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Marlene Kuntz - Catartica
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03/11/2018
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Che in Italia siamo, e siamo sempre stati, in cronico ritardo rispetto qualsiasi suggestione, musicale e non, proveniente da Stati Uniti e Inghilterra non è una novità. Nel nostro bel paese ci si è sempre mossi – e chi rimpiange il passato ne è evidentemente ignaro – solo per soldi, mai per amore dell’arte. Quindi chi, all’inizio degli anni novanta, si impegnò per pescare dalle cantine i vari Afterhours, Massimo Volume, Scisma e Ritmo Tribale non lo fece certo per amore di suoni nuovi, ma più per dare in pasto ai ragazzi italiani la loro versione personalizzata dei vari Nirvana e Pearl Jam, nella speranza che i loro dischi vendessero centinaia di migliaia di copie e che i propri conti in banca aumentassero in proporzione. Che poi fra le mani ci siamo ritrovati tutt’altro rispetto alle suggestioni provenienti da Seattle è sintomo di quest’ignoranza bestiale nei confronti della musica, ma è anche grazie a questa ignoranza se gli anni novanta in Italia sono stati un caleidoscopico coacervo di suoni e distorsioni che andavano da fascini post-Sonic Youth a intuizioni poetico/narcolettiche a-là Slint, quindi diciamo che per una volta non aver compreso appieno (più da parte di produttori e discografici, in verità, che dal pubblico) ciò che andava di moda è stato utile a portare, seppur per relativamente poco tempo, alla ribalta gruppi che altrimenti sarebbero marciti nelle cantine. Esulava - ma non si potrà mai sapere davvero quanto – da questa cricca di discografici il C.P.I., ovvero il Consorzio Produttori Indipendenti, etichetta discografica indipendente fondata dai membri del C.S.I., che si proponeva come faro della giovane musica rock italiana, producendo fra gli album migliori del decennio.
Fu Gianni Maroccolo a notare i cuneensi Marlene Kuntz quando entrarono fra i finalisti di un contest che avrebbe portato ad una compilation da lui prodotta: Rock targato Italia; e, ritenendoli fra i più interessanti, a farli firmare per la sua etichetta. Si occuperà anche della produzione esecutiva (quella artistica sarà lasciata a Marco Lega) del loro primo disco: Catartica, che in breve diverrà l’articolo di punta del C.P.I.. L’intuizione di Maroccolo fu confermata anche da Giovanni Lindo Ferretti che, ascoltando un demo del gruppo, gli piacque così tanto che volle inserire una cover del singolo Lieve nell’album acustico live dei C.S.I. In Quiete. In breve, grazie alla cover dei C.S.I. ed anche ad una entusiastica recensione di un loro demo su Rockerilla, l’attenzione attorno all’uscita d’esordio dei quattro piemontesi si fece considerevole e, nel 1994, quando uscì, Catartica non disattese le aspettative.
Come i migliori dischi, Catartica comincia con un manifesto di autoproclamazione: M.K., a partire dal titolo e per finire con i riff post-hardcore lancinanti, è una dichiarazione d’intenti formidabile che mette subito in chiaro che questi quattro ragazzi non stanno scherzando, proprio per niente. E quando lo sfacciato Cristiano Godano si presenta per la prima volta al grande pubblico urlando con la sua voce tardo-adolescenziale la frase che fra tutte resta più impressa, non si può che riconoscere di essere davanti a qualcosa di quantomeno parecchio diverso alle cose che si era abituati ad ascoltare in Italia all’epoca.
Lascia che ti vomiti un’onda di parole MA-MA-MARLENE è la migliore!
Poi si passa ad una tripletta di canzoni che forse è il miglior quarto d’ora di musica mai registrato sul suolo italico e no, non è un’esagerazione. Per chi non ha avuto la fortuna di vivere quegli anni si può solo immaginare cosa sia stato per i giovani di allora aver comprato, magari anche solo per la bella copertina o per qualche recensione interessante, questo disco di una band italiana sconosciuta, aver messo la punta di diamante sul vinile, per poi sentire uscire dalle casse, una dopo l’altra, Festa Mesta, Sonica e Nuotando nell’aria. Festa Mesta è la prima canzone di Catartica a mostrare il lato più melodico e intrigante dei Marlene Kuntz, grazie a quel ritornello che dal vivo diventerà un inno e a quel crescendo stridente della chitarra di Riccardo Tesio (che dal vivo, con la sua apparente timidezza e impassibilità, faceva da contraltare all’istrionismo di Godano) che non fa rimpiangere quelle di Thurston Moore e Lee Ranaldo. Ma è Sonica il primo capolavoro totale, una marcia noise in cui i Marlene omaggiano fin dal titolo i maestri Sonic Youth con un crescendo assurdo, compassato dalla batteria cardiaca di Luca Bergia, e se quando finalmente entrano le chitarre terremotanti di Godano e Tesio si ha l’assoluta e definitiva certezza di essere di fronte a qualcosa di grande, all’entrata della voce sgraziata e lancinante di Godano non possono che sopraggiungere i brividi.
Fragori nella mente, rumori, dolori Lampi, tuoni e saette, schianti di latte Fragori e albori di guerre universali, scontri letali, SONICA! SONICA!
Sonica è anche la prima manifestazione lampante della poetica di Godano, spesso criticata anche gratuitamente, fatta di un linguaggio volutamente verboso ai limiti del comprensibile, barocco e cacofonico ma inesplicabilmente poetico. La sua capacità di creare frasi indimenticabili che sono diventati veri e propri cult (basti citare il fulminante complimenti per la festa! È una festa del cazzo! da Festa Mesta) inseriti in narrazioni comunque avvincenti, è una dote rara. È un linguaggio ora alto, ora crudo e diretto, volto alla rappresentazione mai banale della realtà contemporanea, con punte di nichilismo agghiaccianti inframezzate da passi più concilianti, connubio esemplificato dalla canzone successiva, il vero capolavoro di Catartica. Nuotando nell’aria è diametralmente opposta a Sonica, almeno per quanto riguarda la prima parte, è infatti una sorta di ballata - la prima e la più toccante fra le molte che i Marlene scriveranno in seguito - basata sui duelli chitarristici fra Godano e Tesio. Per la prima volta i Marlene abbassano un po’ il volume e lasciano i feedback da parte, e Godano sussurra parole che all’apparenza sembrano dolci e romantiche, per poi esondare in tutta la sua potenza lirica. Le chitarre di Nuotando nell’aria sono roba da storia della musica ed è impossibile non emozionarsi almeno un po’ e non ritrovarsi nelle parole di Godano, quando canta:
E' certo un brivido averti qui con me in volo libero sugli anni andati ormai e non è facile, dovresti credermi, sentirti qui con me perché tu non ci sei. Mi piacerebbe sai, sentirti piangere, anche una lacrima, per pochi attimi. Mi piacerebbe sai...
Giù giù giù è forse, insieme a Fuoco su di te, l’unico punto debole di Catartica, ma per punto debole si intende comunque canzoni non fantastiche ma ottime, solo non al livello delle gemme iniziali. Lieve è un’altra perla, il singolo perfetto, dotato di un ritornello grandioso che non può essere che considerato fra i migliori di tutto il rock italiano, grazie al passaggio fra strofe melodiche e ritornello distorto da manuale, con riff che qualsiasi altro gruppo si potrebbe solo sognare di scrivere. Altri pezzi forti di Catartica, ai livelli di Sonica e Nuotando nell’aria, sono sicuramente Gioia (che mi do) e Mala Mela, la prima è fra i pezzi più struggenti del catalogo dei cuneensi, una ballata lisergica e drogata di una sincerità spiazzante, anche questa con un ritornello che, sulla falsa riga di Lieve, si impenna su accordi dissonanti e distorti per poi convergere in arpeggi dark che possono ricordare addirittura gli Alice In Chains. Mala Mela è invece è filippica teatrale di grande intensità, in cui Godano per l’ennesima volta spezza i limiti imposti dalla forma canzone per lasciare fluire la sua poetica strabordante. Le sferzate chitarristiche del duo Tesio-Godano sono un leitmotiv costante dell’album, così come l’incedere nervoso e marziale della batteria di Bergia, e quando la musica si adagia in passaggi più rassicuranti è solo una falsa quiete prima della tempesta sonora che torna inevitabile, vero e proprio climax e credo spirituale dei Marlene Kuntz.
Catartica è un album epocale, una vera pietra miliare della musica italiana, anche grazie a quelle imperfezioni da opera prima che esaltano gemme di assoluta bellezza. Un rock così abrasivo e al tempo stesso melodico non si era mai sentito da queste parti (se non nei primi vagiti dei grandi Massimo Volume e dei primi Afterhours in italiano) e probabilmente non si è più sentito, almeno non a questi livelli di intensità. Si percepisce che le canzoni erano pronte da anni, si sente la frustrazione e la paura di non essere compresi in un paese che ha sempre disdegnato, almeno a livello di vendite, questo tipo di musica, si sentono gli anni passati a fare ep e demo ignorati da tutti e si sentono tutti i concerti fallimentari con un pubblico inesistente. I Marlene il capolavoro totale lo faranno con il disco successivo, Il Vile, aumentando ancora di più la dose di cattiveria e acidità che su Catartica era forse un po’ trattenuta, ma questo rimane un album di una bellezza struggente, unica e irripetibile.
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Forse "Nuotando Nell'aria" è la mia canzone in italiano preferita di tutti i tempi. Album capolavoro. |
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@brus non ti resta che vederlo live |
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Devo ringraziare Metallized perchè grazie a questa recensione ho scoperto una band italiana molto interessante.
Ovviamente conoscevo i Marlene ma non mi erano mai piaciuti però dopo aver letto questa rece. mi sono detto "mah si andiamo ad ascoltarci qualcosa" e devo dire che mi hanno preso molto.
Non so sarà l'età o altro , non sono immediati e c'è una certa vena intellettuale che probabilmente anni fa non mi avrebbe mai conquistato ma ora è diverso.
Certo preferisco sempre il rock più "ignorante" come lo definisco io, tipo Litfiba, ma questi Marlene li sto apprezzando molto, anche gli ultimi 2 album devo dire.
Beh grazie ancora allo staff
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Comunque vorrei far notare che i Marlene Kuntz fin dagli inizi non hanno mai nascosto di ispirarsi sia a un modello americano (Sonic Youth, Nirvana etc...) sia a quello cantautorale Italiano... non per niente erano associati a Sonica e quindi ai C.S.I e P.G.R |
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@m_j_K, io sono tra quelli che ha fatto commenti lusinghieri alla band e al disco in questione... le tematiche di "Contorno" sono state tirate fuori credo perché si voleva sottolineare in modo non proprio simpatico il fatto che negli anni 90 in Italia la musica "Alternativa", che come ben saprai un grande calderone che comprendeva dai gruppi Alternative Rock a quelli Reggae che di solito suonavano sia nei locali normali che sui palchi, sia nei centri sociali di sinistra. Pur magari non essendo "Militante".
In quegli anni e fino agli inizi del 2000 non era per niente difficile nei centri sociali vedere organizzati concerti misti Rap/Reggae/Alternative. E questa é una cosa che putroppo non c'é più. |
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Non stravedo per Godano. A mio avviso loro assai sopravvalutati. Ce n'erano di band migliori in giro all'epoca.. "Il Vile" però era un gran disco. A questo darei un 65, anche se non lo riascolto da forse 20 anni. |
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Mah, non sono d'accordo...ma è giusto che ognuno esprima il proprio punto di vista... |
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ovviamente questione di punti di vista....inutile dirti che io preferisco i sempre fidelis XD ...il mio problema è un'altro non tollero più soggetti quali Ferretti,Agnelli e Godano..sono diventati le pantomime di loro stessi..e parlo anche al di fuori della musica |
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Beh, sicuramente sono diversi dai precedenti e magari anche più "cantautoriali" ma secondo me assolutamente non influenzati dalle sonorità pseudo indie attuali...anche perchè si parla di dischi del 2007 e 2013...Io sinceramente credo vi siano alcune grandissime canzoni, sicuramente più raffinate (l'esperienza si sente) di quelle dei primi dischi e magari senza la forza dirompente di quest'ultime, ma si parla di dischi realizzati in tempi molto diversi. Poi io ho sempre preferito i gruppi che non ripetono all'infinito la stessa formula... |
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Si mjk e li trovo lontani anni luce dai precedenti e troppo ma dico troppo "cantautoriali" passami il termine....troppo influenzati dalle sonorità "indie" attuali...molto più ammorbiditi e scarichi secondo me,senza mordente... |
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Morlock: hai mai sentito attentamente dischi come Uno e Nella Tua Luce?Dal tuo commento non direi... |
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Indubbiamente è un disco importante...ma per citare nel bene o nel male Pino Scotto..le palle si vedono alla distanza.....Catartica e Il Vile ok..ho ucciso paranoia così così dopodichè il crollo cronico fatto di dischi mediocri e sproloqui da beone... |
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Mi fa piacere leggere la recensione di uno dei miei dischi preferiti (non solo di gruppi italiani) su un sito come metallized. Mi ha fatto piacere leggere alcuni commenti che ne parlano in modo lusinghiero, tuttavia non posso non sottolineare come anche qui abbondino i commenti poco a fuoco che anzichè soffermarsi sulla musica e sui testi in sè, si concentrano su situazioni di contorno (centri sociali etc) che secondo me lasciano il tempo che trovano...ma dopotutto che importa il proprio punto di vista politico per giudicare un disco che contiene pezzi del calibro di Nuotando nell'aria e Sonica?Mah...sono perplesso... |
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Se non erro non hanno mai fatto mistero di essere ispirati ai Sonic Youth, nella prima parte di carriera. Ma sono stati capaci di andare oltre, da Ho Ucciso Paranoia in poi la sterzata verso altri tipi di sonorità è stata sempre più evidente. Quanti grandi gruppi partono come cloni di altri? Basta pensare ai Muse, cloni dei Radiohead in Showbiz, o gli Haken dei Dream Theater in Aquarius. Poi però hanno saputo andare avanti per la loro strada. |
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@Morlock, vai tranquillo son cose che capitano. Comunque... si si per carità non sto dicendo che abbiano inventato qualcosa, di sicuro in Italia sono una delle band Alternative più importanti in assoluto.
Ho detto quella cosa degli Alcest perché a sentire loro sia su disco che dal vivo in particolare anni fa ricordo che pensai "A volte sembrano i Marlene Kuntz de il Vile" |
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Pardon il commento sotto è mio XD |
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Area può essere peccato che a loro volta i Marlene abbiano fatto copia incolla delle produzioni di Steve Albiini e in molte soluzioni sono al limite del plagio dei Sonic Youth e di Glenn Branca....quest'ultimo(pace all'anima sua è venuto a mancare pochi mesi fà) il VERO caposaldo e innovatore del movimento noise!! |
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Premessa: Per alcuni suonerà come una provocazione ma vi assicuro che non é così.
I Marlene Kuntz con l'album Il Vile hanno anticipato molti dei suoni degli Alcest. |
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Per definire questo disco prendo in prestito l'ultima frase della più che ottima recensione QUESTO RIMANE UN ALBUM DI UNA BELLEZZA STRUGGENTE,UNICA E IRRIPETIBILE . Voto 99 visto che è il massimo che si può dare. |
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Come spesso accade, ho dovuto togliere un po’ di insulti. Vi assicuro che il senso di quello scrivete si capisce lo stesso senza offese reciproche. Fate questa prova ok? |
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Carissimo Gt_Oro i Marlene li seguivo dai tempi dei loro demo....all'epoca ero più legato a sonorità grunge/alternative che metal...e un mio amico me li fece conoscere....parlo del 93...non di ieri.....ho sia Catartica che Il Vile in CASSETTA ORIGINALE,ed è una band che conosco benissimo da circa 25 anni XD...i loro circuiti fino al loro boom di Ho ucciso Paranoia erano PRETTAMENTE centri sociali,nonchè il caro signor Godano definì il csoa "Kerosene" di Cuneo come casa sua più volte.... |
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No no, il tuo discorso lo avevo letto e capito. Il mio commento era riferito ad altri commenti, come ho detto. Ovviamente non mi riferivo a te. Spiacente per il misunderstanding. |
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Non ho scritto nulla di ciò GTO. Ho scritto anzi che sono un buon gruppo e che Godano è un buon paroliere.... leggete ragazzi, leggete sennò è inutile qualsiasi discussione. È si pensavo fosse un attacco a me. È visto che sei stato decisamente,secondo me, cafone, ti ho risposto per le rime. Ma se non è così ti chiedo scusa. Worry. |
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Caro Galilee non sei al centro del mondo e non mi riferivo a te, ma ai commenti di Morlock. Che Godano non ti piaccia ripeto è sacrosanto, ma dire che i testi sono presi da parole a caso dal dizionario o che sia un gruppo filo centro sociale è una caxxata più grossa di quelle eventualmente posso sparare io, che su tanti argomenti o gruppi metal taccio per non dire cose a caso. |
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Ottima recensione grande disco
Erano anni di vero cambiamento in un Italia corrotta grazie a questi suoni |
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Bisognerebbe anche saper leggere e comprendere caro GTO, sennò si scrivono cazzate come le tue. |
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Filo sinistroidi da centro sociale i Marlene Kuntz mi fa pisciare addosso dal ridere, come parole prese a caso dal dizionario. Se si è ignoranti e non si sa di che si parla alle volte col silenzio si farebbe una figura molto migliore. Sulla voce di Godano non discuto, o si ama o si odia, ma sull'importanza dei MK nel panorama rock alternativo italiano penso non ci piova. |
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nella versione live di "festa mesta", accompagnata dal noto videoclip adrenalinico, Godano ha la voce giusta, cattiva e grintosa... poi quando ho ascoltato la versione in studio, Galilee non ha tutti i torti, mi sono cascate le palle... ascoltando le altre invece un po' meglio, ma la prestazione in quel video rimane la migliore... |
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Piccolo OT, @Galilée #25, sono una grande band non ci piove, il cantante ha uno scream tutto suo, acutissimo ma flebile, come se provenisse da lontano, il chitarrista poi sembra quello degli Smiths che si mette a fare black. Però ho scritto che non mi sono piaciuti perché non è il genere di musica che mi piace dal vivo. Preferisco sentirla in poltrona, ad occhi chiusi. |
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Che bella recensione, condivido tutto quello scritto sono felice di aver vissuto totalmente questa epoca fatta di grandissimi album rock italiani. |
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Bello ma preferisco Il Vile e soprattutto Ho Ucciso Paranoia, secondo me il loro capolavoro. |
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Uno dei migliori e più importanti album Alternative Rock Italiani punto! Anche se il loro capolavoro resta Il Vile.
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Meglio così guarda XD...io ti posso parlare di quelli della mia città (RC) sono i classici alternativi(?????) del sabato sera e poi lunedì giacca e cravatta tutti ultra snob!Oggi li chiamiamo hipster...ai miei tempi fighetti |
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Morlock sugli hipster non so dire a cosa siano opposti, non li conosco bene, a parte che sembrano dei taglialegna, che girano su biciclette strane, e poi boh. Forse mi sbaglio ma quel concerto mi sembrava pieno di hipster. Forse lo dico perché non li conosco bene, può essere. |
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Minchia i Deafheaven, la band più fica che abbia visto negli ultimi anni dal vivo. Spettacolo. |
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beh in parole povere hai mai visto Renzi ad un comizio dei 5stelle? XD E' lo stesso paragone XD...2 mondi diametralmente opposti !!! |
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Nel boschetto della mia fantasia o al concerto dei Deafheaven al Legend visto poco tempo fa? Che manco mi sono piaciuti tra l'altro... Il resto del tuo commento sinceramente non l'ho capito invece... |
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Volevo sottolineare un aspetto. Ho criticato la voce di Godano, che non trovo per nulla all'altezza, ma i suoi scritti mi sono sempre piaciuti. Quindi come paroliere lo promuovo alla grande. X No Fun, un pò hai ragione. |
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No fun gli hipster che ascoltano black nel boschetto della tua fantasia probabilmente....dato che si tratta del movimento più ignobile fatto da pseudo intelletuali figli di papà alternativi del sabato sera di cui uno dei motti più calssici è "la distorsione da fastidio"(cit. fatta da decine di soggetti e sentita di persona) |
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Non lo ritengo il loro miglior album,preferisco Il Vile e soprattutto Ho Ucciso Paranoia,quest'ultimo secondo me è il loro capolavoro. |
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Quoto Galilee, bravi ma non certo eccelsi o salvatori di un genere. Infatti oggi sono abbastanza nell'oblio. |
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Io li ho ascoltati fino al terzo album che non mi era piaciuto. Non li ascolto da anni, questo disco ce l'avevo ma l'ho perso chissà dove... Visti tre volte, a Sonoria, in un concerto a Rimini e un'altra volta a Bologna. Mi piacevano abbastanza come mi piacevano altre band di quel filone, però non mi convincevano. @Gal il seguito di cui parli lo avevano tutti i gruppi "alternativi" italiani, era la moda "alternativa" come ricorda la recensione all'inizio. Anche gruppi molto molto lontani da quel mondo per vendere e partecipare ai concerti si diedero quell'immagine (penso ai Disciplinatha). Gli hipster non penso c'entrino niente, almeno, al tempo non esistevano, adesso gli hipster ascoltano di tutto dallo stoner al black quindi se mi devo preoccupare di non passare per hipster ascolterei ben poco Gli hipster ascoltano la Jon Spencer Blues Explosion? Sticazzi resta uno dei miei gruppi preferiti. Comunque secondo me sono proprio i più giovani, come il recensore, a doverci dire se questa musica ha valore oggi, sono i giovani che suonano oggi che ci devono dire se per loro questa musica è valida ancora, se può essere un punto di riferimento. E mi sembra di capire di sì. Se uno decide di fare rock in Italia, a quanto pare gli anno novanta rappresentano ancora qualcosa di importante. Un mese fa ascoltavo una band in un locale, un ragazzo e una ragazza di neanche vent'anni. Ho fatto due chiacchiere e mi hanno fatto sentire vecchissimo dicendomi: "ma te eri giovane negli anni novanta, che figata!"
Altro esempio, ho visto un concerto di Giorgio Canali sempre un mesetto fa. Be', era pieno di giovani. Non ci credevo. Quindi se Giacomo mette 90 a questo album, a me sembra un po' troppo, ma "chi sono io per giudicare?" |
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Galilee straquoto....sta roba centrosocialoide ha frantumato i Maroni...Poi i testi?Parole prese casualmente aprendo un dizionario....o deliri da alcolizzato strafatto a vostra scelta.... |
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X Morlock. Ma anche allora eh.... Avevano un seguito di filo sinistroidi snob nullafacenti che aveva dell'incredibile. Meglio che filo destroidi però... Si beh.. Non tutti, mai generalizzare troppo. Anyway la prima volta li vidi ad Aosta. In un locale che si chiamava Libera tutti. |
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Non ce l'ho con la band eh... che reputo di qualità sicuramente. Ma non da stendergli un tappeto rosso in stile salvatori della musica rock made in Italy di certo. Un buon gruppo, ma con molti limiti, soprattutto nella voce, appunto. |
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X Rocko. Visti tre volte per caso, so vecchio, e Godano per me ha una voce veramente scarsa e non all'altezza. Devo anche dire che secondo me ha inoltre un timbro insignificante. Fesserie. Può darsi, ma la sua voce mi trasmette questo. Inadeguatezza. |
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Avessi scritto di questo disco negli anni 90 avrei detto un piccolo gioiellino ..oggi dico un disco per hipster dal sapore noise. ... |
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Tra i miei album italiani preferiti. Voto 92. |
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Per me non è fondamentale, specie nella seconda parte della loro carriera. Nel senso che i testi di Godano starebbero bene su qualsiasi tipo di base, dal pop al metal. |
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Il mio nick parla chiaro. Tra le band fondamentali per la mia crescita musicale e catartica sicuramente lo metto tra i primi 20 tra gli album fondamentali. Voto 100 |
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GT_Oro la parte musicale è molto fondamentale, forse non li hai mai visti dal vivo. E poi vorrei tanto sapere quali sarebbero i 500 dischi della penisola migliori di questo. La voce di Godano priva di mordente? I gusti son personali, per carità, ma Galilee non diciamo fesserie. Godano è uno dei migliori interpreti sulle scena rock e consiglio anche a te di vederli dal vivo. Ottima recensione che rende omaggio a uno dei capisaldi del rock (coi controcoglioni) italiano. Voto 99!! |
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Sempre piaciuti, l'idea di combinare una base rock con una poetica a volte ostica (la cosa migliore da fare quando prendo un cd dei MK è leggere i testi delle canzoni a parte) l'ho sempre trovata geniale. Alcuni testi della seconda fase del gruppo, iniziata con Bianco Sporco, sono splendidi. Bisogna solo prendersi il tempo di capirli e approfondire quello che le parole vogliono dire. Comunque si tratta (per me) di un gruppo per il quale la parte musicale non è così importante. |
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Quindi non è una recensione super partes. Anch’io non sono mai riuscito a sopportare Godano. Il trionfalismo della recensione mi fa anzi sentire uno scemo, perché davvero non li ho mai capiti. |
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eh ma "festa mesta" contiene una frase che è una perla assoluta: "silenziosamente ti mando a cagare..." stupenda! |
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Mah..mi sembra una recensione un pò super partes. Loro sono bravi non ci piove, ma da qui al top nato su questa penisola ce ne vuole. tipo un 500 dischi direi...comunque.... Aggiungo che la voce di Godano per me è sempre stata un calcio nei coglioni. Priva di mordente e approssimativa nei suoi svariati approcci,, almeno per quello che pretendo io da una voce. |
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Ah ah ricordo ancora quando uscì! Avevo sentito giusto una trentina di secondi di "Lieve" e mi ero detto "bella sta roba, quasi quasi lo prendo..." Poi lessi una stroncatura totale di questo disco su un giornale del cavolo tipo Oggi o Gente mentre lo leggevo dal barbiere e decisi che dovevo assolutamente comprarlo. Il loro migliore insieme all'EP "Come di Sdegno", a ri-conferma che se si ha qualcosa da dire i debut album sono i migliori. |
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Uno degli album della vita. Ammetto che dopo il quarto/quinto album li ho abbandonati, ma questa è storia del rock italico (in ritardo rispetto al blocco di formazioni USA, certo, ma infatti parliamo di “rock nostrano”...) e come scrissi sulla rece degli Afterhours, i Marlene insieme alla band di Agnelli e ai Fluxus formavano una combinazione da urlo. Nulla da ribattere, bravo Giacomo, gran bella rece. Novantello anche per me 😉 |
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Remember when you were young.... |
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Boom! Altro disco super bomba! Mi piace la piega che sta prendendo questa sezione |
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