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08/10/24
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Dark Funeral - Diabolis Interium
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09/05/2020
( 2537 letture )
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Il terzo viaggio nel mondo infernale degli svedesi Dark Funeral, apogeo dell'adorazione del maligno in musica, intitolato Diabolis Interium è, va detto senza tanti preamboli, un altro monolite di violenza e blasfemia. Se possibile ancor più diretto e in-your-face dei suoi esimi predecessori, Diabolis Interium segue però senza sbandamenti l'oscuro cammino tracciato da The Secrets of the Black Arts e Vobiscum Satanas.
La formula dunque non cambia, nonostante le atmosfere tipicamente notturne dell'indimenticato debutto abbiano definitivamente ceduto il passo alla velocità e alla pura aggressione sonora, le note scritte da Lord Ahriman e i versi di Emperor Magus Caligola si uniscono per dare vita al disco che forse più di tutti ha definito lo stile per cui i Dark Funeral si sono fatti conoscere nel mondo del metal estremo. I riffing del chitarrista, affiancato questa volta da Dominion, sono un continuo alternarsi tra successioni di accordi minori dal sapore apocalittico e velocissimi arpeggi in tremolo, sotto i quali le ritmiche incessanti della batteria di Matte Modin raramente concedono all'ascoltatore una pausa dalla pioggia di blast beat al fulmicotone e doppia cassa che vanno a costituire l'indispensabile tappeto reso ancor più necessario dalla quasi totale assenza del basso nel mix finale. Il songwriting di Lord Ahriman, vera e propria anima del Funerale Oscuro, dimostra ancora una volta le sue qualità uniche, tanto che pezzi ormai storici del gruppo come The Arrival of Satan's Empire, Hail Murder o An Apprentice of Satan sono tra i più suonati in sede live dalla band; brani veloci, aggressivi, da headbanging immediato e nel contempo intrinsecamente oscuri e diabolici. Impossibile non farsi prendere immediatamente dal ritornello di Hail Murder o da riff di una malignità unica come nella title-track. Eppure un vero gioiellino plumbeo e oscuro nasce quando le ritmiche si fanno tutto a un tratto lente, i riff malevoli e striscianti, e ne esce dunque un inno ad una divinità lussuriosa, Goddess of Sodomy, uno dei pezzi più riusciti e, anche questo, ormai a pieno titolo tra i grandi classici del combo di Stoccolma. An Apprentice of Satan dopo il classico inizio infuriato regala una seconda parte più cadenzata, in cui si le chitarre disegnano accordi tristi, malinconici, che donano a questo pezzo un'atmosfera unica. Mentre l'incipit di Thus I Have Spoken sembra meno convincente, la canzone si trasforma presto nel classico assalto all'arma bianca, senza compromessi di marca Dark Funeral, così come anche Armageddon Finally Comes. A chiudere, invece, Heart of Ice, col suo riff portante da brividi, e la parte centrale immancabilmente velocissima e tragica, violenta e infernale.
Diabolis Interium è l'album ideale per gli amanti del black metal più diretto e senza fronzoli, costruito peraltro su un songwriting da paura che mantiene altissima l'intensità lungo tutta la sua durata, con pochissimi cali di tensione. La struttura tutto sommato semplice delle canzoni, i riff diretti, potenti e lancinanti, i tempi indiavolati rendono questo disco a suo modo un classico di questo genere al pari dei suoi predecessori. Se poi, siete amanti dei testi, e adorate trovarci versi blasfemi sulla venuta del Maligno in terra, torture di tutti i tipi sui cristiani e lodi a Satana e ai suoi adepti, allora avete trovato l'album perfetto.
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8
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Personalmente mai piaciuti.Approccio puramente mirato a tematiche sataniche senza alcun spessore forestale introspettivo,buono per smenare la testa su e giù attraverso un assalto sonoro indefesso.Può certamente appagare e piacere a molti.A me no. |
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7
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Dopo il primo (inarrivabile) debut, questo \"Diabolis Interium\" rappresenta il loro secondo capolavoro, per songwriting e prestazione dei musicisti. Album devastante dalla prima all\'ultima nota, che emana un\'atmosfera maligna ed evocativa da ogni solco, su un tappeto infinito di blast furiosissimi accompagnati dai loro classici riffs gelidamente epici ed infernali. Un lavoro a cui sono particolarmente affezionato essendo stato il primo loro album da me ascoltato quand\'ero ragazzino (praticamente li ho conosciuti un paio d\'anni dopo la sua uscita), e che me li fece amare dal primo ascolto! Quasi impossibile citare una song piuttosto che un\'altra, tutte dannatamente favolose, ma se proprio si deve citarne un paio dico assolutamente l\'opener \"The Arrival Of Satan\'s Empire\" e l\'epica \"An Apprentice Of Satan\", i due picchi massimi del disco! |
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6
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Disco bellissimo.
@Sha: concordo con te. Opener veramente speciale. |
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5
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Un ottimo disco di un ottimo gruppo, lord ahriman grandissimo personaggio |
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4
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The Arrival Satan's Empire è una delle opener black più cazzute di sempre |
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3
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Grande album, come quasi tutta la produzione dei Dark Funeral. Energia e potenza a piene dosi su pezzi che sono indiscutibilmente ben scritti. Come segnalato nella recensione Goddess of Sodomy, An Apprentice of Satan e The Arrival of Satan's Empire i brani migliori. Proprio ieri ascoltavo Vobiscum Satanas e confesso che mi pareva che il cavallo andasse più veloce... Musica di sensazioni forti, inutile negarlo. Au revoir. |
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2
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Questo e Angelus secondo me sono obbligatori |
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1
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Il mio preferito dei Dark Funeral insieme al debut. 35 minuti devastanti, con un grande impatto chitarristico (grazie mr. Tatgren!) e un Modin a dir poco terremotante. Voto 90 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Arrival of Satan's Empire 2. Hail Murder 3. Goddess of Sodomy 4. Diabolis Interium 5. An Apprentice of Satan 6. Thus I Have Spoken 7. Armageddon Finally Comes 8. Heart of Ice
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Line Up
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Emperor Magus Caligola (Voce, Basso) Lord Ahriman (Chitarra) Dominion (Chitarra) Matte Modin (Batteria)
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