|
30/01/25
BERNTH, CHARLES BERTHOUD E OLA ENGLUND
SANTERIA TOSCANA 31, VIALE TOSCANA 31 - MILANO
|
|
Pure Reason Revolution - Coming Up to Consciousness
|
29/12/2024
( 1450 letture )
|
I Pure Reason Revolution sono una band britannica che è stata attiva dal 2003 al 2011 per poi essere rifondata nel 2018. Vengono definiti spesso un gruppo progressive rock, ma non lo sono nel senso classico del termine, quanto più per una varietà di generi e influenze presenti nella loro musica; non sono quindi da ricercarvene i tratti tipici come le strutture complicate, i tempi composti o la prolissa durata dei brani. Nel disco oggi in analisi la traccia più lunga dura 6:19 minuti e il leader e mente del gruppo Jon Courtney avrebbe calcolato in 40 minuti l’estensione ideale di un album. Coming Up to Consciousness rispetta questo diktat.
Più che alle grandi band prog classiche degli anni ‘70 sono da accostare -almeno a tratti- ai più moderni connazionali Muse, Placebo o Editors. Naturalmente però ricercare classificazioni e influenze è sempre operazione sgradevole e di relativa utilità, i PRR esprimono se stessi con una qualità e un’efficacia che mancava dal primo album The Black Third.
Caratteristica e costante degli ideali di Jon Courtney è l’alternanza della sua voce a quella femminile, prima di Chloe Alper e oggi dell’olandese Annicke Shireen (leader della band witch-rock Shireen e cantante degli Heilung). Con il contributo dell’altro chitarrista Gregory Jong, le linee vocali e il loro intreccio costituiscono un tratto distintivo e uno dei maggiori punti di forza dei Pure Reason Revolution.
Sono stati tre i music video pubblicati per promuovere Coming Up to Consciousness: Dig Until You Die, Betrayal e Useless Animal ma - nella loro uniformità e nella coerenza dell’album in sé- altri brani come Worship, Lifeless Creature e Bend the Earth potevano dare un altrettanto valido assaggio dell’opera. Più pacate rimangono The Gallows e la chiusura As We Disappear.
Il platter è formato da 14 tracce, sei delle quali durano pochi secondi e fungono da intro (la title track) o da intermezzo (Interlude 1, 2, 3, 4 ,5). I brani veri e propri sono quindi otto e in essi si può notare una struttura ricorrente, una regolarità che però non rende prevedibile l’opera o lo scorrere dei suoi brani: si parte sempre con la quiete di atmosfere sognanti -a volte rassicuranti, altre più cupe- su cui si intrecciano, si sdoppiano o si sovrappongono le melodie dei già citati singer. In qualche modo, però, più o meno improvvisamente, ci si trova davanti a muri sonori molto più hard rock, compatti e granitici. Escalation ci portano poi a esplosioni energetiche di grande effetto con distorsioni, groove e chitarre rabbiose che sconfinano nel metal e nei suoi sentimenti. E questi -a dire il vero- erano stati anticipati nel preludio con cui i PRR presentano Coming Up to Consciousness sul loro sito:
Betrayal, deception, fear, grief, mortality, and questions of sanity: heady and primordial themes animate the latest conceptual LP from Pure Reason Revolution.
Jon Courtney è regista e attore protagonista; crea il suo palcoscenico con tastiere e minimali sequenze di arpeggi per ottenere l’ambientazione più adatta al suo sentimento, per poi pennellarlo con il suo variopinto timbro vocale, trovando -come detto- ulteriori sfumature nel supporto di Shireen. Attori non protagonisti -ma ottimi interpreti, da candidare all’oscar per la loro interpretazione- i ritmici Ravi Kesavaram alla batteria e Guy Pratt al basso. Il primo, anche attivo nei My Vitriol di cui è membro fondatore, entra ufficialmente nella formazione dopo essere stato il batterista per le esibizioni dal vivo della band. Riesce a esprimersi e a interpretare le volontà e gli stati d’animo di Courtney e delle canzoni, contribuisce e colpisce soprattutto con l’energia che dona alle sequenze in cui si alzano i giri del motore.
Guy Pratt, genero dell’allora tastierista dei Pink Floyd, Richard Wright, si dedica alla causa con linee sempre efficaci e un suono di una pulizia invidiabile. Non è infatti un caso che il suo strumento spicchi anche quando le chitarre innalzano mura sonore più dense -donando al prodotto groove e rotondità.
Così come non è un caso che i ritmici abbiano partecipato al missaggio dei propri strumenti in un album dalla produzione perfetta (alla quale hanno lavorato -oltre naturalmente a Courtney- anche Bruce Soord e Steve Kitch dei The Pineapple Thief): altro punto di forza di quest’ottimo disco rock.
In conclusione, il platter è una perla, scorre con grande fluidità ed è estremamente coerente, nonché appassionato e appassionante; saprà convincere rocker e non rocker di tutto il mondo grazie alla sua sensibilità, alle sue atmosfere e alla sua energia. Un ottimo ritorno a livelli altissimi (un paragone con The Dark Third avrebbe comunque poco senso, a distanza di così tanti anni) per i PRR che lascia ai fan una promettente pagina da scrivere per il futuro: cosa sanno fare Courtney e i Pure Reason Revolution l’hanno dimostrato, ci possiamo augurare un proseguo qualitativamente all’altezza.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Prelude: Coming Up to Consciousness 2. Dig Until You Die 3. Interlude 1 4. Betrayal 5. The Gallows 6. Interlude 2 7. Useless Animal 8. Interlude 3 9. Worship 10. Interlude 4 11. Bend the Earth 12. Lifeless Creautre 13. Interlude 5 14. As We Disappear
|
|
Line Up
|
Jon Courtney (Voce, Chitarra, Tastiera, Sintetizzatore) Annicke Shireen (Voce) Gregory Jong (Chitarra, Voce, Armonica) Guy Pratt (Basso) Ravi Kesavaram (Batteria)
Musicisti ospiti Bruce Soord (Chitarra nelle tracce 2, 4, 7 e 9)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|