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19/09/24
BELPHEGOR + MALEVOLENT CREATION + MONUMENT OF MISANTHROPY + CONFESS
AUDIODROME - MONCALIERI (TO)
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Evergrey - Theories of Emptiness
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10/08/2024
( 1475 letture )
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Qualcosa è cambiato in casa Evergrey? Sì e no. No, non sono diventati degli allegroni. No, non è cambiata una virgola dell’ossatura dei brani. Sì, è cambiato un po’ il mood della proposta e la mise en place della stessa. Quando si parla dei ragazzi di Goteborg, è come se si parlasse un po’ delle lasagne della nonna. Sapore devastante, di quelli che non si può sbagliare mai, ma sempre fedeli a sé stesse da 30 anni a questa parte. Mai un refrain sbagliato, mai una nota fuori posto, produzione sempre impeccabile, ricerca costante di equilibrio fra violenza e melodia, e i voti dati alle precedenti 12 uscite in studio che oscillano dal 70 in su stanno lì a dimostrarlo. Però, per quanto buone siano le lasagne della nonna, sono sempre quelle. Stessa cosa si può dire del sound degli Svedesi: sì, qualche volta un po’ più elettronico, qualche volta più sinfonico, ogni tanto più drammatico e qualche volte più arrabbiato, ma la miscela è quella dai tempi di Solitude, Dominance, Tragedy.
Diciamo che con questo Theories of Emptiness gli Evergrey hanno leggermente spostato gli equilibri sui quali si erano assestati nelle ultime uscite: meno pezzi iper arrangiati e sinfonici, pochi brani lenti e drammatici, sì a pezzi diretti, veloci (per i loro standard) e soprattutto dark e arrabbiati, e questo lo si può notare già dall’artwork del disco, molto meno “barocco” e complesso dei precedenti e più oscuro e concettuale. Tuttavia, trattandosi appunto di un gruppo che di sound e mood ha fatto il proprio trademark, non si può parlare di netto cambio di rotta. Il gancio con il passato è proprio dato dall’opener Falling From the Sun, fotografia del classico singolo Evergrey. Chitarroni, batteria metronomicamente perfetta (anche troppo, ma ci arriviamo poi), il vocione di Tom Englund che a 50 anni è sempre protagonista, refrain che entra in testa e non esce più, assoli più melodici che tecnici. Di quanto detto per l’opener, si può fare copia incolla e riferirlo al secondo singolo Say (nel quale video c’è anche il saluto finale di Jonas Ekdahl, che abbandona l’attività come batterista della band per dedicarsi a tempo pieno alla cabina di registrazione). Se Misfortune ripropone la collaudata formula rallentando leggermente il ritmo e a Ghost of My Hero spetta il compito di brano lento e atmosferico, con To Become Someone Else già si nota qualche rimescolamento nelle carte in mano alla band: dopo una intro basata su voce e chitarra che potrebbe non dire molto di nuovo parte una base di chitarra stoppata e aggressiva che accompagna la strofa con un riffone di rara ignoranza. Le vere mazzate tuttavia arrivano con We Are the North e Cold Dreams, che suonano non solo arrabbiate, ma anche oscure e senza una minima speranza di tregua sonora, con la seconda delle tracce citate che ospita il sempre bravo Jonas Renkse dei Katatonia in veste di coro e voce growl. Nonostante si tratti di brani con molte sfaccettature e diversi cambi e stacchi al loro interno, rimangono fra le tracce più pesanti che gli Evergrey abbiano regalato almeno ultimamente. Se One Heart suona un po’ insipida e scontata, Our Way Through Silence è l’unica traccia del lotto insieme all’opener e in parte a The Night Within che regala un po’ di luce e apertura melodica “positiva”, brano particolarmente riuscito e con il merito di alleggerire la tensione accumulata lungo l’ascolto.
In chiusura, cosa aggiungere se non che gli Evergrey come sempre si dimostrano solidi e quasi impeccabili, da una parte fedeli a sé stessi e dall’altra con un po’ di voglia di innovazione. Il loro sound diventa sia il loro trademark che un eventuale tallone d’Achille per chi si aspettasse da loro un po’ di novità in più, con Englund ovviamente colonna portante insieme al guitar work e al drumming di Ekdahl, punto un po’ contradditorio del sound degli Svedesi, così asettico e quadrato molto in contrasto con il resto così emotivo e drammatico. Chissà se il cambio alle pelli con l’entrata di Simen Sandnes cambierà ulteriormente qualche equilibrio ormai statico e regalerà un po’ di calore in più in futuro.
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12
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...lo sto consumando.....davvero un gran disco...🤟 |
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11
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Molto interessante, tra le uscite prog dell’anno senza dubbio, assieme ai Vanden Plas e North Sea Echoes |
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10
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l\'album di Bello è bello, su questo non si discute. Grandissimi Evergrey, non avete sbagliato un album per me, questo Theories of Emptiness è da voto 82 su 100. |
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9
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Anche se i miei preferiti rimangono The Atlantic e Escape Of The Phoenix, questo a livello di crescita, scrittura e progressione potrebbe essere il loro miglior disco. Unici. 90. |
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8
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Il capitolo più debole della loro carriera. Banalotto e scontato...e in alcuni punti pure un po\' piatto. Resta una band grandiosa. Fosse stato il loro primo album sarebbe stato un grande capitolo, ma così non è per cui è insindacabile il confronto col passato. Speriamo nel futuro |
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7
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Bel disco di una band riconoscibile tra mille per la musica ma soprattutto per la voce. Per me tre pezzi su tutti : Falling from the sun, One heart, inno da brividi e Cold dreams che oltre a Jonas Renkse vede alla voce la figlia di Englund. 80
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6
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Disco che ho ascoltato molto appena uscito. Si confermano ad alti livelli. Per me 82. |
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5
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....gran bel disco....🤟 |
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4
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VOTO 85
Unica pecca è che sul CD One heart non c\'è ed ho dovuto comprare l\'mp3 a parte. C\'è solo su una versione limited e probabilmente sulle versioni promo che mandano ai magazine.
Our way through silence stupenda......
Non sono proprio d\'accordo che ripropongono da 30 anni la stesa solfa.
Sono sempre riconoscibili ma album fotocopia non ne hanno fatti.
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3
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Errore mio in fase di caricamento, grazie mille per la segnalazione!! |
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2
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Per me 83,bella l\'opener Falling From The Sun e meravigliosa Ghost Of My Hero...GT_Oro sulla tracklist hai messo la line up |
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1
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La copertina mi ricorda tantissimo The Mindsweep degli Enter Shikari. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Falling From the Sun
2. Misfortune
3. To Become Someone Else
4. Say
5. Ghost of My Hero
6. We Are the North
7. One Heart
8. The Night Within
9. Cold Dreams
10. Our Way Through Silence
11. A Theory of Emptiness
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Line Up
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Tom S. Englund (Voce, Chitarra) Henrik Danhage (Chitarra) Rikard Zander (Tastiera) Johan Niemann (Basso) Jonas Ekdahl (Batteria)
Musicisti Ospiti Jonas Renkse (Voce su traccia 9) Salina Englund (Voce su traccia 9)
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RECENSIONI |
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