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Bobbie Dazzle - Fandabidozi
03/11/2024
( 1133 letture )
Che Siân Greenaway avesse una marcia in più lo si era già capito dal rilancio degli Alunah, band che era rimasta nell’underground più profondo dal 2006 e che, col suo ingresso, ha finalmente ottenuto contratti e attenzioni rilasciando con lei un EP e due album, di cui il secondo, Fever Dream, uscito a settembre di quest’anno. Ma che la contralto covasse in realtà un alter ego dedito al glam rock settantiano, Bobbie Dazzle, probabilmente sarà una sorpresa per molti e non è detto che questa incarnazione non ottenga ancora più riflettori puntati. Lei sicuramente ci crede, tanto da aver annunciato la sua uscita dalla band, per dedicarsi interamente alla carriera solista. Costruito un gruppo attorno alla sua prorompente figura e alla sua centralità compositiva (suoi tutti i brani), ecco quindi arrivare il contratto prestigioso con la Rise Above di Lee Dorrian e il presente disco di debutto, Fandabidozi, anticipato dall’uscita di diversi singoli, con relativi video, pubblicati sui social. Al di sotto delle luci scintillanti, la storia vede l’idea per la band nascere in un momento di profonda tristezza, data dalla morte della sorella. La reazione a questo evento è stata cercare rifugio nella luce e nella gioia, identificati col glam inglese settantiano di Sweet, Slade, Marc Bolan, David Bowie.

Via quindi lustrini, tutine aderenti, glitter, stivaloni improbabili e luci coloratissime, a sottolineare la figura delle band leader, sin dalla copertina, semplice quanto efficace e catturante. Eppure, al di là delle facili battute sull’avvenenza di Bobbie Dazzle, bisogna ammettere che la scommessa musicale fatta è abbastanza coraggiosa: di dischi come Fandabidozi si è in gran parte perso lo stampo e se tantissime sono le band dedite al retrorock settantiano, molte delle quali prendono anche spunto dal glam rock, in realtà un album interamente basato su queste coordinate non capitava di sentirlo da tempo. Rock’n’roll ad alto voltaggio, cowbell, sintetizzatori e organo, cori ammiccanti a profusione e tanta tanta grinta ed energia, questa la ricetta di dieci canzoni che proiettano la band verso il passato, con una potenza che forse in molti non si aspettano dalla Greenaway, che ruggisce e blandisce allo stesso tempo, senza esasperati ammiccamenti nel cantato, che invece si mantiene sempre bello teso e pieno. Non bastasse, la nostra inserisce di quando in quando anche degli ottimi interventi di flauto traverso, che fanno subito folk rock e contribuiscono ad arricchire miscela e arrangiamenti. Ottima fin dall’apertura scatenata di Lightning Fantasy, sparatissimo rock’n’roll con refrain lanciato a più voci che più settantiano e cinematografico non si potrebbe e i sintetizzatori a rendere le atmosfere spaziali tipiche. Grandissima grinta di Bobbie e la festa glam e già irresistibile e contagiosa. Splendida seconda traccia, Merry Go Round unisce un refrain a più voci che lascia il segno a un gran bel groove di base, a conferma della solidità della band, con un ampio inserto di flauto traverso e i soliti sintetizzatori settantiani a dare colore. Singolo e canzone perfetti, divertenti e musicalmente molto interessanti, sicuramente uno degli highlight del disco. Super riff rock’n’roll in apertura e accelerazione che ricorda moltissimo gli Uriah Heep anche nella linea melodica per Revolution!!!, clappin’ hands e cori glam e via per un’altra inebriante traccia. Si tira leggermente il fiato con Magic of Music, condotta da piano e con un riff ritornante alla maniera del primo David Bowie e, ancora, un bel refrain sognante. Il ritmo si rialza con Back to the City, classico tormentone rock’n’roll alla Suzi Quatro, con arrangiamenti ricchi e una linea melodica che è impossibile non cantare, ma la vera botta arriva con It’s Electric annunciata a una sirena d’allarme. E’ di nuovo uno scatenato riffing alla Uriah Heep a tenere banco, con una band che gira a mille e regala una esplosione di ritmo e carica e l’ennesimo grande refrain a sparare a tutta voce. Ritmo ancora altissimo con Antique Time Machine, veloce e scatenata, con una linea melodica da Rocky Horror Picture Show sulla quale si innesta anche la voce maschile dell’ospite e coautore Ad Barker. Bobbie in grande spolvero su Lady on Fire, brano ondeggiante, retto in gran parte dalla ritmica ancheggiante e che sale di dinamica fino al refrain, sulla quale la cantante tira fuori tutta la voce e la grinta che possiede e quando il ritmo si abbassa, ecco di nuovo il flauto a donare colore. April Showers gira ancora attorno alla ritmica sostenuta, al flauto e agli arrangiamenti ricercati di tastiera, oltre che agli ottimi interventi di chitarra, più presente con un riffing ossessivo e pesante. Chiude Flowers on Mars, uno dei brani più belli del disco, con una costruzione più ricercata e articolata, senza che questo significhi rinunciare alla chiave del disco: il ritmo e il groove, uniti a una melodia sempre molto efficace e divertente, con un ritornello settantiano divertente e riuscitissimo.

Per il proprio disco di debutto Bobbie Dazzle aka Siân Greenaway sceglie un approccio vincente: dieci brani dritti al punto, con numerose sfumature compositive, ma tutti piuttosto epidermici e che colpiscono dritto al sodo, mostrando anche ampi margini di crescita. Poche chiacchiere e, pur in ambito di puro glam, poche smancerie e concessioni a ballate stucchevoli o ammiccamenti vocali. Tanta tanta sostanza, una band musicalmente di alto livello e perfettamente funzionale allo scopo, nella quale i solismi sono sempre messi a servizio dei brani e tutto gira attorno alla cantante. Da par suo, Bobbie regge molto bene il centro dell’attenzione, con una voce calda, graffiante quando serve e dalla buona estensione. In brani che non richiedono particolari interpretazioni, la contralto riesce sempre a dare il suo contributo senza forzare e senza ricercare l’effetto non riproducibile dal vivo. L’album è prodotto e mixato bene, pur senza una produzione stellare e sa molto di suonato "live", dando quindi anche l’impressione che il meglio i nostri lo diano proprio sul palco. Niente di nuovo, niente di sconvolgente ma, come detto, di dischi così oggi come oggi se ne sentono pochi e invece una sana iniezione di divertimento e ritmo sono quanto mai necessari. Gran bel disco, consigliatissimo. E’ presto per dire se è nata una nuova stella, ma certo per adesso la brillantezza c’è tutta e non sono solo i lustrini a darla.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
74 su 1 voti [ VOTA]
Barfly
Sabato 9 Novembre 2024, 18.37.24
12
Un bel disco di rock anni 70, volutamente datato , ma fresco , da bere in un sorso. I riferimenti ai grandi del periodo sono continui e davvero palesi : penso a David Bowie in Back to the city e a Meat Loaf in Antique time machine oltre a quelli già citati in recensione. E poi a proposito di anni 70 l\'inizio di Flowers on mars mi ha ricordato l\'intro di Extraterrestre di Eugenio Finardi e, tra parentesi, i titoli sono analoghi 😁. Per me 74
Konradz
Martedì 5 Novembre 2024, 23.22.35
11
Album divertente, immediato ma non banale, vario, ben suonato. Bella voce. Mi ha messo di buon umore. Non molti dischi fanno questo effetto. E si parla di buona musica, non del look di Sian Greenaway.
Legalisedrugsandmurder
Lunedì 4 Novembre 2024, 23.49.35
10
Per quanto mi riguarda la rise above ne sbaglia poche, proverò a sentire presto.
Lizard
Lunedì 4 Novembre 2024, 23.19.37
9
Ogni genere ha il suo look. Se devo scegliere tra i Manowar vestiti da barbari coi mutandoni di pelle, un gruppo folk con la bardatura fintomedievale o un qualsiasi gruppo black con le borchie e il trucco da panda, preferisco lei con la tutina spaziale tutta la vita
Spirit Of The Forest
Lunedì 4 Novembre 2024, 22.05.14
8
Duke,sei un grande.Un saluto con stima anche da parte mia.
Duke
Lunedì 4 Novembre 2024, 21.45.39
7
....quoto spirit....dritto al sodo....e lo saluto...
No Fun
Lunedì 4 Novembre 2024, 19.25.23
6
Bel disco, anche se data l\'uscita per la Rise Above pensavo e speravo fosse un po\' meno glam di quanto descritto nella rece, perché avevo presente altre band più pesanti della stessa etichetta come ad es i Church of Misery (in realtà ho visto che ci sono anche artisti orientati su suoni più leggeri) e perché lo stile grafico e \"fisico\" mi ricordava i Boss Hog e speravo di trovarci un po\' più di ruvidezze garage o funk. Non è esattamente il mio genere però è coinvolgente. Inoltre non conoscevo gli Alunah: mi andrò ad ascoltare qualcosa della fase con la cantante precedente, poi i tre dischi con Sian dei quali ho letto anche qui sul sito ottime recensioni e poi ritorno ad ascoltarmi questo per finire il viaggio.
DaveHC
Lunedì 4 Novembre 2024, 19.14.54
5
Beh suonando glam mica si può vestire come una bacchettona!
Spirit Of The Forest
Lunedì 4 Novembre 2024, 11.16.01
4
Sì.Soprattutto altamente espressivo lo spacco infraseno, fondamentale.
progster78
Lunedì 4 Novembre 2024, 10.22.52
3
Da quel poco che ho ascoltato sul tubo sembra interessante...cmq bella copertina e la foto in alto a sinistra mette in risalto l\'espressività dell\'artista.
Galilee
Lunedì 4 Novembre 2024, 10.01.26
2
Brava, nulla da dire. In pratica un Lucio Corsi al femminile.
No Fun
Lunedì 4 Novembre 2024, 9.25.26
1
Dopo essere riuscito faticosamente a distogliere lo sguardo dalle foto ho letto la rece. Molto interessante, lo ascolterò al più presto.
INFORMAZIONI
2024
Rise Above Records
Glam Rock
Tracklist
1. Lightning Fantasy
2. Merry Go Round
3. Revolution!!!
4. Magic of Music
5. Back to the City
6. It’s Electric
7. Antique Time Machine
8. Lady on Fire
9. April Showers
10. Flowers on Mars
Line Up
Bobbie Dazzle (Voce, Flauto traverso, Percussioni, Sintetizzatori)
Tadhg Bean-Bradley (Chitarra, Cori)
Aaron Bolli-Thompson (Organo Hammond, Piano Rhodes, Moog)
Leon Smith (Basso, Cori)
Eddy Geach (Batteria, Cori)

Musicisti Ospiti
Ad Barker (Voce e testi su traccia 7, Chitarra, Cori)
Victoria Lane (Cori)
Benjamin Fitz-Harris (Chitarra Acustica)
Chris Dando (Tastiera, Cori)
 
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