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Klee Project - The Long Way
14/11/2016
( 1407 letture )
Ci siamo ormai abituati ad utilizzare l'espressione “supergruppo” per indicare quei progetti sviluppati da grandi musicisti, che decidono di unire le proprie forze e le proprie notevoli abilità per condensarle in un disco; non sempre, a dire il vero, al “supergruppo” corrisponde anche un “superdisco”, dal momento che, specialmente se gli artisti provengono da scene divergenti, non è certamente facile veder scaturire prodotti all'altezza delle aspettative o anche solo dischi piacevoli. Più spesso, infatti, si va incontro a “superdelusioni” (ok vi giuro che la finirò qua con simili neologismi).
Ci sono tuttavia casi in cui, effettivamente, band formate da musicisti già affermati riescono a trovare l'amalgama necessario a far bene. Oggi ci occupiamo in particolare di un supergruppo che peraltro è di casa nostra, dal momento che i Klee Project si sono formati ad iniziativa dei due cantanti Roberto Sterpetti ed Enrico “Erk” Scutti (Cheope, Figure of Six), per poi annoverare fra le loro fila il chitarrista Marco Sfogli (all'opera già con la P.F.M. e con James LaBrie), il bassista Lorenzo Poli (Vasco, Nek) ed il batterista Antonio Aronne (anche lui visto con i Figure of Six).

Come avrete notato, i musicisti coinvolti in questo progetto provengono da scene decisamente diverse fra loro e non tutte ascrivibili esattamente all'hard rock o all'heavy metal, anzi! Ma, prima che decidiate già aprioristicamente di dedicarvi ad altro, date più di una possibilità al loro esordio, The Long Way: i nostri, infatti, suonano un interessante hard rock con aperture melodiche e persino elettroniche sinfoniche (da segnalare anche la presenza di una orchestra), ma anche con sprazzi di metal di stampo moderno; un discreto calderone con tantissima carne al fuoco, che oltretutto è anche un concept album, dal momento che narra la storia tra presente, passato e futuro di un giovane musicista, che parte da Memphis con la sua chitarra percorrendo la vecchia Route 66 direzione L.A. per cercare fortuna con la sua musica, per usare le parole del gruppo. Pronti, dunque, a tuffarvi in questa proposta? Iniziamo con il viaggio lungo questa Lunga Strada. L'album è aperto da Everybody Knows, che costituisce già la summa dello stile dei Klee Project: riff muscolari in apertura, voce graffiante, aperture elettroniche un po' inaspettate, ma non sgradevoli, melodia dove occorre e rinnovata pesantezza per tranquillizzare chi si era preoccupato a causa delle succitate aperture. Confusi? Indubbiamente non si tratta di un brano semplicissimo da metabolizzare proprio a causa dei numerosi stili che in esso convivono, ma quest è anche la sua più grande forza! Southern Boy, come potrete facilmente immaginare, ci porta su lidi più tipicamente southern, con qualche influenza alla Black Label Society che fa capolino in modo assai gradito: la chitarra di Sfogli continua a macinare riff semplici, ma efficaci in grande scioltezza, mentre i due vocalist svolgono altrettanto egregiamente il loro compito, affiancati da una batteria precisa come un bisturi. Terza traccia terza influenza, The Long Way parte con ingannevole prima di rivelare un riff vagamene nu metal, che però riporta nuovamente su territori più melodici: l'influenza di una band come i Korn sembra qui abbastanza netta e non ci pare un difetto, al contrario ci convince abbastanza, per quanto ci sentiamo di preferire Southern Boy. Non può mancare ovviamente la power ballad di turno, che qui risponde al nome di If You Want: non si tratta di un pezzo destinato a rivoluzionare la storia della musica, ma a sua volta si lascia piacevolmente ascoltare e concede un po' di riposo alla chitarra, qui impegnata a tessere melodie più dolci rispetto ai riffoni ascoltati in precedenza. Va molto meglio con The Prisoner, brano che inizia in modo ancora una volta ingannevole, accelerando via via verso un ritornello che mescola egregiamente melodia e pesantezza: uno dei punti forti dell'album senza ombra di dubbio, gratificato anche da un ottimo assolo. L'elettronica la fa da padrona su Hereafter, canzone che viceversa ci convince fino ad un certo punto a causa di un andamento forse un po' troppo scontato e banale; poco male, perché i Klee Project tornando a menar le mani con Time is Over, beneficata da un gradevole riff sincopato che ricorda ancora certi pezzi dei Korn e con l'altra power ballad Your Sacrifice, meglio costruita rispetto a If You Want. Avrete ormai capito che il disco alterna alcuni momenti davvero eccellenti ad altri un po' interlocutori ed è questo ciò che capita con Close to Me, vagamente rimembrante il buon Marilyn Manson qui e là. Naturalmente, anche stavolta la band ritrova la retta via grazie a You Should Be Mine. Ci avviciniamo alla conclusione e, se This Game potrebbe tranquillamente esser inserita in un film della Disney (il che, per inciso, è un complimento), Lucrezia's Night mostra ancora una volta la versatilità dei Klee Project ed esalta la bravura di Roberto Sterpetti.

The Long Way, insomma, nonostante un po' di altalena qualitativa, è un disco ben composto ed interessante, melodico senza essere stucchevole e pesante quando serve esserlo; mescola forse un po' troppi ingredienti e cuoce troppa carne al fuoco, questo sì: forse qualche traccia maggiormente chiara ed inquadrata avrebbe giovato alla coesione complessiva dell'album. Tuttavia, la versatilità è come detto anche la grande forza dei Klee Project, che potranno sicuramente fare ancora di meglio proseguendo con questo intrigante progetto.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2016
Memorial Records
Crossover
Tracklist
1. Everybody Knows
2. Southern Boy
3. The Long Way
4. If You Want
5. The Prisoner
6. Hereafter
7. Time Is Over
8. Your Sacrifice
9. Close To Me
10. You Should Be Mine
11. This Game
12. Lucrezia's Night
13. Lucrezia's Night (Reprise)
Line Up
Roberto Sterpetti (Voce)
Enrico “Erk” Scutti (Cori)
Marco Sfogli (Chitarra)
Lorenzo Poli (Basso)
Antonio Aronne (Batteria)
 
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