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Blut Aus Nord - Deus Salutis Meae
28/03/2018
( 3881 letture )
Il ritorno dei Blut Aus Nord giunge a quattro anni dal precedente Memoria Vetusta III: Saturnian Poetry, un gioiello di black metal dissonante ed atmosferico incastonato in una produzione marcatamente più calda delle gelide distese di suoni cui i francesi ci avevano abituati. In questo lasso di tempo Vindsval, mastermind del progetto, ha comunque arricchito il proprio catalogo dando alle stampe per Debemur Morti due split, rispettivamente con i conterranei P.H.O.B.O.S., autori di un leviatanico drone doom scurissimo con cadenze industriali da apocalisse imminente, e con gli statunitensi Aevangelist, le cui torsioni death black sparate nello spazio profondo sembrano esporre la materia musicale “estrema” al collasso gravitazionale di un buco nero.
Tali collaborazioni hanno certamente contribuito a plasmare il linguaggio del nuovo album, con la produzione che torna fredda e distante, e il discorso musicale che si asciuga nei suoni e scarnifica nelle forme. Il quadro complessivo appare quello di un’architettura black-industrial mutilata dalla rovina del tempo, percorsa da una presenza umana che è allo stesso tempo artefice del paesaggio ed eco remota del suo passato splendore.

Concettualmente, Deus Salutis Meae si configura come un percorso iniziatico, un cammino dell’intelletto lungo il sentiero del misticismo greco-ortodosso riletto in chiave esoterico-misterica.
All’iniziale professione di fede nell’artefice e legislatore dell’universo (Demiourgos), seguono la danza corale, rituale orgiastico teso ad allentare i freni inibitori (Chorea Macchabeorum), l’identificazione dell’Empio, la Gnosi come conoscenza derivante dal dono intimo e divino dell’illuminazione, l’Apostasia come rifiuto del credo e l’Abisso come sua declinazione esperienziale, la Rivelazione dell’essenzialità dell’unione col Dio/demiurgo per il raggiungimento dell’armonia con il creato (Hesychasmos), creato che è diretta emanazione della sola volontà divina (Ex Tenebrae Lucis), e la Métanoia, il mutamento definitivo nel percorso di elevazione dell’intelletto umano, la concretizzazione della promessa che Dio fece all’Uomo di donargli un modo nuovo di comprendere l’universo.
Il Salmo 88 (87) contenuto nel libretto della versione in CD digipack (menzione doverosa per lo splendido artwork di copertina di Anna Levytska) rappresenta la perfetta sintesi di tale percorso: l’uomo, pur sofferente, incredulo dinanzi alla sordità di Dio alle sue preghiere, a tratti vacillante nella sua fede, continua a rivolgergli il suo sguardo, e ad invocarne l’intervento salvifico.

L’album si apre appunto con Demiourgos, intro ambientale giocata sulla stratificazione di riverberi metallici cui si sovrappone un recitato salmodiante. Chorea Macchabeorum è un mid-tempo dall’incedere industriale, in cui la schematicità del riffing portante disegna un’architettura imponente su cui si levano i vocalizzi tipici di Vindsval, gracchianti sussurri all’orecchio della voce oscura e distorta che alberga in ognuno di noi, mentre Impius è una sfuriata controllata di black abrasivo più vicina alle trame sulfuree della trilogia degli EP Liber. La glaciale freddezza percussiva dell’intero lavoro acquisisce già qui il tipico carattere organico delle creature sonore dei francesi: l’alternanza fra tempi pari e dispari conferisce un respiro magmatico e asincrono all’incedere del mastodonte industrial. Sia Gnosis che più avanti Hesychasmos, momenti epifanici lungo il sentiero della conoscenza mappato da Vindsval, sono brevi episodi ambient in cui il lavoro degli archi rimanda a certa micropolifonia mitteleuropea (il Ligeti di Le Grand Macabre ma anche il Penderecki di Trenodia per le Vittime di Hiroshima). Apostasis e Revelatio, invece, sono episodi di puro industrial black tra i ritmi marziali dei Mysticum, il lavoro armonico sghembo dei Dødheimsgard e certa epicità proto-industrial che rimanda ai Killing Joke di Hosannas From The Basement Of Hell. Resta ancora evidente il gusto per l’addizione (5) e la sottrazione (7) di tempi all’incedere squadrato della ritmica, come mattoni angolari in più o in meno che flettono la sagoma del monolite industrial. Episodio a parte sembra essere Abisme, il cui andamento ambient-doom, enfatizzato dal salmodiante baritono di Vindsval, come proveniente da antiche registrazioni di canti pagani, affresca voli melodici minimali tra i cieli metallizzati di 777: Cosmosophy. Ex Tenebrae Lucis procede nell’opera di progressivo disfacimento armonico nel lavoro di chitarra: il risultato è una distorsione dell’ambiente percettivo musicale non lontana dall’effetto straniante sortito dalle spirali cosmiche degli svizzeri Darkspace. La chiusura è infine affidata a Métanoïa il cui incedere, alternando ritmi cadenzati a tappeti di doppia cassa che rotolano sui tom in chiusura di ogni giro, sembra seguire il flusso di pensiero dell’iniziato, continuamente rinnovato dal dono divino della conoscenza.

Nella corposa produzione di Vindsval, Deus Salutis Meae ricava la propria nicchia all’intersezione fra i raggelanti disegni industrial di The Work Which Transforms God, la produzione più finemente ambient della trilogia 777, l’approccio ferino e lo-fi dei Liber, e il suono scarno e sinistro del recente Codex Obscura Nomina. Il ritorno all’uso esclusivo della batteria elettronica e al taglio produttivo freddo e “medioso” delle prime uscite a firma Blut Aus Nord restituisce tinte angoscianti e orrorifiche al disegno d’insieme. Il concept dell’album, pur non originalissimo, convince per la profondità della riflessione filosofica e l’attenzione alla corrispondenza fra sostanza e forma: gli arrangiamenti sono ricchi e articolati, la stratificazione dei suoni intellegibile, nonostante un generale appiattimento della dinamica dovuto appunto alla produzione sintetica. Non convince appieno la varietà del songwriting: per i frequentatori più assidui del catalogo della band francese l’impressione che si ricava dai primi ascolti è quella del già sentito, del lavoro di “maniera” che sacrifica il guizzo compositivo sull’altare della compattezza dell’esperienza d’ascolto complessiva.
Deus Salutis Meae è evidentemente un album difficile ed appagante, apparentemente monodimensionale eppure estremamente ricco, ma difetta in originalità nella scrittura ritmica e armonica. Ad ogni modo, come ogni uscita dei Blut Aus Nord, non mancherà di soddisfare la nostra esigenza di oscurità profonda, affinché in essa si stagli più nitida la luce.



VOTO RECENSORE
68
VOTO LETTORI
71.5 su 4 voti [ VOTA]
Aceshigh
Lunedì 2 Luglio 2018, 9.35.43
5
Uscita non memorabile per questa band. Si sente ovviamente dietro il tutto una mente decisamente notevole e non convenzionale; nell'arco delle 10 tracce spunti interessanti non mancano di certo, in particolare l'atmosfera apocalittica generale (sottolineata da una scrittura a tratti decisamente orchestrale) sottolinea in modo efficace il pensiero del concept. Il problema però è che il tutto, nonostante la brevità dell'album, risulta essere pesante, direi noiosetto, non riesce a decollare mai del tutto. È lecito aspettarsi di più da questo monicker. Voto 72
Ad Astra
Giovedì 29 Marzo 2018, 21.21.15
4
comprato sulla fiducia ma questo giro prende polvere, non ci siamo, concordo quasi in tutto.
Graziano
Mercoledì 28 Marzo 2018, 18.53.08
3
Dopo aver letto in giro recensioni incensanti e trionfalistiche, finalmente una che coglie nel segno. Album davvero troppo destrutturato e cacofonico (in senso negativo). Secondo me sono una band in caduta libera. Spero si riprendano o non acquisterò il loro prossimo album.
Alessio
Mercoledì 28 Marzo 2018, 13.55.35
2
Benvenuto. Buona la prima direi! L'album in questione secondo me è come dire un pò sotto i loro standard, tuttavia ciò che lo salva a mio avviso sono le partiture ambient davvero malatissime e alienanti. Lo ascolto piu che altro per queste. Però i tempi di Saturnian poetry (memoria vetusta 3) sono distanti. Voto giusto anche per me un 6,5.
Akaah
Mercoledì 28 Marzo 2018, 13.37.16
1
Con il recente ritorno dei Blut Aus Nord fa il suo debutto Valerio "bacodaseta", benvenuto in maniera ufficiale su Metallized!
INFORMAZIONI
2017
Debemur Morti Productions
Black
Tracklist
1. Δημιουργός (Demiourgos)
2. Chorea Macchabeorum
3. Impius
4. Γνῶσις (Gnosis)
5. Apostasis
6. Abisme
7. Revelatio
8. Ήσυχασμός (Hesychasmos)
9. Ex Tenebrae Lucis
10. Métanoïa
Line Up
Vindsval (Voce, Tutti gli strumenti)
 
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