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15/02/25
XIU XIU + KEE AVIL
ASTRO CLUB - FONTANAFREDDA (PN)
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13/01/2025
( 557 letture )
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Nomen, omen e onestamente il titolo di quest’album ci sta tutto: la tundra è una distesa di vegetazione, particolarmente diffusa nelle regioni desertiche dell’artico e l’associazione con il titolo di quest’album, Tundra Rock, calza perfettamente e vuole ridefinire l’etichetta di un genere, vincolato perennemente al desert rock di Palm Beach, che ha visto in realtà grande diffusione nella Scandinavia.
Ciò che ci aspetta nell’ascolto di questo disco è uno stoner a tratti atmosferico e personale, tagliente nei suoi riff come il freddo glaciale, esplosivo, ma lontano dal calore a cui siamo abituati approcciandoci magari ai dischi dei loro numi tutelari. Sentiamo infatti le influenze di Queens of the Stone Age, di un hard & heavy Baronessiano e non si può fare a meno che pensare ai Red Fang, ma il tutto viene ben dosato e riscoperto.
Gli Slomosa sono una bella realtà, scampati alla top 5 dei dischi migliori dell’anno perché recensiti troppo tardi, ma per inciso il loro Tundra Rock è uno dei prodotti migliori di questo 2024.
L’atmosfera già dalla strumentale Afghansk Rev delinea deserti artici e le note di chitarra sembrano delinearne il gelo. Esplode con un altro pezzo come Rice fuzzoso e melodico, con un sound molto personale in cui Verdous usa una tipologia di cantato poco originale ma perfettamente funzionante nel brano. La caratterizzazione di questo desert sound riemerge su Cabin Fever: la composizione e la dissonanza creata dalle chitarre crea un cupo affossamento, procedendo poi in un solido incedere guidato da una linea vocale accattivante.
Il disco crea un’atmosfera sublime, quasi a dipingere oscure narrazioni portandole poi ad un outcome di rinascita. Red Thundra è uno dei brani migliori del lotto e trasmette idealmente questa sensazione, risulta appropriato tra l’altro far cantare la prima strofa alla bassista Marie Mou che con un cantato armonioso e la sua intro di basso traccia il mood. Pochi secondi di piano con Good Mourning e si riparte con l’attitudine punk di Battling Guns, coerente nonostante la variazione rispetto al resto del full length. Il basso apre lo stoner di Monomann, una vera esplosione sonora in cui il quartetto norvegese riadatta le caratteristiche del genere calandole nel loro sound. Il tenore di queste sonorità permane anche nella successiva MJ. Dune partendo dalla chitarra acustica ricama un climax ascendente, aggiungendo prima la batteria, il basso, poi le chitarre elettriche, risulta una semi-strumentale turbinosa con tratti sincopatici e a questa progressiva aggiunta l’ultimo componente è costituito dalla voce, inseritasi con un coro trascinante che perdura fino alla fine del brano.
Come già menzionato, l’abilità degli Slomosa è stata quella di riuscire a dipingere un’atmosfera diversa dal classico stoner desertico; le vibrazioni di sterrate sabbiose vengono sostituite da dune ghiacciate e il calore di Palm Beach diviene bianco e nero come la copertina dell’album. E’ un punto su cui si vuole insistere, perché è davvero difficile ricostruire qualcosa con delle influenze così importanti e definite e il quartetto norvegese ci è riuscito perfettamente costruendo un disco solido. Ogni brano è un tassello a sé stante e nella tracklist assume maggiore valore permettendo di godere di una completa esperienza d’ascolto. La band mantiene una coesione tale da agire come un combo unico, le chitarre hanno dei riff accattivanti, la sezione ritmica è compatta e la voce pur essendo molto basilare risulta assolutamente appropriata. Gli Slomosa sono da tenere sott’occhio, perché magari è assurdo, ma ci si chiede se questo Tundra Rock sarà in grado di delimitare i confini dello stoner nel territorio scandinavo svincolandolo anche dai predecessori, staremo a vedere.
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2
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Battling guns nel cuore. Piccola gemma. 💜 |
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1
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Bella recensione, lo cerco subito. Effettivamente la Scandinavia ha avuto delle buone band nel genere, in Svezia più che altro come Dozer o Truckfighters, ma sempre piuttosto derivative, questo sembra più originale. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Afghansk Rev 2. Rice 3. Cabin Fever 4. Red Thundra 5. Good Mourning 6. Battling Guns 7. Monomann 8. MJ 9. Dune
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Line Up
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Benjamin Verdous (Voce, Chitarra) Tor Erik Bye (Chitarra) Marie Mou (Basso, Voce addizionale) Jard Houle (Batteria)
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RECENSIONI |
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