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22/03/25
PUNKREAS
ALCATRAZ, VIA VALTELLINA 25 - MILANO
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Noise Trail Immersion - Symbology of Shelter
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02/03/2019
( 1417 letture )
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Sikth, Converge, Storm O, Nero di Marte, The Dillinger Escape Plan, Dodecahedron e molti altri: questi sono i nomi che ispirano maggiormente questo terzo lavoro targato Noise Trail Immersion, che, come un spettro benevolo, conduce noi tutti in un mondo caotico e vorticosamente concatenato su se stesso, sino (quasi) l’oblio. Facile, semplice ed indolore malessere che scaturisce da una esplosione di contaminazioni che riescono a trasportare l’ascoltatore in un amalgama sonoro riconoscibile e a tratti molto versatile, dove l’unica pecca è data dalla leggera staticità delle parti più estreme, argomento questo che verrà toccato tra poco. Symbology of Shelter è un buon disco, tecnicamente ineccepibile e con visionarie strutture lungo questi contundenti quarantatré minuti; una sola canzone dunque, suddivisa per praticità d’ascolto entro sette singoli brani, ma che vive respirando sé stessa dall’inizio alla fine.
Da sempre sono combattuto: non credo al labirintico mondo dei sottogeneri, preferisco la macrostruttura che può essere d’aiuto a definire le varie tipologie musicali, ma a volte bisogna andare oltre i propri limiti ed accettare il cosiddetto “blackened mathcore”, che esiste ed è qui discretamente rappresentato. Pur essendo questa la mia prima forma di contatto con la band nostrana, ho deciso di ripercorrerne la storia, andando ad ascoltare i due precedenti dischi e notando come la struttura compositiva ha man mano preso coordinate sempre meno “core”, avvicinandosi ad atmosfere più “black”, più dissonanti. Certamente la violenza mortale dei Deathspell Omega è distante anni luce, questo non è certo black metal: si pone difatti su di un livello differente di estremismo. Credo inoltre che le bio fornite alle varie testate a volte accostino superficialmente i vari gruppi, tentando di sviare gli ascoltatori più superficiali. Questi ragazzi sono bravi. Dimostrano le loro capacità attraverso brani profondi ed emotivamente instabili come la conclusiva titletrack o il duo The Empty Earth I e II. Tutte e tre le composizioni raggiungono complessivamente i venticinque minuti, più della metà del disco, e sono la conferma di quanto la band possa mirare lontano, grazie ad atmosfere oscure, cambi tempo e un vocalizzo mai domo di teatralità. Bisogna tuttavia rilevare come i brani più diretti e “straight to the point”, presenti nella prima sezione del full-length, siano meno personali e più artificialmente costruiti. Mirroring o Acrimonious , senza citare il duo Repulsion and Escapism sono ottime tracce, se viste in chiave prettamente tecnica, ma non trasmettono nulla emotivamente parlando. Siamo distanti dal senso di vuoto che i Meshuggah portano a compimento in ogni loro album, che colpisce e pugnala nel profondo: probabilmente questa non è la struttura oggi più affine all’indole del gruppo. Viene a mancare l’intensità, la passione e il carattere che esplodono nel finale. I Noise Trail Immersion necessitano probabilmente ancora di un po’ di tempo poiché la direzione è corretta ma, come da tradizione, il cuore vincerà sempre sul cervello: basterebbe lasciarsi andare. All’inizio nella lunga lista di nomi ho citato i nostrani Storm O, che attraverso il loro ottimo Sospesi nel Vuoto Bruceremo in un Attimo e il Cerchio sarà Chiuso, sono stati i primi metri di paragone per provare a idealizzare in quale angolo di cielo questo album risiedesse: credo di non esserci andato molto distante. La differenza ad ogni modo tra questo e quel piccolo diamante grezzo è il dinamismo passionale che sfocia dai brani: ho la sensazione che oggigiorno, la musica stia perdendo l’anima, cercando di coverizzare sé stessa, andando sempre più veloce, per stupire senza appassionare. Spero vivamente di sbagliarmi.
In conclusione, mi viene da pensare e sperare che il prossimo disco sarà centrato in pieno, dove finalmente riusciremo a vedere in via definitiva le potenzialità dei Noise Trail Immersion, poiché ciò che Symbology of Shelter lascia trasparire, è una doppia anima in costante conflitto. Un album tecnicamente inattaccabile, con una produzione ottimamente congegnata e la struttura compositiva che, pur volutamente contorta, non stanca mai. I presupposti ci sono e i ragazzi, nessuno escluso, sono eccellenti musicisti; ora li attendiamo alla prova del nove mentre incrociamo le dita.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Mirroring 2. Repulsion and Escapism I 3. Repulsion and Escapism II 4. Acrimonious 5. The Empty Earth I 6. The Empty Earth II 7. Symbology of Shelter
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Line Up
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Fabio Rapetti (Voce) Nebil Jabnoun (Chitarra) Daniele Vergine (Chitarra) Lorenzo Sirotto (basso) Paolo Mingoni (Batteria)
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RECENSIONI |
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