|
19/09/24
BELPHEGOR + MALEVOLENT CREATION + MONUMENT OF MISANTHROPY + CONFESS
AUDIODROME - MONCALIERI (TO)
|
|
Mushroomhead - Call The Devil
|
04/09/2024
( 517 letture )
|
Il nome dei Mushroomhead è noto principalmente per l’accostamento agli Slipknot sebbene la band mascherata dell’Iowa sia venuta dopo di loro, surclassandoli però sotto ogni aspetto. Molta della visibilità che il gruppo ha ottenuto è dovuta alle presunte polemiche tra i due progetti ma ci sono indubbiamente dei meriti che vanno alla band di Felton e soci, dischi come M3 e XIII contengono ottime canzoni come Solitaire/Unraveling e Sun Doesn’t Rise che hanno mostrato il valore dei Mushroomhead. Ma dopo svariati cambi di formazione, la perdita di membri storici come i singer Jeffrey Nothing e Jason Popson (che era già uscito in precedenza per poi rientrare nel progetto) e dischi non proprio esaltanti viene da chiedersi che cosa aspettarsi da una nuova fatica del gruppo mascherato il cui unico membro fisso dall’esordio è il batterista Steve Felton. Call the Devil è il secondo lavoro della band con la cantante Jackie LaPonza (che in The Righteous & the Butterfly era presente come ospite in alcune canzoni) e con Steve Rauckhorst, che vengono affiancati dalla new entry Scott Beck. Anche lo stesso Steve Felton collabora alle voci in alcune canzoni, occupandosi anche delle tastiere e delle percussioni dimostrando il suo attaccamento al progetto.
Nonostante il pregiudizio che si può avere guardando la copertina non proprio riuscita e notando l’assenza di Popson uscito da poco dalla band, questa nona fatica del gruppo americano risulta apprezzabile, se non altro nelle prime sei tracce. Infatti Felton e soci (tra cui è presente anche suo fratello Dave che aveva militato nella band anni prima e che è rientrato solo recentemente) riescono in qualche modo a tenere un collante tra i pezzi di Call the Devil e la proposta dei Mushroomhead, suonando fedeli al loro stile e per questo coprendo l’assenza dei singer storici. Alternando aggressività e melodia, seguendo una formula alternative metal che dà molto spazio a delle parti industrial, i Mushroomhead riescono a rimanere fedeli al loro nome. Pezzi come l’opener Eye to Eye, Fall in Line, Emptiness e Prepackaged mostrano una band ancora capace di costruire buone canzoni. Seppur non ci sia nulla che faccia gridare al miracolo Call the Devil nella sua prima parte sembrerebbe essere un buon disco. La seconda metà del lavoro invece, causa un eccessivo minutaggio di alcune canzoni e alcune sperimentazioni non proprio riuscite a cui si aggiungono dei filler, finisce per allungare inutilmente l’album. Decomposition è un episodio abbastanza inutile. Grand Gesture e Shame in a Basket sebbene contengano delle buone idee si perdono nella ridondanza di una durata eccessiva. La conclusiva outro Doom Goose non aggiunge molto essendo posizionata dopo un pezzo di ben otto minuti che crea già le stesse atmosfere nel suo incedere. Buone invece Hallelucination, Hideous e Torn in Two dove si sente più aggressività e la band suona più sciolta.
Insomma, Call the Devil è un disco che contiene qualcosa di buono, ma che si perde in una durata che andava riconsiderata visto che sessanta minuti di musica per quello che hanno realmente da offrire i Mushroomhead nel 2024 è un po’ troppo. Come detto sono diverse le canzoni esaltanti e adrenaliniche contenute nell’album, e in esse si trovano anche parti più melodiche e introspettive dove le tastiere e le incursioni elettroniche hanno più spazio e ci sono anche tracce più dirette e “ignoranti” con l’intenzione di essere fracassone come l’opener, ma decisamente tra tutte manca quella canzone capace di fare davvero breccia nell’ascoltatore come invece il gruppo era stato in grado di fare in passato. Un disco nella media che sarebbe stato migliore con delle scelte più accorte nella gestione della tracklist e dei contenuti. Tutto sommato, considerando che si tratta del primo disco in assoluto dove non compaiono né Popson né Nothing, lo spirito artistico dei Mushroomhead è ancora intatto mostrando affinità con quanto la band propone dagli esordi e le atmosfere di pezzi come Emptiness e Prepackaged sono lì a dimostrarlo.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1
|
E\' un gruppo di livello e per gli amanti del genere ci sono degli ottimi pezzi |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Eye to Eye 2. Fall in Line 3. Emptiness 4. We Don’t Care 5. UIOP (A Final Reprieve) 6. Prepackaged 7. Decomposition 8. Grand Gesture 9. Hallellucination 10. Hideous 11. Torn in Two 12. Shame in a Basket 13. Doom Goose
|
|
Line Up
|
Steve Rauckhorst (Voce) Scott Beck (Voce) Jackie LaPonza (Voce) Dave Felton (Chitarra) Joe Gaal (Chitarra) Ryan Farrell (Chitarra, Basso, Tastiere) Steve Felton (Percussioni, Tastiere, Voce) Robert Godsey IV (Percussioni) Aydin Kerr (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|