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Attack Attack! - Long Time, No Sea
05/12/2021
( 1226 letture )
Alzate le chele al cielo e gioite: i re del crab-core sono tornati!

Ebbene sì, è tutto vero. I granchi più famosi della scene phase si rifanno vivi dopo lo scioglimento del 2013 attualizzando una reunion che definire inaspettata e clamorosa è dire poco.
Per chi non li ricorda (o meglio, finge di non ricordarli), gli Attack Attack! sono gli artefici del game-changer Someday Came Suddendly, l’album che nel 2008 diede il via al cosiddetto filone electronicore, ovvero la tanto osteggiata fusione delle caratteristiche tipiche del genere con delle texture digitali plasmate attraverso l’uso massivo di tastiere e sintetizzatori.
Il synth-core salì alla ribalta proprio grazie all’allora sestetto dell’Ohio capitanato dalla triade Austin Carlile, Caleb Shomo e Johnny Franck, autori di canzoni ormai storiche come la celeberrima Stick Stickly (dal cui video nacque il proto-meme del crabcore), Bro, Ashley’s Here o Interlude, copiato da una miriade di band nei cinque anni successivi.

Quella breve stagione, in gran parte coincidente con la moda emo, è invecchiata malissimo eppure due suoi reduci -il chitarrista Andrew Whiting e il batterista Andrew Wetzel- evidentemente si sono fatti prendere dalla nostalgia e hanno deciso di riportare in vita l’antico moniker, a livello di line-up rimpolpato dal bassista Cameron Perry e soprattutto dal nuovo cantante Chris Parketny, ex Strangers to Wolves e attivo anche nel side-project di Wetzel chiamato Nine Shrines.

Cosa dovremmo aspettarci dall’Ep Long Time, No Sea, la prima uscita dopo This Means War del 2012? Esatto: puro electronic metalcore, fornito giusto di un upgrade in grado di aggiornarne i suoni all’anno corrente.
L’animo marcio degli esordi è però rimasto lo stesso, a partire dalla scelta di titoli idioti come Kawaii Cowboys o l’auto parodico Brachyura Bombshell (niente comunque potrà mai battere What Happen If I Can’t Check My Myspace When We Get There) fino alla presenza in cabina di regia del Re Mida Joey Sturgis, il produttore che sta al metalcore come Ross Robinson sta al nu metal.

Kawaii Cowboys, antipasto di appena quaranta secondi, già da solo spiega molte cose e il suo mix di J-pop e country sintetico è quello che ci meritiamo come opener.
L’electronicore propriamente detto fa la sua apparizione in Brachyura Bombshell, versione 2.0 del classico stile Attack Attack! infarcito di riff maleducati, growl/scream nelle strofe, hook melodici nei ritornelli, breakdown e ovviamente le addizioni dei synth che colorano gli arrangiamenti rendendoli subito riconoscibili.
È pur vero che alcune differenze rispetto al debutto ci sono, altrimenti un pezzo cupo come Press F sarebbe difficile da spiegare: ritmiche tirate, harsh vocals sprizzanti rabbia da tutti i pori e l’elettronica relegata in background disegnano infatti un brano incattivito legato al sound di This Means War piuttosto che a SCS.
Questo mood ombroso connota anche All My Life, composizione dove i sintetizzatori tornano protagonisti riuscendo però solo in parte a mitigare l’amarezza delle liriche; bisogna dire che il connubio fra addizioni elettroniche e attitudine metalcore qui è ottimo e non è errato considerarlo il più riuscito della tracklist.
La mano pesante del produttore -in combutta con i due Andrew- si avverte sensibilmente nella doppietta finale Fade With Me/Dear Wendy, tracce costruite su un fitto tappeto elettronico e sull’ampio ricorso a voci filtrate, beat EDM esagerati e stacchi da dancefloor gettati nella mischia senza pudore.

I (pochi) nostalgici di quella finestra temporale in cui gruppi simili erano all’ordine del giorno possono ritenersi contenti di Long Time, No Sea, in quanto gli ingredienti base della ricetta del metalcore digitale ci sono tutti.
È innegabile che una musica di questo tipo non faccia più notizia come a fine anni ’00 e che moltissime formazioni hanno saputo integrare l’elettronica al substrato -core meglio di loro, ma è altresì giusto riconoscere agli Attack Attack! il merito di aver sdoganato per primi questa particolare combinazione: sarà impopolare dirlo, eppure gli AA sono stati una band molto influente e se oggi è scontato l’utilizzo di tali inserti elettronici, così non era ai tempi di Someday Came Suddendly, un lavoro azzardato e definibile quasi “pionieristico”.
Il come-back attuale non ha certamente la stessa spinta propulsiva ed è un prodotto destinato solo a chi ha vissuto quel periodo “in diretta”: un Ep onesto e in grado di rispolverare, anche se solo in parte, una pagina del metalcore controversa che è comunque riuscita a cambiare le carte in tavola in maniera indelebile.

#Crabcore Never Dies!





VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
85 su 1 voti [ VOTA]
bosche
Sabato 14 Settembre 2024, 19.00.30
2
un 85 meritato, la loro miglior uscita. press f è un pezzone
Black Me Out
Venerdì 10 Dicembre 2021, 17.10.05
1
L'unica cosa buona uscita dalle fila degli Attack Attack! è la maturazione di Caleb Shomo come songwriter nei bravi Beartooth. Detto questo gli esordi della band non li ho mai potuti soffrire, sebbene abbia adorato - e adori ancora - l'electronicore degli inarrivabili (per tutti) Enter Shikari (oggi giocano veramente un campionato tutto loro) e di altre band di quella scena come I See Stars (dove sono finiti loro?), Eskimo Callboy (anche loro abbastanza diversi dagli inizi oggi, sebbene rimangano gradevolissimi), We Butter The Bread With Butter o i primi Asking Alexandria. Ma con gli Attack Attack non ce l'ho proprio mai fatta ed anzi mi ha sempre fatto mega ridere quel video dell'iconico Mavrus intitolato "TAMARRO METALLO" dove la band è rappresentata come il male assoluto. Ad ogni modo la bella recensione di Jacopo mi ha spinto ad ascoltare questo Ep e dopo un solo ascolto posso dire che lo riascolterei volentieri: certamente questo è un metalcore super inflazionato, con praticamente zero elementi innovativi o curiosi, ma un sacco di elementi catchy e piuttosto prevedibili che, probabilmente, fanno parte del gioco. Per chi ama le commistioni tra metalcore ed elettronica comunque c'è da divertirsi, spegnendo il cervello e godendosi qualche buona ritmica stoppata senza pretese. Come pezzi preferiti direi che vado sul sicuro nominando "Press F" per gli stessi motivi espressi nella recensione. Ma ancha la sua "opposta" Fade With Me mi gasa, solo la voce secondo me è totalmente inadeguata. La sufficienza ci sta, anche se francamente penso che nessuno avesse bisogno del ritorno di questa band...
INFORMAZIONI
2021
Oxide Records
Metal Core
Tracklist
1. Kawaii Cowboys
2. Brachyura Bombshell
3. Press F
4. All My Life
5. Fade With Me
6. Dear Wendy
Line Up
Chris Parketny (Voce)
Andrew Whiting (Chitarra, Tastiere, Sintetizzatori)
Cameron Perry (Basso, Cori)
Andrew Wetzel (Batteria, Tastiere, Sintetizzatori)
 
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