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15/07/25
SATCHVAI BAND
PARCO SAN VALENTINO - PORDENONE
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19/05/2023
( 1114 letture )
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Il debutto dei Drain, pubblicato nel 2020, era finito nelle classifiche di fine anno di metà della stampa specializzata, Metallized incluso. A giusto titolo: California Cursed si distingueva per un suono energico e un approccio particolarmente fresco, capace di elevare la raccolta al di sopra del (vasto) mare del revival crossover thrash contemporaneo. Nei tre anni che sono passati da allora, il gruppo di Santa Cruz ha saputo ampiamente capitalizzare questo promettente inizio di carriera: un'attività live serrata e concerti sempre più gremiti hanno accompagnato la stesura dei brani del nuovo album, anticipato da diversi video-clip e distribuito dalla prestigiosa Epitaph Records. Insomma, la situazione non poteva essere migliore per pubblicare il seguito del fortunato esordio, atteso con una certa trepidazione da fan e addetti ai lavori.
Living Proof si presenta con l’ormai consueta estetica “balneare” e un artwork che fa esplicitamente l’occhiolino al classico Cause for Alarm del 1986. Un piccolo indizio, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, per situare la proposta del Quartetto californiano, che sposa un’immagine leggera e divertente (Drain is your friend è il motto del gruppo) ad un crossover thrash particolarmente affilato. Ed infatti il disco inizia senza fronzoli, Run Your Luck sfoggia il collaudato Drain-sound, fatto di riff taglienti e squadrati, cambi di tempo repentini, stacchi e ripartenze che si succedono istericamente per un risultato che sarebbe riduttivo definire nervoso. Quasi troppo, a ben vedere: l’opener picchia duro, la voce di Sammy Ciaramitaro è acida come ce la ricordavamo e la produzione è ottima, ma il brano cambia pelle talmente tante volte che, passati i suoi tre minuti scarsi, non ne rimane granché. La seguente FTS (KYS) calma un poco gli ardori ma si spezza comunque in un profondo rallentamento centrale, mentre l’aggressiva Devil's Itch si mostra finalmente più compatta. L’album procede rancoroso e annichilente, mantenendo sempre elevato il livello generale di aggressività, come testimoniano ad esempio Weight Of The World e Watch You Burn. Nella breve scaletta -il disco dura appena 26 minuti- trovano posto due episodi decisamente a parte, a partire da una riuscita cover dei Descendents, Good Good Things, durante la quale il gruppo cambia totalmente stile, mostrando un’adattabilità impressionante. L’altro momento anomalo è rappresentato dall’ospitata del rapper Shakewell in Intermission, brano trap seguito da una strumentale thrash. Un’iniziativa che riporta alla mente diversi esperimenti passati, primo fra tutti la collaborazione tra Anthrax e Public Enemy, ma che lascia un certo sentimento di incompiutezza dal momento che le due componenti rimangono distinte, senza dare vita ad un crossover potenzialmente interessante.
Queste due incursioni hanno in ogni caso il pregio di spezzare una tracklist parecchio granitica, alleggerendo un poco il risultato finale. Il maggior difetto di Living Proof risiede però altrove. Il disco è formalmente ineccepibile, tutti gli elementi che hanno fatto la fortuna dell’esordio sono presenti, e i musicisti non si risparmiano. Quello che manca rispetto a California Cursed sono semplicemente i brani memorabili, canzoni con una loro precisa identità, immediatamente riconoscibili, delle quali il debutto abbondava. Si ha come la sensazione che il gruppo abbia voluto strafare, dimenticando però da qualche parte la forma-canzone. Dopo diversi passaggi nel lettore, la sensazione resta sempre la stessa: Living Proof scorre via fin ancora troppo facilmente, faticando insomma a lasciare il segno e a imprimersi nella memoria dell’ascoltatore. L’album resta una discreta sberla, ma visto l’hype e il potenziale dei Quattro, il risultato convince solo a metà. Peccato.
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8
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Non è bello come il primo, ma è un disco della madonna. Fare Metal Core ed essere originali non è da tutti. Il loro impatto mi ricorda i grandissimi Power Trip. Ce ne fossero di gruppi così in circolazione. Voto troppo basso per un più che ottimo album che finisce in top ten 2023! |
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7
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Voto eccessivamente basso, per uno dei dischi più divertenti e spassosi usciti fino a questo momento dell\'anno. Un disco che gasa, davvero. Minimo 10 punti in più. |
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6
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A me è piaciuto molto, anche l\'intermezzo trap che sa palesemente di presa in giro (con le citazioni al gruppo molto apprezzate) interrotta dal momento hardcore. Forse pecca di freschezza rispetto al precedente, ma questo si candida a uno dei top dischi hardcore del 2023. Aspetto al varco gli Spy il 2 giugno. |
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5
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Riascoltato. Lasciamo stare il Thrash Core , Crossover, per me è puro Beatdown, genere a me indigesto. Solo il mio parere, prima di prendere le solite offese  |
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4
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Condivido 65.
I brani sono ben prodotti ma il cantato e\' piuttosto piatto e non da\' appigli per distinguere i brani. |
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3
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Intendevo troppe parti cadenzate. |
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2
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Ho riascoltato il primo. 2 coglioni quadri come la mia testa. Pochissimi tupa tupa e parti cadenzate, quasi tutte simili. Spero che questo qua sia almeno un po\' più veloce. Gusti miei, ovvio  |
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1
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Decisamente inferiori a California Cursed, comunque grande band e fantastaica la cover dei Descendents |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Run Your Luck 2. FTS (KYS) 3. Devil's Itch 4. Evil Finds Light 5. Imposter 6. Intermission 7. Weight of the World 8. Watch You Burn 9. Good Good Things 10. Living Proof
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Line Up
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Sammy Ciaramitaro (Voce) Cody Chavez (Chitarra) AJ Hoenings (Basso) Tim Flegal (Batteria)
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RECENSIONI |
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