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19/09/24
GIANCANE
ARCI BELLEZZA - MILANO
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31/08/2024
( 364 letture )
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A quattro anni di distanza dal buon disco di debutto del 1998, i milanesi Node si presentano nel nuovo millennio appena sbocciato con la loro seconda fatica, Sweatshops. Con il primo full-lenght la band lombarda aveva cominciato a godere di una buona visibilità, ma andò presto incontro ai primi problemi interni che sfociarono in un netto cambio di line-up. La loro seconda uscita vede il ritorno nelle fila del gruppo del cantante-chitarrista Gary D'Eramo, che aveva abbandonato la band proprio in prossimità della registrazione del disco d'esordio, e che prende il posto del fondatore Steve Minelli (storico chitarrista dei Death SS). D'Eramo torna dunque nella veste di chitarrista e vocalist, anche se la maggior parte del lavoro dietro al microfono sarà svolto da Daniel Botti, mentre alla batteria entra Mario Giannini e rimane stabile al basso Klaus Mariani. Sarà quindi con questa formazione che i Node si recheranno agli Underground Studios, in Svezia, per registrare Sweatshops.
L'aria della Svezia deve avere senz'altro giovato alla band visto che le influenze di gruppi di casa quali At the Gates e primi In Flames, che già erano presenti nel disco d'esordio, si fanno ancora più incisive in questo Sweatshops. La grezza miscela di thrash e death del disco d'esordio si irrobustisce e si arrotonda, il sound dei Node si fa più corposo e massiccio, e se il death melodico e roboante delle band sopra citate emerge nitido in brani quali History Seeds e Sacristan' Scorn Towards Water, non è difficile cogliere echi di un'altra band che è senz'altro nelle corde dei Nostri, ovvero i Death, in brani quale Bloody Hills o No Title, No Bible. Il cantato di Daniel Botti, in particolare, spesso si avvicina, come timbro e intonazione, a quello di Chuck Shuldiner. Sono però molto marcati anche i riferimenti al thrash di scuola californiana, si ascolti a questo proposito Behaviours e Last Doctor brani che richiamano sonorità vicine ai Megadeth o ai Death Angel. In sostanza sono proprio le partiture di thrash moderno a farla da padrone nella scrittura dei brani, evidenziando la passione dei due chitarristi per i riff tecnici e arzigogolati, ma sempre molto orecchiabili, e per i ricami melodici e gli assoli raffinati. La scaletta di Sweatshops è dunque variegata, fornita del giusto bilanciamento tra assalti furenti e aperture melodiche che donano pathos ai brani, sebbene il tutto si assesti su schemi risaputi, nonostante la buona fattura delle canzoni. In ogni caso, senza voler per forza cercare il pelo nell'uovo, Sweatshops regala un buon numero di brani assolutamente impeccabili, sui quali spicca la splendida Thanathophobia, posta sul finale del disco, brano tiratissimo, sorretto da un lavoro delle chitarre sontuoso e ricercato. Chiude il disco la strumentale The Plot Thickens, giocata su raffinati arpeggi in acustico, brano morbido ma comunque energico, che arriva come una brezza leggera e rigeneratrice dopo il furore delle tempesta.
Con il loro secondo disco i Node raggiungono dunque una maturità stilistica completa e definita. Sweatshops accresce di molto, e meritatamente, la visibilità della band milanese, che si esibirà sia in Italia che all'estero sui palchi dei più importanti festival, e aprendo i concerti di band del calibro di Anthrax e Fear Factory. Tra alti e bassi e ripetuti cambi di line-up, i Node sono ancora in piena attività, avendo pubblicato l'ultimo album proprio quest'anno. Sweatshops rappresenta una tappa fondamentale nella loro carriera e va certamente annoverato tra i loro lavori più riusciti.
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È l\'album che preferisco, tecnico e grintoso, voto 85 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. History Seeds 2. Jerry Mander 3. Sacristan'Scorn Towards Water 4. Bloody Hills 5. Behaviours 6. Last Doctor 7. No Title, No Bible 8. Thanathophobia 9. The Plot Thickens
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Line Up
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Daniel Botti (Voce, Chitarra) Gary D'Eramo (Voce, Chitarra) Klaus Mariani (Basso) Mario Giannini (Batteria)
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