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Anims - Good `n` Evil
11/09/2024
( 1110 letture )
Il qui presente secondo disco degli Anims è il risultato di un intenso lavoro concepito in studio. Francesco Di Nicola (Danger Zone-Crying Steel-Krell), autore o coautore dei brani, ha interpretato sia le parti di basso che di chitarra. mentre l’arrangiamento e la stesura delle tracce di batteria sono invece opera di Paolo Caridi (Ellefson-Soto, Reb Beach, Geoff Tate, Michele Luppi), professionista di esperienza internazionale con cui Francesco ha già collaborato nel recente Deserts dei Krell. La voce è quella calda e caratterizzante di Elle Noir, l’elemento vincente dell’album di debutto del 2022, God Is a Witness, che ha riscosso parecchio interesse. La forza e l’intensità dei cori, due coppie di chitarre ritmiche che virtualizzano la presenza di due chitarristi e l’elaborazione del suono, sono gli elementi che conferiscono al lavoro un’ambientazione particolarmente ricca e un bel sound profondo. Good ‘n’ Evil contiene Liar e Satellite, due brani inediti dell’epoca in cui Di Nicola collaborò con i Crying Steel nei primi anni 90, periodo privo di pubblicazioni per lo storico gruppo bolognese, nonostante la presenza costante sui palcoscenici metal italici. Il cd contiene poi una traccia in più rispetto alla versione digitale: Victim of Time, title track dell’album con cui i Danger Zone debuttarono ufficialmente nel 1984 e nella cui formazione era presente il mastermind di questo progetto. I testi dell’album, prevalentemente composti da Chiara Mencarelli ed integrati dallo stesso Francesco Di Nicola, insieme co-produttori di questo disco, sono di chiara ispirazione spirituale: come suggerisce il titolo, il comune denominatore è la contrapposizione del bene e del male e dell’elevazione della vittoria del primo sul secondo. Gli spunti biblici sono frequenti e le riflessioni sul luogo di incontro tra uomo e uomo e tra uomo e Dio sono altrettanto diffusi. Anche questa release, come il precedente album, è stato registrata al Pri Studio di Bologna e la quarantennale collaborazione e amicizia tra musicisti e personale di studio, sono gli ingredienti che hanno contribuito alla creazione delle sonorità e dei brani di questo nuovo disco.

Il primo singolo The Cherubims, uscito lo scorso 4 aprile, apre le danze, grazie a chitarre saltellanti, batteria pestata e una voce molto piacevole che alterna striature felpate a crudità: un bel brano di presentazione con un hard ottantiano robusto e aguzzo, corredato da un bel guitar solo, bella partenza per il trio. Se Fear of the Night è un up tempo con filamenti hard anni settanta, grazie a chitarre bizzose e indomabili nel riffing, con un chorus brumoso e un intervento infuocato della sei corde in fase di solismo, Where Were You appare come una bella mazzata strumentale che si sposa benissimo con la vocalità di Elle Noir, ora squillante ora più corposa; mentre Satellite è un brano che scorre via tra impuntature e big guitar. Leviathan parte in maniera roboante, le guitar si fanno strada tra le rocce e una foresta rigogliosa composta da una voce evocativa e una sezione ritmica pressante; brano riuscitissimo con un ritornello incessante e qualche ombreggiatura darkeggiante, tutto molto hard rock, condito da un solismo dell’ascia debordante e bellissimo. Dry Bones sfodera coralità intersecate che richiamano alla mente gli Abba, mentre il filo conduttore del brano appare rovente e bello pesante. Liar parte come un lentone dove la voce della singer balza prepotentemente fuori, per poi trasformarsi in uno scampolo con un inciso memorizzabile e ripetuto. Lena è una song bellissima che gode di un’escalation melodica notevole e di un grande lavoro nelle armonizzazioni vocali, con Elle che sale in cattedra e detta le sue regole, grazie ad un’estensione di livello; il solo della chitarra, come al solito, risulta pregevole e scatenato. Nebuchadnezzar (titolo stranissimo) è preda di un riff spezzato che provocherà headbanging sotto il palco, le chitarre sono gonfie e gli arrangiamenti pesanti, altro ottimo brandello, così come la finale title track che coglie diverse sfumature nel bagaglio della band. Chiude i boccaporti la bonus track Victim of Time che mostra come i ragazzi sanno accelerare all’occorrenza, sparando alabardate senza ritegno, strizzando l’occhio al metal.

Un buonissimo album questa opera seconda degli Anims. Le chitarre sono incandescenti in fase di solismo e trapananti nei riff, la voce sa addolcire o enfatizzare i vari momenti con una resa ottimale, la batteria pesta senza ritegno e i brani proposti, oltre a ostentare molti fattori positivi, sfoggiano un grande pregio: non ci sono scopiazzature o meri aspetti derivativi, segno che il trio possiede un suo stile netto e ben delineato, cosa non da poco. Good ‘n’ Evil è un disco per chi ama l’hard rock, per chi vuole sentire brani originali non contaminati da modernismi ma nemmeno fortemente marcati da stilemi arcaici ben conosciuti e stra ascoltati: insomma pollice alto per questo trio!



VOTO RECENSORE
76
VOTO LETTORI
31 su 1 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2024
Art of Melody/Burning
Hard Rock
Tracklist
1. The Cherubims
2. Fear of the Night
3. Where Were You
4. Satellite
5. Leviathan
6. Dry Bones
7. Liar
8. Lena
9. Victim of Time (Bonus Track esclusiva del CD)
10. Nebuchadnezzar
11. Good 'n' Evil
Line Up
Elle Noir (Voce)
Francesco Di Nicola (Chitarre, basso)
Paolo Caridi (Batteria)
 
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