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07/02/25
LITTLE TIL AND THE GANGBUSTERS
CIRCOLO MAGNOLIA, VIA CIRCONVALLAZIONE IDROSCALO 41 SEGRATE (MI)
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The 69 Eyes - Wasting the Dawn
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25/01/2025
( 626 letture )
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Nella carriera di tanti artisti esiste un album in particolare che segna la svolta, un crocevia, un punto di non ritorno. Questo album non coincide necessariamente con il disco più famoso, più acclamato, più popolare o più venduto, ma rappresenta un cambio di passo che mette in risalto il vero e autentico potenziale dell’artista e lo consacra agli occhi dei fan. Per i The 69 Eyes questo istante è cristallizzato nel 1999, anno di pubblicazione dell’album Wasting the Dawn, quarto full length di una discografia già discreta, e il primo a essere distribuito da una major come Roadrunner Records. Al di là di un meritato successo commerciale, l’album rappresenta a tutti gli effetti il momento in cui i The 69 Eyes si staccano dal filone glam/street rock per intraprendere un percorso più vicino alla musica darkwave e, soprattutto, al gothic rock declinato in salsa metal finlandese. Non a caso due anni prima, la pubblicazione di Greatest Lovesongs Vol. 666 degli HIM dell’amico di lunga data di Jyrki 69, Ville Valo, ha riscosso un successo sempre crescente, prima nella natia Finlandia e poi nel resto d’Europa, influenzando il sound e lo stile di tante giovani band del nord Europa, tra cui i Sentenced e appunto i The 69 Eyes ancora alla ricerca di una propria identità artistica. L’influenza di Ville Valo non si ferma ad una mera ascendenza stilistica, ma si traduce in una vera e propria collaborazione con la band; il cantante degli HIM compare, infatti, come backing vocalist e reciterà una parte significativa nel video promozionale della title track, scelta come singolo apripista.
Questo non significa che Wasting the Dawn si bruci i ponti alle spalle, tagliando ogni legame con il passato e alcuni brani, quali la canzone d’apertura, Truck On e le trascinanti All-American Dream e Be My Speed già dai titoli, si rifanno al rock dei seventies con le giuste contaminazioni di glam e street. In questi brani prevale ancora l’escapismo, il desiderio di evasione rappresentato dalle lunghe e mitizzate highway americane, simbolo stesso della ricerca di libertà e identità. Sono infatti altre le composizioni che spostano il baricentro dell’album verso soluzioni stilistiche molto differenti ed inedite. In Lay Down Your Arms s’insinua il sound dei The Sisters of Mercy filtrato dalla mutevole teatralità di Alice Cooper, mentre in Lazarus Heart al gothic rock britannico s’innestano le sonorità dei Type 0 Negative, dove Jyrki 69 adotta una tonalità più profonda e baritonale, alla stregua di Peter Steele, che diverrà marchio di fabbrica dei The 69 Eyes negli anni a venire. Ma dove prevale prepotentemente la vena gotica è soprattutto nella title track, bandiera di un cambiamento in atto che porterà la band capitanata da Jyrki 69 ad abbracciare in toto il gothic rock sia nello stile musicale che nei testi e nel look. I ritmi veloci e i toni sguaiati degli album precedenti fanno spazio ad una composizione dove il martellante suono della batteria e le pulsioni del basso salgono in cattedra, mentre le chitarre si rivestono di velluto, tingendo il mood del brano con fraseggi e riff crepuscolari accompagnati dal suono in sottofondo dei synth. La voce piena e corposa di Jyrki 69 perde la sua forza abrasiva per adottare registri più controllati e melodici, seguendo le orme già tracciate dall’amico Ville Valo. Una trasformazione che investe il comparto mediatico (il video di Wasting the Dawn è un caposaldo del genere) e l’aspetto dei musicisti, sempre più calati nel ruolo di tenebrosi vampiri dediti a malinconici pellegrinaggi notturni. Starshine chiude l’album e ne riflette l’andamento schizofrenico, alternando momenti di corposo street rock senza fronzoli a sezioni più morbide e languide, dove torna ad emergere un gothic più compassato e ruffiano: passato e futuro della band s’incontrano in un ideale cambio della guardia al tramonto, dove i The 69 Eyes delle assolate highway americane vengono rimpiazzati da gotici eroi dannati, protagonisti delle notti del nord Europa.
Wasting the Dawn è un disco fondamentale per capire la profonda trasformazione stilistica messa in atto dai cinque musicisti finlandesi. Se da un lato è innegabile il coraggio di aver intrapreso e abbracciato questa nuova filosofia artistica, dall’altro non sono mancate feroci critiche da parte di una frangia dei fan delusa da questa brusca sterzata gotica. A livello di sound e arrangiamenti Wasting the Dawn è un album con un piede ancora nel passato, in quanto il salto stilistico non è ancora avvenuto per intero. Tuttavia, almeno sei canzoni sono la tangibile e sonora testimonianza che la mutazione è in corso d’opera e che, volenti o nolenti, i The 69 Eyes hanno chiara la direzione da seguire: la rotta è tracciata e non si torna più indietro. Gli album successivi saranno in grado di mettere a fuoco le idee a volte solo abbozzate e di sviluppare al meglio la poetica gotica, tanto nella musica che nei testi, ma è con Wasting the Dawn che tutto è incominciato: tra le note del quarto full length dei The 69 Eyes una nuova creatura delle tenebre prende coscienza di sé e muove i primi incerti passi nella notte, e nulla sarà più lo stesso.
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14
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Ciao Roby, credo intendesse che l\'album qua recensito è il primo disco gothic. |
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Commento n.8: Savage Garden album gotico???? È un album street / sleaze coi controcazzi che si rifà a band come Hanoi Rocks, Guns n\'roses, L.a. guns e simili. Unico punto in parte gothic potrebbe essere la title track ma stop, nient\'altro. È un album che non c\'entra nulla col gothic ed è bellissimo! Top album su Metal Shock all\' epoca! |
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12
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Gli unici 69 eyes che ho amato sono stati quelli di Savage Garden...altre sonorità, altro gruppo proprio. Conosco quelli precedenti a Savage Garden ma poi non interessandomi il gothic li ho proprio abbandonati |
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11
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Ricordo di averlo comprato e poi rivenduto, non mi era piaciuto, era ancora poco gothic, tranne un paio di brani ottimi. Li preferisco dopo, anche se per me non sono mai stato eccezionali. Ma Blessed be è un piccolo capolavoro |
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10
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Li adoro da questo album in poi, quando sono diventati una band gothic. Farete le recensioni dei loro album più belli? |
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9
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Non li ho più seguiti dopo \"Devils\" del 2005 (mi pare), ma questo lo ritengo un ottimo disco, con il giusto equilibrio fra lo stile del precedente \"Wrap Your Troubles in Dreams\" (anch\'esso bel disco) e la successiva svolta gotica.
Secondo me il loro migliore, anche se all\'epoca mi piacquero parecchio anche il successivo \"Blessed Be\" (dove concretizzarono la svolta à la Sisters of Mercy) ed il precedente, più street/sleaze. |
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8
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Primo album gotico dei 69 Eyes, mezzo capolavoro. Recensirete anche quelli dopo? Almeno i tre album successivi sono stupendi, nonostante i detrattori dicano il contrario. |
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Giustamente, ognuno la pensa a modo suo. |
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Non lo giudico un disco hard rock. Sorry |
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Magari semplicemente hard rock? |
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Esattamente quello che ho scritto. Come genere non è possibile indicarne venti. È definirlo gothic rock non è sbagliato, impreciso sicuramente, ma era impreciso pure street o glam. 😅 |
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3
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Mah, definire gothic questo album mi sembra molto fuorviante, perchè al massimo lo saranno dopo, ma qui al massimo c\'è qualche brano del genere (soprattutto la titletrack) ma per il resto qui il gruppo abbraccia più un sound che deriva dai seventies, con autentiche bordate sonore. Una canzone come Hand of God è vero che ricorda il ToN, ma è pesantissima, quasi Sabbatthiana, ma anche altre canzoni hanno un respiro che chiama pure in causa gli Stooges. Però se si conosce il gruppo si può anche dire che già il precedente album aveva riff pesanti, e questo è semplicemente una prosecuzione. La svolta gothic è per me il punto di non ritorno, fino a questo stupendo lavoro il gruppo era tra i miei preferiti, tra glam, street e appunto hard rock seventies, poi la caduta sempre più in basso. |
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2
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....disco bellissimo......hard rock gotico......di ottima fattura......con questo CD li ho conosciuto....lo adoro.... |
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1
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Il disco del distacco col passato....e il mio preferito della loro diacorgafia |
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INFORMAZIONI |
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Gaga Goodies/Roadrunner Records
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Tracklist
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1. Truck On 2. Lay Down Your Arms, Girl 3. Wasting The Dawn 4. You Ain’t The Reason 5. Lazarus Heart 6. Who’s Gonna Pay The Bail? 7. All-American Dream 8. Be My Speed 9. Hand Of God 10. Next Stop Paradise 11. Starshine
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Line Up
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Jyrki 69 (Voce) Bazie (Chitarra) Timo-Timo (Chitarra) Archzie (Basso) Jussi 69 (Batteria)
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