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30/01/25
BERNTH, CHARLES BERTHOUD E OLA ENGLUND
SANTERIA TOSCANA 31, VIALE TOSCANA 31 - MILANO
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Rory Gallagher - Stage Struck
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03/01/2025
( 1087 letture )
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Dopo Live in Europe (1972) e Irish Tour '74 (1974) Rory Gallagher decide di aspettare un bel po’ per confezionare il terzo live album da solista. In realtà sei anni non sarebbero nemmeno tanti se non stessimo parlando di un artista che viveva il palco come pochi altri; di un musicista che meriterebbe un cofanetto in DVD per ogni singolo spettacolo dal vivo realizzato in carriera. Maestria alla chitarra, voce suadente, chimica all’interno della band ma allo stesso tempo intense luci della ribalta puntate su di sé. E poi folle impazzite ad assistere ai suoi concerti in quel legame indissolubile con i suoi fan che durerà per sempre, anche nel giorno del suo funerale, dove in 15.000 accorreranno per le strade di Cork, per seguire il trasporto della salma. Rory Gallagher è stato, inconsapevolmente, un insegnante per le generazioni future, un individuo capace di regalare emozioni forti persino oggi, ascoltandolo registrato a distanza di decine d’anni.
Stage Struck rimarca le sue capacità e il fatto che, nel 1980, l’artista stia vivendo il suo periodo maggiormente hard rock, reso ancor più fragoroso da queste registrazioni, operate durante il tour di Top Priority, album uscito l’anno prima. Tanto per far capire la natura del prodotto, basti pensare che nel 2005, la celebre rivista Rock Hard lo ha inserito nella lista “500 Greatest Rock & Metal Albums of All Time” alla posizione numero 419. Alle esecuzioni di Wayward Child e Follow Me, canzoni presenti proprio nell’LP succitato, vanno ad aggiungersi ben quattro brani di Photo-Finish, infine trovano spazio la sublime Moonchild da Calling Card e Bought and Sold da Against the Grain: praticamente la seconda metà dei ‘70 di Rory sprigionata tramite assoli prolungati e un’energia contagiosa. Shin Kicker fa gli onori di casa: scalda i motori della Stratocaster, strumento che è un’estensione dell’artista stesso; il pubblico è in visibilio sull’urlo sgraziato che dà il via alla track dove l’irlandese descrive quanto la sua vita sia diventata frenetica. La chitarra è portata allo stremo in tutte le tracks, ne è la prova la seguente Wayward Child, che rincara la dose tramite suoni affascinanti e il solito assolo coinvolgente. Brute Force and Ignorance è un classicone blues/rock: tratta di un trio rock che sfreccia per il mondo con l'imprevedibilità di un uragano, ma è Moonchild da Calling Card ad estasiare, con una performance virtuosa, memorabile. Assolo infinito di rara bellezza per un brano che sembra appartenere alla NWOBHM. E poi c’è il Lato B, con la voce claudicante di Rory a rimarcare la brevità del tempo sull’accattivante Follow Me. Bought and Sold che premia ancora una volta la sei corde in fraseggi difficilmente riproducibili, mentre le ritmiche veloci di The Last of the Independents lasciano spazio all’estro del batterista Ted McKenna e alla slide guitar del mattatore della serata. Shadow Play chiude in bellezza con un brano decisamente coinvolgente: l'artista si sente un po’ Dr. Jekyll, un po’ Mr. Hyde. Finito il concerto tornerà alla sua normale personalità e aspetterà in silenzio il ritorno dell’altra, in modo da poter calcare nuovamente le scene.
Oltre a questa versione del 1980 a otto tracce, esiste la rimasterizzazione in CD del 1999, uscita quattro anni dopo la morte di Gallagher, grazie al fratello e manager, Dónal Gallagher. Questa contiene le bonus track Bad Penny e Keychain e a proposito di quest’ultima il fratello scrive sul sito ufficiale di Rory: On this particular performance, I recall Rory stretching and bending his guitar strings to the limit of their tolerance, causing the tuning of the instrument to alter dramatically (In questa esibizione in particolare, ricordo Rory che allunga e piega le corde della sua chitarra fino al limite della loro tolleranza, causando un'alterazione drastica dell'accordatura dello strumento). Un aneddoto che racchiude bene l’essenza stessa degli spettacoli di Gallagher. Inoltre vi sono versioni più recenti a 11 tracce, con l’aggiunta di Hellcatt, una delle bonus track dell’album Top Priority. Tutte uscite straconsigliate perché più pezzi live vi sono di Rory Gallagher e meglio è, per chiunque voglia rivivere l’emozione di un suo concerto! Un artista unico.
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11
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Acquistato 30 anni fa. Senza sprecare aggettivi questo live provoca brividi e adrenalina ogni volta. Come dice il recensore Rory è unico, un tutt\'uno voce e chitarra, canzoni magnifiche, puro. |
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10
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@Lele, ti ho dato l\'impressione di essere uno con cui non poter discutere? |
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9
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Mea culpa: so che discutere con i fan non è possibile ma ogni tanto ci casco lo stesso... vado e cercherò di non peccare più |
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8
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@Lele, forse hai ragione, ma...non sono d\'accordo. I tre live che ho menzionato sono dischi bellissimi a partire da questo durissimo Stagestruck; e Irish Tour 74, a mio parere, può essere definito capolavoro e Blueprint è a dir poco sublime. Più che i pezzi a mio avviso è la voce di Rory a non essere eccelsa. Citi Jeff Beck. Su di lui, mi trovi abbastanza d\'accordo anche se lui aveva un fuoriclasse infinito come Rod Stewart dietro al microfono. Metti lo scozzese (o uno come lui. Chris Farlowe?) con l\'irlandese e i dischi di Gallagher sarebbero tutti fuori parametro |
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7
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\"Sicuramente non ha dischi brutti in carriera\" ma nemmeno capolavori. Gli sono mancati i pezzi, un po\' come accaduto a Jeff Beck, ferme tutte le differenze tra i due |
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5
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I tre live: In Europe, Irish Tour e questo. In studio: Blueprint; Calling card e/o Photofinish. Senza dimenticare i Taste, l\'omonimo è straordinario (notevole anche il live successivo Live Taste). Sicuramente non ha dischi brutti in carriera. Mai un passo falso. C\'è una raccolta tripla che si intitola Blues in cui resti a bocca aperta dall\'inizio alla fine. |
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4
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Sapreste indicarmi i suoi album essenziali? Vorrei iniziare ad ascoltarlo |
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3
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Stage Struck ha consumato la puntina del mio stereo per molte settimane assieme a Cat Scratch Fever di Ted Nugent e Remain in Light dei Talking Heads. Accompagnare Rory col mio basso era diventato esercizio e piacere quotidiano. Lo era allora a 17 anni e lo è ancor oggi, ogni tanto, col vinile sul piatto. Un artista grande e umile e forse per questo talvolta sottostimato. Ma era il chitarrista con cui molti giovani bassisti d batteristi della mia età avrebbero voluto suonare. |
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2
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Giù il cappello!!
mettere un voto a Gallagher è peccato mortale
Penitenziatevi!! |
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1
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Ok! D\'accordo! Non sarò obiettivo. E\' stato in assoluto il mio primo Rory. Una C90: da un lato questo, dall\'altro l\'esordio solista di Ted Nugent. E quindi l\'affetto mina l\'oggettività. Quindi...quindi per me questo è il suo live migliore. E\' talmente elettrico che ci prendi la scossa. E\' talmente duro che è al limite dell\'heavy metal. O meglio, è assai più duro di tante uscite contemporanee (e nel 1980 sappiamo cosa stava succedendo in Inghilterra). Ne cito due a caso: Moonchild e The Last of the Independents.
Recensione scritta come sempre in modo egregio. E come spesso accade io alzo il voto. 95 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Shin Kicker 2. Wayward Child 3. Brute Force and Ignorance 4. Moonchild 5. Follow Me 6. Bought and Sold 7. The Last of the Independents 8. Shadow Play
CD bonus track: Bad Penny Keychain
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Line Up
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Rory Gallagher (Voce, chitarra, armonica) Gerry McAvoy (Basso) Ted McKenna (Batteria)
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