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Anialator - Death is Coming
03/11/2024
( 581 letture )
A leggere la storia degli Anialator, sembra un miracolo che la band texana sia riuscita a pubblicare Death is Coming. L'esordio sulla lunga distanza si è infatti fatto attendere per quasi quarant'anni: il gruppo è nato nel 1986 e ha giusto avuto il tempo di pubblicare un paio di EP, prima di cambiare nome in Sufferance -un'avventura che non si rivelerà particolarmente fruttuosa, almeno sul piano discografico. Spinto dall'interesse delle giovani generazioni per il materiale registrato, almeno così dice lui, il bassista Alex Dominguez riesuma il gruppo nel 2015 e pubblica un EP tre anni dopo. Il Nostro deve però battersi con l'ex-compagno di merende Mark Olivio, desideroso di tenersi il moniker per un altro progetto. Il primo finisce per averla vinta, ma perde strada facendo tutti i suoi commilitoni. E via con una nuova line-up, con la quale giunge (finalmente) alla pubblicazione del debutto.

Insomma, questi Anialator versione 2024 non hanno praticamente più nulla a che spartire con gli originali. E se anche fosse il caso, non si può dire che il mondo stesse aspettando la loro prima prova sulla lunga distanza. Questo per dire che il fatto di essere nati negli anni Ottanta non è automaticamente garanzia di interesse né di qualità, per quanto ne dicano le etichette; non si contano più i gruppi più o meno meteora che decidono, per vari motivi, di imbracciare di nuovo gli strumenti dopo decenni di silenzio. Detto ciò, questo Death is Coming merita senz'altro una possibilità, e bisogna dire che il disco è tutt'altro che malvagio. Gli Anialator propongono un thrash metal semplice e squadrato, di notevole aggressività e ignoranza. Ce ne si accorge sin dall'apripista Kill til Death, che apre le danze senza fronzoli. Tempi medi, batteria costantemente a palla, riffing ultradiretto e velenoso: la band stende un tappeto sonoro davvero sanguinario, incattivito dal cantato incazzoso e piuttosto efficace del frontman Tomy Gomez, il quale può vantare una lunga carriera nell'underground, come d'altronde i suoi colleghi. Abbiamo già sentito più o meno tutto: il disco ripete pressapoco le stesse coordinate nell'arco dei suoi 33 minuti di durata: un thrash metal barbarico e dal deciso piglio hardcore, specialmente per quanto riguarda l'immediatezza generale, appesantito da decise influenze death che lo avvicinano (più o meno esplicitamente) alla proposta dei Morbid Saint -si senta ad esempio il riffing affilato di Memories of Terror. La successiva Iron Grinder abbassa i ritmi ed aumenta il carico di groove, risultando alquanto trascinante, come la massiccia Terror Tactics. Hear the Death Call recupera invece un approccio HC, rivelandosi il brano più diretto e concitato del disco, mentre Battlefield Messiah avanza come un rullo compressore, toccando livelli d'intensità parecchio elevati. Relentless sorprende invece per la sua introduzione melodica, ma il momento dura poco, e la band torna a picchiare come di consueto pochi secondi più tardi.

Il disco si rivela quindi estremamente compatto, ciò che rappresenta in fin dei conti il suo maggiore limite. Con il passare dei minuti, i brani tendono infatti ad assomigliarsi un po' tutti, sensazione che non viene lenita dalle durate piuttosto ingenti delle canzoni, al contrario. D'altro canto, Death is Coming possiede una forza d'urto di indubbia brutalità. Se considerato da questo punto di vista, ovvero come un album di thrash potente e senza pretese, l'agognato esordio degli Anialator fa più che discretamente il suo lavoro.




VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
82 su 2 voti [ VOTA]
Duke
Giovedì 14 Novembre 2024, 23.01.42
3
...tra un anno..nessuno si ricorderà di loro....come succede spesso....
DaveHC
Lunedì 4 Novembre 2024, 19.19.15
2
In effetti sembra una cosa di fine anni 80 ma con un cantato più harsh rispetto a quanto solitamente si usava all\'epoca in ambito thrash che mi piace di più... Scorre via piacevole dai
LAMBRUSCORE
Domenica 3 Novembre 2024, 20.24.57
1
Ascoltato un paio di volte. Mi sembra di sentire in alcuni riff e parti di basso e batteria, i Nuclear Assault, con voce più roca. Niente male, il disco scorre bene, poco più di 30 minuti di sano /malato Thrash d\'annata. Per me un 70 pieno, anzi, qualcosa in più. Alla fine ho proprio quel sentore di Thrash di fine anni \'80 , che non mi stanca mai, bel colpo ,dai.
INFORMAZIONI
2024
Xtreem Music
Thrash
Tracklist
1. Kill till Death
2. Memories of Terror
3. Iron Grinder
4. Hear the Death Call
5. Battlefield Messiah
6. Relentless
7. Terror Tactics
Line Up
Tony Gomez (Voce)
JD De La Rosa (Chitarra)
Fernando Salinas (Chitarra)
Alex Dominguez (Basso)
Daniel Garcia (Batteria)
 
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