|
15/02/25
XIU XIU + KEE AVIL
ASTRO CLUB - FONTANAFREDDA (PN)
|
|
Purified in Blood - Reaper of Souls
|
01/02/2025
( 461 letture )
|
Dalla Norvegia con furore. Ed è proprio il caso dirlo quando parliamo dei recentemente riformati Purified In Blood, formati nel 2002 sotto l’ala protettiva di Jacob Bredahl , indimenticato frontman degli Hatesphere. Il debutto su breve distanza è rappresentato da questo potente Reaper of Souls, che spegne oggi ben 21 candeline. Tra le band minori del cosiddetto filone NWOAHM, i Purified In Blood rappresentano sicuramente un punto piuttosto alto e ingiustamente abbandonato. Con il loro grezzo e sporco melo death / metal-core, il sestetto nord europeo ha sfornato brani e album da recuperare, se non altro per l’urgenza strappa-mascelle e la cattiveria dei riff proposti dal duo Sander Loen / Tommy Svela , che insieme ai due frontman Glenn C. Rasmussen e Hallgeir S. Enokssen guidano la precaria imbarcazione metallica attraverso l’Ade, in un coro sconnesso dominato da fuoco e fiamme. In mondo sotterraneo fatto di D&D, scheletri e creature misteriose, i Purified In Blood si fanno strada con nonchalance e mestiere coordinando la proposta verso sonorità note, con l’onnipresente impronta dei suddetti Hatesphere , degli immancabili At The Gates e dei clamorosi As Blood Runs Black.
Due voci, due chitarre, basso e batteria: ricetta a base di mazzate ignoranti, riff cangianti, assoli fulminei e sporadici breakdown pro-cervicale. Le accelerazioni sono la minestra quotidiana, con le spezie nordiche e un pizzico di ignoranza hardcore. Batteria in levare, chitarre gemelle e un andi-rivieni di scream e growl come non ci fosse un domani. La novità non esiste chiaramente più nel 2025, ma ad inizio anni 2000 la proposta era assolutamente inebriante, chiassosa e -a modo suo- personale. Con il background che attinge da metà anni ’90, i Purified In Blood non vogliono frenarsi e mescolano bene rimandi black/thrash alla loro proposta in costante divenire: la tripletta da headbanging forsennato che apre il disco è inattaccabile. Velocità e furia si alternano a potenti riff e doppio-pedale. Compaiono timide spruzzate dei primi Trivium durante Gates of Gehenna , Unmarked Graves e Dying Age - tre saette melo-death ricchissime di riff, melodie chitarristiche, aggressione intelligente e pregevoli porzioni soliste. Un amalgama davvero ben riuscito che si sposa con i copiosi rallentamenti e relativi stop’n’go. il breakdown della favolosa e martellante Dying Age (con la conseguente ripresa finale) è da capogiro e massacro nel pit. E vale la pena spendere due parole anche per la successiva e battagliera Venom , che sembra spuntare fuori da “L’Armate delle Tenebre” con il suo up-tempo luciferino e il bridge British metal targato 1983.
Brani relativamente compatti ma sempre strutturati si susseguono senza sosta con una soluzione di continuità efficace anche se prevedibile. Come da copione, le bordate di Sander Loen e Tommy Svela sposano una vasta gamma di sotto-generi senza il fastidioso effetto “puzzle”, ma riuscendo a destreggiarsi evitando troppi déjà-vu. Immersi in un contesto assolutamente non avanguardistico (Reaper of Souls è l’antitesi dello sperimentalismo), i dieci brani proposti costituiscono la spina dorsale della band che, con passione e senza vergogna, si aggrappa a una violenza tout-court che non sfocia mai nel caos, ma che tiene in ordine le idee in modo miracoloso. A volte i rimandi agli Dei del death melodico sono un po’ troppo palesi (Possessed by Death), e altre volte non tutto funziona come dovrebbe (Imprisoned Freedom), ma sono i classici errori dettati dalla foga e dalla relativa immaturità. Reaper of Souls , che inizia a piacerci già dalla copertina piaciona e ignorante, prosegue con le belle The Last Day e Endless Evil che incanalano tutto il Black Dahlia Murder - sound, inasprendo la proposta con sferraglianti pozioni oscure e fumanti. Come non amare le sotto trame iperattive di The Last Day o l’urgenza di Endless Evil, che si apre a tutta birra per poi trasformarsi in un mid-tempo dal piglio groove, dominato da una cavalcata solista centrale? Semplicemente heavy metal.
Reaper of Souls , seguito anni dopo dall’ interessante (e personale) Under Black Skies (2010) si chiude bene con la spasmodica Skulltwister, vortice death/thrash che non lascia prigionieri nel suo schiacciante up-tempo con tanto di spade duellanti e bridge trita-tutto. Nessuno mai citerà i Purified In Blood come “unici e inimitabili”, ma la loro ottica prettamente operaia e onesta gli ha permesso di graziare i nostri padiglioni auricolari con un’(in)sana dose di metallo pesante, forgiato nel freddo nord con cura e voglia di stupire. Reaper of Souls va ascoltato a un volume osceno, possibilmente accompagnato da birre ghiacciate e battle-vest sbiadita.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1
|
Questo è un gran bel dischetto... Agli 80 ci arriva secondo me.. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Gates of Gehenna 2. Unmarked Graves 3. Dying Age 4. Venom 5. Possessed by Death 6. Imprisoned Freedom 7. The Last Day 8. Endless Evil 9. The Ultimate Price 10. Skulltwister
|
|
Line Up
|
Glenn C. Rasmussen (Voce) Hallgeir S. Enokssen (Voce) Sander Loen (Chitarra) Tommy Svela (Chitarra) Stig S. Andersen (Basso) Anders Mosness (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|