|
19/09/24
BELPHEGOR + MALEVOLENT CREATION + MONUMENT OF MISANTHROPY + CONFESS
AUDIODROME - MONCALIERI (TO)
|
|
Birdstone - The Great Anticipation
|
01/09/2024
( 806 letture )
|
Cominciamo ormai a conoscere i Birdstone, band francese che muovendosi in un underground continuo e, se vogliamo, ricercato e voluto, ha iniziato la propria carriera nel 2015, pubblicando come autoprodotti i primi due album, Seer nel 2019 e Loss nel 2022. Quando sembrava che i tre avessero l’intenzione di proseguire con titoli da una sola parola, ecco che il terzo album, ancora autoprodotto, ma con una licenza per la pubblicazione in CD e vinile, si intitola The Great Anticipation. Una copertina piuttosto desolante fa da contraltare a questo titolo roboante, con quello che sembra il corpo di un ragazzo riverso su una sedia, in una stanza in piena decadenza, se non abbandono, con una soleggiata finestra dalla quale parrebbe essere stata divelta la persiana che giace a terra, sotto la sedia. Il collegamento tra titolo e immagine resta dubbio, dato che il gruppo afferma genericamente che il disco “esplora molte tematiche, come la battaglia per un futuro migliore, la ricerca della luce e si tuffa dentro un’impulsiva urgenza di andare oltre”.
Come già anticipato nei dischi precedenti, i Birdstone non sono una band comune e hanno da sempre sfidato i criteri di catalogazione, scegliendo scientemente di offrire una definizione molto ampia della propria musica. Per chi li seguisse da tempo, non sfuggirà una piccola alterazione in questa terza uscita, rispetto a quanto la stessa band dichiarava ai tempi del secondo album Loss: se resta l’elemento fondativo del blues, ecco che in questo caso, al posto del rock psichedelico troviamo il progressive rock. Un cambiamento non da poco, anche se sappiamo bene quanto i due generi siano in realtà tra loro affini. E, come nel disco precedente, la fusione tra blues e rock psichedelico profumava in realtà molto di prog e alternative rock, in questo nuovo album nel quale i due elementi dichiarati sono blues e prog, ecco che l’elemento stoner e quello alternative risaltano particolarmente. Per inciso, ci sarebbe da segnalare anche un cambiamento nel trio, che vede Benjamin Rousseau prendere il posto di Léo Gaufreteau dietro la batteria e dietro anche alla consolle della produzione. Il che parrebbe indicare una certa coesione nella nuova line up. The Great Anticipation conferma alcune caratteristiche proprie della band, che ha ormai una identità ben spiccata e che conferma quindi la propria ecletticità, il proprio giocare con i generi, mischiandoli tra loro, con una evidente ricerca di pathos ed emotività, che prescinde dalla mera esibizione tecnica, comunque sempre di alto livello, per raggiungere appunto attraverso la spiritualità del blues il cuore dell’ascoltatore. Ma apporta anche qualche novità ed è appunto la vena stoner a diventare molto importante, se non addirittura preponderante, pur mantenendo sempre una impostazione blues e prog che sono quelli caratterizzanti la proposta e distinguono i Birdstone da qualunque altro gruppo del genere. A lato, sempre forte l’impronta alternative, in particolare nel cantato di Basile Chevalier-Coudrain, che non nasconde qua e là evidenti influenze di Jeff Buckley, Muse e Radiohead. I brani sono tutti piuttosto lunghi, mediamente sopra i sei minuti e giocano spesso sullo scompigliare le carte, iniziando in un modo, presentando poi una o più variazioni e poi riprendendo il tema. Basta l’iniziale Eyes on the Ceiling che dopo un arpeggio iniziale si concede una prima strofa in pieno stile stoner, per poi aprirsi a una evoluzione quasi jazz, per capire come il gruppo non voglia porsi troppi limiti e si muova con naturalezza tra le pieghe dei generi, tornando al riff blues/stoner per il refrain. Molto bello l’assolo in pulito, che conferma una padronanza tecnica fuori dal comune. Ancora più ossessiva la successiva Instant Shutdown, giocata su un riff insistito e su vocalizzi concitati che urlano il refrain Turn off the power, turn off the power, blow up the fuse criticando lo stile di vita moderno, per proseguire poi con tanti cambi di tempo, che non riducono però l’aggressività di fondo del brano. Alcyon è decisamente la traccia più dura del disco e gira attorno a un riff velocissimo, per gli standard dei Birdstone, sui quali si arrampica una linea melodica molto interessante, con cori e quant’altro, che rilancia di continuo il riff principale, accompagnato da un Rousseau che pesta come un fabbro. Non sorprende che al centro la canzone cambi completamente, con un passaggio in pulito bellissimo ed evocativo. Dopo l’infuriata Alcyon, The Devil apre con un gospel rurale classicissimo, per poi presentare il più classico giro blues sparato a mille, confermando che il disco sia molto più “duro” dei precedenti, ma stavolta l’andamento è decisamente più sarcastico e scherzoso, con la natura blues del brano a emergere. Cinnamon Creek sembra un incontro incestuoso tra Little Wing e Jeff Buckley, con una sua dolcezza di fondo che mette Basile al centro dell’attenzione e continui cambi di ritmica a confermare la “follia” compositiva ed esecutiva del trio; pura delizia l’apertura finale, che avrebbe meritato forse il sugello di un assolo fluviale. Hotline sfodera il riff più pesante del disco, in puro territorio stoner/doom e si conferma pezzo sperimentale e piuttosto arrabbiato, con continui cambi di atmosfera e con un ritorno costante al riff portante; forse il meno centrato del disco. Chiude Méandres che, tenendo fede al proprio titolo, è la traccia più particolare, tra momenti notturni ancora vicini al jazz e improvvise esplosioni blues in distorsione, col consueto cantato macchiato di alternative di Basile che tocca i propri vertici esecutivi e un lungo finale dominato dal monumentale riff portante.
Band dell’enorme talento, come poche capace di esplorare senza pregiudizi i generi musicali di riferimento, inserendo sfumature sempre nuove e spiazzanti, ma comunque pienamente musicali e mai fini a se stesse, i Birdstone continuano a stupire. The Great Anticipation è il terzo album consecutivo che ammalia e ci narra ormai di un gruppo maturo e dalla levatura superiore. Non accade per caso che, pur variando costantemente formula attorno ai propri assiomi di base, un gruppo riesca a pubblicare tre grandi album, diversi tra loro, ma tutti identificabili col nome stampato in copertina. Si chiama personalità e i Birdstone ne hanno da vendere, assieme alla fantasia e alla capacità di trascendere i limiti di genere per ricercare la grande Musica. Se riusciranno a scrivere IL brano o, addirittura, il disco capaci di restare, diventeranno una delle band più grandi di questo inizio di millennio. Nel frattempo, non fateveli scappare, per nessun motivo.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
La Cage / Distrolution / Vinyl Records Makers
|
|
|
Tracklist
|
1. Eyes on the Ceiling 2. Instant Shutdown 3. Alcyon 4. The Devil 5. Cinnamon Creek 6. Hotline 7. Méandres
|
|
Line Up
|
Basile Chevalier-Coudrain (Voce, Chitarra) Edwige Thirion (Basso, Cori) Benjamin Rousseau (Batteria, Tastiera, Cori)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|