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19/09/24
GIANCANE
ARCI BELLEZZA - MILANO
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Powerwolf - Wake Up the Wicked
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06/08/2024
( 1461 letture )
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Tornano con un nuovo lavoro in studio i Powerwolf, band tedesca molto prolifica sin dalla formazione, con un ventennio intenso di carriera in studio alternati ad attività live caratterizzati da una scala crescente specialmente tra i metallers europei e le più giovani leve, grazie a un sound immediato e di facilissima presa. La band di Saarbrucken ha saputo affermarsi con una formula catchy in un momento di calo del genere power metal, quando la maggior parte delle band storiche ebbe una fase di stanca creativa ad inizio anni Duemila. Testi a cavallo tra religione, storia e racconti epici, ampio uso delle tastiere e dei cori alternati a sound moderni di chitarra, scarso spazio ai virtuosismi strumentali a vantaggio di una notevole compattezza e di un taglio commerciale che ha visto consensi crescenti specialmente negli ultimi dieci anni, a scapito di un songwriting estremamente ripetitivo e di una proposta senza pretese.
Questo Wake Up the Wicked/ continua in maniera imperterrita quanto proposto nei precedenti episodi della fitta discografia dei Powerwolf, vale a dire un power metal pompato da cori e controcori, quadrato e ruffiano, con brani dalla durata media di poco superiore ai tre minuti e in cui la voce di Attila Dorn, pseudonimo di Karsten Brill, fa da padrone e prende per mano in un puzzle di undici brani dalla struttura lineare e semplice, in cui le tastiere di Falk Maria Schlegel sono il secondo cardine e a far da collante con cori molto pomposi e spesso infarciti da latinismi a tratti forzati e spinti oltre il buongusto. Il lavoro in questione, prodotto professionalmente dal polistrumentista olandese Joost van den Broek, anche ospite alle tastiere e orchestrazioni, rappresenta la tappa numero dieci della carriera dei nostri, senza assolutamente aggiungere una virgola ai trascorsi della band, semmai finendo per impoverirne la proposta vista la ripetitività e la minuziosa metododicità con cui i nostri si affacciano nella composizione ed esecuzione dei brani in questione. Trentasette minuti e davvero pochi episodi da salvare, nonostante un intento formalmente di crescita ulteriore, ed ecco dunque che brani come l’iniziale Bless ‘em with the Blade o la seguente Sinners of the Seven Seas ci fanno immediatamente immergere in un sound fortemente debitore e derivativo di quanto proposto con debite proporzioni, da Rhapsody e Blind Guardian. A livello lirico, non mandano riferimenti storici come nel caso di 1589, incentrata sulla figura controversa di Peter Stubbe, serial killer tedescco soprannominato come il lupo mannaro di Bedburg, o Joan of Arc, pezzo pompato dedicato naturalmente alla breve vita della guerriera e santa Giovanna d’Arco, alternati a strafalcioni latino come nel caso della blasfema Kyrie Klitorem (brutta copia di un brano dei Ghost) o nella banale Viva Vulgata (dai richiami palesi a Edguy e Freedom Call), o a ispirazioni epiche e fantasy come la sgraziata Vargamor o la titletrack, dal refrain ai limiti del plagio di Under Fire degli Heavens Gate. Il cantato monocorde del cinquantatreenne Attila Dorn non aiuta a creare dinamismo ai brani, tra l’altro penalizzati da una pronuncia inglese dal forte accento tedesco, così come l’assenza di trame strumentali articolate o semplicemente assoli di chitarra o tastiere, rendono il lavoro estremamente piatto e soporifero.
Difficile prevedere una evoluzione del sound da parte della band, che risulta ad ogni modo ancorata a stilemi ripetitivi e ad una formula consolidata che si protrae da anni. Ciò che lascia l’amaro in bocca non è tanto la riproposizione di una formula che ha trovato consensi negli anni, né il fatto che band di successo debbano per forza mettersi in gioco da un punto di vista di innovazione sonora, si pensi a Motorhead e AC/DC che hanno fatto della sostanziale immobilità stilistica un punto di forza, quanto l’appiattimento progressivo in termini di qualità ed ispirazione. Wake Up the Wicked è un lavoro mediocre, in cui non traspaiono ambizione né scintille o energia trascinante, bensì routine e noia. Il quintetto non va oltre il compitino e sforna dunque un lavoro trascurabile, che al secondo ascolto evidenzia i limiti tanto di forma quanto di sostanza e difficilmente invoglia a un terzo o quarto passaggio. Rimandati da un punto di vista qualitativo, ma non ci sono dubbi sull’interesse che il lavoro potrà portare per i seguaci storici dei Powerwolf così come per ulteriori nuove leve.
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16
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E\' l\'equivalente della musica pop in ambito metal, facile e immediato. Le cose facili e immediate arrivano a molte più persone. Se vuoi ascoltare qualcosa di poco impegnativo può andare bene. |
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15
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Osceni, di una piattezza che lascia dubbiosi su come possano avere successo. |
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Roba che esiste grazie a certi gusti teutonici e dell’Europa dell’est. Poi si sparge a grappolo qua e là. Non mi piace niente, forma e contenuto, mi da fastidio vedere quel coso che canta sermoni da horror b movie, su musiche da videogiochi. |
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13
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Comprato e ascoltato tutto
Album che come immaginavo continua l’ascesa della band! Molto bello catchy potente e dal vivo farà faville.
Bravi!!!!!
E a chi non piacciono passate oltre!
Rock on! |
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12
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A mio modesto avviso formula che vince non si cambia e i PW sembrano saperlo bene. I numeri danno ragione alla band che continua sulla stessa strada e piazza almeno 3-4 pezzi all\'altezza della produzione precedente (i singoli 1589, Sinners of the Seven Seas e poi Heretic Hunters) immediati, catchy, potenti. Avevo preferito le orchestrazioni del precedente ma tutto sommato non riscontro un calo qualitativo eccessivo.
Per me da 65 |
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11
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Madmax niente pippe o fronzoli, iqualità insufficinete e recensione mirata. |
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10
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p.s.
Mamma mia ma che commenti del cavolo che fate...argometate alemno un po\' altrimneti non commentate priprio. |
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9
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Io credo che a volte ci si fa tante pippe mentali per nulla....i Powerwold sono una band che sa intrattenere e che hanno centrato da anni il bersaglio.
Acquisteroì\' anche il loo nuovo lavoro e sono sicuro che mi piacerà..poi degustibus per carita\'!
Il singolo mi era piaciuto attendo che mi arrivi questo nuovo full lenght!
p.s.
Lasdcia stare Riosenberg non sono per te !!!! eh eh!!! |
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8
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Mistero come facciano sei tour che altre band molto piu’ spesse si sognano ultimamente … |
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7
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Se ti piace denigrare band italiane solo in quanto tali fai pure e ascoltati sta roba se ti piace. Non capisco il senso del tuo commento, chi qua ha esaltato prodotti italiani qualitativamente scadenti come sta fogna? Se una band tira fuori un disco inutile lo si dice, che sia italiana, filippina, bulgara o marziana non mi fa alcuna differenza. Le band italiane migliori da sto schifo non prenderebbero nemmeno la copertina |
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5
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Band senza senso da sempre |
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Vabbè ma questa band non ha mai avuto senso. |
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3
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Piattezza eccessiva, plagio di loro stessi. No. |
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2
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Sbadigli, piattume. Kyrie al clitoride e’ una porcheria. Voto giusto. |
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1
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Bible of the Beast il loro capolavoro. Dopodiché album dal buono al sufficiente.
Questo è un album appena sufficiente.
Ammetto che faccia sbadigliare.
Quindi il recensore, ha ragione.
Ma spero non cambino di una virgola La loro proposta musicale, fino a quando resisteranno.
Quando desidero virtuosismi e meno latinismi, cambio gruppo. Peace |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Bless 'em with the Blade 2. Sinners of the Seven Seas 3. Kyrie Klitorem 4. Heretic Hunters 5. 1589 6. Viva Vulgata 7. Wake Up the Wicked 8. Joan of Arc 9. Thunderpriest 10. We Don't Wanna Be No Saints 11. Vargamor
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Line Up
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Attila Dorn (Voce) Matthew Greywolf (Chitarra) Falk Maria Schlegel (Tastiere) Charles Greywolf (Basso, Chitarra) Roel van Helden (Batteria)
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