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The Almighty - Powertrippin'
28/09/2024
( 654 letture )
Uno dei più classici casi di band elevata -forse- oltre i propri meriti nella prima fase della propria carriera e poi senz’altro fin troppo criticata nella seconda, gli scozzesi The Almighty hanno percorso in poco più di dieci anni tutta la scala delle esperienze che una band emergente può vivere sulla propria pelle. Formati nel 1988 da tre amici di scuola, il cantante/chitarrista e compositore Ricky Warwick, il bassista Floyd London e il batterista Stump Monroe, ai quali si unì il chitarrista Andy "Tantrum" McCafferty, i quattro furono da subito seguiti e glorificati dalla stampa inglese, alla caccia spasmodica della Next Big Thing. Il grezzissimo quanto amato debutto Blood, Fire & Love ottenne ottimi riscontri di vendita e di critica, tanto che ne seguì subito un album dal vivo e un secondo disco prodotto niente di meno che da Andy Taylor, ex dei Duran Duran. Tour di prestigio con Motorhead, Megadeth, Alice Cooper, riconoscimenti da parte di Kerrang! e un crescente successo di vendite in madrepatria, porteranno il gruppo ad aprire il Monsters of Rock di Donington nel 1992. Le tensioni interne per la velocissima crescita e i primi segni di un cambiamento musicale non a tutti gradito porteranno all’uscita di Tantrum, sostituito dal canadese Pete Friesen, conosciuto come session nella band di Alice Cooper e alla lavorazione del fatidico terzo disco, Powertrippin’.

Pur con delle radici musicali fortemente orientate al punk (Warwick era stato chitarrista per qualche tempo nei New Model Army), il gruppo aveva scelto una commistione musicale più orientata verso l’hard rock e l’heavy metal, con influenze disparate, dagli AC/DC ai Motorhead, dai The Cult ai Thin Lizzy (Warwick è in realtà nato in Irlanda e lo ricordiamo tra l’altro come membro dei Black Star Riders, band formata proprio da Scott Gorham). Un miscuglio grezzo ed epidermico, che aveva fatto breccia e incontrato parecchi favori all’epoca, un po’ come accadde anche ai Wolfsbane di Blaze Bayley (qua ospite), ma arrivati al terzo disco, Warwick e soci (siamo nel 1993) decidono di tendere l’orecchio alle sonorità contemporanee, facendosi tentare dalle sirene del grunge e dell’alternative, probabilmente per lanciarsi verso quel passaggio al pubblico statunitense che da sempre le band inglesi che vogliono fare il colpo grosso devono provare. Una svolta che difficilmente poteva passare inosservata e che scatenò un bel vespaio, con accuse di ogni tipo rivolte al gruppo, proprio a partire da quella stampa che li aveva innalzati nei primi anni e che ora non gli perdonava il "tradimento". In effetti, i The Almighty non si preoccuparono affatto di nascondere queste nuove influenze, dato che il singolo prescelto e prima canzone del disco, Addiction, è anche una di quelle in cui l’ombra degli Alice in Chains è più che evidente.
C’è da dire inoltre, al di là di questa nuova ispirazione, peraltro sicuramente ricercata, dato che l’inserimento di Pete Friesen e il suo contributo compositivo spingevano proprio in quella direzione, che Powertrippin’ gode di una produzione finalmente di livello, con un suono potente e rotondo, anche se un po’ basso nel mixaggio e di una evidente maturazione compositiva del gruppo, che raggiunge livelli sicuramente superiori rispetto ai primi due album. Corretto anche sottolineare come il disco mantenga in realtà e in gran parte le coordinate di fondo già evidenziate in precedenza, con una grande varietà di sfumature, brani quadrati e diretti, decisamente anthemici e con ritornelli da urlare a pieni polmoni, senza grandi pretese tecniche ma, come detto, con una crescita e una maturazione evidenti. Bruttina e incolore invece l’insignificante copertina.
Così l’apertura cadenzata e carismatica di Addiction dà subito la stura a un disco potente e melodico al tempo stesso, con un gran refrain e una struttura che la band ritroverà con ancora maggiore potenza in Wrench, singolo del successivo album Crank. Molto interessante la variazione conclusiva, a conferma di una ispirazione feconda e di una maturità compositiva pienamente raggiunta. Più aggressiva e veloce la successiva Possession, sempre anthemica e arrogante, squassata dalle accelerazioni in doppia cassa di uno scatenato quanto preciso e quadrato Monroe. Ambizioni di alto livello nella successiva Over the Edge, brano nel quale le influenze new wave del basso si scontrano con un andamento alternato tra chitarre pulite e distorte che creano una dinamica variegata, carica e di grande presa melodica, coronata da un ritornello vincente. Sicuramente uno dei brani più interessanti del disco, che non rinnega una ritmica arrembante, ma apre a una melodia che ne arricchisce i colori, senza diluirne troppo la potenza. Pezzone da brivido la successiva Jesus Loves You But I Don’t, nella quale si affronta il delicato rapporto con la religione e la credenza individuale sulle note di una ballata acustica quasi folk in continuo crescendo, fino all’emozionante esplosione della distorsione rilanciata dall’assolo di Friesen, con una dinamica ascendente che non fa prigionieri e conferma quanto i ragazzi siano cresciuti. Pezzo da tramandare ai posteri, anche per la vibrante sincerità del testo, pur con le sue ingenuità. Dopo tanta tensione, niente di meglio che una nuova sventagliata di potenza & melodia con Sick & Wired, classico pezzo anthemico e atletico di marca The Almighty, che apre poi alla titletrack, treno in pieno stile Motorhead lanciato in corsa da Monroe e graziato dal solito refrain cafone di marca punk da urlare a tutto fiato. Chiuso il “Lato A” col botto, ecco che il “Lato B” si apre con un altro singolo, la sparatissima Takin’ Hold, altra classica bomba adrenalinica con refrain da stadio e tiro micidiale, per poi aprirsi a una nuova incursione in territori “alternativi”: curiosamente firmata da tutti i membri originali del gruppo, Out of Season è una semi-ballad dall’evidente flavour statunitense, peraltro piacevolissima e riuscita in pieno, con il consueto spettacolare refrain e dotata di un retrogusto amaro e un senso di spaesamento nel testo che ne fanno uno di quei brani che “restano”, a distanza di trent’anni dalla sua uscita. Toccato uno dei suoi apici, Powertrippin’ non accenna comunque a voler deporre le armi e Life Blood è una delle tracce più pesanti del disco, con un riff macigno e il solito ritornello che apre, declamato dalla rude e graffiata voce dell’ottimo Warwick; valido anche in questo caso l’assolo di Friesen, eroe non cantato dell’album. Uno schema che si ripete, rinnovandosi, per tutte le restanti tracce, con Instict, nella quale si rivede -e non poco- il fantasma degli Alice in Chains di Facelift nella strofa, mentre il refrain torna a essere classicamente The Almighty; proprio il contrasto tra l’indolente strofa e il ben più dinamico ritornello fa la fortuna della traccia. In coda, Meathook ed Eye to Eye confermano la lezione senza aggiungere particolari sussulti, ma senza tradire la qualità complessiva molto alta dell’album, con ciascuna qualcosina che la caratterizzi, come ad esempio gli ottimi assoli di entrambe.

Nonostante e forse anche grazie alle polemiche, Powertrippin’ raggiungerà la quinta posizione nelle classifiche inglesi e i The Almighty si imbarcheranno nel prestigioso tour mondiale in accompagnamento agli Iron Maiden del Real Live Tour (trovate un resoconto della data di Firenze del 29/04 qui), per quello che fu probabilmente il punto più alto della loro carriera. Potente, arrabbiato, ironico, spaccone e arrogante, Powertrippin’ si gode oggi forse anche più di allora e ad emergere, più che le influenze grunge, comunque presenti e indiscutibili, è proprio la qualità dei brani e la compattezza del disco. Dodici tracce di livello, con qualche punta di qualità superiore e zero pentimenti. Hard rock, metal, punk e grunge tritati assieme e riproposti con attitudine e qualità da un gruppo molto valido, che dal vivo spaccava letteralmente e che ha pagato pesantemente la ricerca continua del “grande successo”, che gli sfuggiva di mano sempre più velocemente, a ogni cambio di casacca. Un gran peccato, confermato dal valore di questo disco e del successivo, forse anche superiore. Da rispolverare, senza dubbio.



VOTO RECENSORE
79
VOTO LETTORI
88.62 su 8 voti [ VOTA]
Vittorio
Venerdì 4 Ottobre 2024, 11.00.24
10
Album molto bello, invecchiato bene, che appunto si apprezza oggi più di ieri. Come al solito, contesto perfettamente centrato da Lizard.
Masterburner
Domenica 29 Settembre 2024, 21.59.56
9
Quanti ricordi... direi voto giusto per questo album che non è il loro migliore(Crank lo è). Sono stati un gruppo che ha cambiato troppo spesso stile ma comunque le canzoni sapevano scriverle e spaccavano sia su disco che dal vivo. Ne approfitto per rispolverare la loro discografia.
Rain ex Area
Sabato 28 Settembre 2024, 20.29.13
8
Sinceramente preferivo di gran lunga il precedente Soul Destruction che aveva un sound molto americano... ma dopo quell\'album il buon Tantrum abbandona la nave e con la scena cambiata dopo il 1991 cosa fai? Cerchi di stare al passo... loro lo fecero e il disco comunque non é affatto male, però li preferivo prima ecco!
Polenta col Nesquik
Sabato 28 Settembre 2024, 15.57.56
7
Ma certo. Noi esortiamo sempre i ragazzi a frequentare i siti che trattano di musica, anche quella estrema come il metal, perchè crediamo che anche dall\'ambiente più ostile possa venirne del buono. Purtroppo però non sempre le cose vanno nel verso giusto e, cenere o no, non posso fare a meno di sentirmi responsabile. Un\'ultimo appunto: Vorrei ti fosse chiaro che NON tutti i nostri ragazzi dsono coinvolti (anche su questo ti chiedo lo sforzo di credermi). Qualcuno ti legge e ti apprezza. Qualcun\'altro ti legge e ti apprezza di meno, ma avendo capito la lezione, ti rispetta ugualmente. E questo mi da fiducia.
Lizard
Sabato 28 Settembre 2024, 15.47.08
6
Ma nessun problema, guarda. Ci mancherebbe. Ripeto, a me sta benissimo che il mio stile non piaccia. E\' una cosa normalissima. Mi spiace solo che per una antipatia debba rimetterci il gruppo che si vede affibbiare un 30 magari per il solo scopo di dare contro a me. Per il resto, se le cose stanno come racconti, non è necessario nessun capo ricoperto di cenere. Grazie comunque per la spiegazione e vi esorto a restare nostri lettori e commentatori a tutto tondo. Grazie
Polenta col Nesquik
Sabato 28 Settembre 2024, 15.33.00
5
Ciao Lizard. Credo di avere intuito quanto accaduto. Vorrei che mi leggessi e che mi leggessi attentamente. Capisco, però, che stando dietro ad un monitor la possibilità di non essere creduto sia alta, ma è giusto e doveroso dire il vero. Sono un educatore e attualmente ti scrivo dal pc di una sala comune di una coperativa in provincia di Bergamo. Scrivo sempre da questo pc e non sono il solo a farlo. Sprono ogni giorno le persone di questo centro a farlo e, da quanto mi riferiscono, pare che in questo compito io abbia completamente fallito. Di recente uno dei miei ragazzi mi ha suggerito questo bel sito, che tu e gli altri recensori contribuite a rendere grande. Purtroppo qualcuno.. più di uno.. qui ti ha preso di mira. E pare non abbia preso di mira solo te. Io personalmente (Polenta) non ho nulla nei tuoi confronti, anzi, ti reputo un buon recensore, e mi dispiace di non essere stato in grado di trasmettere al meglio delle mia capacità il rispetto nei confronti di chi non ci sta simpatico. Se puoi credermi, sappi che per questo mi ritengo un fallimento. Non ho grande dimestichezza con i termini di internet (sono un po un dinosauro in materia) ma sono lieto che tra tutti i nomi finti (me li hanno fatti) tu abbia scelto proprio il mio (forse sono stato quello meno aggressivo boh.) almeno sono riuscito a scoperchiare questo fatto. Io te lo ripeto, questa è una situazione particolare e, se non vorrai credermi lo posso ASSOLUTAMENTE capire, ciònonostante non posso fare altro che scusarmi a nome di tutti e cospargermi di cenere il capo per il mio fallimento. Io comunque mi chiamo Nicola: voglio essere trasparente almeno su questo, se può servire, nella speranza che in futuro si possa continuare ad interagire ssenza maschere o alias. Grazie per l\'attenzione
Lizard
Sabato 28 Settembre 2024, 14.57.55
4
A buon intenditore poche parole. Se poi preferisci la pantomima, ok. Ne prendo atto.
Polenta col Nesquik
Sabato 28 Settembre 2024, 14.46.58
3
??? eccheccentro io ???
Lizard
Sabato 28 Settembre 2024, 14.17.37
2
@polenta col nesquik: ok, non ti piace il mio stile. Ci sta, me ne farò una ragione. Ma mettere 30 a raffica sotto tutte le mie recensioni mi sembra un po\' bambinesco, no? Non fai un torto a me, alla fine
Break the wall
Sabato 28 Settembre 2024, 11.51.36
1
HIT THE BRAKES! or you\'ll crash into this classic wall of text by Lizard!
INFORMAZIONI
1993
Polydor Records
Heavy Rock
Tracklist
1. Addiction
2. Possession
3. Over the Edge
4. Jesus Loves You But I Don’t
5. Sick & Wired
6. Powertrippin’
7. Takin’ Hold
8. Out of Season
9. Life Blood
10. Instinct
11. Meathook
12. Eye to Eye
Line Up
Ricky Warwick (Voce, Chitarra)
Pete Friesen (Chitarra)
Floyd London (Basso, Cori)
Stump Monroe (Batteria, Percussioni, Sand Pipe)

Musicisti Ospiti
Blaze Bayley (Cori su traccia 4)
Mark Dodson (Chitarra su traccia 7)
James Taylor (Piano su traccia 4, Organo Hammond su tracce 5,8,10)
The Crazy Gang (Cori)
 
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