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Tragedy - Vengeance
04/01/2025
( 424 letture )
Pochi gruppi hanno saputo leggere il mondo e restituirlo in maniera così estrema quanto i Tragedy. Più ancora che descrivere le sue molte brutture, gli americani le hanno vissute, sofferte, masticate e impresse in un suono unico e nerissimo, sicuramente tra i più pesanti in circolazione, proprio perché marchiato da una visione delle cose assolutamente radicale. Una filosofia chiara fin dal loro nome, fatta di rinuncia, rigetto, anti-eroismo. Estraniazione non significa però rassegnazione e tragedia non vuol (ancora) dire sconfitta. Per quanto profondamente nichilista, il messaggio dei Nostri non si limita a denunciare, accettando la nostra inevitabile autodistruzione in maniera distaccata e disinteressata. Sotto la negazione, cova infatti la rabbia. Sorda, intensa, debordante, questa impregna i solchi di Vengeance che, come annunciato sin dal titolo, chiama all'azione. Dopo aver esposto la loro terribile visione del mondo sull'omonimo debutto -il cui titolo appare non casuale, in special modo quando accostato a quello del lavoro successivo-, i Tragedy tornano in campo per saldare i conti. La contemplazione cede il passo al contrattacco. La tragedia alla vendetta.

Paradossalmente, questo cambiamento programmatico non prende le sembianze di un inasprimento sonoro. I brani del nuovo lavoro non diventano più veloci, né più “violenti”, per così dire. Rispetto all'esordio, questi si fanno più corposi, strutturati. Aumentano le durate, cala la velocità, migliora la produzione. Lo stile del gruppo, inconfondibile, resta però lo stesso. Forse leggermente più portato verso lo sludge, meno su quel d-beat/crust punk scavezzacollo, ma sempre macchiato da un indelebile velo tragico che ritroviamo intatto appena premuto il tasto play. L'iniziale Conflicting Ideas pare riallacciarsi al disco precedente: il brano parte sostenuto, sul tipico drumming incalzante si stende il riffing direttissimo delle due asce. Un attacco d-beat in piena regola, ma che si ammanta di grigio grazie ai fraseggi di chitarra che intaccano presto la solida base. Ancora latente, la mestizia così tipica del Tragedy-sound ci scoppia pienamente in faccia nella seconda parte del pezzo, che muta in una coda lenta e lancinante. Ecco riassunte le due anime del disco, come ci ricorda la successiva Call to Arms, urlo di battaglia determinato (No truce, no mercy, no surrender, no rest/No more, this is war!), ma lento e squadrato, avvolto in una triste melodia. Stesso discorso per la title-track, il cui appello alla vendetta si avviluppa in un suono caliginoso, fangoso e urticante anche quando i battiti si alzano, nella seconda parte. Pochi infatti gli up-tempo puri e duri, le schegge impazzite che si potevano ancora osservare sull'esordio. Citiamo la furibonda The Lure, comunque carica di gelidi afflati, ma fiera e travolgente, così come Revengeance o To the Dogs, quest'ultima introdotta da una compassata melodia, prima di ingranare la marcia. Ed anche la conclusiva No Words, capace a tratti di toccare livelli di intensità parecchio elevati, muta e cambia pelle diverse volte, sciogliendosi in un'ampia porzione più riflessiva. The Day After svela un nero cuore pulsante, incastonato però tra un'introduzione tragicamente ariosa ed una coda frastagliata, sospesa tra diversi toni di grigio, così come Beginning of the End, trafitta dai gelidi artigli delle chitarre. Citiamo infine due intermezzi strumentali, utili nell'aumentare la carica di disagio e malessere che attanaglia l'intero platter: Recurring Nightmare, un bucolico brano acustico e War Within Us, che si dipana lento e plumbeo, all'immagine di Night Falls, lentissima, funerea e disperata. Sul piano lirico, come detto, Vengeance si dimostra estremamente bellicoso. Un avvertimento, un monito, rivolto ai responsabili, a coloro che hanno reso il mondo lo schifo che è: The hunt is on, the war is on, gridano i Nostri nella title-track. We come for you in life/We will take revenge. O ancora, questa volta in Revengeance: You can run, you can hide, but never close your eyes/Beware the sands of time, they're on our side. Fino all'inevitabile catastrofe, la fine, che compare molte volte nel corso dell'ascolto. E così descritta in Beginning of the End:

And as clouds darken, the asphalt swells
And as the clouds darken, the asphalt cracks
The sky darkens one final time
Gears cease turning, the machines malfunction
What we deserve, what we deserve
Our untimely end.


Non c'è infatti scampo nella musica dei Tragedy. Nessuna salvezza, nessun finale lieto. Solo il marciume e poi la fine dei giorni. Ma, aspettando l'inevitabile, un grido fiero, indomito, seppur sepolto sotto una cappa tumulare di cenere e nichilismo. Fare giustizia. C'è poco da aggiungere. Vengeance raggiunge l'apice di quanto mai composto dal Quartetto, la summa della sua musica e del suo pensiero. Limando gli angoli e le imperfezioni ancora presenti sul debutto, l'album porta a piena maturità lo stile del gruppo, personalissimo e riconoscibile fin dalle primissime note. Non solo capolavoro dei Tragedy, Vengeance è anche e soprattutto capolavoro in senso lato, un disco importantissimo nello sviluppo dell'hardcore e della musica dura tutta.



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
97.66 su 3 voti [ VOTA]
LUCIO 77
Mercoledì 15 Gennaio 2025, 17.15.33
5
Album di alto livello, niente da dire.. Tirato, abrasivo e violento al punto giusto.. Magari è solo una mia impressione, ma la Voce non risulta un po\' bassa rispetto agli strumenti ?
alehc
Martedì 7 Gennaio 2025, 18.53.09
4
Suonatelo al mio funerale Voto 200 Un disco che mi ha cambiato la vita, che mi ha scavato dentro un solco. Un solco che divide il Pre-Vengeance e il Post-Vengeance. Dolore, sangue, crudezza. Uno spaccato di questo mondo dimmerda. Nessuna luce al fondo del tunnel. Se c’è un tunnel, è stato murato. E dentro pizza di piscio, merda e sangue. Soffrite, disperatevi, questa è la vita, QUESTA la sua colonna sonora
DaveHC
Martedì 7 Gennaio 2025, 14.02.52
3
Discone! Da ascoltare e riascoltare
Estycatzy
Lunedì 6 Gennaio 2025, 14.55.23
2
Uno dei migliori dischi di crust moderno. Consiglio anche di dare un\'occhiata ai testi, davvero fantastici.
LAMBRUSCORE
Lunedì 6 Gennaio 2025, 14.54.28
1
Ottimo secondo album ,da avere come il primo.
INFORMAZIONI
2002
Tragedy Records
Hardcore
Tracklist
1. Conflicting Ideas
2. Call to Arms
3. Vengeance
4. Recurring Nightmare
5. Beginning of the End
6. The Lure
7. Night Falls
8. The Day After
9. Revengeance
10. To the Dogs
11. No Words
Line Up
Todd Burdette (Voce, Chitarra)
Yannick Lorrain (Chitarra)
Billy Davis (Voce, Basso)
Paul Burdette (Batteria)
 
RECENSIONI
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