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07/02/25
LITTLE TIL AND THE GANGBUSTERS
CIRCOLO MAGNOLIA, VIA CIRCONVALLAZIONE IDROSCALO 41 SEGRATE (MI)
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Demon - Hold On to the Dream
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27/08/2022
( 1148 letture )
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Tantissime le band che l’immensa fucina della NWOBHM ha elevato al rango di culto, quasi sempre ex post. Satan, Witchfinder General, Angel Witch, Jaguar, Tygers of Pan Tang e tantissime altre. Tra queste, i Demon. Nata nello Staffordshire per mano del cantante Dave Hill e del chitarrista Mal Spooner, (ambedue ex di una glam band chiamata Iron Cross), una volta guadagnatasi una solida fama con Night of the Demon e The Unexpected Guest, con The Plague inaugura un filone che la porta sempre più verso territori lontani dagli esordi, di pari passo con vari cambi nella formazione. Dopo la morte prematura di Spooner la popolarità del gruppo subisce un calo sempre più marcato, per poi risalire fino al buon live One Helluva Night. Il successivo Hold On to the Dream testimoniava fin dal titolo la voglia di esserci ancora, recuperando una parte delle proprie radici musicali.
Aperto da No More Hell On Earth, un bel manifesto dello stile Demon del momento, l’album si annunciava anthemico a suo modo, ma in una chiave più AOR che heavy. Con tanto di coro da arena rock, tastiere a riempire il tutto e voce adatta. Il piglio heavy del gruppo, così come in tutto il lavoro, si sente quindi a tratti, insieme a un certo sapore particolare che solo le band venute fuori a inizio anni 80 potevano avere. New Frontiers si muove su coordinate più classicamente “demoniache” pur non raggiungendo certe vette toccate in passato, mentre con Hold On To The Dream l’epicità si somma alla necessità di confezionare un grande singolo rock-heavy d’atmosfera. Più metal, ma basata su un riff molto bluesy The Lion's Share, altro pezzo da concerto dal vivo, dotato di buon arrangiamento. L’iniziale rallentamento provocato da Eternal Sunset inganna visto che il brano, apparentemente buono per un’audience da rock generico, improvvisamente evolve in uno heavy vero e proprio durante i suoi oltre otto minuti di durata. Un’altra canzone che per arrangiamento merita un’annotazione positiva. Il titolo Barons Of Darkness annuncia un pezzo oscuro e tutto sommato mantiene le promesse. Almeno, lo fa nel modo in cui una band come i Demon, con la storia che aveva alle spalle, poteva fare in quel frangente. Ivory Towers, un lentone d’effetto adatto ancora una volta a un pubblico generalista, contiene un bell’intervento al sax di Ken Duckers (The Blue Magnolia Jass Orchestra) e conduce alla parte finale del CD. Nothing Turned Out Right e Out of the Shadows riportano nelle orecchie dell’ascoltatore un po’ di blues-rock da radio rock FM americana, quindi le tastiere di Shoot For The City a sostenerne il riff più heavy, prima di concludere in… dolcezza con Coming Home. L’edizione 2002 conteneva come bonus track la versione acustica di Ivory Towers.
Per apprezzare Hold On to the Dream bisogna tenere presente la storia del gruppo e pensare che non si trattava più della stessa band degli inizi. Né musicalmente, né a livello di testi. Preso come lavoro dei Demon-parte seconda, si lascia comunque ascoltare, con le sue tante concessioni all’AOR miste ai rimandi all’heavy di inizio anni 80. Molti ammiccamenti al rock nella scrittura – talvolta metallicamente camuffati da metal vero e proprio in sede di arrangiamento – una certa classe e tanta voglia di restare aggrappati al sogno costituiscono così i pilastri di un lavoro piacevole, che però non raggiunge nel suo complesso vette di valore assoluto. Eppure, nonostante questa voglia, la band si scioglierà dopo il successivo Blow Out a causa della troppa fatica nell’andare avanti. Tornerà però nel 2001, ottenendo un buon successo. I Demon, ad ogni modo, non sono solo quelli dei primi album e per quanto sia probabilmente vero che il meglio per loro è venuto già all’inizio, questo Hold On to the Dream lo testimonia con sicurezza.
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4
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Grande band i Demon, ho tutta la loro discografia, ovviamente in vinile, ma manca proprio questo e l\'ultimo Invincible, proprio per i motivi indicati da Iommi; ad un ascolto molto sommario non mi ha convinto la prova di Hill, quasi irriconoscibile, e per me con la sua voce grintosa ma molto melodica è il punto di forza. The Night Of The Demon, The Unexpected Guest ( Flash aveva messo l\'album tre gli imperdibili della nwobhm in un numero monografico dedicato ), Breakout e Taking The World By Storm i miei preferiti, con gli ultimi due più americaneggianti, mentre i primi avevano spesso testi mistici più che demoniaci suggeriti dal nome equivoco, ben molto lontana dal Dark sound imperante in alcuni ambiti della scena dell\'epoca |
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3
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Sono in pochissimo tempo diventato un loro grande fan. Bellissimo album, non decidere se il mio preferito sia questo, Blow out o cemetery junction. Ma ache heart of our time a taking the world by storm sono bellissimi. Grandissima band. Spero continuino ancora e che Dave Hill corregga le sue sbavature vocali presenti nell\'ultimo invincible
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2
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Concordo con il commento precedente, Taking The World By Storm bellissimo. |
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1
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Non mi è mai dispiaciuto, anche se per me il precedente Taking The World By Storm è di un altro livello. Questo qui soffre un po’ al confronto, ma rimane un buon album e, anche se qualche pezzo risulta un po’ noiosetto, allo stesso tempo ce ne sono altri che fanno la loro gran bella figura, tipo The Lion’s Share e Barons of Darkness. Voto 77 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. No More Hell on Earth 2. New Frontiers 3. Hold On to the Dream 4. The Lion's Share 5. Eastern Sunset 6. Barons of Darkness 7. Ivory Towers 8. Nothing Turned out Right 9. Out of the Shadows 10. Shoot for the City 11. Coming Home
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Line Up
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Dave Hill (Voce) Scott Crawford (Chitarra) John Waterhouse (Chitarra solista) Steve Watts (Tastiera, Sintetizzatore) Steve Brookes (Batteria)
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