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08/10/24
SIBERIAN MEAT GRINDER + GUESTS
FREAKOUT CLUB - BOLOGNA
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God Is An Astronaut - All Is Violent, All Is Bright
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( 6314 letture )
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È facilissimo reagire con freddezza alle cose durante il giorno, ma di notte è tutto un altro discorso. (Ernest Hemingway, "Fiesta")
Il ritmo con il quale gli eventi ci coinvolgono durante la giornata, luminosa e vitale, ci portano ad avere una mente sempre impegnata. Con il passare delle ore e l'arrivo della notte lentamente le nostre attività rallentano, fino a fermarsi nel momento prima che il ciclo si ripeta: quegli ultimi frangenti in cui siamo soli, nel nostro letto, ad attendere di addormentarci. I pensieri che girano nella nostra testa prendono lentamente forma e con estrema facilità ci ritroviamo a cullarci nelle nostre fantasie o a combattere le nostre paure, ma la cosa più importante, che rende quei momenti così densi e forti, è che tutto ciò accade mentre siamo da soli. È infatti grazie alla solitudine che mettiamo a fuoco con maggiore attenzione tutte le domande che non trovano risposta e spazio durante la giornata, prendendo maggiormente in esame noi stessi ed emancipando una sorta di autocoscienza. Osservando la candida artwork di All is Violent, All is Bright effettivamente le prime sensazioni che passano per la nostra mente sono la lontananza e una sorta di vuotezza, che ci portano a scandagliare lentamente diverse sfaccettature delle nostre emozioni. Successore dell'ottimo esordio The End of the Beginning, il secondo disco degli irlandesi è un'autentica alba: irradia tutto con violenza e brillantezza. Quello che i God is an Astronaut ci propongono è un post rock leggermente meno spaziale e più emotivo, nel quale non basta più lasciarsi cullare dalla musica, ma è necessario prestare attenzione a ciò che ascoltiamo per cogliere ogni dettaglio di un'esperienza incredibilmente introspettiva.
Il viaggio inizia con Fragile, brano che può essere assimilato ad un abbraccio caldo e morbido, che evolvendosi lentamente nel tempo si fa sempre più forte fino all'esplosione sonora dominata dalle chitarre distorte e dai synth; un ottimo inizio che è solo un assaggio delle tracce che seguiranno. Non tarda infatti ad arrivare la titletrack, una delle canzoni più amate del gruppo che grazie agli arpeggi sporchi e ad un groove decisamente presente che costruisce una sorta di sensazione di movimento. All is Violent, All is Bright infatti è la perfetta colonna sonora che potrebbe accompagnare le immagini che riassumono un lungo lasso temporale passato, poiché l'impressione di sentire il tempo che scorre è incredibile, soprattutto in tutta la parte che precede l'accelerazione finale. Riprendendo il concetto con il quale si apre la recensione, nulla esprime la solitudine meglio di Forever Lost. La canzone è probabilmente la più conosciuta del gruppo, nonché punta di diamante indiscussa e caleidoscopio di emozioni. Grazie al brano percepiamo l'isolamento sia come un qualcosa di caldo e avvolgente, come ad esempio nei refrain dominati dai synth, che di freddo e pesante nelle strofe in cui emergono le chitarre in clean e il pianoforte, a tratti nostalgico e struggente. La presa che ci monopolizza con tutta questa forza sembra allentarsi con Fire Flies and Empty Skies, pezzo decisamente più catchy e leggero, che mette in risalto la vena più spensierata e rock dei God is an Astronaut. Soprattutto la seconda parte della canzone decolla grazie alla prova di Lloyd Hanney alla batteria e ad un riffing più nervoso e spinto. A Deafening Distance è una profonda immersione nell'oceano, seguita a sua volta dalla caldissima Infinite Horizons, nella quale l'effettistica dal taglio fortemente elettronico apre la canzone in maniera a dir poco meravigliosa. Dopo essere riemersi dall'acqua osserviamo quella sottile linea che è l'orizzonte, in cui cielo e mare si confondono nella stessa tonalità, costituendo di fatto qualcosa di estremamente preciso e indefinito al tempo stesso. Il brano non decolla mai ed è un'ottima apertura per un altro pezzo destinato a rimanere nella storia del gruppo. In Suicide by Star ritornano le componenti space-rock, dilatate e pesanti, che evolvono lentamente con un andamento ritmico sempre crescente. La quiete durante è illusoria e le carte cambiano vistosamente quando entrano in gioco le chitarre distorte a dare "sustain" al pezzo. Nell'arco di pochi frangenti il brano evolve crescendo esponenzialmente fino ad esplodere definitivamente in una batteria martellante che nessuna persona che ha sentito questo disco dimenticherà. Il livello qualitativo sembra non calare mai, anzi tende inaspettatamente a salire con Remembrance Day, nuova versione della già proposta Remembrance in The End of the Beginning. Il brano ritrattato in All is Violent, All is Bright risulta decisamente più carico e brillante, meno elettronico e sintetico. Maestoso e con un arrangiamento che nella sua semplicità intacca fortemente la sfera emotiva, è probabilmente uno dei gioielli più preziosi del disco insieme a Forever Lost. Con Dust and Echoes ci avviciniamo alla conclusione, rilassandoci in una canzone che, per quanto trascinante, non ha un momento di spicco memorabile ed è forse l'anello più debole del platter, il che la dice molto lunga sul livello generale del disco. Il gran finale è affidato a When Everything Dies, che apre con una lunga introduzione ad effetto interamente basata su synth e pianoforte. La canzone emana una sorta di serietà che allontana le atmosfere sognanti a favore di qualcosa di più maestoso e tragico.
Ritornando dall'universo parallelo in cui siamo stati proiettati nell'ascolto, spendere delle parole sulla produzione è a dir poco superfluo, poiché è da sempre cavallo di battaglia dei God is an Astronaut: curata e perfetta in ogni dettaglio, da un suono che si sente in lontananza ad uno che si sfuma graffiando, valorizza ogni momento e gli andamenti emotivi dei pezzi, costituendo di fatto la sensazione di un continuo movimento di immagini e sensazioni. Per quanto alto sarà negli anni a venire il livello qualitativo dei successori del disco, raramente il gruppo irlandese toccherà nuovamente le vette di questo capolavoro. Tirando le somme abbiamo di fronte a noi un viaggio introspettivo, da svolgere in una quieta solitudine e, appoggiandoci proprio a quest'argomento, non vi è altro modo per chiudere la recensione se non con una citazione da uno dei più grandi filosofi di tutto i tempi. Spero Seneca non me ne voglia per il ritocco, tanto necessario quanto più opportuno.
All is Violent, All is Bright è per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo.
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9
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Gran bel disco, ma produzione curata e perfetta proprio no. L'album ha una dinamica molto bassa, ascoltarlo su un impianto hi-fi di buon livello è una sofferenza purtroppo. Ma ormai questo è l'andazzo delle produzioni "moderne" |
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8
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Il loro migliore, mai e poi mai più raggiunto. Ed è anche uno degli album post rock più belli di sempre. 88. |
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7
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Disco stupendo, delicato ed emozionante. Una splendida colonna sonora per i momenti della vita piu disparati. Capolavoro del genere. Voto 86 |
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6
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Il post è per Steelminded ciò che è il nu metal per Lambruscore (spero Axoras non me ne voglia per il ritocco, non necessario nè quantomeno opportuno) |
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5
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Bel disco, sicuramente il loro migliore. Come band li trovo un po' sovraesposti visto che, oltre questo, gli altri non sono nulla di che. 90 mi sembra altino, sarei più per un 80 ma vabbè, bella recensione comunque. |
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2
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Uno fra i punti piú alti toccati dalla "seconda ondata" post rock. Come han giocato loro con la dinamica dei suoni e le costruzioni su climax ascendenti in questo disco quasi nessuno mai. Bravo Michele per la rece! |
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1
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Una recensione post-rock! L'aspettavo e avete beccato anche un gruppo che mi ispira parecchio. Ho ascoltato questo, l'omonimo e qualcosina sparsa e devo dire che i primi due album sono veramente belli. Remembrance Day è tipo la canzone che cercavo da anni e quando l'ascoltai mi si aprii un mondo. Li approfondirò senz'altro e grazie per questa recensione, spero ne usciranno altre! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fragile 2. All is Violent, All is Bright 3. Forever Lost 4. Fire Flies and Empty Skies 5. A Deafening Distance 6. Infinite Horizons 7. Suicide by Star 8. Remembrance Day 9. Dust and Echoes 10. When Everything Dies
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Line Up
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Torsten Kinsella (Voce, Chitarre, Tastiere) Niels Kinsella (Basso) Lloyd Hanney (Batteria)
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