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05/12/24
EMBRACE OF SOULS + DERDIAN + BERIEDIR
DRUSO, VIA ANTONIO LOCATELLI 17 - RANICA (BG)
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05/11/2024
( 2156 letture )
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Dei Nightwish e della trasposizione musicale dell’ego di Tuomas Holopainen
La recensione dell’ultima fatica dei Nightwish porterebbe già chiudersi qui, in quanto ogni lettore, irrilevantemente dal fatto di essere un estimatore o un detrattore della band finnica, saprebbe esattamente come interpretare l’incipit per poter poi decidere se ascoltare o meno Yesterwynde. Già, Yesterwynde…oltre ad essere la decima fatica della band, è un album che per più motivi è destinato a suscitare reazioni contrastanti, in quanto primo album in studio senza lo storico bassista, cantante (e non solo) Marco Hietala, ma soprattutto perchè è il primo album che giunge dopo la chiacchierata decisione della band (ovvero di Tuomas Holopainen) di abbandonare le scene live fino a data da destinarsi. Oltre al fatto che si tratta della chiusura della cosiddetta trilogia della natura umana cominciata nel 2015 con Endless Forms Most Beautiful, che nel corso degli anni ha fatto storcere più di una bocca lato fans della band.
Partiamo direttamente dalla fine della recensione. Yesterwynde è un disco ambizioso, deliziosamente ideato, composto, arrangiato oltre che registrato magistralmente, ma di fatto è una colonna sonora travestita da album di symphonic metal, e come tale soffre nel dover rimaner costretto in una forma che non è la sua; evidente riprova di ciò sono sia la resa sonora della prestazione canora di Floor Jansen, naturalmente impeccabile e sempre centrata, ma soffocata (volutamente) durante il missaggio dell'album, che la totale assenza di parti solistiche sia della chitarra di Vourinen che della tastiera del mastermind Holopainen a favore di parti strumentali d’insieme che ricordano (appunto) l’approccio da colonna sonora cinematografica, ulteriormente confermato dall’intro e l’outro del disco, che si apre e si chiude con il rumore di una pellicola da film. A tutto ciò dobbiamo aggiungere il fatto che Yesterwynde, proprio per la sua natura "cinematografica", non è disco immediato, ma necessita numerosi ascolti per rivelarsi nella sua bontà compositiva e nella raffinatezza e forte stratificazione degli arrangiamenti; siamo certi che questo è assolutamente voluto da Holopainen, ma è anche l’elemento che ancora una volta rimarca quanto quest’ultimo si stia distaccando dalla realtà del compositore/artista di genere per avventurarsi verso altri lidi, che non necessariamente possono o debbono essere apprezzati dai fans dei Nightwish. Affrontare un disco come Yesterwynde nel tipico approccio recensivo track by track, risulterebbe sicuramente esaustivo, ma renderebbe la recensione decisamente lunga e difficile nella sua fruizione, per cui cercheremo di rendere giustizia all’album pur rimanendo ad un livello leggermente più alto. Partendo infatti dal mirabile artwork, possiamo notare già tutta una serie di elementi che verranno poi sviluppati nelle liriche del disco, ovvero il concetto della perfezione rappresentato da una sezione aurea mascherata da vortice del tempo, col suo avvolgersi a spirale su se stesso e il viaggio dell’uomo attraverso il tempo stesso, rappresentato da una barca che punta al fondo della stessa spirale della perfezione alla ricerca dell’illuminazione, rappresentata come una lanterna in fondo al "maelstrom" del tempo legata a delle catene che rappresentano quei limiti impliciti ed espliciti che spesso impediscono all’uomo l’evoluzione che brama. Come anticipato, musicalmente siamo di fronte più ad una colonna sonora che ad un disco, nonostante persista la suddivisione in canzoni di durata mediamente standard (i pezzi sopra i 6 minuti sono soltanto due) e nonostante la presenza della voce della Jansen sia costante in quasi tutti i brani; la domanda sorge allora spontanea: cosa al di là degli arrangiamenti pregevolissimi e stratificati, fa sì che la forma canzone sembri forzata?? La risposta è nella struttura stessa dei brani e nella persistente percezione restituita da essi, vale a dire che tutta la band, ad eccezione di Holopainen che dirige il tutto, si sia limitata a performare quanto già scritto e composto senza poter portare quel quid in più che la condivisione di intenti porta in questi casi; questo risulta essere particolarmente evidente soprattutto sulle parti di Floor Jansen, in quanto ogni melodia da lei intonata, sia essa parte di strofa o di ritornello, risulta essere perfettamente sovrapposta alle parti musicali, spesso di tastiera, più saltuariamente della stratificazione di più strumenti. Questo può non essere un male talvolta, ma certo è che avere una cantante portentosa come lei per relegarla allo svolgimento della "cover singer", stona decisamente. A supporto di quanto sopra esposto, si segnala che nel disco sono presenti anche le versioni strumentali dei brani, e che gli stessi non sono mera trasposizione della versione cantata, ma hanno anche arrangiamenti sostanzialmente diversi che, detto in maniera pragmatica, rendono alcune versioni migliori di quelle cantate. Nonostante la volontà di non addentrarsi in un track by track, segnaliamo per dovere di completezza quelli che sono i pezzi maggiormente apprezzabili di un disco dal volare complessivamente elevato, ovvero entrambi i singoli pubblicati, An Ocean of Strange Islands e Perfume of the Timeless, oltre alle più cupe ed epicheggianti The Antikythera Mechanism e The Children Of ‘Ata e la crepuscolare e conclusiva Lanternlight, splendida ballad pianoforte e voce che regala splendide sensazioni, soprattutto per la sentita interpretazione della Jansen.
Yesterwynde è un disco ostico, di non semplice fruizione, né dal punto di vista musicale, né da quello puramente concettuale, ma sicuramente è un album che merita di avere una possibilità, soprattutto da parte di chi non si ferma alla ricerca dell’immediatezza e del prodotto easy-listening, ma ha il piacere di scoprire (e riscoprire) ogni volta nuovi arrangiamenti e nuove derive sonore. La bontà del tutto e l’essere comunque riuscito a confezionare un bel lavoro, non toglie però una virgola al fatto che Tuomas Holopainen stia costantemente dimostrando che il suo interesse reale si sta spostando verso altri lidi musicali che, come anticipato, potrebbero portarlo ben oltre i suoi Nightwish.
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A. Mio parere pur non seguendo il symphonic metal questa band sarà sempre legata alla carriera con Tarja....con le altre cantanti fa fatica decollare come ai tempi....no tarja no party! |
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Ma cos\'é diventato questo gruppo? Addirittura sono rimasti solo Tuomas e Emppu?
il 2004-2005 é sempre più lontano... |
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Disco molto ambizioso, ma credo che più che un album dei Nightwish questo potrebbe essere decisamente un disco solista di Tuomas Holopainen. La fine della triologia credo (e spero) che coincida con la fine di questa line up. L\'assenza di Marco Hietala si fa sentire tantissimo, così come la presenza di Troy Donockley. Anche la pur brava Floor sembra messa un pò lì a caso. la qualità compositiva è tanta, la bravura dei musicisti di per sè è tantissima. Ma manca veramente il tiro, lo spirito, la garra del passato. Io come voto dò comunque 65. Ma che sia la volta buona che, a seguito di questo stop (a tempo indeterminato?) il buon Tuomas riveda il progetto Nightwish magari ripartendo dall\'inizio (o quasi) ? Sarebbe ora del ritorno a certe sonorità, a più metal, a più chitarre, a Marco e Tarja.... |
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Dopo i primi ascolti lo trovo un disco orrendo ed irritante. Il primo pezzo é assolutamente insipido, ma ocean…ha tutti i difetti che già avevo descritto all’uscita del singolo, tra stride troppo serrate vocalmente ed orchestrazioni banali che sanno tutte di già sentito. Ma è the antikythera mechanism che mi ha definitivamente tramortito, strofa banalissima, pezzo in cui come hanno scritto altri la voce di Floor è in background rispetto alla musica. The day of…é per me un vero riempitivo., il coretto dell’Antoniano sembra quello della pubblicità della twinings degli anni ‘80 (il the é un grande rito, che devi rispettaaaar…”), patetico. Non c’è un pezzo che mi faccia venire voglia di cantare. Se poi aggiungiamo il cantante di piano bar e le sue pippe…Mi sa che peggio anche del già sciapo Human. Scritto e prodotto interamente da Tuomas, un disco orchestrale a cui a aggiunto gli altri strumenti e la voce. Potrebbe pubblicare il disco da solo magari e pensare invece ai Nightwish come ad una band? |
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...grazie spirit....buona serata...👋 |
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Duke ciao,ti ho lasciato un post su Nugent. |
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...bravi musicisti....nessuno può dire il contrario....ma preferisco rispolverare i primi lavori...di altro spessore...che a distanza di anni...mi entusiasmano ancora... |
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metaldog, oddio, dai, lo reputi proprio così brutto? Perfino a me, che ho un\'opinione molto critica nei confronti degli ultimi Nightwish, sembra quanto da sufficienza bella piena, pur con vari difetti e senza brillare. Ma va be\', punti di vista. E con questo chiudo, ché come al solite mi sono dilungato troppo (e poi critico Tuomas ahahahah). |
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Spirit Of The Forest, dipende. Gli Epica alternano brani semplici e brani complesso, brani aggressivi e brani focalizzati sulle melodie. Oppure ancora, se vuoi un symphonic metal pur sempre melodico, perché band come Septicflesh e Wintersun stanno in un\'altra categoria, ma con meno compromessi, ci sono gli ottimi Seven Spires. In ogni caso alleggerire il sound non è necessariamente una cosa cattiva: The Unforgiving dei Within Temptation secondo me è un Signor album, mentre The Human Contradiction dei Delain all\'epoca ha portato una ventata d\'aria fresca nel genere. Il problema è il come si fanno certe cose, semmai. Anyway, proprio Yesterwynde non so quanto sia commerciale; di sicuro lo è meno del ben più catchy e diretto Imaginaerum, che però molti considerano superiore. |
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Quanto alle parti orchestrali, le ho trovate incostanti: vanno da momenti che prendono i peggiori cliché della già semplicissima musica da trailer (vedi l\'intro di Perfume of the Timeless) ad altri che sembrano presi di peso da Dark Passion Play, con in mezzo giusto qualche momento davvero ispirato, interessante e potente. Più in generale, l\'album stesso mi sembra disomogeneo: da un lato ci sono le canzoni che sembrano scritte nel 2007, alcune se non altro ispirate e trascinati (es. An Ocean of Strange Islands) ma altre secondo me no (Perfume, Hiraeth...), dall\'altro ci sono 3-4 brani che escono dal seminato. E fra quelle che escono dal seminato, The Day Of è per me un esperimento del tutto mal riuscito: linee vocali orrende e che non valorizzano Floor, elettronica moscia e dal sound design amatoriale, chitarre non pervenute. Funzionano invece molto bene The Weave (che però sembra degli Epica di The Divine Conspiracy), Children of \'Ata (che però sembra dei Delain di Apocalypse & Chill) e Lanternlight (una ballad quasi di gusto pop); non di meno qui Nightwish non spariscono del tutto, quindi tutto sommato penso sia stato trovato un buon equilibrio. Se tutto l\'album fosse stato sui livelli di queste ultime tre canzoni, il mio voto sarebbe stato pure più alto di quello del recensore. Ma in realtà già sarebbe bastato tagliare il superfluo, come l\'introduzione inutilmente annacquata di Perfume of the Timeless, la chiusura folk a caso di An Ocean of Strange Islands, la chiusura di Lanternlight, certe lungaggini in mezzo a The Antikythera Mechanism e a Something Whispered Follow Me e all\'inizio e alla fine di Spider Silk. Considerando tutti gli anni di lavorazione che ha richiesto, è assurdo che quest\'album sembri così tanto grezzo nelle storture, sulle quali avrei fatto un bel lavoro di forbici. Ma questo è solo il mio punto di vista, ci mancherebbe. Sta di fatto che di quest\'album sto continuando ad ascoltare con molto piacere i 3-4 brani migliori, ma un ascolto dall\'inizio alla fine mi risulterebbe pesante e soporifero. E no, il problema non è che sia molto orchestrale in sé e per sé. |
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Legalisedrugsandmurder, ho parlato di parti metal quasi inutili perché la larga maggioranza dei riff di chitarra sembra scritta in due minuti scarsi giusto per avere un ronzio di sottofondo; non a caso è, credits alla mano, Tuomas Holopainen è il compositore unico, oltre che il produttore. Ha evidentemente scritto parti orchestrali molto massicce, lasciando poco spazio per la componente metal, che a quel punto è stata infilata a forza da Vuorinen. Vanno già meglio basso e batteria, che per lo meno in The Weave hanno lo spazio per brillare. |
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Non so se siano inutili o no ma mi domando se questo è un disco \"metal\", a parte il nome della band. Non è un cattivo ascolto, sia chiaro, alcuni pezzi sono carini, altri da serata chansonnier come Lanternlight (che sarebbe piaciuta a Jacques Brel). Resto comunque sempre dell\'idea che le parti orchestrali servano a mapazzonare brani alla fine piuttosto scarsi come songwriting, come The Weave o The Day Of...
Contrariamente a quanto dice il recensore, i ripetuti ascolti, invece di far scoprire (e riscoprire) nuovi arrangiamenti, finiscono per stufarmi. I Nightwish \"metal\" sono finiti con l\'End of an Era di Tarja Turunen (e dell\'ispirazione di Holopainen) e questi sono un\'altra cosa. Un chinotto spacciato per Chianti... Au revoir. |
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Sì il mio riferimento non era alla qualità del disco ma al fatto che le parti metal fossero \"inutili\" (?)
Comunque per quello che ho sentito (magari fra qualche mese cambierò idea) album da 65/70 al massimo, più o meno come il precedente. Direi che Imaeginerum è il loro ultimo grande album. |
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@legaliz, effettivamente mi ero perso l’incipit del commento 5, o cmq lo avevo interpretato in maniera meno tranchant…ovviamente le opinioni sono poco sindacabili, se qualcosa non piace, non piace; suggerisco soltanto più ascolti a chi non ha apprezzato, il disco effettivamente vale, e lo dico da persona che mediamente fa ascolti decisamente diversi dai NIGHTWISH… |
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A me mai piaciuti(ma visto che sono sinfonici è ovvio), neppure agli inizi. Troppo operistici di loro.Il problema di chi suona sympho metal e ha successo,secondo il mio punto di vista,è che poi,quasi sempre si sposta su proposte via via più commerciali.E a quel punto,coloro che amano meno il metal e più le parti ballabili,auspicano un\'eliminazione definitiva delle parti più ruvide.A quel punto tutto cambia e la metamorfosi è definitiva. |
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@spirit sì tranquillo, io rispondevo a mg e afterdark. Forse il recensore non ha notato il commento numero 5 |
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voto 70, il disco mi piace e lo ascolto volentieri anche se i fasti sono ormai lontanissimi purtroppo, si sente l\'assenza di Hietala, Floor usata a spizzichi e Tuomas dovrebbe dedicarse a fare colonne sonore |
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@legaliz,io intendevo dire che non ha senso parlare di inutilità di parti metal(5)visto la band in questione, almeno non si auspichi da parte di chi li ascolta una svolta pop rock sympho ecc. |
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totalmente in disaccordo con il recensore. pollice verso per la Floor Jansen band...oppure Floor \"faccio soldi ovunque\" social media, reality show talent show, servizi fotografici e qualsivoglia. qua di metal non ce ne sta. i tempi di Once e Wishmaster sono un lontano ricordo. Tuomas Holopainen vorrebbe essere Hans Zimmer ma non puo\', Tuomas Holopainen vorrebbe essere Ludovico Einaudi ma non puo\', Tuomas Holopainen vorrebbe essere qualsiasi altra cosa che musicalmente non puo\' essere nei Nightwish....disco peggiore di Human Nature. |
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*5 , non so perché è uscito \"dicembre\"😮 |
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@afterdark il commento 5 dicembre dice \"parti metal al limite dell\'inutile\" |
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Roba che non mi piace proprio,ma noto ancora la copertina a \"spirale\", curiosamente usata tantissime volte in ambito gothic e simili, che siano scale,vortici vari,ecc. Senza le parti metal sarebbe un disco simil pop immagino. Tanto meglio allora ascoltare Roxette o Pink e scansare così la componente in questione. |
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Mi devo essere perso qualcosa sia nella recensione che nelle risposte, in quanto non riesco a trovare da nessuna parte il minimo riferimento all’inutilità delle parti metal…ma sto invecchiando, sicuro che perdo colpi…bah… |
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Parti metal inutili? Vabbeh |
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(ah, comunque, The Weave è diventata proprio una delle mie canzoni preferite della loro discografia) |
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Sorvolando sulle parti metal al limite dell\'inutile, se non in qualche passaggio, quasi tutti i brani mi risultano troppo ripetitivi e annacquati anche di due minuti interi; inoltre The Dey Of è per me uno dei brani più brutti in assoluto della loro discografia. Ed è un peccato, perché The Weave, Children of \'Ata e Lanternlight funzionano alla grande e dimostrano voglia di uscire dal seminato, mentre The Antikythera Mechanism e An Ocean of Strange Islands, pur presentando uno stile molto prevedibile e già sentito, hanno dei passaggi chiaramente ispirati. Tirando le somme, per me siamo sul 68: quest\'album mi piace molto più di Endless Forms Most Beautiful e leggermente più di Human Nature, ma siamo ancora distanti da perle come Century Child. Questo almeno secondo me. |
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Ah mi sono dimenticato do un voto di 90 anche io come claudio |
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Voto secondo me molto basso, è vero che ci sono stati album migliori (era tarjia) ma questo secondo me come anche il primo commento di claudio secondo me è un capolavoro dell\'era floor jansen! Tutto perfetto nessuna sbavatura, l\'unico neo che ho trovato è che la produzione non mette in risalto la voce di floor anzi in alcune parti i musicisti la sorpassano....ma questo è solo un problema di produzione perchè a mio avviso floor e la sua voce sono pazzesche in questo album.... bravi nigthwish!!! |
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Al primo ascolto mi aveva fatto ribrezzo. Poi ho avuto la pazienza di capirne la modalità compositiva e ora gli piazzo un 90 molto deciso. Bellissimo, sicuramente il migliore dell’era Floor, con brani di rilievo assoluto (evito di menzionare i singoli e cito Children of a’ta, spider silk e the weave, tre pezzi clamorosi). Unico neo: Troy. Che due palle ste cornamuse a caso e se al posto della sua voce ci fosse stata quella di Hietala beh… dai lo sappiamo. |
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Disco bellissimo, dagli arrangiamenti e suoni notevolissimi, anche il batterista fa un gran lavoro e Floor da’ una prestazione eccezionale. Il miglior disco da Once, finalmente un disco del tutto centrato dopo tanti anni |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Yesterwynde 2. An Ocean of Strange Islands 3. The Antikythera Mechanism 4. The Day of... 5. Perfume of the Timeless 6. Sway 7. The Children of 'Ata 8. Something Whispered Follow Me 9. Spider Silk 10. Hiraeth 11. The Weave 12. Lanternlight
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Line Up
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Floor Jansen (Voce) Emppu Vuorinen (Chitarra) Tuomas Holopainen (Tastiera) Troy Donockley (Cornamuse Irlandesi, Flauti Bassi, Chitarra Acustica ed elettrica, Bouzouki, Bodhrán, Aerofono, Voce) Jukka Koskinen (Basso) Kai Hahto (Batteria, Percussioni)
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RECENSIONI |
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