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02/11/24
EREGION
HEADBANGERS PUB, VIA TITO LIVIO 33A - MILANO
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20/10/2024
( 656 letture )
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Wind Rose è il brand della band toscana la cui ascesa continua in modo esponenziale, in quanto a popolarità e presa sulle nuove leve dei seguaci del metal. Il quintetto toscano, la cui attività risale al 2009, ha infatti rapidamente evoluto un sound inizialmente devoto a un power progressive metal verso lidi via via più folk e immediati, ancorando la proposta attuale a un power metal diretto, potente e moderno, sulla scia di Sabaton e Powerwolf, abbracciando a livello lirico il filone fantasy tolkeniano, specificamente l’angolo legato alla saga dei nani. La band ebbe una svolta a livello di notorietà con l’uscita di Wintersaga su Napalm Records nel 2019, momento di svolta in cui la band abbandonò pressochè totalmente le influenze prog degli esordi, incrementandone massicciamente la componente folk e happy, puntellando inoltre la line up guidata da Francesco Cavalieri alla voce e Claudio Falconcini alla chitarra, con l’innesto dell’esperto Cristiano Bertocchi al basso, già noto per precedenti militanze nei migliori lavori dei Labyrinth di inizio carriera (con pseudonimo Chris Breeze). La hit Diggy Diggy Hole ha fatto conoscere la proposta della band pisana a livello mondiale, con oltre cinquanta milioni di visualizzazioni su Youtube e profili Instagram e persono Tik Tok divenuti virali.
Questo Trollslayer rappresenta il sesto lavoro in studio per i Wind Rose, che enfatizza ulteriormente quanto proposto dal 2019 in poi, vale a dire a livello di sonorità un power quadrato, potente e scanzonato, mentre a livello lirico le narrazioni restano fedelmente ancorate alle tematiche sopraccitate, tanto da rendere la proposta etichettabile come “dwarven metal”. La partenza è sulle note strumentali, epiche e orchestrali di Of Ice and Blood, che riporta alle atmosfere di Wintersaga e paga tributo a Blind Guardian e Rhapsody; lascia spazio al folk metal sparato di Dance of the Axes, con cori di facile presa urlati dalla voce grezza e potente di Cavalieri, mentre il livello di happy metal si innalza ai massimi livelli con The Great Feast Underground: un brano goliardico da taverna, che senza dubbio diventerà un classico della band in sede live, inneggiante sbronze e feste naniche tanto da far sembrare i testi dei Running Wild di Port Royal come materiale da fini intellettuali! Ogni brano è volutamente catchy, semplice e diretto, così le varie Rock and Stone, To Be a Dwarf e Home of the Twilight procedono in modo spensierato e senza velleità liriche, pestando sull’acceleratore grazie a una sezione ritmica molto preparata su cui riff e trame vocali si innestano con immediatezza, assieme a suoni sintetici e tastiere di Meranda che incrementano l’effetto catchy dei brani. Quello che manca è una qualsiasi forma di variazione o cambio di direzione, essendo ogni brano sostanzialmente un copia e incolla di sé stesso, limite principale della proposta anche di altre band appartenenti al sottogenere in oggetto, specialmente Sabaton e Powerwolf. Ecco che dunque anche la titletrack e Legacy of the Force proseguono imperterrite facendo scattare qualche sbadiglio specialmente dopo alcuni passaggi, mentre la conclusiva No More Sorrow porta finalmente una struttura più articolata e ambiziosa negli oltre sette minuti di svolgimento, che confermano tutti gli elementi del cocktail Wind Rose, ma in modo più convincente e strutturato, senza far gridare al miracolo ma beneficiando di maggiori cambi di atmosfera e di ritmo tanto da risultare il miglior pezzo del lotto.
In definitiva i Wind Rose tornano senza rischiare e confermando quanto di positivo emerso nelle ultime release, sia pure non andando oltre un compito di mantenimento e di consolidamento. Il successo commerciale ottenuto dalle recenti uscite rappresenta d’altronde un disincentivo ad uscire dai suddetti binari e il tour europeo assieme a Powerwolf e Hammerfall andrà senza dubbio a spingere ulteriormente la proposta della band pisana, in consensi tra tolkeniani e amanti del power metal più festaiolo e di ultimissima generazione. Disco oltre la sufficienza ma che non lascia pienamente soddisfatti.
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7
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Questa band è la conferma che non occorrono tette e signorine in bella vista
per avere successo, nè cantanti tipo michele luppi o Alle conti.. occorre un ottimo songwriting e personalità |
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6
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Totalmente d\'accordo con il recensore.
Questo album delude. La formula è \"quasi\" la stessa, motivo del 65 contro 80 di warfront. Gli album precedenti avevano un\'anima, questo molto semplicemente non ce l\'ha, a parte l\'ultimo pezzo. |
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5
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Onestamente, non sono soddisfatto. Per me questo disco rappresenta un passo indietro rispetto a Warfront. L\'ho trovato timido, non brutto ma manca un senso di passo in avanti, che Warfront aveva rispetto a Wintersaga, e che quest\'ultimo aveva rispetto al disco precedente e così via.
E poi, fatemelo dire, Rock And Stone è una Diggy Diggy Hole che ci ha creduto molto meno. |
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4
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Disco godibile e catchy, prodotto ottimamente. Direi un buon 70/75.
Il rischio di cadere nel ripetitivo con il prossimo album è molto alto ,comunque.
Ma se la formula vende..... |
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3
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Boh, due anni fa han preso 80.. Adesso che confermano quel che di buono fatto, 65.. Mettetevi d\'accordo fra Recensori.. Se no, non si capisce se era troppo l\' 80 o poco il 65 odierno.. |
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2
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Grande Andrea Bertocchi / Chris Breeze!!! |
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1
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....bel disco....ormai sono una certezza....70.... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Of Ice and Blood 2. Dance of the Axes 3. The Great Feast Underground 4. Rock and Stone 5. To Be a Dwarf 6. Home of the Twilight 7. Trollslayer 8. Legacy of the Forge 9. No More Sorrow
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Line Up
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Francesco Cavalieri (Voce) Claudio Falconcini (Chitarra) Federico Meranda (Tastiere) Cristiano Bertocchi (Basso) Federico Gatti (Batteria)
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RECENSIONI |
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