|
27/05/25
BORN OF OSIRIS + INGESTED + ENTHEOS + THE VOYNICH CODE
TRAFFIC LIVE, VIA PRENESTINA 738 - ROMA
|
|
Hangman`s Chair - Saddiction
|
01/05/2025
( 661 letture )
|
Il nuovo arrivato in casa Hangman’s Chair è il classico disco che potrebbe rappresentare un punto di svolta, pur arrivando dopo vent’anni di carriera ed essendo il settimo di una discografia ormai decisamente corposa. La ragione di questa affermazione sta tutta nella formula che il gruppo ha saputo affinare nel tempo e che ha portato i francesi ad elevarsi dalla massa indistinta sia a livello di personalità compositiva, sia come efficacia delle singole tracce. Aspetto questo che fa sempre la differenza. Se i cambiamenti erano già iniziati col quinto disco, Banlieue triste del 2018, è stato senz’altro l’approdo a Nuclear Blast col successivo A Loner del 2022 a dare alla band i mezzi per fare quel salto compositivo e di suoni di cui avevano bisogno per affinare la transizione e portarla verso qualcosa di nuovo. Se questo sia arrivato definitivamente con Saddiction è troppo presto per definirlo, ma certamente la crescita è evidente e il nuovo disco può quindi essere definito un punto chiave della carriera degli Hangman’s Chair, usciti da un underground fecondo e protettivo quanto a volte limitante.
Nel corso degli anni, la proposta dei francesi ha saputo trovare un difficile equilibrio tra pesantezza e fruibilità, personalità e facilità di ascolto, tanto che Saddiction può essere considerato al tempo stesso un disco molto ricercato e di largo spettro di potenziale utenza. Difficile inquadrarlo in un genere preciso, anche se è evidente sin dal titolo (una contrazione di “sadness addiction”, assuefazione o dipendenza dalla tristezza), che le tematiche trattate non siano proprio spensierate e felici, ma piuttosto quelle classiche del doom e del gothic. Tanto che, a suo tempo, si scomodarono paragoni con i Type O Negative. Evitando difficili paralleli, è chiaro come il gruppo peschi a piene mani dai due generi a livello di atmosfera (come anche dal primevo sludge), ma abbia fatto uno sforzo in più inserendo pesanti influenze provenienti dalla new wave ottantiana, dallo shoegaze e dall’alternative metal novantiano, in particolare Deftones, gli Alice In Chains della reunion e i più recenti Abrams. Una cappa cupa, pesante e impenetrabile, fatta di riff enormi, sovraincisioni piene di reverberi, melodie e passaggi alternative e new wave. Il tutto con una produzione di livello e un mixaggio che rende giustizia alla stratificazione sonora della band, seppur forse ancora migliorabile come pulizia e profondità. Un intreccio già evidente dalla prima e ottima traccia To Know the Night, nella quale la pesantezza degli Alice in Chains ultima maniera si sposa con la new wave e il cantato di Cédric Toufouti trova una felice combinazione di generi e un refrain insistito riuscito, fruibile e di discreta presa, sebbene su questo ancora forse ci sia qualcosa di migliorabile. Ancora più evidente l’influenza new wave nella successiva The Worst Is Yet to Come, nella quale la band è affiancata da Raven Van Dorst dei Dool, in un riuscito connubio artistico. Molto bella anche la seguente In Disguise, balsamo per le orecchie di tutti gli amanti di gothic macchiato di alternative. La qualità costante dei brani e anche una certa continuità compositiva, seppure nei mutabili confini già descritti, rendono superflua una disamina traccia per traccia, rimanendo tutte interessanti e molto valide fino alla conclusione, con la superba Healed? da annoverarsi tra i punti massimi del disco. Tanto che la curiosità di ascoltare e riascoltare Saddiction, che in un primo momento potrebbe apparire proprio per quanto detto un po’ monolitico, diventa urgente man mano che si scoprono tutti i particolari e le diverse sfumature inserite ad arte nei brani.
La ricerca di una maggiore facilità di ascolto di solito si coniuga con una semplificazione delle strutture e un parallelo incremento degli arrangiamenti. Nel caso degli Hangman’s Chair questo non è del tutto vero, nel senso che i brani che compongono Saddiction non sono affatto semplici o easy listening, seppure a volte le melodie possano sfociare addirittura nel pop, come nel caso della ballata 44 YOD, sul finale di album. L’atmosfera cupa, malinconica e triste che avvolge tutto il disco non lascia scampo in tal senso e se è vero che forse una ulteriore maggiore incisività melodica avrebbe giovato, ai fini di rendere ancora più identificabili i singoli brani, che tendono un po’ ad annegare nel complesso, è indubbio che il lavoro fatto dalla band sia encomiabile. Come detto in apertura, Saddiction potrebbe rappresentare indubbiamente una svolta per gli Hangman’s Chair e sarebbe meritata, data la qualità delle composizioni e la volontà di spiccare che appare evidente e ricercata. Manca un singolone capace di fare la differenza in tal senso, ma le logiche di mercato ormai rendono superflua ogni considerazione in merito: vince chi ce la fa, in qualunque modo. Gli Hangman’s Chair hanno scelto una strada difficile: quella della qualità delle loro composizioni e della ricerca di una identità spiccata. Al pubblico la scelta di dare o meno una chance a questa bella e meritevole realtà.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1
|
Non li conoscevo. Che grande scoperta davvero. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. To Know the Night 2. The Worst Is Yet to Come 3. In Disguise 4. Kowloon Lights 5. 2 AM Thoughts 6. Canvas 7. Neglect 8. 44 YOD 9. Healed?
|
|
Line Up
|
Cédric Toufouti (Voce) Julien Chanut (Chitarra, Basso) Clément Hanvic (Basso) Mehdi Thépegnier (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|