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19/09/24
BELPHEGOR + MALEVOLENT CREATION + MONUMENT OF MISANTHROPY + CONFESS
AUDIODROME - MONCALIERI (TO)
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04/09/2024
( 863 letture )
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Tornano a due anni esatti di distanza dal precedente Impact Is Imminent, i canadesi Anvil, e lo fanno con One and Only, il loro ventesimo lavoro in studio in poco più di quarant’anni di onorata carriera. Nel tempo la band canadese ha fatto della coerenza musicale e puntualità delle uscite discografiche la propria bandiera, ed anche in questo caso non disattende le aspettative, pubblicando l’ennesimo lavoro assolutamente genuino e dalle caratteristiche musicali volutamente invariate. Parliamoci chiaro, chi si avvicina ad un lavoro degli Anvil sa esattamente cosa vuole ascoltare e di conseguenza cosa aspettarsi, e puntualmente i nostri soddisfano le aspettative dei loro fans con un concentrato di heavy classico che più classico non si può, tanto groove, ritmi adrenalinici, rock n’ roll e sporadici rallentamenti che sfiorano leggermente le atmosfere di un noto quartetto di Birmingham, oltre al “consueto” omaggio a Mr. Kilmister e soci ed ai fratelli Young d’oltreoceano.
La partenza è affidata direttamente alla titletrack, One and Only, che con il suo riff super classico e l’andamento in quattro quarti, anch’esso decisamente tipico, conferma quanto sopra descritto, ovvero che le caratteristiche stilistiche sono anche questa volta invariate rispetto al passato. Il pezzo scorre naturalmente senza scossoni, e si fa apprezzare per quello che fa, senza suscitare chissà quale esaltazione. Leggermente diversa la situazione per la successiva e appena più movimentata Feed Your Fantasy, che risulta meno ispirata e oltretutto funestata da un ritornello non particolarmente indovinato che, per qualche strana ragione, la band ripete oltretutto fino allo sfinimento accentuando la sensazione di trovarsi sì difronte al “solito” album degli Anvil, ma stavolta meno ispirato. Sulla successiva Fight For Your Right così come anche su Dead Man Shoes, aleggia invece pesante il fantasma dei Motörhead, sia nella struttura tirata delle composizioni, sia nelle impostazioni e nel cantato delle strofe da parte del solito Lips Ludow; carine, ma innocue e decisamente oltre la volontà di rendere omaggio ad una band immortale. Deciso cambio di marcia e tempo sulla “doomeggiante” Heartbroken, che anche grazie al suo incedere lento e cadenzato riesce a farsi apprezzare più di altre canzoni; anche qua gli omaggi si sprecano, soprattutto nella pesantezza dei riff ed in alcuni passaggi di batteria che ricordano un po’ troppo da vicino lo stile del minore dei fratelli Appice. Buona, anche se abusata nel riff e nel mood, la successiva Gold and Diamonds, che nonostante tutto svolge il suo lavoro in maniera più che sufficiente, senza particolari balzi e/o picchi. Arriviamo ora al primo singolo del disco, quella Truth Is Dying che risulta sì simpaticamente familiare, ma soltanto perché pesca a piene mani nelle parti strumentali di chitarra e nella struttura del ritornello da Hell Bells degli AC/DC. Anche qua, come in precedenza, è chiara l’intenzione di rendere omaggio alla band in questione, ma sempre come in precedenza, una cosa è ispirarsi, un’altra è prendere letteralmente pezzi di una canzone per farne una propria…siamo pericolosamente vicino al plagio. Proseguendo con la tracklist, la sensazione finora accumulata di trovarsi davanti ad un disco minore degli Anvil trova purtroppo conferma, in quanto le rimanenti canzoni non si spostano di una virgola da quanto ascoltato finora, ovvero brani insipidi o che omaggiano troppo nomi più altisonanti, che hanno inoltre la “colpa” di far diventare l’ascolto del disco a tratti anche stancante, cosa che viene ulteriormente acuita anche da una tracklist composta da ben 12 brani!
Chiudendo il cerchio, ma soprattutto dopo ripetuti ascolti, il verdetto su One and Only è ormai definito e tratteggiato. Gli estimatori della band saranno felici e soddisfatti della nuova fatica dei canadesi, che trasudano coerenza e genuinità (a tratti anche ingenuità se vogliamo) e zero voglia di compromessi. Per cui se vi piacciono gli Anvil, comprate a scatola chiusa, non rimarrete delusi; se invece non siete particolarmente amanti della band, passate pure oltre, non sarà One and Only il disco che vi farà cambiare idea!
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2
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Anvil style degli ultimi due decenni....ne piu ne meno... però...un po\' scialbo..il meno \"convincente\" della loro carriera.
Diciamo...una uscita propedeutica al tour prima americano (in corso) e poi europeo tra non molto.
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1
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Poco da dire riguardo questa nuova uscita degli Anvil. Concordo al 100% con quanto scritto dal recensore. Bene o male, ormai da almeno quindici anni il concetto di base è sempre lo stesso, metal genuino e senza fronzoli. Non sarà certo con questa nuova uscita che recupereranno fans persi negli ultimi decenni, viceversa chi ha continuato a seguirli non disprezzerà, sebbene secondo me, anche negli ultimi vent’anni, abbiano saputo far di meglio (mi viene in mente Juggernaut of Justice per esempio). Stavolta mi è sembrato un po’ pochino. Concordo col voto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. One and Only 2. Feed Your Fantasy 3. Fight For Your Rights 4. Heartbroken 5. Gold and Diamonds 6. Dead Man Shoes 7. Truth Is Dying 8. Rocking the World 9. Run Away 10. World of Fools 11. Condemned Liberty 12. Blind Rage
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Line Up
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Steve ‘Lips’ Kudlow (Voce, Chitarra) Chris Robertson (Basso) Robb Reiner (Batteria)
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