi dei Pink degli anni 70 creatori di dischi memorabili rimasero sconcertati , delusi e spiazzati dal sound decisamente piu' commerciale ma non per questo meno attraente perfettamente in linea con lo stile in voga anni 80 / 90. Sentore del cambiamento si ebbe gia' da The Wall . Detto questo a me il disco piace....certo non raggiunse le aspettative iniziali ma e' comunque interessante e accattivante grazie ad alcuni buonissimi brani che , oltre ai pezzi storici , divennero subito dei classici immortali ( Learning To Fly - Sorrow - On The Turning Away - Dogs Of War ) e suonati in tutti i loro successivi concerti . |
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... vabbeh, lo metto io che se lo merita alla grande: SCOTT PAGE, la marcia in + che ha questo disco è la sua. Ho visto anche accreditato un certo JOHN HELLIWELL, già SUPERTRAMP, ma a tutti gli effetti, un Very Special Guest. |
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Xchè nei crediti manca il nome dello strabiliante sassofonista lungocrinito? |
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Finalmente liberi dal giogo ossessionante ed ossessivo di ROGER WATERS, GILMOUR e MASON prendono in mano le redini di ciò che resta dell'idea dei PINK FLOYD, x traghettarli il + lontano possibile attraverso gli anni '80. X fortuna gli odiosi suoni anni '80, appunto, sono abbastanza limitati, e in + i due, riescono anche a ridare a RICHARD WRIGHT il suo giusto peso, dopo che WATERS aveva cercato di relegarlo a semplice gregario. Quando uscì il disco, ero, come altri, abbastanza impregnato di discorsi tipo sul tradimento a SYD BARRETT e altre cagate del genere, ma ascoltandolo, forse complice qualche avventura/disavventura amorosa adolescenziale, mi conquistò assolutamente. Ed ancora oggi penso sia un gran bel disco, realizzato da musicisti di prim'ordine, con la loro solita cura certosina, ma lo stesso immediato e coinvolgente. Il paragone col passato, arrivati a questo punto, non ha ragione di esistere. Bella recensione che mi trova d'accordo su tutto, alla faccia di chi criticava il recensore giovane. |
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disco che reputo complessivamente valido ma che allo stesso tempo non mi lascia una gran voglia di riascoltarlo.
Canzoni come Sorrow,Dogs of War e One Flip sono comunque degne di nota
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Bellissimo! Ok, gli album importanti dei Pink Floyd sono altri... ma anche qui c'è tanta meravigliosa musica. Molto meglio del suo astruso predecessore. Poi la tournée che ne seguì è entrata nella storia del rock... |
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Album eccelso come tutti i loro dischi.soprattutto sorrow da antologia. |
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L'album può piacere o non piacere, è una questione di gusti (discorso a parte per chi lo ama grazie ai ricordi ad esso legati e sui quali nessuno può dire nulla, e credo che siano in tantissimi ad averne). Fare discorsi pre o post Waters lascia il tempo che trova (se confrontiamo il primo e l'ultimo album non sembrano mica lo stesso gruppo, e difatti non lo è). Forse è l'unico disco a nome Pink Floyd che, ad oggi, può risultare un po' datato e questo a causa della saltuaria presenza (non troppo ingombrante fortunatamente) delle tipiche e odiose sonorità anni 80. Il punto è che, se prendiamo una qualsiasi canzone X, e ci aggiungiamo alla fine un assolo di Gilmour, il valore della stessa si alza, ed in alcuni casi abbastanza vertiginosamente. Discorso che vale per Sorrow, che a conti fatti è una gran bella canzone, oppure On the turning away, melodia un po' fine a se stessa, "commovente" e "irritante" al punto giusto, ma che grazie (soprattutto ma non solo) alla mano dello zio David nel finale prende bel altra piega e spessore. Alla fine il merito maggiore di quest'album, e soprattutto del successivo tour, è di aver fatto avvicinare al gruppo una nuova generazione che ha potuto vivere in prima persona il mito dei Pink Floyd. Io, e quelli della mia età presumo, fortunatamente ci siamo entrati per un pelo con The Division Bell |
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Per me questo è un album veramente stupendo; mi piace anche di più di Division Bell. Le canzoni sono tutte bellissime, magari non ci sono gli sprazzi del passato, ma ogni tassello è al suo posto e crea un mosaico stupefacente. Poi quando Gilmour parte con gli assoli in One Slip, On the Turning Away e Sorrow si vive un sogno. 85 |
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Uscito di scena lo scrittore, il musicista ha potuto ricominciare a fare musica. Un prog d'atmosfera dei loro. Un disco di vera musica. 80 |
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i PINK FLOYD sono la migliore band di sempre personalmente non riesco a stare più di 4 giorni senza ascoltare un loro album il loro suono è unico la chitarra di gilmour è di un altro pianeta pur amando moltissimo gruppi come iron maiden black sabbath judas priest e primi metallica dei PINK FLOYD sono proprio dipendente consiglio a tutti di ascoltare anche gli album solisti di gilmour anche il suo ultimo lavoro è ottimo |
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Learning to fly un'immenso brano che tocca nel profondo. Un vortice di emozioni e rispettivo video bellissimo! |
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Orsù ragazzi, non starei a polemizzare se qualcuno dicesse che questo è per lui il miglior album della storia, ma dire di amarlo a prescindere perchè "é pur sempre dei Pink Floyd" è allucinante... Dov'è l'obiettività, la critica, la volontà di analizzare un qualcosa? Si prega fornire motivazioni di ciò che si ama.... |
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vi prego eliminate il voto lettori non si può vedere. Nuovo Restyling a metallized.it |
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vi prego eliminate il voto lettori non si può vedere. Nuovo Restyling a metallized.it |
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Questo disco non lo ho ascoltato, non sono un grandissimo fan dei Pink Floyd, di tanto in tanto però ascolto qualche lavoro. @Prog secondo me The Wall è il loro lavoro migliore non che uno dei migliori concept album mai concepiti. Comunque ogni recensore ha la propria idea e l'età conta poco, basta che l'opinione (anche se deviante) sia motivata e giustificata adeguatamente. Mi sembra che Axoras lo abbia fatto. |
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@Prog: Ciao Prog, prima di citare un voto, ti invito a leggere la recensione e il processo che ha portato a quella conclusione. Mi riferisco in particolare all'ultimo paragrafo che ho scritto in quella recensione, che tratta il discorso "miglior album dei PF", cosa che ho notato prima di assegnare il voto guardando tutte le altre recensioni sul sito. Grazie |
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A me piace, non è un brutto disco, ma concordo con @Prog sotto molti aspetti, secondo me se volete vedere e ascoltare i migliori Pink Floyd, prendetevi "Live at Pompei" e godetevelo dall'inizio alla fine! E questo non vuol dire che il resto faccia schifo, ma il periodo migliore (a cui non si sottrae nessuna band) secondo me (perché sono sempre giudizi personali) era quello. @Spiderman #34, hai ragione anche tu, ma purtroppo esiste e persevera l'immunità diplomatica anche in musica... |
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Disco da valiutare discreto e che costituisce uno dei vertici bassi dell'intera produzione floyduana. Chi lo repiuta una pietra milioare probabilmente conosce bene solo la parte finale della carriera di questa fantastica band e poco il primo inarrivabile periodo. Trovo le critiche al recensore ingiustificate vista la sua giovane eta', ma concordo con chik sostiene che recensioni simili vadano affidate a persone più esperte. Soggiungo, infine, che secondo questo sito The Wall è il migliore album dei PF il che è palesemente una cretinata enorme. Contenti voi |
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In riferimento ad Animals, si sono accostati i PF al punk. Questo è più accettabile? eheheheh no dai, sono entrambe assurdità... Questo disco esula dalla mia discografia, perché ai tempi lo bollai come una mezza sega... magari lo riascolto? |
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Interrogarsi su un eventuale confronto metal e pink floyd è come cercare di capire se è meglio il mare o la montagna: due cose assolutamente non confrontabili. Per il resto, nella mia opinione, cuore e storia sono motivazioni piu che lecite per i numeri della colonna a destra |
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@ spiderman: ecco appunto. |
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Questo disco non ce l' ho e neanche l' ho ascoltato, vedro' di provvedere, pero' vedo con stupore che i Pink Floyd hanno tutte votazioni recensive sopra il 90 in media direi, Pink Floyd batte Metal=90 a 0?.possibile che tutto quello che hanno fatto non contempli voti brutti? Mah! La severita' va usata altrove evidententemente. |
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l'età non centra niente con il parere personale di un qualsiasi recensore di qualsiasi età abbia!! @Carmine intanto Axoras a dato merito ad un album che vale e come se vale "A Momentary Lapse of Reason". @Carmine, tu pensa che io ho quasi 40 anni e per me "A Momentary Lapse of Reason" è una pietra miliare del prog rock di "classe" e ho detto tutto, ovviamente vanno rispettati anche tuoi i gusti musicali per carità!! |
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Considerando che l'Italia è il paese con la classe dirigente, da banchieri a politici, con il tasso d'età più alto d'Europa, dovremmo avere uno stato estremamente efficiente e perfetto. Aldillà dell'ironia spicciola, non credo minimamente che esser più grandi significhi in automatico avere più esperienza, è un semplice luogo comune e come tale è buono per fare il brodo Per il resto, possiamo avere idee differenti sul disco, ma non per questo mi permetterei mai di fare riflessioni su di te o su quanti anni hai o cose del genere. Fare un discorso basato su un luogo comune e su un giudizio su di me, persona che non conosci (e di conseguenza non sai cosa so o come ho recensito il disco), non è propriamente carino e neanche particolarmente maturo, rimanendo in tema d'età. Un ringraziamento a Trucido e Lizard per aver fatto chiarezza. |
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@ Er Trucido: la mia è una critica costruttiva altrimenti non leggerei i vostri lavori sia ben inteso Va apprezzato il coraggio di afrontare recensioni così difficili da parte dei giovani, ma credo che proprio per il fatto di essere giovani finiscano per mitizzare tutto solo perchè il gruppo si chiama Pink Floyd. Un recensore esperto non cadrebbe in quest'errore. |
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Non può essere il solo metro di giudizio e dire "troppo giovane per recensire dischi del genere" antepone questo a tutto. Anche perché da una data di nascita si può sapere tutto di una persona? Io non credo proprio, considerando poi che ci sono anche persone con più esperienza che la pensano uguale ad uno "troppo giovane". Opinioni sì e parliamo pure del disco, anche in maniera opposta, ma senza giudizi gratuiti sulle persone, grazie. |
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L'età conta eccome quando si recensisce, Perchè se uno è appassionato di musica all'età di 15 anni, sicuramente 20 anni dopo avrà un conoscenza decisamente più vasta che gli permetterà di essere molto più obiettivo. In ogni caso la recensione a me è piaciuta. E il 100 a The Wall, ci sta tutto. |
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O forse dovresti lasciar perdere i discorsi sull'età del recensore, che non fanno sembrare la tua un'opinione o una critica, ma solo un pregiudizio, cosa appunto irritante. |
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@ Lizard: irritante? Esprimo liberamente la mia opinione cosa c'è di irrtitante? Forse dovreste darvi una regolata su come rispondete alle critiche che evidentemente vi urtano. |
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@Carmine: credo sia almeno la seconda volta che fai riferimento all'età del recensore e non sei il solo. E' una cosa abbastanza superflua e irritante. Messa così, solo i sessantenni dovrebbero avere accesso alla scrittura. Ma diciamoci la verità, di sessantenni che hanno il tempo, la voglia, l'energia e la passione per dedicarsi a gratis ad un impegno come questo, ce ne sono ben pochi. Abbiamo lasciato quasi due mesi il bando aperto per i nuovi redattori e sai quanta gente over 40 ha scritto? E poi chi ha detto che l'età faccia la preparazione? E vogliamo parlare del contatto con la musica odierna, dei tormentoni relativi ai "bei tempi"? Noi saremmo ben lieti di avere recensori di qualunque età e in effetti li abbiamo e col tempo abbiamo imparato che l'età conta ben poco. Ben vengano i giovani, che non per la loro età potrebbero essere meno preparati e però proprio grazie ad essa hanno quell'entusiasmo e quella voglia di fare che tanti preferiscono riservare ai commentini denigratori sotto le loro recensioni. Con rispetto parlando, a ognuno il suo. |
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@ CYNIC: le pietre miliari dei Pink Floyd sono ben altro e credo che il voto del recensore, troppo giovane per recensire dischi del genere, sia fuorviante e crei confusione per una corretta comprensione della discografia del gruppo. Non concordavo nemmebo con il 100 dato a The Wall perche altrimenti a trittico TDSOTM, WYWH e Animals si divrfebbe dare 3000!!!!!! |
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Buon album con buone atmosfere e ottimi brani sparsi qua e la, vedi ad es Sorrow e On The Turning Away(stupenda quest'ultima), ma siamo sicuramente lontani da quello fatto in precedenza e non solo in termini di anni. Tra l'altro Learning To Fly non sono mai riuscito a digerirla, sensazione personale. Nell insieme e cmq migliore di The Division Bell, non fosse per 3/4 pezzi dell'album del 94 che fanno da contrappeso facendomi essere indeciso su quale preferisco tra i due album post Waters, se non altro AMLOR è più ricercato e meno mainstream. Il voto lo trovo un po eccessivo. Una piccola curiosità: le melodie cantate di Yet Another Movie a Sorrow mi son sempre sembrate uguali, non trovate ? |
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probabilmente quello che mi piace meno dei PF |
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E' il disco dei Floyd che mi piace meno, forse l'unico che trovo poco ispirato. Anche i suoni, l'elettronica tipica della seconda parte degli anni ottanta è usata in un modo che non mi piace. Un disco che non ho mai digerito, pur amando alla follia il gruppo. Al contrario, The Division Bell è tra i tre/quattro che preferisco, Animals sopra a tutti. |
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Legati a questo disco, mi ricordo soprattutto i concerti della tournee successiva che ho avuto occasione di vedere in più location, su tutte quella all'Arena di Verona. Quindi, per me, queste canzoni, hanno i colori, gli effetti e i suoni della versione dal vivo, con tanto di filmati sullo schermo rotondo. Non è paragonabile ad Atom..., Meddle, The Dark Side... e Wish... ma è comunque un grande disco. Au revoir |
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Album passsabile assolutamente non fondamentale nella discografia dei Pink Floyd. Il voto è esagerato, pere me vale al massimo 70 e sono stato di manica larga. |
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aspetto the division bell |
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Di certo non lo consiglierei ad uno che non conosce per nulla i PF, opterei per gli album "storici", ma di certo questo album ha avuto in me una sua influenza all' epoca in cui usci. Non stravedo per i Floyd senza Waters, che ritengo avesse moralmente ragione a dichiarare la band morta (decisamente meno dal punto di vista pratico, ed infatti ha riconosciuto di aver sbagliato), ma ho comunque dei bei ricordi di questi brani. il salto di sette anni da l'ultimo album della band "The Wall" si sente eccome in termini di suoni (caratteristici anni '80), escludendo The Final Cut che vedo (e non sono il solo) come un lavoro solista di Waters (ma in fin dei conti lo era pure "Il Muro"), ma pure a tre gambe hanno lasciato il segno...segnetto và. Voto 80 perchè i Floyd non meritano mai di meno. |
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....ai tempi. |
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Uno di quei album extra Metal che ho divorato hai tempi della sua uscita. Meraviglioso. Voto 90. |
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non brutto, ma semplicemente privo della magia precedente. si sente la mancanza della psiche tormentata di waters. molta forma, poca anima. acquistato appena uscito, ascoltato una decina di volte, lasciato nello scaffale , dimenticato. |
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Disco onesto di una band che non aveva (giustamente) più nulla da dire avendo rivoluzionato il concetto stesso di musica più e più volte. Voto 70 |
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Per me è un discone della madonna. |
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Per me è un discone della madonna. |
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Learning To Fly e On The Turning Away sono da lacrime, il resto mi ha sempre detto poco, ma ad ogni modo ci sono legato, perchè sono i PF. |
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In ogni caso voglio un bene dell'anima anche a questo disco. |
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Per me invece "A Momentary Lapse of Reason" è una PIETRA MILIARE della musica "Prog Rock". Voto: 97/100 |
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Indubbiamente non ai livelli di altri monumenti di casa Floyd, ma come giustamente ricorda Axoras bisogna considerare le vicende biografico/"giudiziarie" che l'hanno preceduto. Concordo pienamente, AMLR è il migliore degli album possibili dopo The Final Cut e ha aperto prospettive purtroppo poco sviluppate, in termini di album prodotti, da Gilmour (personalmente amo alla follia The Division Bell). Comunque rimane la prova vivente che anche un' "onesta manovalanza pentagrammatica" si trasforma in un ottimo lavoro, nelle mani di un genio... |
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6
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Non vale un centesimo di ogni lavoro precedente |
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5
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Ci sono delle buone idee su questo disco (Sorrow, On The Turning Away), ma nel complesso non mi ha mai convinto tanto. Non è quell'album che mi andrei a risentire, tanto per intenderci. Concordo sul fatto che The Division Bell sia un passo avanti a questo. |
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Hanno sicuramente inciso di meglio ma rimane pur sempre un ottimo disco. |
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Blood Karma@ sono d'accordo, sebbene io non ami neanche The Division Bell musicalmente i due album sono su pianeti diversi. Questo è ovviamentr ben confezionato e suonato ancor meglio, ma ad eccezione di alcuni ottimi brani (Sorrow su tutti) mi è sempre parso di avvertire idee non perfettamente sviluppate, come se i 3 Floyd rimasti non sapessero molto chiaramente dove andare a parare. |
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questo è l'unico disco dei Pink Floyd che, a parte, Learning To Fly, mi ha sempre convinto poco...molto meglio Division Bell |
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Ricordi indelebili di quel meraviglioso 1987. |
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