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30/01/25
BERNTH, CHARLES BERTHOUD E OLA ENGLUND
SANTERIA TOSCANA 31, VIALE TOSCANA 31 - MILANO
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High Reeper - Renewed By Death
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12/12/2024
( 1238 letture )
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Un’ondata di doom e stoner caratterizza questa seconda metà degli anni ’10 del 2000. Ad elevare i progetti più meritevoli vi sono soprattutto etichette che hanno dato rilevanza al genere e, quando le stesse nascono in Italia, non può che fare solo piacere. La Heavy Psych Sounds di Gabriele Fiori sin dalla sua fondazione è riuscita a recuperare alcune gemme stoner dal panorama internazionale riuscendo a valorizzarle. I nomi noti ci sono e a dire la verità la maggior parte di essi si è esautorata togliendo valore a quanto fatto precedentemente in tempi non sospetti, ma per fortuna troviamo nel roster anche band che hanno dimostrato un valore artistico non indifferente e tra gli altri viene in mente la stessa creatura di Fiori, i Black Rainbows, i Cachemira dalla Spagna e progetti che si discostano leggermente verso l’heavy rimarcando l’appartenenza alla matrice doom sabbathiana: parliamo degli americani High Reeper.
Il progetto nel corso di 6 anni ha pubblicato tre dischi, mostrando un’evoluzione coerente. Inizialmente la band si è dimostrata troppo fedele al sound dei Black Sabbath di Ozzy Osbourne nei primi due album, usciti nel 2018 e nel 2019, ma poi i cinque decidono di aspettare e attendono qualche anno prima di pubblicare un nuovo full length. Nell’Ottobre del 2024 viene così pubblicato il nuovo lavoro, intitolato Renewed by Death: la copertina è il classico immaginario doom a cui il combo della Pennsylvania ci aveva abituato da Higher Reepeer, un po’ banale (per non dire leggermente cafone) ma sicuramente d’effetto. Le attese ci sono, soprattutto per chi ha seguito gli High Reeper dalla loro fondazione, per cui ci si approccia al disco senza aspettarsi grandi cambiamenti nel loro sound e a dire la verità con un po’ di resistenza, ma invece gli High Reeper presentano una nuova formula.
Si allontanano dall’emulazione spostandosi su un terreno più pesante e a tratti epico già dalla title track che apre il disco, pesantezza che viene valorizzato dal virtuosismo chitarristico e che incalza l’ascoltatore. I rimandi al proto doom persistono specialmente nel riffing dei fade out. Il cantato di Zach Thomas varia molto rispetto al disco precedente risultando molto più teatrale ed enfatico. La novità nelle sonorità viene ravvisata sin da subito dal secondo brano, un sound che vede quell’impetuosità che in passato abbiamo ravvisato in un album apparentemente agli antipodi come Wolverine Blues degli Entombed; tale variazione si estende anche a Broken Upon the Wheel che oltre alle componenti epic doom presenta delle suggestioni thrashy interessanti, ben caratterizzate dalla sezione chitarristica e, soprattutto, nelle parti soliste. Se all’inizio il riferimento principale poteva sembrare un sound ispirato ai lavori dei Candlemass con Marcolin -considerando il terzo brano Lamentations of the Pale- in realtà tale rimando risulta essere un warm-up interessante per sperimentare sonorità più attinenti ai sottogeneri dell’heavy metal, ma con una connotazione personale, udibile già in Broken Upon the Wheel e Jaws of Darkness. Da quest’ultimo brano fino alla fine del disco, nonostante linee vocali accattivanti e l’ottimo lavoro svolto dagli strumentisti, l’album perde d’intensità presentando strutture fin troppo simili tra le canzoni e ciò comporta una certa ripetitività. Spicca un po’ di più in questo trittico finale, per la sua intensità, Torn from Within.
Questa può essere considerata l’unica pecca del disco, tuttavia è positivo il fatto che gli High Reeper stiano trovando una nuova formula, ciò si deve riflettere anche in novità compositive a livello di struttura, e non solo su una rilettura delle proprie sonorità. Tutto rispetta dei canoni, ma forse la troppa quadratura della forma canzone potrebbe essere un freno alle loro idee. Per il resto la produzione è buona, nell’ascolto sembra si voglia dare maggiore rilevanza alle chitarre e alla voce, nonostante si possa sentire la buona "muscolatura" di basso e batteria senza le quali sarebbe complicato proporre brani di tale pesantezza. Non la si può considerare un’occasione mancata, ma un passo per crescere ulteriormente, il disco si stava dimostrando scorrevole, purtroppo la parte finale sembra renderlo incompleto considerando l’intero lotto, perché se prese singolarmente le ultime tracce sono comunque più che dignitose.
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INFORMAZIONI |
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Heavy Psych Sounds Records
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Tracklist
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1. Renewed by Death 2. Alluring Violence 3. Lamentations of the Pale 4. Broken Upon the Wheel 5. Jaws of Darkness 6. Smoldering Remains 7. Torn From Within 8. Echoes of Mortality
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Line Up
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Zach Thomas (Voce) Shane Trimble (Chitarra solista) Pat Daly (Chitarra ritmica) Jimmy Althouse (Basso) Justin Di Pinto (Batteria)
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RECENSIONI |
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