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30/01/25
BERNTH, CHARLES BERTHOUD E OLA ENGLUND
SANTERIA TOSCANA 31, VIALE TOSCANA 31 - MILANO
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( 4283 letture )
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Tutti per uno, uno per tutti; frase assai celebre, che però in questo caso specifico ci riporta solo indirettamente alle avventure cappa e spada di D’Artagnan e dei suoi amici: quest’oggi utilizziamo infatti il motto dei Moschettieri per parlare più propriamente di un album importantissimo per la storia del metal, al pari dei precedenti due, di una band fin troppo sottovalutata. Si tratta, logicamente, di All for One del trio britannico dei Raven, che effettivamente condensa in un solo disco le qualità già mostrate dai nostri in Wiped Out e Rock Until you Drop ed al tempo stesso può essere considerato come la summa del loro sound: per tornare alla frase con cui abbiamo aperto questa recensione, All for One è davvero tutti per uno ed uno per tutti, di nome e di fatto. E’, peraltro, l’album che chiude un trittico semplicemente perfetto da parte della band di Newcastle, che non sarà più capace di ripetere i fasti dell’epoca d’oro, precipitando via via verso un doloroso anonimato -anche per problemi legati alla scelta dell’etichetta- davvero ingiusto, considerando che più o meno ogni band speed/thrash che si rispetti deve tantissimo ai fratelli Gallagher (no, NON quelli, per fortuna). Il loro “difetto”, forse, se così si può chiamare, è stato paradossalmente proprio quello di trovarsi in una sorta di limbo dal punto di vista musicale, dal momento che il loro cosiddetto athletic rock si rivelò importantissimo per la NWOBHM, ma cedette troppo facilmente il passo allo speed ed al thrash, che pure aveva fortemente contribuito a generare.
Si tratta di una situazione non semplice da descrivere in maniera accurata e, forse, non è neppure il caso di farlo: All for One, lungi dall’essere un prodotto che anticipa la futura decadenza dei dei Raven, è un disco bellissimo, variegato e che suona fresco ancora oggi, dopo oltre trent’anni. Take Control è aperta da una batteria marziale e possente, con un riff di chitarra squisitamente classico a reggere il gioco e la consueta, inconfondibile voce di John Gallagher a condire il tutto. E’ un antipasto con i fiocchi, ma anche il resto del companatico non è certo malvagio, tutt’altro: Mind over Metal fa capire quanto il riffing della band abbia influito sui giovanissimi Metallica, tanto per citare un gruppo a caso, mentre Sledgehammer Rock, più hard rock che metal in senso stretto, invoglia al canto a squarciagola con il suo ritornello ad effetto, altro marchio di fabbrica del trio di Newcastle. Non tutti, magari, apprezzeranno la voce particolare di Gallagher, ma negare le qualità della band sarebbe assolutamente folle. Da notare, sempre parlando dei Metallica, che Kill’em All venne pubblicato appena un mese prima di questo All for One, in una sorta di immaginario passaggio di consegne. Il ritornello ad effetto è, inevitabilmente, il cuore della title-track, che logicamente cita a sua volta il motto dei Moschettieri ed appare come l’anthem perfetto da proporre ad arene di spettatori, arene che per la verità i Raven vedranno assai poco. Il riffing spaccaossi della chitarra di Mark Gallagher torna a farsi sentire in Run Silent, Run Deep, animata poi anche da un ritornello piacevole, seppur stavolta non indimenticabile, mentre è molto più veloce e divertente Hung, Drawn & Quartered, speed metal allo stato puro oltre che uno dei vertici di All for One. Take it Away e Break the Chain sono altri due classici e vedono la band più affiatata che mai, aiutata anche da una produzione forse non sfavillante, ma che suona squisitamente anni 80, con la batteria ben riverberata e la chitarra affilata e tagliente al punto giusto. Curiosamente, un altro pezzo da novanta del disco, nonché uno di quelli dal riffing migliore si chiama Seek and Destroy, una coincidenza notevole, anche se nel caso specifico la strofa ricorda più The Small Hours degli Holocaust che il coevo brano di Hetfield e soci. Il finale, naturalmente, è affidato ad Athletic Rock, una canzone autocelebrativa della musica proposta dal trio ed anche questa ben riuscita, seppur leggermente inferiore rispetto ai macigni che la precedono. I Running Wild, in ogni caso, così come altre decine di band, ringraziano sentitamente.
Come dicevamo, c’è un po’ di tutto in questo album: riff hard rock, passaggi al limite con il thrash, assoli urticanti, passaggi più pesanti, altri più old school; un calderone notevole, che però funziona sempre a livelli incredibilmente elevati e coinvolgenti, grazie alle abilità compositive di prim’ordine che i Raven mostrano in questo lavoro. Purtroppo non ripeteranno più un simile exploit –anche se la qualità del recente ExtermiNation lascia ben sperare- ma le note da loro suonate in All for One e nei suoi illustri predecessori dovrebbero esser comunque tenute in elevatissima considerazione da tutti coloro che si professano amanti dell’heavy metal. Qui, tanti anni fa, si faceva la storia e, se anche la storia stessa li ha un po’ sconfitti, i (veri) fratelli Gallagher andranno per sempre ringraziati per il loro fondamentale contributo.
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6
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Riascoltato anche questo, bellissimo, con Rock Until You Drop è una bella gara, per me i due migliori....a parte Live At The Inferno, doppio mastodontico di cui spero arrivi la rece, anche qui, come spesso accadeva, a suggello della prima parte di carriera visto che seguirà il discusso Stay Hard |
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5
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un concentrato di energia coinvolgente e galvanizzante. Sfido chiunque a star fermo ascoltando questo disco! |
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4
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per ciò che mi concerne, il disco 'definitivo' dei Raven. i primi due erano ottimi ma penalizzati da una produzione non all'altezza (Wiped Out soprattutto). qui invece il risultato finale è eccelso sotto tutti i punti di vista. consigliatissima "Hung drawn & Quartered", vero inno 'speed' , una song che è da 37 anni che mi tormenta, un dolce, veloce, affilatissimo tormento... complimenti ai Raven che con quest'album raggiungono l'apice. purtroppo tutti i loro albums successivi, benchè spesso di buon livello, non riusciranno mai a bissare 'All For One'. Da avere! |
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3
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A solo un anno di distanza dalla pubblicazione del precedente vinile i raven piazzano un' altro validissimo disco. Molto vario, ben articolato e suonato sempre con foga ed entusiasmo i raven piazzano altre song che andranno a fare da colonne portanti al successivo doppio album di rito e cioè uno dei più bei album live (imho) dal titolo eloquente : live at inferno. E il thrash metal ringrazia ..... |
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2
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Altro bel disco dei Raven, gruppo che ho sempre amato. Preferisco i primi due però. |
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1
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Questo è il disco dei raven che conosco meno, dovrò provvedere. Da rimarcare l'ottima recensione che i detrattori di questa band dovrebbero leggere viste le minchiate sparate nella recensione di ExtermiNation. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Take Control 2. Mind Over Metal 3. Sledgehammer Rock 4. All for One 5. Run Silent, Run Deep 6. Hung, Drawn and Quartered 7. Break the Chain 8. Take It Away 9. Seek and Destroy 10. Athletic Rock
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Line Up
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John Gallagher (Voce, Basso) Mark Gallagher (Chitarra) Rob "Wacko" Hunter (Batteria)
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