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15/02/25
XIU XIU + KEE AVIL
ASTRO CLUB - FONTANAFREDDA (PN)
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Voodoo Circle - Hail to the King
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14/01/2025
( 1543 letture )
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I Voodoo Circle sono una band che da oltre 15 anni è attiva con uscite a cadenza biennale, sfoggiando un sound molto tradizionale e nostalgico vicino all’hard rock più puro a cavallo tra Seventies e Eighties. Nati inizialmente come un progetto per dare sfogo alle passioni più melodiche del chitarrista tedesco Alex Beyrodt, veterano con trascorsi prevalentemente in ambito heavy e power con Sinner, Primal Fear e Silent Force, la band è ora il principale impiego per il musicista bavarese, qui assieme a buoni strumentisti come Alex Jansen al basso, Markus Kullmann alla batteria e naturalmente l’esperto singer britannico David Readman (già con Pink Cream 69, Adagio e Almanac). Giunti all’ottavo album in carriera, i nostri non modificano di una virgola anzi semmai accentuano i tratti nostalgici, fortemente ancorati ai maestri dell’hard rock.
Hail to the King è un concentrato di dodici brani in cui le influenze Whitesnake, Thin Lizzy e Led Zeppelin sono fortissime e a tratti addirittura smaccate, tanto nel songwriting quanto nell’interpretazione chitarristica di Beyrodt e vocale di Readman, quanto mai palese emulo di Coverdale in questo lavoro. L’evoluzione del vocalist di Burnley, che sostituì Andi Deris nei Pink Cream 69 nel corso dei Nineties e si fece valere anche in sede più prog con gli Adagio in seguito, ha visto una maturazione che da screamer di razza lo porta a coprire un buono spettro anche di tonalità medie e più bluesy, rese marcate specialmente proprio con i lavori in studio dei Voodoo Circle. Si spazia dunque da un hard rock vigoroso a cavallo tra anni Ottanta e Novanta in brani come l’opener Lay Down Your Lovin’ e All for One dai forti richiami a Pretty Maids e Gotthard, mentre si sfiora il plagio degli Whitesnake del periodo Slip of The Tongue in brani come Let it Rock, Sweet Little Sister e Strangers in the Night. L’ispirazione vira verso Rainbow e addirittura Led Zeppelin in brani dalle tinte più Seventies come On the Edge (dai riffing che davvero più Page non si potrebbe), Castles Made of Glas e la lunga Black Country, che a livello lirico si ispira all’Inghilterra industriale e specialmente alla dura vita dei minatori. All for One e Billy’s Song portano addirittura la firma di Tony Carey, ex tastierista dei Rainbow, conosciuto daBeyrodt negli anni Novanta quando il chitarrista militava nei Sinner e tenute nel cassetto per molti anni prima di essere rispolverati, pezzi invero non indimenticabili e che non riescono nell’intento di far alzare sensibilmente l’asticella qualitativa del disco in oggetto.
Hail to the King risulta dunque come ottava uscita della band un lavoro formalmente bel confezionato ed eseguito, senza peraltro offrire sussulti o picchi di qualità, con un songwriting che finisce per essere derivativo all’estremo e che lascia un po’ l’amaro in bocca, considerando esperienza e talento degli attori coinvolti. Consigliato agli inguaribili nostalgici di un onesto hard rock classico, energico e senza troppi fronzoli, oltre che naturalmente ai fan incalliti dei Voodoo Circle. Per gli altri, meglio restare a distanza.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Lay Down Your Lovin’ 2. Let It Rock 3. On the Edge 4. Sweet Little Sister 5. Castles Made of Glass 6. Stand Your Ground 7. Black Country 8. Billy’s Song 9. Strangers in the Night 10. All For One 11. The Sound of the Eagles 12. Hail to the King
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Line Up
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David Readman (Voce) Alex Beyrodt (Chitarra) Alex Jansen (Basso) Markus Kullmann (Batteria)
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RECENSIONI |
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