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07/12/25
ECLIPSE + REACH + ANDY AND THE ROCKETS
LEGEND CLUB - MILANO
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Visions of Atlantis - Pirates
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28/07/2022
( 2344 letture )
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Tornano a farsi sentire dopo Wanderers del 2019 i Visions of Atlantis, formazione a compartecipazione italiana, dato che ospita da un po’ fra le sue fila il cantante Michele Guaitoli. In veste di autentici pirati (anzi: di Pirates, per la precisione), l’equipaggio di Thomas Caser spinge la sua imbarcazione su mari sempre più avventurosi cantati dalla voce di Clementine Delauney e, appunto, Guaitoli. L’ottavo capitolo della loro storia, probabilmente il più maturo tra tutti, viene da loro stessi definito come quello della svolta. E tutto considerato, lo è.
Grande ricerca delle melodie, gusto per la ricercatezza e un’attitudine sinfonica evidente costituiscono gli atout principali di quest’opera, ben bilanciata tra racconto delle parti più tipicamente power metal e quelle più oscure. Risultato frutto anche di un certo lavoro interiore portato avanti dal team costituito dalla Delauney, Guaitoli e dal produttore Felix Heldt, i quali si sono impegnati sui testi e sulla costruzione di strutture musicali più complesse e per certi versi, coraggiose. Una strada che, a quanto pare, verrà percorsa con ancora più decisione in futuro. Ad aprire la scorribanda marinaresca è l’inno Pirates Will Return, basato su un ottimo ritornello e sull’eccellente chimica tra i due cantanti. Votata verso le interpretazioni operistiche la Delauney e quelle tipicamente power Guaitoli, per chi non conoscesse né i vocalist, né la band. Ma l’album non si risolve in una buona opener e una serie di pezzi più o meno indovinati che, al tirar delle somme, lasciano l’ormai classica impressione di prodotto che avrebbe guadagnato parecchio da una netta sforbiciata del numero di pezzi in scaletta. Tutt’altro. Melancholy Angel, Clocks, Wild Elysium, Master the Hurricane e Legion of the Seas sono probabilmente quelli più riusciti, presentando particolarmente bene ogni sfumatura della proposta musicale austriaca, ma i brani fin qui non citati non sono certo dei semplici filler. In particolare Master The Hurricane, costruita con sapienza per dare agli ascoltatori dei Visions of Atlantis ciò che più li soddisfa: melodica pesantezza e sinfonia onirica. Non mancano le ballate (Freedom e Heal The Scars), anche queste riuscite e un pezzo di chiusura particolarmente evocativo come I Will Be Gone. Una canzone drammatica il cui effetto è accentuato dalla presenza di Ben Metzner dei Feuerschwanz, che suona flauti e cornamuse. Il musicista ospite contribuisce anche a In My World, Master the Hurricane e Heal the Scars.
L’impressione generale è che con Pirates i Visions of Atlantis abbiano effettivamente trovato un assetto emozionale definitivo e una capacità di mediare le loro pulsioni musicali superiore rispetto al passato. Non che prima procedessero col freno a mano tirato o meglio, con le vele parzialmente ammainate, ma Pirates fluisce più sicuro e i musicisti impegnati nel progetto sembrano più coscienti della loro identità. Sopra tutto, però, più vogliosi di comunicare al mondo questa loro consapevolezza. Il tutto senza eccedere nell’uso di tastiere e arrangiamenti troppo smielati e mostrando una professionalità elevatissima in ogni aspetto produttivo. Un CD che davvero trasporta sul mare selvaggio per ”Abbracciare la libertà, seguire la via non comune, governare il nostro mondo: nessun limite a ciò a cui possiamo pensare, credere ed esplorare. Finalmente sappiamo dove stiamo andando, il che, dopo aver vagato, ha perfettamente senso”.
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6
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Disco che mi ha emozionato, non un genere che ascoltavo frequentemente ma ottima scoperta. Ascoltato e riascoltato. Voto: 83 |
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5
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Disco davvero niente male, non un capolavoro ma un disco di puro e semplice power con diverse influenze da altre bands, ad esempio Nightwish. Da qui forse deriva il senso di già sentito ma comunque un bel disco. |
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4
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Preso in ritardo e ho fatto un grande errore,questo lavoro mi ha esaltato e condivido il post #1 di JC...Spettacolare non me l\'aspettavo una bomba del genere da parte dei VoA...voto 90! |
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3
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A me piace molto. Soprattutto apprezzo \"Master the Hurricane\", che del resto mi sembra una sintesi dei concetti musicali proposti nell\'intero album (ma non vorrei risultare esagerato) e si presenta un po\' come una storia di formazione.
Sono entrato in fissa con quella canzone nello stesso periodo in cui ero in fissa con \"The Bigger Picture\" del Dream Theater. Bravi ragazzi, bravo Michele. |
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2
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Bella recensione e bel disco: per me un 80 pieno. Ora vogliamo tutti le recensioni dei vecchi album “cast Alway” e “trinity” grazie!! |
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1
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Gli ho dato 95, chiaramente esagerando, per manifestare il mio entusiasmo per il primo disco power metal (per moltissimi anni il mio genere preferito) che mi ha preso da molto, molto, tempo.
Tutto ben fatto. Bravissimi. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Pirates Will Return 2. Melancholy Angel 3. Master the Hurricane 4. Clocks 5. Freedom 6. Legion of the Seas 7. Wild Elysium 8. Darkness Inside 9. In My World 10. Mercy 11. Heal the Scars 12. I Will Be Gone
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Line Up
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Clémentine Delauney (Voce) Michele Guaitoli (Voce) Christian “Dushi” Douscha (Chitarra) Herbert Glos (Basso) Thomas Caser (Batteria)
Musicisti ospiti Ben Metzner (Flauti e cornamuse)
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