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The Human Abstract - Digital Veil
01/02/2025
( 341 letture )
Quanto può essere pesante un velo? Un velo digitale poi? Questo Digital Veil, terza fatica dei The Human Abstract, è un disco che pesa come un macigno, espressione della visione e dei sentimenti nichilistici, della rabbia della band.

I californiani si trovano con un nuovo cantante dopo l’abbandono di Nathan Ellis che aveva interpretato i primi due album -Nocturne del 2006 e Midheaven del 2008- con buona ma non entusiasmante efficacia. Diminuiscono così le vene post-hardcore del cantato e il subentrante Travis Ritcher dona una nuova forma alle melodie controverse di questo nuovo lavoro con ottima esecuzione tra alternanza e sovrapposizione di growl, scream e pulito - aggiungendo tratti deathmetal e rinvigorendo quelli originali più metalcore.

Già dal titolo -Elegiac- dell’epica opener strumentale si può evincere il carattere oscuro e ansiogeno del disco. L’espressione di un’angoscia storica dettata dalla superficialità del nostro tempo, dalla preponderanza in crescita incessante della tecnologia nella quotidianità

Pull me from the gallows
Of this fiber-optic nation

I cannot compute why
Why we celebrate this mediocrity
[...]
We like to think that we
That we are more connected
But the truth is that we've
Never been more divided
It's just too awkward
I need my digital veil
;

dalle atrocità dei conflitti umani

Regiments of disconnects emerge in a moronic gentleman's war
With their eyes, their eyes blindfolded they rise
The battlefields are colored with the ignominy stained creed
With their eyes, their eyes blindfolded
They rise into this world
;

e dall’apparente libero arbitrio - guidato invece da patterns, da una linea

between the profound and banal.

Musicalmente il disco è tecnicamente mostruoso, progressivo all’inverosimile, eseguito impeccabilmente e prodotto meglio dei lavori precedenti, grazie all’intervento di Will Putney (il Dr. Dre del metal secondo il rapper Ice-T) dei Fit for an Autopsy.

La presenza di sweep picking o assoli in generale accompagna quasi ogni riff e la coordinazione tra gli strumenti in tempi composti e groove segmentati sposta la lancetta dal progressive metal verso il mathcore e a tratti verso il djent. Queste caratteristiche si possono apprezzare in Olographic Sight e Complex Terms, due tra i brani migliori e più significativi del platter.

Costante mantenuta dagli altri album è la fantastica componente neoclassica delle chitarre con Dean Herrera e A.J. Minette che con i loro intrecci rendono inconfondibile e unico il loro genere, donano varietà ai riff più pesanti e ampliano le tonalità creando un muro sonoro più completo. Si ascolti a proposito Faust, vera punta di diamante dell’album e forse della carriera dei The Human Abstract.

L’album si chiude con Patterns, un brano in cui le melodie di Ritcher sono secondo me al di sotto della media del resto del disco, ma in cui le chitarre sfoderano assoli entusiasmanti e indimenticabili.

In conclusione: con i presupposti dei precedenti due album e con Digital Veil i The Human Abstract sarebbero potuti essere oggi un nome tra i più imponenti nella scena prog metal contemporanea. L’abbandono però del cantante Ritcher e la rottura con la casa discografica hanno messo fine alla storia e alla carriera della band. Le opere che ci hanno lasciato sono una splendida eredità ma anche un rimpianto per un gruppo che avrebbe potuto avere ben altro impatto nella storia della musica metal estrema contemporanea.



VOTO RECENSORE
89
VOTO LETTORI
0 su 0 voti [ VOTA]
Earthformer
Sabato 1 Febbraio 2025, 21.53.24
1
porca troia che album della MADONNA, uno dei pilastri di certo progcore e djent del decennio scorso
INFORMAZIONI
2011
E1
Prog Metal
Tracklist
1. Elegiac
2. Complex Terms
3. Digital Veil
4. Faust
5. Antebellum
6. Holographic Sight
7. Horizon to Zenith
8. Patterns
Line Up
Travis Ritcher (Voce)
A.J. Minette (Chitarra, Tastiera, Piano)
Dean Herrera (Chitarra, Voce)
Henry Selva (Basso)
Brett Powell (Batteria)
 
RECENSIONI
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