|
|
07/12/25
ECLIPSE + REACH + ANDY AND THE ROCKETS
LEGEND CLUB - MILANO
|
|
|
05/10/2019
( 3452 letture )
|
Noi italiani appariamo talune volte come una razza catastrofista con sé stessa ed esterofila per quel che riguarda praticamente tutto. Ok, di recente con la rievocazione quasi paranoica di sentimenti patriottici in alcuni ambiti si potrebbe sostenere il contrario, ma si tratta di fenomeni per lo più transitori avallati da autorità che ragionano in termini consensuali, nulla di autentico o di congenito. Siamo ancora molto guardinghi rispetto a realtà nostrane che spiccano il volo, in ogni ambito. Noi parliamo di musica, come non citare dunque la mole di insulti che per anni i Lacuna Coil hanno ricevuto (e ricevono ancora) da parte di gente dalla discutibile educazione? Ebbene quest’oggi speriamo di andare controcorrente e parlare nel migliore dei modi di un ensemble pisano che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e ci ha fatto dono di un dischetto davvero niente male, i Wind Rose con il loro quarto album in studio intitolato Wintersaga. Un lavoro ideale per gli amanti di sonorità festaiole, ignoranti, grezze ma al tempo stesso dai suoni puliti, farà la gioia degli amanti di tutto quel folk italico ma anche straniero che andava per la maggiore ai tempi del Fosch Fest di Bergamo et similia (per chi come me vive e bazzica in queste zone ricorderà come in quegli anni ci fossero concerti ed eventi folk metal davvero in abbondanza); la band capitanata da Francesco Fagiolini, in arte Cavalieri, con quest’ultima release ha leggermente potenziato l’aspetto puramente folk a discapito di quello symphonic power delle precedenti esperienze, mantenendo comunque un tessuto di base a chiara matrice “happy”. Andiamo dunque a sviscerare questa saga invernale, consci del fatto che simili cambi di stile potrebbero anche compromettere l’alchimia di certi gruppi alla ricerca forzata di schemi lontani dal proprio background artistico.
C’è inizialmente da registrare un nuovo ingresso nella formazione, quello di Federico Gatti direttamente dagli Ancient Bards, altra band più che valida del nostro territorio, che sostituisce alla batteria l’uscente e membro storico Daniele Visconti. Un cambio che aggiunge esperienza e maturità ai toscani, forti anche della presenza di un pezzo grosso del metal italiano che ha iniziato a fare la storia quando ancora gli Wind Rose non presenziavano nelle menti di nessuno, vale a dire quel Cristiano Bertocchi a.k.a. Chris Breeze dei primi Labyrinth, poi passato anche nelle file dei Vision Divine. Insomma, le potenzialità per fare bene sono da subito sotto gli occhi di tutti, rimane da vedere se sono state soddisfatte. L’ascolto di Drunken Dwarves basta da solo per rispondere in maniera affermativa a tale quesito, veniamo idealmente trasportati in una di quelle vecchie osterie medioevali dove succedeva di tutto e di più e i nani, appunto, rappresentavano un’attrazione più o meno godibile; qui si parla di puro folk metal, la voce accenna passaggi in growl che gasano ulteriormente e il ritmo è ultraserrato nonché allegro. A fare coppia fissa con essa ci pensa The Art of War, vero e proprio inno che strizza l’occhio all’epic in più di un’occasione e ci presenta un Cavalieri perfettamente a suo agio nelle pieghe di una composizione tutt’altro che banale nel suo assortimento, comunque, di cliché tematici e sonori. In generale nessuno dei cinque musicisti spicca sugli altri per importanza o rilevanza tecnica, la doppia cassa dell’ultimo arrivato non svolge sicuramente compiti di vanto personale ma risulta funzionale all’impianto d’insieme sostenuto dalla solida coppia Falconcini-Bertocchi, una garanzia ormai di alta qualità e fidelizzazione verso l’ascoltatore. Si rintraccia, nei Wind Rose, una certa eco di gruppi estremi della scena viking-pagan come Ensiferum e Wintersun (con i quali hanno effettuato alcuni tour europei, infatti), più nell’attitudine di costume che nel suono vero e proprio ancorato sempre a nomi più classici e di più facile fruizione; ecco dunque che, nonostante i maggiori passi effettuati verso l’universo folkloristico, la title track offre un vasto campionario di “orchestration” che ci aspetteremmo da un LP targato Blind Guardian, il singolo Diggy Diggy Hole è quanto di più orecchiabile i Nostri abbiano mai prodotto, seppur lo abbiano fatto prendendo spunto da melodie enucleate dall’alba dei tempi e qui un paragone con i pirati Alestorm non può che palesarsi automaticamente. Ultimo spunto da segnalare, la chiusura con quello che solitamente definiremmo un “mattone” da nove minuti intitolato We Were Warriors, ma fortunatamente in questo caso la lunga durata non inficia la riuscita del brano che è pregno fino al midollo dell’eroismo greco, del “bello e buono” tramutato in musica, forse un tantino autoreferenziale, lo ammettiamo, ma esiste forse qualche complesso simile che riesce a smarcarsi da tale definizione?
Questi ragazzi sanno divertirsi, sanno divertire chi assiste i loro show ed ascolta i loro dischi, hanno effettuato una buona dose di gavetta e meritato di condividere il palco con i grandi nomi della scena, sono autoironici e non si prendono troppo sul serio; hanno quindi tutto per incontrare il nostro favore e quello di tantissimi là fuori. Il futuro ed il possibile “successo” (tra molte virgolette perché sempre di underground stiamo parlando) degli Wind Rose passeranno dalla loro capacità d’innovazione, che già è ben sviluppata, e dalla bravura nel rendere Wintersaga un nuovo punto di partenza per ulteriori escursioni in territori inesplorati. Solo orgoglio per musicisti come questi.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
28
|
|
Grande album che parte molto bene e si affossa verso la fine per riprendersi con l\'ultima track.
Voto 82 |
|
|
|
|
|
|
27
|
|
...riascoltato oggi....gran bel disco...di notevole qualita'... |
|
|
|
|
|
|
26
|
|
[Segue:]
Credo sia uno dei due pezzi da definirsi "filler" dell'intero album, nel senso che - per quanto mi riguarda, s'intende - mi è rimasto meno impresso, malgrado i già accennati innumerevoli ascolti. Un inizio lento e d'atmosfera, ancora una volta reminiscente di Van den Bos, cede il passo a percussioni incalzanti ed a melodie da folklore nordico. E' come detto forse appena sottotono in un lavoro che per il resto rasenta, come qualità media, i livelli di un'antologia (o "greatest hits", per gli anglofoni). Voto 7.
7. There And Back Again - Il secondo brano dal tono più squisitamente epico dell'album (preceduto solo dalla traccia finale), riprende nel titolo - "Andata e Ritorno" - quello dello pseudo-libro scritto dal personaggio di Bilbo Baggins nell'epopea tolkieniana, narrante le vicende di quello che, sia in ambito letterario che cinematografico, è il prequel de Il Signore degli Anelli. Il testo in effetti è imperniato sulla trama de Lo Hobbit (su supporto cartaceo o di celluloide che dir si voglia), ed è forse quello cui va la palma di migliore del disco per la sua poeticità, forza evocativa e gusto nella composizione. Un inno a tutto quanto di nanico/nanesco ci possa essere, la vedrei volentieri come sottofondo ai titoli di coda di uno qualsiasi dei film di quella trilogia (e chissà, magari per una serie sul Silmarillion). Voto 9.
8. The King Under The Mountain - Assieme a The Art Of War è il pezzo che trovo meno travolgente, e che pertanto declasserei, al pari di quello, a riempitivo. Probabilmente uno dei brani più "power" del disco, uno stile che, visti i risultati che Cavalieri & Co. sono in grado di conseguire col folk, va loro oramai un po' stretto. Anche questa, come la traccia precedente, offre un testo esplicitamente (ed esclusivamente) tolkieniano, con un ritmo bello sostenuto dalla doppia cassa. Voto 6.
9. We Were Warriors - Epico. Non si può definire altrimenti questo pezzone di più di 9 minuti di durata... forse (ma è un forse molto labile) la canzone più bella di tutto l'album, e decisamente sul podio di tutto il catalogo attuale dei Wind Rose, in sostanza quasi allo stesso livello di The Returning Race dall'album precedente, anche se quella era quasi puro folk, mentre qui la nota power è indubbiamente più marcata. Ai cori "nanici" ed alle parti soliste qui si aggiunge un coro di voci bianche di matrice gregoriana - simile ai Carmina Burana di Carl Orff per intenderci, o a The Mass degli Era - che assieme agli archi accrescono il tono drammatico di una dose generosa. Senza tema di smentita la traccia più intensa ed evocativa di questo lavoro. Voto 10.
Per concludere, un disco godibile al 100%, ottimamente prodotto e che come detto accresce sia il livello del gruppo, che soprattutto la curiosità per ciò che riusciranno a sfornare nella prossima occasione. Una sfida che gli si presenterà sarà certo quella di decidere se, quanto e come restare fedeli al filone che di fatto hanno inaugurato e che è oramai il loro marchio, quello del metallo nanico (o dwarven metal, giusto per mascherare quella che un nano definirebbe una tautologia), anche se bisogna dire che le fonti d'ispirazione non mancano di certo, essendo quello dei nani un archetipo che ha travalicato le culture, i tempi e il medium artistico (dal Nibelungenlied medievale alla più recente incarnazione nei moderni MMO)... le fonti d'ispirazione quindi non mancano. Personalmente sarei felice di vederli percorrere questa via, in fin dei conti oggi il genere fantasy è ormai del tutto sdoganato e la nicchia che i Wind Rose si sono creati (o che hanno sterrato, giusto per rimanere in tema) rappresenta una loro peculiarità che non ha né precedenti né emuli. e che pertanto varrebbe la pena di approfondire e sviluppare. Come voto ho dato loro il massimo per alzare la media, a mio parere inferiore al mio giudizio personale, derivante dalla semplice media aritmetica dei voti assegnati ai singoli brani.
Voto finale 84. |
|
|
|
|
|
|
25
|
|
Bisogna essere onesti, alla fine la qualità di un disco è data dall'apprezzamento degli ascoltatori e dalla media voti (tanto più oggettiva quanto più sinceri sono i votanti, e salvo ovviamente "brogli" o storture volute). Quindi se un disco ha una media alta e arriva qualcuno a contestarlo con pretese di oggettività, quel qualcuno è di un'arroganza che oscilla tra il goffo e il grottesco.
Come ogni disco, mi prendo diversi ascolti per giudicarlo, e per quanto riguarda gli artisti in toto, mio uso è di ascoltarmi l'intera discografia in loop, in ordine cronologico, per comprenderne l'evoluzione. L'arte è come il mondo stesso e la gente che lo abita: si può dire tanto più di conoscerlo quanto più lo si frequenta, e nel caso della musica, solo diversi ascolti (meglio ancora MOLTI ascolti) potranno rendere un giudizio oggettivo.
Intanto non mi si dica che questo è intrattenimento e non arte, perché le due cose sono talmente avvinte l'una all'altra da essere quasi un tutt'uno. O pensate che Fidia, Beethoven e Picasso lavorassero gratis? L'arte è sempre stata al servizio del committente, sia esso un re, un impresario o una platea di metallari... come una scultura non è solo ornamento né un quadro è solo tappezzeria, il metal non è solo rumore per ritmare l'headbanging. E' anch'esso l'espressione di un'idea e, in quanto tale, arte.
Premesso questo doveroso pippone, questo album è il degno successore dei precedenti e prosegue la crescita del gruppo...più lo ascolto e più mi convinco che sia il migliore dei quattro (al di sopra, ma non troppo in fondo, del pur ottimo Stonehymn). La loro impronta stilistica è riconoscibile sin dalla tracklist, una volta acquisita familiarità con le singole tracce: una relativamente breve intro, seguita dai brani più easy-listening (le "hit", per usare un termine caro al pop), un paio di pezzi che si potrebbero dire "riempitivi", per concludere in bellezza e grandiosità con l'intenso epilogo.
1. Of Iron And Gold - La traccia d'apertura, le sonorità ricordano molto quelle della soundtrack di un titolo fantasy per PC di fine anni '90, un bellissimo strategico a turni dal nome di Age of Wonders (1999), antesignano di una prolifica serie, a firma del compositore elettronico olandese Michiel van den Bos. Non so quanto effettivamente sia stato d'ispirazione al gruppo, ma considerando l'età dei membri e il background dei loro testi, non escluderei affatto abbiano attinto a piene mani dal videogioco in questione (del resto il frontman non fa mistero di essere un player di WoW, avendo postato l'immagine del proprio nano rogue sul suo profilo Instagram personale). Voto 9.
2. Wintersaga - La title track, splendido pezzo dal power misurato ma decisamente ben dosato, rappresenta piuttosto bene l'album intero col suo ritmo trascinante e la melodia di fondo, unite a un tono gradevolissimamente epico cui giova grandemente quello che mi pare sia un quartetto d'archi. Carino il video ufficiale coi testi, anche se per questi poteva essere usato un set di caratteri più pertinente con l'ambientazione fantasy. Il tributo agli Alestorm (del resto la major è la medesima) nelle voci più roche parrebbe evidente. Voto 9.
3. Drunken Dwarves - Pezzo dichiaratamente "da taverna", dal folk delizioso e vivace, riesce appieno nell'intento di trasportare l'ascoltatore in una di quelle locande tanto care ai GdR d'impostazione high-fantasy. E non fatevi infinocchiare da haters o da sedicente "gente matura": chi disdegna l'aspetto ludico di qualcosa ha già l'animo in avanzato stato di decomposizione, in anticipo sul corpo. Finché riesci a giocare, non stai davvero invecchiando. Voto 8.
4. Diggy Diggy Hole - Indubbiamente il pezzo più "mainstream" e noto del gruppo (anche perché è quello che ha dato loro la massima visibilità), è in realtà una cover - benché ottimamente riuscita, bisogna riconoscere - di un brano nato come meme nel contesto dell'arcinoto gioco per PC MineCraft. I cori molto orecchiabili e il ritmo sincopato ne fanno a pieno titolo, probabilmente, l'ammiraglia del "filone" che a questo gruppo si ascrive da due dischi a questa parte: il dwarven metal. Voto 9.
5. Mine Mine Mine! - Quasi un naturale sviluppo della traccia precedente, anche questa di grandissima ascoltabilità, dalla melodia allegra e dai cori trascinanti - peraltro predominanti lungo tutto l'album - con le percussioni che l'accompagnano quasi a voler ritmare il lavoro di minatori in una miniera nel cuore di una montagna. Personalmente trovo la melodia più ispirata di quella del brano che la precede, non foss'altro che in questo caso si tratta di un'opera propria. Voto 9.
6. The Art Of War - Probabilmente ha nel titolo un altro omaggio al videoludo, quel Warcraft dal cui universo invece i Wind Rose attingono senza andare troppo per il sottile per quel che riguarda i costumi di scena nelle loro performance live e in videoclip. Credo |
|
|
|
|
|
|
24
|
|
...non li conosco...ma mi hanno incuriosito...ci daro' un ascolto...... |
|
|
|
|
|
|
23
|
Continuare a commentare dopo settimane non è rosicare?! Ahaha fatto sta che questi ragazzi stanno guadagnando stima e fan in tutto il mondo è te ascolti sempre gli slayer dalla tua cameretta con la chitarrina ormai attaccata al chiodo e tanti sogni infranti magari di essere riconosciuto musicalmente col tuo progetto fallito miseramente anni fa. In Italia è pieno di gente come te che consumata dall invidia che sputa merda su realtà ormai riconosciute a livello internazionale. Tu in confronto a band come queste artisticamente e musicalmente vali zero perché non hai mai dimostrato niente ed i tuoi progetti musicali non sono mai usciti dal desktop del tuo pc. Fai bene ad andare a letto e coprirti, ci penserà il tuo fallimento la tua irrealizzabile musicale a darti l’amaro bacio della buonanotte  |
|
|
|
|
|
|
22
|
|
Beh si certo hai capito tutto,secondo te ho tempo da perdere per creare un'altro account per darmi ragione?non ho bisogno di questi mezzucci,peccato a fianco dei nick non ci siano gli ip a dimostrarlo.invidioso del successo del gruppo?sbagliato anche qui,hanno successo si tolgono delle soddisfazioni e guadagnano? buon per loro! basta però essere obbiettiivi e non sparare voti e lodi esagerate per un disco appena sufficente.Mi stupisco che possa piacere a gente con anni e migliaia di ascolti alle spalle, l'avessi sentito a 14anni probabilmente mi sarei gasato, a 40 mi fa sorridere |
|
|
|
|
|
|
21
|
|
Bene OK e Lizard Wizard, stessa persona evidentemente invidiosa del crescente successo dei Wind Rose, vogliamo disquisire su che cosa è oggettivamente banale? Oggi nel 90% le canzoni di qualsiasi genere sono composte da 3-4 accordi al massimo, e questo è oggettivo. Prendendo la title track "Wintersaga", una delle semplici del disco, soprattutto nel ritornello, ho contato 12 accordi diversi, e negli altri brani ve ne sono ancora di più... Poi parli di abuso, ma ti rendi conto di quel che dici? Le soluzioni melodiche attuali, nel metal, nel rock, nel pop, sono tutte derivazioni di cose già fatte e sentite nei decenni precedenti. Ascolta l'ultimo disco dei Foo Fighters, o i nuovi "Led Zeppelin" Greta Van Fleet. E ora basta con questa discussione sterile... |
|
|
|
|
|
|
20
|
|
@Francis Banks: falso. "Banale" e "scontato", come da dizionario, si riferiscono a qualcosa di prevedibile, noto, già visto e già ascoltato. Può essere soggettivo solo nell'accezione per cui una persona può avere già visto/ascoltato qualcosa o meno, ma è totalmente oggettivo nel caso più ampio in cui un disco (come in questo caso) replichi soluzioni musicali ed/od estetiche abbondantemente impiegate altrove. In questo caso si parla di un abuso ambo le parti, che può piacere a chiunque come legittimo sia, ma è pertanto oggettivamente scontato e banale in un filone/genere che proprio di questi elementi fa il suo trademark più pregno di cliché e -pertanto- immediatamente riconoscibile persino senza ascoltarne una nota già dall'immaginario. Più oggettivo di così si muore. |
|
|
|
|
|
|
19
|
|
Lizard Wizard, per correttezza di informazione, nella musica, nel cinema e nelle arti in generale, la definizione di banalissimo/scontato è puramente soggettiva... |
|
|
|
|
|
|
18
|
|
joan considerando poi che ai wind rose si puo dire di tutto tranne che sono banali a livello compositivo. ricordiamoci che sono nati praticamente come gruppo prog metal.... avessero fatto dieci pezzi come diggy diggy hole sarebbero risultati piatti, ma di soluzioni in termini compositivi all'interno del disco ce ne sono in abbondanza, come del resto nei loro album precedenti |
|
|
|
|
|
|
17
|
|
Ma voi che criticate lo avete mai scritto un pezzo musicale?
Se non lo avete mai scritto e neppure sapete come si fa zitti e mosca, un brano può non piacere ok, ma non potete permettervi di criticare! |
|
|
|
|
|
|
16
|
|
Il disco è davvero ben curato e Diggy è forse il pezzo migliore, trascinante e potente. I giochi di ruolo sono divertenti anche a 40 anni, così come il fantasy non hanno età.
Il metal è intrattenimento... l'arte sta altrove. I Wind Rose per me sono un piacevole ritorno ai Blind Guardian degli anni 90, con in più elementi folk e il "cosplay nanico", che trovo divertente.
|
|
|
|
|
|
|
15
|
|
XEnrico io non devo spiegare niente a nessuno,che per carità è libero di sentire quello che gli pare,però seguo il metal "scopro" un gruppo nuovo vedo volto alto, voto alto della gente mi dico ascoltiamocelo.E le argomentazioni dove sarebbero ridicole?che il disco dal look,alla cover,alla musica suona banalissimo/scontato come decine di altri gruppi è una cosa oggetiva,soggettivo poi è il gusto e può piacere lo stesso.Infine non c'è età correlata a un genere musicale ma se a oltre 40anni ti gasi per dei tizi che cantano dei nani conciati con tanto di martello che paiono usciti da Baldur's Gate qualche domanda me la farei |
|
|
|
|
|
|
14
|
...calma, ammazzatevi pure col true metal, ma non toccatemi gli RPG  |
|
|
|
|
|
|
13
|
|
come al solito arriva l'hater true metaller che deve spiegare al mondo cos'è il vero metal e come ogni volta che succede tutto questo le argomentazioni sono ridicole. Nel bene o nel male con diggy diggy hole hanno sbancato facendo un pezzo che sarà anche parecchio nerd, ma ha un senso visto il concept ricorrente dei loro album. Il fatto che poi piu o meno si ispirino ai lavori di tolkien è un pregio, non certo un difetto visto che stiamo parlando di uno dei piu grandi scrittori del 900. Ci sono tanti altri gruppi metal a sto mondo, vecchi e nuovi: concentrati su quelli |
|
|
|
|
|
|
12
|
|
La fai troppo banale, amico mio, mi limito a dirti che non esiste un'età correlata ad un genere musicale. Poi pensala come credi |
|
|
|
|
|
|
11
|
|
Si purtroppo l’ho sentito e la cover del videogame non è la cosa peggiore, diciamo è in linea con l’album, la classica ciliegia su una torta aimè neanche così buona.Classiche melodie folk da videogame fantasy sentite un milione di volte,ritornelli power strasentiti, mettiamoci anche il growl che così il ragazzino si esalta che il disco è anche estremo con i suoi amichetti.Tralasciamo poi i titoli dei testi banali,la cover vista un milione di volte e il look,mio dio che sono usciti dal signore degli anelli da qualche rpg?Anche io giocavo agli rpg e mi divertivo ma a 15anni, non a 40.Poi è suonato bene, prodoto anche, ma per tutti i difetti che ha rimane un disco per ragazzini apassionati di rpg,videogame che si affacciano al metal per le prime volte, un 6, se sei appassionato di quelle cose un 6,5 a straesagerare. ps. la nazionalità non mi interessa direi uguale se fossero giamaicani o giapponesi.difatti degli Alestorm che non sono italiani ma inglesi la penso identicamente,basta sostituire gli rpg e i videogame fantasy con i pirati dei caraibi |
|
|
|
|
|
|
10
|
|
Wizard lizard, ma il resto dell’album l’hai ascoltato? Poi per tua conoscenza, come dichiarato in varie interviste dal gruppo stesso, la cover metal della canzoncina da videogame è stata loro richiesta innumerevoli volte dai moltissimi fans che apprezzano i Wind Rose all’estero, soprattutto nel Regno Unito, dove guarda caso la canzoncina è nata. Ma già, è vero, in Italia si tende a denigrare quei pochi gruppi che riescono a farsi valere in campo internazionale… sarà mica invidia? |
|
|
|
|
|
|
9
|
|
caro wizard, per me proprio pezzi e gruppi come quello che hai citato sono di pessimo gusto e spesso parodistici nel loro dover spendere la parola Satan e Blood ogni tre. Senza parlare poi di gruppi demenziali come quelli che si dipingono ls faccia da panda. Ben vengano piuttosto i nani del signore degli anelli o di warcraft |
|
|
|
|
|
|
8
|
|
Hai ragione scusa, però pensavo è stato un gran peccato non ci abbiano pensato prima negli anni 80 che so gli Slayer, sarebbe stata bellissima che so una loro cover di Super Mario Bross su Reign in Blood magari al posto di Angel of death |
|
|
|
|
|
|
7
|
|
Torna a dormire, ascolta altro ed evita di dare giudizi sui gusti altrui. |
|
|
|
|
|
|
6
|
|
Svegliatemi da questo incubo! ma seriamente nel 2019 la musica metal si è ridotta a coverizzare una canzoncina amatoriale fatta su youtube per farsi quattro risate di un videogame?e questo insulto alla musica piace anche visto la media voto di 83 dei lettori e il 78 del recensore.. |
|
|
|
|
|
|
5
|
|
Tanta tanta roba....contento che siano finiti su napalm records |
|
|
|
|
|
|
4
|
|
Secondo me non tutto il cd si mantiene allo stesso livello, ma alcune canzoni sono davvero carine, come ad esempio la title track Wintersaga o la cover Diggy Diggy Hole. In sintesi mi è piaciuto comunque, un bel 70 ci sta. |
|
|
|
|
|
|
3
|
|
Bellissimo disco, che può piacere anche ai non amanti del folk/epic... I Wind Rose sono ormai una realtà a livello mondiale e i loro lavori sono sempre più professionali e divertenti. Con l'approdo a Napalm hanno poi acquisito la visibilità che meritavano... |
|
|
|
|
|
|
2
|
|
Non li conoscevo, ahimè! Dopo aver letto la recensione sono andato ad ascoltare l'album e mi è piaciuto moltissimo! Bello avere in Italia gruppi così validi! |
|
|
|
|
|
|
1
|
|
bellissimo, mia figlia si diverte un sacco con le loro canzoni, e ce le ascoltiamo insieme. Consigliato a tutti gli amanti del power. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Of Iron and Gold 2. Wintersaga 3. Drunken Dwarves 4. Diggy Diggy Hole 5. Mine Mine Mine! 6. The Art of War 7. There and Back Again 8. The King Under the Mountain 9. We Were Warriors
|
|
|
Line Up
|
Francesco Cavalieri (Voce) Claudio Falconcini (Chitarra) Cristiano Bertocchi (Basso) Federico Gatti (Batteria) Federico Meranda (Tastiere)
Musicisti ospiti Ally Storch-Hukriede (Violino) Tommaso Corvaja (Cori)
|
|
|
| |
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|