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Devin Townsend - PowerNerd
04/11/2024
( 1714 letture )
All those things we say to ourselves / Time to rise, put that shit on the shelf / All those years spent down in a hole / Time for life and rock and roll / All these things we say are what we do - Let’s go!

C’è foschia e speranza. Montagne e incertezze. Spirito del nord e mentalità canadese nel nuovo PowerNerd, che segue a ruota il bellissimo e profondo Lightwork del 2022. In due anni passa parecchia acqua sotto il ponte della vita, e per Mr. Townsend non è differente. Depressione e anni molto duri, costellati da difficoltà e lutti famigliari. Ma non è tempo di buttarsi a capofitto nel vortice del malumore, quanto più comporre velocemente un album dal significato particolare, che funga da ponte simbolico tra il passato e il futuro, che vedrà il Mad Canuck impegnato nel completare la rock opera The Moth, sia in studio sia dal vivo. Ma ora è tempo di PowerNerd e delle sue undici tracce di spremuta prog, dove possiamo apprezzare i mille richiami alle ere più o meno passate del genio canadese, tra perle di saggezza e qualche scivolone.

Composto in poco più di una settimana (con la controparte lirica molto più elaborata), PowerNerd è la versione sferzante di Lightwork, anche se non sempre riesce a centrare l’obiettivo come il suo predecessore che -a partire dal concept visivo- non sbagliava un colpo. Travis Smith torna in regia artistica e dipinge una bella copertina nebbiosa, dove scorgiamo le montagne del Canada e poco altro. Una mini metafora del periodo “no” di Devin che si estende nell’elaborazione della scaletta con l’introduzione del tema tramite la favolosa title-track, brano migliore del lotto aperto a gran voce da Jamey Jasta. Si torna indietro ai tempi di Physicist, con un gustosissimo e fragoroso speed pop metal, tra riff potenti, voce graffiante, cavalcate e tastiere. Il classico “wall of sound” Townsendiano che sale in cattedra spodestando un po’ tutti. È subito tempo di ammissioni: se PowerNerd fosse stato tutto a questi livelli e di questa intensità staremmo parlando dell’ennesimo capolavoro. Quello che salta all’orecchio è la capacità di scrivere piccole hit che non compromettano potenza e complessità, anche se riviste sotto una chiave esemplificata. Così, la title-track è una delle migliori opener del 2024, con il suo refrain godereccio e l’assolo da air-guitar. Non certo inferiore la successiva semi-ballad Falling Apart, con un ritornello da pelle d’oca e alcune soluzioni perfettamente amalgamate nella dicotomia heavy/delicata. Falling Apart è riflessiva e “potente” nel messaggio e nei suoni. Un inizio che spalma immediatamente le due anime dell’album: quella ritmata e diretta e quella candida e riflessiva. Knuckledragger è Lucky Animals parte II che però non convince del tutto , nonostante i riff rock’n’roll e la sua anima fracassona. Lo stesso Zio Dev l'ha da poco battezzata come “dumb song” per eccellenza e l’assolo mancante, volutamente lasciato fuori dalla canzone per un fan contest ne è la prova definitiva. Al di la dell'idea goliardica e dei sorrisi assicurati, Knuckledragger non centra il bersaglio come vorremmo, a differenza di Gratitude, singolo acchiappatutto che gioca con il lato pop-rock di Townsend, chiamando in causa il suo amore rivisitato per i Def Leppard di Hysteria. Ritornello solare e luminescente quanto basta, la canzone è una gemma perfetta sulla scia di Where We Belong (Epicloud) e Spirits Will Collide (Empath), e rispecchia in pieno la visione perseverante di PowerNerd.

Se da un lato è vero che non si molla mai, dall’altro è proprio l’intento primario di PowerNerd a vacillare un po’: se Ubelia e Jainism funzionano appieno con la loro vena prog/epica, lo stesso non possiamo dire di Younger Lover e soprattutto Glacier, che richiama il non felicissimo Sky Blue (2014). Ubelia riprende il tema heavy-dinamico di Falling Apart enfatizzando la prova vocale di Devin che sembra non invecchiare mai, spingendo potenza e complessità tipica nella successiva Jainism, che si conquista il secondo posto sul podio grazie alla sua struttura spigolosa, parzialmente accarezzata da melodie mai banali e da un riffing nervoso. Tra canonica quiete e sferzate aggressive, Jainism è lo Yin Yang di PowerNerd : due facce che si intrecciano prendendosi per mano e perdendosi nel genio estroso di Devin Townsend. Younger Lover si auto-smorza con la voglia di una ballata acustico-nostalgica alla Lonely Robot , mentre il finale montagnino è risollevato dal brio pop/prog di Goodbye e dal divertissement di Ruby Quaker, inno country alla caffeina nonché sequel apocrifo della splendida Heathwave. Un’ode al caffè e al suo innegabile potere mattutino, Ruby Quaker è una quasi bonus track che va a chiudere il cerchio nel modo più insolito possibile. Tra country, metal e una breve sfuriata black centrale, la traccia numero undici stupisce con il consueto savoir-faire del canadese. Imprevedibilità progressiva senza limiti che suggella un buon album volutamente “semplice” e senza troppe sovra-strutture.

Aiutato e coadiuvato dalle brillanti menti di Darby Todd alla batteria, Mike Keneally (qui alle tastiere) e i volti conosciuti di Jean Savoie al basso e Diego Tejeida ai synth, PowerNerd è esattamente quello che deve essere: un viaggio distante e commovente che gioca con il nostro stato d’animo per uscirne vincente sotto diversi punti di vista. Imprescindibile? No. Un buon album che segue una serie impressionante di veri manifesti progressivi e che, si spera, aprirà le porte per un futuro ancora epico.
Nel mentre, mettetevi il vostro costume da anti-eroe preferito e correte a registrare l’assolo mancante di Knuckledragger : il contest è aperto!

Life goes on / We're turning the pages tumultuously / Toward certain disaster / Weeks and days with broken wings / I don't mind… My will is the master.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
71.86 su 15 voti [ VOTA]
Max1
Martedì 3 Dicembre 2024, 8.58.47
4
Heavy Dev ha sempre detto che lui scrive quello che gli piace e quello che gli passa per la testa ..poi si vedrà..e anche stavolta non si smentisce. Per i miei gusti non male e un passo nella \"mia direzione \" rispetto alle ultime uscite anche se bene o male l\'impronta sonora è quella. Certo che ,se come pare, l\'ha \"confezionato chiavi in mano\" in dieci giorni..direi ..minimo sforzo con il massimo del risultato e come detto Jaininsm è stupernda!
M. G.
Mercoledì 6 Novembre 2024, 21.37.44
3
Mi è piaciuto, ma per gli standard di Devin non è chissà che
MetalFlaz
Martedì 5 Novembre 2024, 16.31.52
2
son d\'accordo col voto, contiene Jainism che è un gran bel pezzo
Lucassen
Martedì 5 Novembre 2024, 11.39.31
1
A me e’ piaciuto molto, diretto, senza fronzoli, un 80 pieno
INFORMAZIONI
2024
Inside Out
Prog Metal
Tracklist
1. PowerNerd
2. Falling Apart
3. Knuckledragger
4. Gratitude
5. Dreams of Light
6. Ubelia
7. Jainism
8. Younger Lover
9. Glacier
10. Goodbye
11. Ruby Quaker
Line Up
Devin Townsend (Voce, Chitarra, Tastiera, Basso)
Mike Keneally (Tastiera)
Darby Todd (Batteria)

Musicisti Ospiti:
Jamey Jasta (Voce)
Tanya Ghosh (Voce)
Mark Cimino (Chitarra)
Diego Tejeida (Tastiera)
Jean Savoie (Basso)
 
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